AUGURI DI BUON NATALE AI LETTORI
Redazione- La Direzione,la Redazione e tutti i Collaboratori di Anankenews augurano ai lettori Buon Natale! In uno degli ultimi articoli pubblicati sulla rivista in questi giorni che preludono alle festività natalizie si è parlato di fragilità. Quella della nostra natura di uomini, quella dei nostri sistemi politici , economici, finanziari e quelli della nostra società. Quella delle periferie delle nostre città che non sono più città e non sono ancora campagna. Quelle periferie che nella loro fragilità sono fabbriche di speranze , idee ed opportunità nella misura in cui si riesce a “rammendare” l’ordito di un tessuto sociale ed economico con investimenti legati proprio al benessere di una esistenza che va considerata sempre unica ed irripetibile. Una fragilità che in questa Italia sgangherata ci fa misurare la morte per la pandemia attraverso i numeri quotidiani. Che sconcertano per il loro peso ma che sconcertano sempre di più se al loro interno non si riesce a trovare qualcosa di diverso che aiuti non a riportare indietro l’orologio ma a riconsiderare tutto quello per cui vale la pena di vivere ma anche di morire. Quello che per esempio c’era una volta e ora non c’è più perché sia di esempio , quello che i morti per pandemia chiedono che venga preservato e salvaguardato nel loro ricordo .
Una fragilità che è dunque proprio il simbolo del Natale. Perché sta a definire la nascita di un bambino che è proprio l’immagine delle fragilità. Un bambino che secondo la storia,la tradizione , la religione giudaico cristiana appare al mondo come l’incarnazione della parola che appunto nel Vangelo di Giovanni, che racconta la sua vita in terra , viene sottolineate fin dall’inizio. “ E il verbo si fece carne”. Una fragilità quella del Logos che si aggiunge ad un’altra fragilità quella della carne per completare una natura , quella umana. Che ha proprio come elemento costitutivo quella fragilità che di volta in volta può diventare un handicap ma anche una risorsa , un motore di cambiamento e di crescita , insomma una ulteriore opportunità di vita . Dio che ha pensato l’uomo come sua creatura fin dall’inizio del tempo, ossia da sempre non si è accontentato di questo pensiero diventato poi creatura in carne ed ossa ma ha chiesto e chiede ancora all’uomo di poter intervenire nella sua storia per farsi presente in ogni modo. E lo ha già fatto attraverso la presenza storica del suo figlio , Cristo Gesù, nato da una donna e vissuto in Galilea, in attesa di una nuova e finale epifania .
La nascita di un bambino è sempre un inizio, l’inizio di ogni cosa . E’ un inizio a cui questa creatura “ apre gli occhi” . Viene da un mondo di buio , quello del grembo materno, ed approda ad una luce sconosciuta che appunto i suoi occhi devono imparare a conoscere . Occorrerà anche qualche tempo perché veda i colori per esempio imparando a riconoscerli. Quindi il Natale è questo nuovo modo di essere della vita diversa . Diversa da quella vissuta fino alla nascita nel grembo della madre. Diversa e nuova perché sta di fronte ad un orizzonte di conoscenze che possono diventare conquiste .
E’ per questo l’Augurio per il Natale è quello che ciascuno possa conoscere fino in fondo e pienamente la luce della vita!
Una vita che in questo momento di pandemia ,viene recisa da una morte, da un modo di morire che ha in sè lo stupore della solitudine e dell’abbandono. Perché non è la morte quella che sconcerta, in quanto sta alla vita come entrambe reciprocamente stanno alla natura umana che è appunto finita, ma è la morte , il “morire nell’abbandono”. Il morire lontano dai propri affetti , dalle presenze care,nella solitudine e nel vuoto dell’abbandono . Quello stesso sofferto da un Dio fattosi uomo che sulla croce sente questa condizione ed emette un alto grido, quello di invocazione o di rimprovero : “Dio mio , Dio mio perché mi hai abbandonato “ . Un perché che risuona nella storia e nella coscienza dell’umanità nel tempo e nello spazio perché non interroga soltanto una volontà, la volontà del padre,ma interroga la morte. O meglio un modo di morire. Perché l’abbandono a quel tipo di morte, a quella morte? La morte in croce è morte per soffocamento . E non può passare inosservata la similitudine della morte per Covid che è una morte pure essa per soffocamento . L’accostamento ci dice che anche per questo destino la morte arriva proprio per la mancanza d’aria.
Allora l’Augurio per il Natale è quello del dono del respiro .Un respiro che è l’essenza della vita . Quindi un augurio di vita !
La luce e la vita dunque nel momento in cui riconsideriamo e riviviamo un Natale che ci offre la possibilità del silenzio, del raccoglimento , della solitudine per guardare ed ascoltare gli altri non attraverso la lente dei social , né attraverso la rete del consumismo sfrenato, ma attraverso lo sguardo alla loro immagine e somiglianza al nostro io per i laici , e per i credenti al Padre creatore, che diventa un noi all’interno di quel cammino comune per conquistare e riconquistare l’umanità del nostro essere per esistere.
Allora l’Augurio per il Natale è che sia , questa festa, la riscoperta del prossimo, dell’estraneo, del forestiero, del migrante ; che questa figura alimenti nella nostra vita privata e nella nostra vita sociale lo spirito di solidarietà per riscoprire un punto di incontro . Che è costruzione di un mondo altro, diversoe forse sempre nuovo e rinnovato.
Allora l’Augurio di un Natale perché si possa riscrivere un mondo nuovo e diverso all’interno di una grammatica e sintassi di solidarietà e di comunione . Con una grafia che è quella della libertà e della giustizia dove la “speranza “ bambina possa trascinare sempre più avanti le adulte “ fede “ e “carità “ in un cammino radioso dove appunto la fede e la carità ,virtù costitutive della presenza di un Dio nella storia per i credenti con il volto della conoscenza.
L’Augurio per il Natale è dunque anche quello di riuscire a conoscere il mondo non solo con la fredda intelligenza ma anche con il calore dei sentimenti e dell’amore, quello che fece di un bambino, dono di una vergine bambina, il punto di ripartenza di una storia che è arrivata fino ai nostri giorni e che chiede una continua testimonianza non di fede ma di coerenza, nello stare al proprio posto e nel fare “quello che è possibile fare”. Costruendo appunto proprio quella dimensione umana di cui abbiamo messo in evidenza le fragilità.
L’Augurio per il Natale, festa carica di suggestioni reali e fantastiche, di fede e di devozione, artistiche filosofiche e teologiche insieme, sia augurio per la riscoperta della semplicità e della complessità , del divino e dell’umano a un tempo. Il Natale “qualcosa che riguarda la nascita”, che riguarda la nascita di un disegno, il disegno di Dio sull’uomo che Paolo esibisce in due testi . Il Primo: “Benedetto Dio, Padre del Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui [Cristo] ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi [del Padre] per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto” (Ef 1, 3-6). E l’altro: “Egli [Cristo] è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è primo di tutte le cose e tutte sussistono in lui” (Col 1, 15-18).
L’Augurio per Natale sia dunque in definitiva l’accettazione del suo mistero che tiene vivo il dono divino, perché l’uomo possa “indiarsi”, “diventare simile a Dio”. Cristo, che secondo Giovanni Duns Scoto, è il Summum Opus Dei, il Capolavoro di Dio, il Massimo dono di Dio, che tiene legato l’uomo alla sua origine cristica e, quindi, a Dio.
Auguri ancora di Buon Natale a tutti i lettori .