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QUALE MUSICA PER LA MUSICOTERAPIA? COMPETENZE TEORICHE CHE DOVREBBE POSSEDERE UN MUSICOTERAPISTA E COSCIENZA DI SE’

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Redazione-Il lavoro che si propone nasce da un’osservazione interna delle competenze musicali che deve avere un musicoterapista per relazionarsi con l’altro da sé. Ogni professionista che si pone nella relazione sonoro musicale ha al tempo stesso un rapporto con l’altro (utente), con se stesso e con il mediatore : la musica. Fisicamente la musica è costituita dallo strumento con cui ci approcciamo: su tale strumento dovremmo possedere sia un alto livello di indipendenza tecnica che degli elementi principali dell’armonia musicale. Il musicoterapista deve sviluppare, nel tempo, un grado di libertà e sensibilità che tenda a distaccarsi dalla propria soggettività e dai propri schemi mentali, dalla propria storia psico-sonora, per poter essere in grado di accogliere i suoni e i silenzi dell’altro ed avvicinarsi ad un vero ascolto autentico, non giudicante. L’approccio che propongo non getta le sue radici nell’ armonia classica, ma è frutto dell’esperienza personale di clinica musicoterapica con svariate tipologie di utenti: dalla disabilità grave, alle varie sindromi genetiche, dalla malattia psichica (psichiatria), alla problematica dell’insorgenza nella persona di una malattia organica (onco-ematologia), ma anche dall’osservazione del rapporto che i bambini normodotati (0-5 anni) hanno con i suoni. La musica e l’armonia divengono così la base matematica e la geometria della musicoterapia. Dalla singola altezza agli intervalli, dagli intervalli alle triadi, dalle triadi alle quadriadi,dalle quadriadi alle scale e alle tensioni: quando ci troviamo di fronte alla persona in una relazione d’aiuto, la scelta della nostra proposta musicale può essere dettata dal nostro mondo interno (piano emotivo/non verbale), ma anche dalla nostra conoscenza della teoria musicale che ci mostra dove siamo. Quindi l’armonia diventa metaforicamente la bussola della relazione sonoro-musicale, ci indica la strada acustica da perseguire; la persona con cui entriamo in relazione considerata come una mappa in cui non tutti i luoghi sono già stati esplorati; noi musicoterapisti siamo autentici esploratori . Spesso ciò che ascoltiamo nel silenzio di una relazione di aiuto non è inquadrabile all’interno della modalità maggiore, ma richiede un più ampio sforzo intellettuale. L’intento di questo lavoro è proprio quello di indagare il nostro rapporto con la musica, uscire dai propri

schematismi dogmatici e connetterci maggiormente all’essenza dei suoni.

Dott. Lorenzo Capolsini

Educatore extra scolastico e Professionista della

Musicoterapia,

iscritto all’Associazione Italiana Musicoterapisti (AIM)

n.iscr. 278-2015

Reparto di Oncoematologia pediatrica Ospedale

Santa Maria della Misericordia e

Comitato per la Vita “Daniele Chianelli” -Perugia-

Centro Speranza Servizio Riabilitativo -Fratta Todina

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