Redazione- La Ragazza di Ipanema è il secondo racconto scritto da Mathias Buratto. Questa volta lo scrittore ci porta per mano nientemeno che a Rio, su un littorale che ha segnato un’epoca. La premessa che funge da incipit al racconto ha del geniale: raccontare la storia (senza presunzione di verità) che si cela dietro il testo e la melodia di una tra le canzoni più famose di tutto il Novecento . Non bastasse la sola idea a donare al racconto lo spazio immateriale di un sogno, ci pensa lo scrittore stesso tratteggiando scenari e situazioni che debordano facilmente nella nostalgia, cospargendo ogni parola di una bellezza senza tempo, quella più preziosa e proprio per questo evanescente. I dialoghi, rispetto al precedente racconto, assumono un’importanza di primo piano, infatti conducono il lettore pagina dopo pagina dall’aspettativa alla rassegnazione e fino alle lacrime. È stata una piacevole scoperta vedere come l’autore si destreggia in un discorso a due per tutta la durata della storia. I dialoghi, quasi teatrali (nell’accezione buona del termine), non sono forzati né retorici o facilmente previsibili, come il limitato spazio narrativo e di azione potrebbero far presupporre. All’opposto, dipanano la storia in modo sapiente e soprattutto pertinente e coinvolgente, e nel momento in cui sembra approssimarsi, come molto spesso è inevitabile, un capitolo di stallo strutturale è la vera volta che la fantasia regna sovrana e il racconto si apre in una veste che rasenta l’incredibile.
La Ragazza di Ipanema sorprende non soltanto per l’ingegnosità del racconto o la forma di scrittura particolare, personale ed eterogenea a cui l’autore ci ha già abituati, ma perché si snoda in un universo narrativo inedito, come nessuno ha mai tratteggiato prima. È strano e bello considerare che, al giorno d’oggi, ci sono ancora autori capaci di sorprendere, delineando elementi non comuni ai tanti che già nutrono le innumerevoli file della letteratura.
Link al racconto: La Ragazza di Ipanema
Mi ha sorpresa molto questo racconto… le emozioni sono vivide e i dialoghi un vero capolavoro!