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” LA STORIA DI SAN GIUSTO ” (SECONDA PARTE) – RENATO LEBAN

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Redazione- Alta, magra, con i capelli castani raccolti dietro alla nuca, Claudia era una delle nipoti

dell’imperatore Diocleziano. Stava andando incontro all’uomo ch’ era stato il suo

compagno sin dalla sua tenera eta’. Tullio aveva trent’anni ed era un uomo forte e

coraggioso, molto stimato in citta` e nell’impero. Aveva lavorato per l’imperatore

Massimiano a Mediolanum ed ora era stato trasferito a Tergeste per poter sovraintendere

agli interessi dell’imperatore in tutto cio` che riguardava il commercio proveniente

dall’oriente. Era un uomo istruito, raffinato e di buone maniere. Tullio conosceva Claudia

da sempre e da sempre erano andati d’amore e d’accordo. Il loro rapporto umano era

d’esempio a tutti gli altri. Non c’erano gelosie o rancori fra di loro, non c’erano atti di

superiorita’ o di insofferenza. Il loro rapporto di marito e moglie era quanto di meglio si

potesse immaginare. Claudia era una perfetta padrona di casa, sempre gentile e cordiale

con tutti. Nessuno dei suoi servitori si sentiva umiliato o peggio trattato come una

proprieta`, eppure essi erano stati comperati come tutti gli altri servitori a quel tempo.

La nobile Claudia si avvicino` e chiese: -“Come va con il mio signore?”-

Egli sorrise e disse:-“E` incredibile vedere come sono cambiate le cose….come

e`cambiata la gente.”-

-“Che cosa vuoi dire?”-

-“Voglio dire che tutti sembravano agitati come se oggi fosse arrivata una notizia nefasta

in citta`.”-

-“Forse lo e`, se lo si mette in relazione con quello che e`accaduto in questi giorni.”-

-“Spiegati Claudia, che cosa vuoi dire?”-

-“Voglio dire che da quando e`arrivato il prefetto Manazio la gente non ha piu` pace.”

L’altro giorno i soldati Romani non si sono preoccupati minimamente dell’incolumita`

delle persone che erano presenti all’arresto di quel giovane cristiano. Sono piombati

come dei falchi sulla povera preda.”-

-“Forse era l’unico modo per poterlo assicurare alla giustizia.”-

-“Tullio, sei troppo pacifico e diplomatico, pensi sempre che tutti i tuoi amici e colleghi

siano come te.”-

-“No Claudia, so che non tutti siamo uguali, e so benissimo che non si puo` sempre agire

nei modi piu` tranquilli e pacifici. Non dimenticarti che sono stato un ufficiale delle

legioni dell’imperatore. E poi, onestamente, noi non conosciamo le ragioni che hanno

spinto il prefetto Manazio a far eseguire gli ordini in quel modo. Manazio e` nuovo nella

nostra regione ed e` stato incaricato direttamente dal governatore di Aquileia a coprire

questo incarico.”-

-“Sara` cosi`come dici, ma dopo quarant’anni di buona convivenza con i cristiani,

qualcuno si e`svegliato e si e`messo a dare la caccia a questa povera gente, non ti sembra

strano?”-

-“Cara, ti capisco, ma la politica e lo stato sono cose ben lontane da un superficiale

giudizio. Non e`cosa saggia parlarne senza conoscere le motivazioni.”-

-“Il fatto che io sia una donna non vuol dire che non abbia le mie idee.”-

-“ Non ne dubito, ma qui ci vuole anche conoscenza della materia, e non bastano le

idee.”

-“Non ho mai negato il fatto che tu possa avere le tue convinzioni. Quello che voglio

dirti, Claudia, e`che possono essere male interpretate e possono crearti dei seri problemi,

proprio con quelle persone che meno stimi.”-

-“Pensi che il prefetto Manazio oserebbe giudicare la nipote di un imperatore?”-

-“Credo che dovresti vedere la cosa da un altro aspetto.”-

-“Cioe`?”-

-“Che sia stato l’imperatore in persona a dare a Manazio quest’ autorita`, e che lui non

faccia altro che eseguire un suo ordine.”-

-“Lo credi davvero?”-

-“Si, ne sono piu`che convinto.”-

-“Ma come fai a dire queste cose, se penso che l’imperatrice sua moglie e` una seguace

del Nazzareno.”-

-“Le dico perche` conosco la situazione meglio di te, e perche` sono ogni giorno a

contatto con i problemi che lo stato si trova a dover risolvere. Credimi….”-

-“Eppure Diocleziano non e`mai stato un fanatico, e non capisco….”-

-“Lui non e` stato un fanatico, ma il Cesare Galerio si. Non ha mai tollerato i cristiani, e

come bene sai, Massimiano si e` lasciato convincere facilmente e a quel punto

Diocleziano ha pensato che, per il bene dello stato, era meglio porvi un limite. Ed ecco

che sono stati emessi degli editti molto restrittivi.”-

-“Non credo alle mie orecchie! Questi non sono solo atti restrittivi, ma sono atti di

violenza e di incivilta`, sono una vera barbarie!”-

-“Claudia , devi rassegnarti, questi sono atti dovuti, se un impero vuole sopravvivere.”-

-“Comunque, non riesco a capire che cosa abbia convinto Diocleziano a seguire i

suggerimenti di Galerio e di Massimiano.”-

-“Te lo dico io, Claudia. Tra i nostri cittadini e quelli dell’impero ci sono molti che

praticano l’astensionismo dalle cariche pubbliche, e quindi sono contro l’esercito e contro

la guerra.”-

-“Che c`e di male? Sono anchi`io contro la guerra.”-

-“Lo posso capire, ma tu cara, sei una donna e non hai il dovere di difendere la patria.

L’ uomo e` chiamato alle armi ed ha il dovere di difendere il proprio paese, la propria

terra , e la propria famiglia.”-

-“Questa storia che noi donne non possiamo capire le cose come voi non mi e` mai

andata giu`. Chi lo dice che voi uomini avete il diritto di comportarvi come animali

assetati di sangue per poi coprire tutto in nome dell’onore e dei diritti divini concessi non

si sa da chi?”-

-“Amica mia, non sono qui per discutere su chi ci ha dato i diritti divini dei quali non ho

voglia di entrare nel merito. Non sono io che mi sono inventato queste cose, ed e`un dato

di fatto che e` sempre l’uomo a prendersi la responsabilita` di difendere la propria terra,

lo stato e il luogo dove lui e la sua famiglia vivono.”-

-“Lo so che tu non sei malvagio, ne` tanto meno un prepotente anzi, se tutti gli uomini

fossero come te, avremmo meno atti di violenza e piu` comprensione .”-

-“Non e` questo il punto della nostra conversazione. Tu mi hai chiesto perche`tutto cio`

avviene in questo modo cruento. A questo punto io sto cercando solo di darti una

spiegazione plausibile, che possa convincere te e me stesso. Comunque nessun uomo fa

la guerra per il piacere di fare la guerra e basta. C’e` sempre qualche motivazione: il

desiderio di possedere di piu` di quello che si ha o il dover difendere cio`che si ha.

C’e`sempre l’orgoglio del proprio essere, e l’autostima che un uomo o un popolo ha di

se’ . C’e’ la prevaricazione, l’odio, e la sete di vendetta…”-

-“Insomma, vuoi dire che c`e`sempre una scusa che viene poi trasformata in giusta causa

per fare la guerra?”-

-“Mi dispiace doverlo ammettere, ma credo che sia giusto e appropriato quel detto che

recita: “se vuoi aver la pace, prepara la guerra.”-

-“Con questo, o nobile Tullio, vuoi forse farmi capire che tutto l’impero Romano deve

fare la guerra ai cristiani solo perche` cercano la pace e la serenita`?”-

– “Cara, non sono cosi`convinto delle tue affermazioni.”-

– “E perche` no?”-

-“Perche` questi signori rifiutano le cariche pubbliche, rifiutando di far parte dell’esercito

e poi non riconoscono la divinita`dell’imperatore, mettendo in dubbio e in discussione

ogni cosa, ogni potere e ogni sicurezza. Quindi, di fatto, essi sono i nemici di Roma.”-

– “Onestamente, mi sembra assurdo pensare che tutto cio`avvenga solamente

perche`qualcuno ha espresso il desiderio di avere il diritto di starsene in pace a pregare un

proprio dio.”-

-“Mi dispiace contraddirti Claudia, ma come puoi capire tu stessa c’e` di piu` che il

semplice desiderio di starsene in casa propria ad adorare un’altro dio.”-

Un servitore entro` ed annuncio` la visita del prefetto Manazio, l’esecutore dell’editto di

Nicomedia.

-“Fallo entrare”- disse il nobile Tullio.

-“Forse e` meglio che mi ritiri, avrete senz’altro cose da discutere fra di voi….”-

Entrando, Manazio colse al volo le ultime parole della bella Claudia e disse:

-“No mia cara, la mia e ` solo una visita di cortesia alla piu` nobile tra le famiglie di

Tergeste.Vi prego rimanete, siete voi la padrona di casa.”-

-“Siete molto gentile, signor prefetto.”-

-“Nessun complimento e`sufficiente a descivere la grazia e la belta`del portamento di una

bella signora.”-

-“Vi prego prefetto, accomodatevi, mio marito sapra` essere un perfetto padrone di casa.

Ora vogliate scusarmi, a piu`tardi”-

-“Dunque, nobile Tullio, come sapete il governatore di Aquileia Eunomio mi ha

incaricato di portare un po`d’ordine in questa parte dell’impero. Con questo egli non vuol

farvi alcun torto ne’ vuole diminuire l’importanza della vostra autorita’, ma come potete

ben capire certe pulizie vanno fatte in ogni casa. Ed e`meglio per voi che a farle sia

qualcuno che non sia direttamente responsabile o emotivamente sensibile.”-

-“Potreste essere un po`piu`preciso?”-

-“In parole povere, l’imperatore Massimiano vuole che vengano ristabilite le offerte alle

loro Auguste persone.”-

-“Credo che il governatore Eunomio, che ci onora della sua presenza, possa garantirle

che noi abbiamo sempre adempiuto al nostro dovere.”-

-“No, non sono venuto da voi come giudice, o nobile Tullio. Di certo avete capito male,

non siete voi o la vostra famiglia ad essere oggetto delle attenzioni di questa perazione.”-

-“Ah no?”-

-“Non fate l’ingenuo, voi avete capito benissimo che sono i cristiani quelli che devono

essere estirpati.”-

-“Il termine mi sembra un po` duro.”-

-“Non cosi` tanto quanto sara`la mia azione determinata nel portare a compimento il

mio incarico.

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