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RECENSIONE DEL RACCONTO “QUEL GIORNO A VENEZIA”, DI MATHIAS BURATTO

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Redazione-  Quel Giorno a Venezia è un racconto capace di collegare passato e presente in un abbraccio narrativo che non termina con l’epilogo del libro, anzi si protrae nel presente affondando le proprie radici nel cuore e nell’anima del lettore. Non è facile, forse addirittura impossibile, uscire dalla lettura del racconto mantenendo inalterato lo stato d’animo dell’inizio, quella dolce illusione di normalità alla quale ogni persona, prima o poi, fa appello. Mathias Buratto, autore del racconto, ricrea uno scenario organico ed emotivo ove ieri e oggi si intrecciano e si confondono fino a fondersi in uno spazio comune discosto dalla realtà, come da qualsiasi premessa iniziale. La scrittura molto ricercata, a tratti elegiaca, e una continua ricerca di trovare la parola più giusta per tratteggiare anche sommariamente ogni stato d’animo dei protagonisti fanno di questo libro un prezioso rimando alla bellezza della nostra lingua, quella pura, quella che si rifà alle sue origini latine. Un modo per ricordare i fasti del passato, quando non era ancora contaminata con parole plastiche prese in prestito da altri vocabolari.

Quel Giorno a Venezia è un’ode al passato, al rimpianto, alle seconde possibilità e culmina, come finale vuole, in un compendio emotivo mai scontato e affatto retorico o stucchevole. È reale come esige la vita, ma non per questo forzatamente disilluso.

Il libro perfetto per tutti coloro che cercano qualcosa di più oltre a una lettura sommaria e priva di bagaglio emotivo. Un libro che entra nel cuore e lì vi rimane.

Link al racconto: Quel Giorno a Venezia

Commenti

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2 Commenti
  1. Jessica dice

    Lo trovo sempre bellissimo… le modifiche, minime ma essenziali, lo hanno reso ancora più emozionante

    1. Sandra dice

      Commovente si legge facilmente,regala buoni sentimenti ed emozioni straordinario