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L’IMPORTANZA DELLA FRAGILITA’

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Redazione-Segnaliamo su il Corriere della Sera un blog molto interessante. Si chiama InVisibili, ed il nome fa già chiarezza: ”denuncia una condizione nella quale troppo spesso vive chi ha a che fare con una disabilità. L’obiettivo del blog è cambiare questa situazione: innanzitutto parlandone, nel modo più chiaro e sereno possibile. Discutendo idee, proposte, progetti per mettere i disabili in condizione di vivere e confrontarsi alla pari. E nello stesso tempo per offrire alla società le risorse dei disabili. Non vorremmo che lo spazio venisse occupato dalla compassione o, peggio, dalla pietà. Sono atteggiamenti inutili in un Paese che dovrebbe sforzarsi di eliminare qualsiasi tipo di discriminazione. Vorremmo che insieme si stigmatizzassero i comportamenti sbagliati e si trovassero soluzioni dettate dal rispetto dell’individuo ma anche dal buon senso. Chi non sta abitualmente accanto a persone con handicap, fisico o mentale, non conosce le difficoltà quotidiane che queste devono affrontare. E le enormi fatiche di chi le aiuta e le sostiene. Probabilmente non è insensibilità, è semplicemente ignoranza. Al pari del Canale Disabilità di Corriere Salute, questo blog ha le caratteristiche per “intendersi” con i vari software di cui i disabili possono dotarsi per ovviare alla loro specifica limitazione. Sarà per noi un lavoro in continuo aggiornamento, un impegno tecnologico e non solo. E’ tempo di portare allo scoperto quello che è restato per troppo tempo nascosto. O meglio Invisibile.” 

Il Blog è una finestra sulle tantissime tematiche riguardanti il mondo della disabilità. Si possono trovare categorie che vanno dalla cultura alle malattie rare, dalla scuola e università alla parte più tecnica di leggi e pubblica amministrazione, poi ancora, abbiamo le sezioni: libri, viaggi, tecnologia,sport, salute, sentimenti, storie di vita e tanto altro; uno spiraglio di luce per chi, ogni giorno, combatte con le fragilità che accompagnano la disabilità.

Allego qui una bellissima lettera di una madre a Lucia, sua figlia disabile:

Lucia è così. Bella, quasi sempre. Bella soprattutto quando è nel Suo Mondo e il brutto del mondo per lei non esiste. O lo vive a modo suo.

Lucia non si chiama Lucia, da piccola rispondeva così a chi si chinasse a chiederle il nome, chissà perché.Lucia a volte salta per strada, abbraccia e bacia chi incrocia, penetra con occhi curiosi e – “Tu ti chiami…” – perché Lucia non sa fare domande. Alterna frasi e gesti in modo ossessivo, a volte – poche, in verità – sbalordisce per proprietà di linguaggio ed eleganza nei modi.
Questo è il periodo dei baci a gambe e piedi. I suoi, per fortuna. Sì, in casa, per strada, non fa differenza: se le viene di farlo, lo fa. Semplicemente lo fa.

Lucia ha vent’anni, io sono sua madre, “la mamma”.
È il frutto di un amore mai esistito. Quando ho saputo che c’era, sono diventata una leonessa: forte, fiera, orgogliosa, bella. Bella come tutte quelle donne che per fortuna nutrono dentro un figlio senza difficoltà né sofferenze. È nata, latte abbondante, mai una notte in bianco, mai. Cresceva un fiore. Una bambina da pubblicità, suggerivano molti. Consiglio sempre snobbato per felicità e pienezza.
Capiva, era abile e forte di corpo, furba da lusingare me e l’ego materno già ampiamente massaggiato. Poi il dubbio che si insinua, dentro era già certezza, fuori stranezze mascherate da originalità.
Diagnosi d’attesa, inutili etichette, una sola realtà: il treno di Lucia non portava ritardo, solo seguiva un altro binario. E sempre l’avrebbe seguito.
Nulla di singolare il mio calvario di madre, identico a quello di molte altre. La coppia non esiste più, nemmeno di facciata, suo padre va via.

Avete mai provato che cosa significa amare e detestare insieme? Io sinceramente sì.
Non ho mai pensato che le difficoltà di Lucia fossero una benedizione, né ho mai ringraziato il cielo di avere scelto lei e me per tanta prova. Al contrario dico che è tutto maledettamente difficile e complicato: uscire, andare a fare la spesa, passare una giornata in spiaggia, lavorare in tranquillità, insomma vivere. E con un po’ di vergogna, ma neanche troppa, grido che a volte Lucia è insopportabile e in alcuni momenti sono tanto stanca da non riuscire a mettere insieme due pensieri: questa è la realtà.
E che a volte la pazienza sfuma, come il vino in padella e tutto ciò che è il peggio di me è esibito a Lucia e al resto del mondo.
Risparmio, per pudore e fretta, le nostre coccole e i rari sorrisi d’intesa.

Lucia è questo. E molto altro ancora.
Io l’ho messa al mondo, è mia e non solo, tutti se ne devono curare, esattamente come accade a chi percorre binari consueti.
E nel mondo c’è posto per tutti, Lucia compresa, con le sue Imperfezioni e la sua Bellezza.
La perfezione non è Bellezza, spesso non ha anima, cuore e quelle innumerevoli piccole e grandi stonature che fanno ciascuno autentico e amabile.
Rabbia, fatica, smarrimento, senso d’impotenza, angoscia colorano i minuti più bui dei giorni e delle notti insieme a pensieri foschi che talvolta attraversano la mente.
Ma, anzi, e Lucia c’è, preziosa in sé.
E in me. E in noi.

“la mamma”

Per chi volesse dare un’occhiata: http://invisibili.corriere.it/

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