” RUSSIA-UCRAINA : UNA GUERRA DI DRONI E DI FANGO ” – DI VALTER MARCONE
Redazione- A che punto è l’evoluzione della guerra in Ucraina dopo un anno dal suo inizio (24 febbraio 2022).Una guerra che doveva essere “lampo”, con la immediata vittoria dell’invasore del territorio ucraino , la Russia di Putin ma che è arrivata a compiere un anno e che secondo le previsioni di alcuni analisti potrebbe durare ancora molto .
Doveva essere una guerra lampo. Un attacco al territorio della Ucraina da tre punti diversi . Obiettivo i palazzi di Kiev. Mossa successiva : accoglienza festosa della popolazione, sostituzione del governo in carica con uno fantoccio guidato da Mosca. La reazione invece ha sorpreso l’invasore tanto era sicuro e deciso nel portare avanti l’operazione in modo quasi soft. Una operazione annunciata, alla quale nessuno credeva ma che il Cremlino pensava di realizzare in poche ore e mettere tutti davanti al fatto compiuto. Così non è stato . La reazione ha dato vita al più tragico e sanguinoso conflitto verificatosi nel Vecchio Continente dal 1945.Gli Stati Uniti d’America avevano già preso in considerazione questo scenario armando fin da 2014 l’Ucraina ma erano quasi sul punto di prendere atto dell’accaduto. La reazione del popolo ucraino li ha sorpresi e indotti a fornire ancora armi che hanno permesso una parziale riconquista fino alla liberazione di Kherson. Nel mezzo l’annessione formale da parte della Federazione di quattro regioni occupate al termine di un referendum totalmente irregolare.
E ancora una Russia che sta distruggendo nel vero senso della parola tutto quello che si trova sul territorio delle regioni annesse , che dichiara di non riuscire a tenerne il controllo e che continua a bombardare pezzi di Ucraina. Dall’altra parte uno Zelensky che afferma, che l’unica soluzione alla guerra è la vittoria su Mosca . Per questo chiede armi ed interventi dei paesi occidentali con azioni tipo le sanzioni .
In mezzo una popolazione stremata senza acqua, cibo, corrente elettrica e gas per nutrirsi e scaldarsi in un inverno che tocca parecchi gradi sotto zero .
Tra i tanti, il racconto di Francesca Mannocchi che supera l’inutile anniversario e va dritto al cuore e al punto con le parole di Viktor “sopravvivere aspettando che arrivi la primavera”. Sono i corpi a parlare. Raccontano le torture, gli abusi, i crimini di guerra. E chiedono giustizia, condizione prima di ogni negoziato.
Un conflitto sanguinoso il cui prezzo maggiore è stato pagato dalla popolazione civile che ha prodotto la distruzione di intere città , che ha creato scenari come quello di Mariupol assediata per settimane e di Buda dove è stato perpetrata una vera e propria strage appunto di civili. Oltre a episodi , 67 mila episodi ,di crimini di guerra secondo il procuratore generale dell’Ucraina, Andriy Kostin, durante un punto stampa a Bruxelles con il commissario Ue alla Giustizia, Didier Reynders.
L’Alto commissariato per i diritti umani dell’Onu inoltre ha conteggiato finora 8.006 civili morti e 13.287 feriti. I bambini uccisi sono 487 e 954 quelli feriti .Malgrado non ci siano aggiornamenti sui soldati caduti si parla di almeno centomila morti per parte che potrebbero arrivare anche a trecentomila morti in totale.
Otto milioni di ucraini nel 2022 hanno lasciato il proprio Paese sotto le bombe. Quasi un ucraino su cinque ha varcato le frontiere verso la Moldavia e i Paesi Ue. Il 40% sono bambini, gli altri donne e anziani .Gli uomini validi sono tutti al fronte
La Russia è stata trasformata dalla guerra di invasione dell’Ucraina decisa da Putin in uno Stato contrapposto all’intero Occidente. La ricostruzione di un grande impero è stata sempre l’idea di Putin che si trova oggi a riaffermare questa sua idea già espressa negli anni in più occasioni . Un paese che vive oggi una crescente mobilitazione nazionalistica, gravi restrizioni alla libertà di espressione , l’estrema riduzione e compressione dei diritti civili e l’assunzione di un crescente potere da parte del presidente senza alcuna opposizione.
La guerra si combatte sul terreno dove si affrontano gli eserciti contendenti; si combatte nelle strade e nelle piazze dove le parole della politica radunano le persone ; si combatte con la propaganda e si combatte anche nel cyberspazio. Un rapporto di Mandiant, divisione cybersicurezza di Google, evidenzia come il conflitto in Ucraina abbia trasformato la guerra cibernetica a livello globale, favorendo la specializzazione dei criminali informatici e la creazione di minacce sofisticate, usate anche fuori del conflitto, come i ransomware Secondo l’analisi, dal 2022, a un anno dall’invasione russa, sono aumentati del 300% gli attacchi informatici di Mosca nei Paesi Nato, con una crescita del 250% nella sola Ucraina. I ricercatori hanno individuato cinque fasi della cyberwar in atto .
Una guerra per riordinare il mondo in cui non si hanno numeri ufficiali dei morti i. Si parla di centomila soldati morti in ognuno dei fronti fino ad arrivare ad una cifra totale di trecentomila morti. E’ una guerra che conta il più alto numero di soldati morti . Quasi come le guerre di un tempo. La Russia di Putin ha già coscritto ,per esempio, anche i detenuti ,( se sopravvivono sono liberi ) e intende portare sul fronte nelle operazioni di aprile, dopo la stagione del fango, almeno 500 mila uomini. Tra i soldati russi ci sono coscritti di leva,ragazzi alla prima esperienza sbarcati sul fronte dopo un breve addestramento, mercenari, uomini che vivono nelle regioni occupate.La percezione tra i soldati è che questa è una guerra apocalittica , che non sia più possibile una conciliazione .I soldati al fronte pensano che occorre combattere per evitare il tracollo della confederazione perchè pensano in modo pragmatico e non ideologico che non c’è altro che la federazione.Il resto del mondo non gli appartiene ed è loro ostile. Del resti ci sono storie trasversali: ci sono padri e figli, fratelli che combattono sui due fronti opposti .
L’Europa è attenta alla fine della guerra ma non riesce ad esprimere una proposta reale, concreta ed autonoma di escalation, un cessate il fuoco e l’apertura di un tavolo di trattative. La Cina guarda all’Europa ma dimostra di avere un interesse molto forte nel permettere la prosecuzione del conflitto seppure a bassa intensità perchè distrae il suo principale avversario gli Stati Uniti d’America soprattutto nello scenario Indio Pacifico .Inoltre una guerra che si trascina larvatamente spezza l’unità della Russia ( si sa che Russia e Cina non hanno rapporti idilliaci anche se vogliono far credre il contrario ) e la indebolisce nel confronto proprio con la Cina. Del resto affidarsi alle proposte di pace della Cina sembra curioso perchè in queste proposte afferma si l’ inviolabilità dell’integrità del territorio ucraino ma allo steso tempo si richiama alla guerra fredda. La Cina ha fatto un gesto politico presentando la sua risoluzione e forse Joe Biden è tentato di dire : “ Se va bene alla Russia va bene anche a me “ perchè comunque gli americani si trovano nella situazione di dover decidere sulle sorti di questa guerra. Comunque la Cina in ogni modo ci guadagna e sicuramente ci perde l’Europa.
Ormai una guerra di trincea . Una “ orrenda carneficina che disonora l’Europa” come quella della prima guerra mondiale che con queste parole fu additata al mondo intero dallo stesso Papa Benedetto XV,ovvero Giacomo Della Chiesa (Genova, 21 novembre 1854 – Roma, 22 gennaio 1922) eletto papa nel 1914. La conquista di un metro di terra ha un prezzo altissimo , centinaia di soldati morti. Una guerra di trincea dunque in attesa delle armi che sono state promesse dall’occidente alla Ucraina e delle nuove unità di fanteria che la Russia sta preparando. Con una novità. La capacità autonoma di Kiev di produrre doni. Alcuni di questi nella giornata di martedì 28 febbraio 2022 hanno raggiunto il territorio russo. Come scrive l’Ansa in un’agenzia: “ La guerra dei droni, combattuta finora sul suolo ucraino, sconfina in Russia, colpita in profondità da una serie di attacchi ad infrastrutture energetiche, uno dei quali ha visto un velivolo senza pilota schiantarsi a non più di cento chilometri da Mosca. (…)In Russia ad alzare l’allarme ha contribuito anche un attacco hacker a canali televisivi e stazioni radio in diverse regioni del Paese, dalle quali sono stati diffusi falsi allarmi per imminenti bombardamenti missilistici. Nelle stesse ore lo spazio aereo su San Pietroburgo è stato chiuso al traffico per circa un’ora senza che venissero fornite spiegazioni. (…)I governatori delle regioni di Belgorod e Bryansk, entrambe confinanti con l’Ucraina, hanno parlato di altri velivoli senza pilota di Kiev piovuti sul territorio russo o abbattuti dai sistemi di difesa. Ma a fare più scalpore è stato il drone “precipitato” senza provocare vittime o danni, secondo le fonti russe, nella regione di Kolomna, solo un centinaio di chilometri a sud-est di Mosca.”
Dunque un chiaro segnale di Kiev a Mosca. Attenzione possiamo arrivare dovunque .
A proposito delle armi che l’Occidente ha fornito all’Ucraina , specialmente da parte degli Stati Uniti e del Regno Unito, va detto che erano armi ormai ferme negli arsenali e depositi. Prodotte da tempo ,spesso rappresentavano per così dire residui di magazzino , come pure le armi impiegate dalla Russia che risalgono almeno alla seconda guerra mondiale. Armamenti datati e in eccedenza così da fare la propria parte e al tempo stesso “fare spazio” nei magazzini militari. Si tratta per esempio da ‘parte dell’America di oltre 46mila sistemi e munizioni anti-carro di altro tipo,oltre 700 droni Switchblade. 142 obici da 155 mm e più di 1 milione di proiettili d’artiglieria da 155 mm. 4.700 proiettili di artiglieria da 155 mm a guida di precisione .Dall’inizio del conflitto sono almeno 28 i Paesi che hanno inviato in qualche misura attrezzature militari dai propri arsenali all’Ucraina. Tra questi, i principali fornitori di armi sono Stati Uniti, Regno Unito, Lituania e Polonia I Paesi dell’Unione Europea hanno stanziato in totale circa 30 miliardi, mentre la presidente della Commissione europea von del Leyen ha promesso di inviare altri 18 miliardi di euro per l’anno 2023. Molti Stati occidentali, tuttavia, nonostante le promesse fatte a Zelensky, si ritrovano a corto di munizioni ed armamenti nei propri arsenali a causa del loro trasferimento in Ucraina. Secondo il New York Times, 20 dei 30 Stati Nato stanno esaurendo le loro capacità di continuare a fornire armi all’Ucraina. Ciò non significa naturalmente che tali Paesi abbiano terminato le scorte ma che sotto un certo livello di scorte di magazzino, vedrebbero la propria capacità difensiva compromessa.
A distanza proprio di due giorni dall’anniversario dell’inizio della guerra, il 22 febbraio, Vladimir Putin ha parlato al Gostiny Dvor di Mosca, un palazzo nelle vicinanze della Piazza Rossa dove si erano riuniti i componenti delle due Camere riunite del Parlamento unitamente alle massime autorità del Paese, al governo, ai governatori delle regioni, ai membri di corti costituzionali e supreme, ai capi dell’ufficio del procuratore generale, agli esponenti religiosi e anche a una delegazione di soldati reduci con un discorso solenne e partecipato . Si è trattato del suo primo discorso sullo stato della nazione in quasi due anni: l’ultima volta, ricorda la Tass, era stata ad aprile 2021, mentre l’anno scorso l’appuntamento era saltato a causa dell’inizio del conflitto ucraino.
In sostanza ed in sintesi le parole del presidente trasformano la guerra in Ucraina da un conflitto per “denazificare” il Paese di Volodymyr Zelensky a una questione di sopravvivenza della Federazione. E questo, secondo la dottrina militare, lo autorizza all’uso del nucleare, anche se precisa: “Non lo faremo per primi”. E punta di nuovo il dito contro Nato e Ue: “Hanno preparato l’Ucraina ad una grande guerra”. Poi annuncia la “sospensione” del Trattato New Start.
Dice esplicitamente : “L’obiettivo dell’Occidente è portare la Russia a una sconfitta strategica, vogliono eliminarci per sempre. Non si rendono conto che è in gioco l’esistenza stessa della Russia“
“La forza di deterrenza nucleare della Russia è dotata al 90% di armi avanzate, un livello che dovrebbe essere esteso all’intero esercito”. Se si accostano queste parole alla “minaccia esistenziale per la Russia”, ecco che il rischio dell’uso di un’arma atomica cresce drasticamente. Anche perché, puntualizza, “faremo di tutto per raggiungere la vittoria. È impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia”. Un freno a questa escalation delle dichiarazioni lo mette quando però puntualizza che “non le useremo mai per primi, ma se lo faranno gli Stati Uniti dobbiamo essere pronti. La parità strategica non deve essere infranta”. “L’Occidente ha preparato l’Ucraina a una grande guerra e oggi lo riconosce. L’Occidente ha già speso 150 miliardi di dollari in aiuti militari all’Ucraina, il flusso di denaro non diminuisce”. Per descrivere l’azione dell’Occidente e lo sforzo della Federazione, il presidente torna a un parallelismo a lui caro, anche se mai esplicitato con questa forza: la lotta all’avanzata nazista nella Seconda Guerra Mondiale. “Parlo in un momento molto complesso e decisivo di cambiamenti radicali che definiranno il futuro del nostro Paese e popolo. Su ciascuno di noi c’è una grandissima responsabilità per difendere il nostro Paese e liquidare la minaccia del regime neonazista”. Un regime che, a suo dire, “voleva dotarsi di armi nucleari” per attaccare non solo il Donbass, ma anche la Crimea. “La Russia ci è stata consegnata dai nostri antenati e noi dobbiamo preservarla e passarla” alle generazioni future. (1)
“Non siamo in guerra con il popolo dell’Ucraina, il popolo ucraino è ostaggio del regime nazista di Kiev e dei suoi patrocinatori, che hanno realmente occupato quel Paese politicamente, militarmente ed economicamente”. Rivolto alle 4 regioni annesse (Donetsk, Lugansk, Cherson e Zaporizhzhia), ha aggiunto: “Sono sotto il nostro appoggio diretto e voglio dire che adesso siamo con voi, faremo di tutto perché in questi nostri territori torni la pace, la ripresa sociale ed economica per far ripartire le imprese e il lavoro e costruiremo strade moderne come in Crimea”. Ha poi spiegato che il Mar d’Azov è “tornato a essere un mare interno della Russia”. E ha assicurato che “la maggioranza assoluta dei russi ha espresso il proprio sostegno all’operazione militare speciale”.
Gli Stati Uniti d’America all’inizio del conflitto erano convinti di poter frenare l’avanzata dell’ex Armata rossa, anche se erano stati in prima linea nella preparazione dell’esercito ucraino. Ma quando hanno capito che almeno a breve le forze di Kiev avrebbero retto l’impatto, hanno avviato e dato vita ad un piano di massiccio supporto economico, logistico e militare, che ha trasformato la guerra.
Ma anche Joe Biden in concomitanza con l’anniversario dell’inizio della guerra si è recato a Kiev, per abbracciare Zelensky ma soprattutto per dire che l’appoggio all’Ucraina è in sostanza l’affermazione del diritto alla libertà e alla democrazia dei popoli contro ogni tentazione autoritaria e contro la definizione dei confini con la forza. Un Joe Biden che abbraccia Zelensky un politico che per esempio, secondo Marco Travaglio, mette fuorilegge gli undici partiti di opposizione, arresta il leader di quello principale, unifica le tv in un solo canale di propaganda (la sua), impedisce a otto reporter italiani di raccontare la guerra senza il suo permesso . Ma soprattutto Joe Biden si rivolge agli ex paesi della cortina di ferro entrati nella comunità europea dopo la fine dell’Unione sovietica. E si rivolge loro ricordando che “Kiev è forte, fiera. Resiste e continua a essere libera” Un messaggio pronunciato davanti al Castello Reale di Varsavia, nel seguito della sua visita a Kiev proseguita in terra polacca. “Vladimir Putin pensava che ci saremmo arresi ma sbagliava”, e aggiunge che le democrazie del mondo hanno risposto all’invasione dell’Ucraina, diventando “ancora più forti, gli autocrati si sono indeboliti”.(…) “Il nostro sostegno è solido come una roccia, e difendere ogni centimetro del territorio della Nato è un impegno sacro, ogni attacco contro uno di noi è un attacco a tutti”. condanna dell’atteggiamento del Cremlino e dell’esercito russo nei confronti degli invasi: “Putin credeva di essere un duro ma si è scontrato con la volontà di ferro degli ucraini”. Citando poi gli episodi più bassi di violenze e violazioni dei diritti umani commessi dai russi, Biden ricorda che gli invasori “hanno usato lo stupro come arma di guerra e rubato bambini ucraini”, definendo tutto ciò “ripugnante”. Il presidente americano smentisce le parole di stamane di Putin, che aveva detto che “gli Usa stanno cercando di distruggere la Russia”. Ma l’Occidente “non voleva attaccare la Russia”, chiarisce Biden. E aggiunge: “La guerra è una scelta di Putin”. Nonostante questo, “l’Ucraina non sarà mai, mai sconfitta dalla Russia”. Una occasione dunque per il presidente degli Stati Uniti di offrire “una affermazione di valori”, come ribadito dal consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan: “Non consideriamo il discorso come una sorta di testa a testa, non è una sfida oratoria con nessuno”.
Sullivan ha poi aggiunto che “il discorso del presidente avrà un respiro più ampio, noi abbiamo scelto questo momento, questa data, non perché il presidente Putin parlava oggi”.
Per il presidente francese Macron, nel novembre del 2019, l’Alleanza atlantica era «in stato di morte cerebrale»: troppo sbilanciata sugli Stati Uniti di Trump, disinteressati al Vecchio Continente, mentre sembrava necessario ricentrare le politiche di difesa sulla Ue, aprendo un dialogo “non ingenuo” con la Russia. Analisi superata presto dalla Storia. La Nato si è dimostrata in grado di frapporre un ostacolo al Cremlino seppure sul territorio dell’ Ucraina, mentre la presidenza Biden ha riportato in Europa la leadership americana che coinvolge Bruxelles nel fronte delle democrazie pro-Kiev.
Se ne parla colpevolmente poco. Ucraina (e anche Russia) sono tra i maggiori esportatori di prodotti agricoli e di fertilizzanti indispensabili per le coltivazioni in loco Un accordo per riprendere l’export siglato in estate grazie alla mediazione della Turchia di Erdogan ha permesso di fare ripartire una quota del grano di Kiev verso i Paesi più poveri. Ma la crisi ha fatto crescere il costo delle derrate su scala globale ricacciando nella povertà decine di milioni di persone e mettendone molti altri a rischio di carestie e di fame.
La fame energetica dell’Europa è stata una delle chiavi della crisi. Fino a un anno fa la dipendenza da Mosca era fortissima. I rapporti con la Russia sono stati condizionati dalla necessità di importare idrocarburi a prezzi convenienti. Ciò ha orientato la politica “accomodante” della Germania e di fatto della Ue nel suo complesso, anche dopo l’annessione illegale della Crimea da parte di Mosca nel 2014. Soltanto l’invasione dell’intera Ucraina il 24 febbraio scorso ha reso evidente l’impossibilità di legarsi per approvvigionamenti vitali a un Paese che aggredisce Stati sovrani e minaccia il continente. (2 )
La Russia sta ammassando uomini e mezzi .Probabilmente aspetterà la fine della stagione del fango per lanciare una offensiva. Allo stesso modo l’Ucraina è in attesa delle armi promesse che arriveranno solo in aprile. Per l’Ucraina si tratterà di un arsenale rinnovato e potenziato secondo le promesse della Nato e degli altri Paesi che la sostengono. La strategia di Kiev, in coordinamento con gli alleati, dovrebbe portare a una riconquista di territori per arrivare poi a una tregua da una posizione di forza. Ma i pianigli stessi ideatori in questo scenario devono fare i conti con le operazioni sul terreno e con la realtà degli scontri e con il lavoro sotterraneo della diplomazia. Ci sono trattative silenziose, discrete e segrete. Tra le altre cose ,i generali di entrambi i paesi , Stati Uniti d’America e Russia, concordano sul fatto che non si può andare oltre la guerra convenzionale e che occorre iniziare a pensare come far tacere le armi .
In queste attese e in questo scenario si interpone la Cina con una proposta di pace annunciata alla conferenza sulla sicurezza di Monaco , portate a Putin dal capo della commissione Affari Esteri del Partito Comunista,Wang Yi .
Ma intanto sulla guerra si muovono altri fronti . Per esempio due intellettuali europei , Jürgen Habermas (94 anni) e Edgar Morin (102), rispettivamente su La Repubblica e la Lettura del Corriere della Sera del 19 febbraio, intervengono con tutto il loro ormai secolare prestigio per lanciare l’allarme sui pericoli mortali in cui la guerra in Ucraina sta trascinando il mondo. Due voci isolate che rimbombano nel grande silenzio che è stato fatto da parte degli intellettuali d’Europa su questo tema della guerra in Ucraina. Sulla stessa guerra dovunque essa si combatta nel mondo. Poche e isolate le voci nel rivendicare la pace .
In particolare poi Il filosofo Jürgen Habermas intervenendo sul conflitto in corso pone un quesito per così dire morale ma che diventa grande come un macigno perchè mette in ballo la corresponsabilità Habermas afferma : “L’Occidente fornisce a buona ragione armi all’Ucraina, ma ne deriva una corresponsabilità”.Una affermazione che diventa automaticamente un quesito e che implica numerosi altri quesiti .
Nel Europei in guerra come sonnambuli sull’orlo dell’abisso, con la consueta acutezza , anche se con qualche difficoltà a coinvolgere , Habermas mostra come la Nato e tutto il fronte occidentale impegnato a sostenere l’Ucraina contro l’aggressione russa, con l’espressione-bandiera “L’Ucraina non deve perdere”, non veda il baratro cui questa linea può condurre. Quando si stabilirà che l’Ucraina non ha perso? E quante armi occorre ancora inviare perché questo avvenga? Quante morti e distruzioni gli ucraini dovranno sopportare per soddisfare le finalità strategiche della Nato? E infine a qual punto di non ritorno la continuazione del conflitto può condurre: perché La Russia può infliggere una sconfitta sul campo all’avversario e a quel punto come si risponderà? L’Europa e i Paesi NATO dovranno intervenire direttamente e dare il via alla terza guerra mondiale?
«Un compromesso che salvi la faccia a tutti» Secondo Habermas, l’obiettivo dell’Occidente dovrebbe essere quello di non permettere la sconfitta dell’Ucraina, invece che di garantirne la vittoria, e di trovare «un compromesso che salvi la faccia a tutti»
Morin, in un’intervista rilasciata a Nuccio Ordine, Grandi guerre, piccole paci, che prende spunto da una recente pubblicazione dell’infaticabile centenario, Di guerra in guerra. Dal 1940 all’Ucraina invasa (Raffaello Cortina), ricostruisce con accorata lucidità le tante guerre che ha attraversato da testimone, a partire dalla seconda guerra mondiale. Diversamente da Habermas, Morin ha uno sguardo storico anche sulla guerra in Ucraina. E, pur nella brevità delle risposte alle domande dell’intervistatore, mostra una vasta conoscenza del contesto in cui è maturato il conflitto che oggi coinvolge l’Europa, un’entità sovrastatale nata per impedire che la guerra tornasse a insanguinare le sue terre. Il pensatore francese – a cui non saremo mai abbastanza grati per il contributo che ci ha dato con la sua analisi sulla complessità del mondo vivente nei volumi della Méthode e in innumerevoli scritti – non risparmia critiche ai crimini dell’URSS staliniana e al rinato nazionalismo della Russia di Putin. E, come ogni buon storico onesto dovrebbe fare, pur prendendo le difese dell’Ucraina aggredita, ribadendo le regole del diritto internazionale, non fa sconti agli USA: alla potenza che ha lungamente perseguito questa guerra, con l’espansione della Nato fin sotto i confini della Russia, armando gli ucraini per spingerli in un conflitto che doveva servire ai suoi disegni di dominio geopolitico. L’“imperialismo americano – dice Morin – s’è manifestato nella storia delle relazioni tra Russia e USA anche dopo la caduta dell’URSS, quando perfino Putin si recò a Berlino per dire ‘Noi siamo europei’ […] Il ruolo di Washington è completamente compromesso: non possiamo dimenticare le bugie di guerra (come in Iraq),la violazione delle leggi internazionali, il sostegno alle dittature sanguinarie in America Latina. Certo: in America c’è la democrazia, in Russia c’è il dispotismo. Ma questo non cancella la sua vocazione imperialista, colonialista e perfino genocida”. (3)
I cronisti raccontano separando la narrazione delle parole della politica e della propaganda dalle azioni concrete sul territorio che oggi, a distanza da un anno dall’inizio della guerra ,lo scenario è quello di una lunga striscia di confine , circa duecento chilometri ,tra le regioni già occupate dalla Russia ovvero le repubbliche separatiste del Donbass e quelle che vorrebbe occupare e che sono strenuamente divise dall’esercito di Kiev, in cui si fronteggiano nel fango delle trincee scavate dall’una e dall’altra parte i due eserciti e che si combattono con l’uso di droni . Operazioni di guerra se non fosse per la novità dei droni, simili a quelle che sono state viste , raccontate e studiate durante la prima guerra mondiale sul fronte italiano .
Tanto che Il simbolo di questa guerra è diventata una trincea “tritacarne”, come Bakhmut, dove migliaia di uomini muoiono per conquistare pochi metri di terreno.
Infine va ricordata questo documento cinese con proposte di pace definito già “ tra luci ed ombre “ che vuol dire tra affermazioni plausibili e contraddizioni evidenti “.“Prova ad assecondare alcune delle principali richieste di entrambe le parti belligeranti, rischiando però di rimanere troppo astratto e vago nei contenuti, deludendo le aspettative di entrambe le parti in causa. Non per nulla gli Stati Uniti hanno già fatto sapere di essere scettici sui punti proposti, mentre il presidente ucraino Zelensky si è mostrato leggermente più possibilista. Da un lato, infatti, il piano insiste sull’importanza della sovranità e dell’integrità di tutte le nazioni, così come stabilito dalla carta delle Nazioni Unite, venendo incontro alla richiesta di integrità territoriale di Kiev; dall’altro, nel condannare le sanzioni unilaterali e nella richiesta di prendere seriamente in considerazione le preoccupazioni di sicurezza nazionale di tutti gli Stati, cessando di espandere i blocchi militari, Pechino asseconda certamente le istanze di Mosca. “ (4)
E’ noto come secondo le intenzioni di Pechino dall’Ucraina dovrebbe passare la Via della Seta cinese per poi raggiungere prima Mosca e infine l’Unione Europea. Questo progetto viene coltivato da tempo e rappresenta un punto importante nelle mire espansionistiche cinesi . Partendo da questo assunto la Cina che si dichiara verbalmente neutrale ma che sottobanco prende accordi con Mosca, si parla della possibile fornitura di droni che possono portare ordigni particolarmente offensivi, cerca di tenere il livello dell’offensiva basso e comunque di guadagnarci. Soprattutto la guerra Russia Ucraina serva al governo cinese per distrarre l’attenzione degli Stati Uniti d’America sullo scenario Indo Pacifico dove è sempre in piedi la questione della “riunificazione” con Taiwan.
Cessate il fuoco, no all’uso di armi nucleari e agli attacchi alle centrali atomiche. Questi sono i punti principali del piano della Cina per la pace tra Russia e Ucraina. Il documento presentato da Pechino si chiama “Posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi ucraina”. E si profila più come un modo per raggiungere la de-escalation che un piano di pace o di mediazione. Pechino pubblica il testo nell’anniversario dell’«Operazione speciale» di Vladimir Putin . E lo fa in attesa dell’ incontro tra Xi Jingping e lo stesso Putin . Nelle intenzioni di Pechino l’incontro dovrebbe servire appunto a mettere le basi per aprire un tavolo negoziale tra i belligeranti
Un tentativo, quello cinese, di porgere l’altra mano, di offrire una soluzione pacifica ad una guerra che, soprattutto in questo momento, si trova in una vera e propria fase di stallo. Eppure, nonostante la mossa del Dragone in un’ottica diplomatica, Xi Jinping ha anche specificato – per l’ennesima volta – di non voler “porre limiti” nella sua relazione con la Russia e di non voler condannare esplicitamente l’invasione.
Il punto però è sempre lo stesso . Se non si riuscirà a cercare una pace giusta, frutto non tanto di una vittoria di una delle due parti ma di un equilibrio sul terreno che come dice il filosofo Galimberti
ogni tentativo sarà vanificato e questa guerra rischia di durare anni a bassa intensità . Con il pericolo che potrebbe deflagrare, ovvero sfuggire di mao e trasformare un conflitto locale , come ce ne sono tanti in questo momento sul pianeta in una vera e propria guerra mondiale che potrebbe anche contenere l’opzione nucleare . Stop fine dei giochi .
( 1) Ecco il passaggio integrale del discorso : “ Difendiamo fermamente non solo i nostri interessi, ma anche la nostra posizione secondo cui nel mondo moderno non dovrebbe esserci divisione nei cosiddetti paesi civili e tutto il resto, che è necessaria una partnership onesta, che in linea di principio neghi qualsiasi esclusività, soprattutto aggressiva .
Siamo stati aperti, sinceramente pronti per un dialogo costruttivo con l’Occidente, abbiamo detto e insistito sul fatto che sia l’Europa che il mondo intero avevano bisogno di un sistema di sicurezza indivisibile uguale per tutti gli Stati, e per molti anni abbiamo suggerito ai nostri partner di discutere insieme questa idea e lavorare su di esso. Ma in risposta, hanno ricevuto una reazione indistinta o ipocrita. Si tratta di parole. Ma ci sono state anche azioni specifiche: l’espansione della NATO ai nostri confini, la creazione di nuove aree posizionali per la difesa missilistica in Europa e in Asia – hanno deciso di nascondersi dietro di noi con un “ombrello”, questo è il dispiegamento di contingenti militari, e non solo vicino ai confini della Russia. Ci tengo a sottolineare, sì, infatti, è ben noto a tutti: nessun paese al mondo ha tante basi militari all’estero come gli Stati Uniti d’America. Ce ne sono centinaia, voglio sottolinearlo, centinaia di basi in tutto il mondo, l’intero pianeta è disseminato, basta guardare la mappa. Il mondo intero ha visto come si ritirano dagli accordi fondamentali nel campo degli armamenti, compreso il trattato sui missili a corto e medio raggio, strappando unilateralmente gli accordi fondamentali che mantengono la pace mondiale. Per qualche ragione, l’hanno fatto. Infine, nel dicembre 2021, abbiamo presentato ufficialmente la bozza di accordi di garanzia della sicurezza agli Stati Uniti e alla NATO. Ma in tutte le posizioni chiave e fondamentali per noi, hanno ricevuto, infatti, un rifiuto diretto. Quindi è finalmente diventato chiaro che era stato dato il via libera all’attuazione di piani aggressivi e che non si sarebbero fermati.”
E ricostruisce anche la storia pregressa : “Ricordiamo tutti bene le immagini in cui sono stati effettuati attacchi aerei su Donetsk, sono stati effettuati attacchi aerei non solo su di essa, ma anche su altre città. Nel 2015, hanno nuovamente tentato un attacco diretto al Donbass, continuando il blocco, i bombardamenti e il terrore contro i civili. Tutto ciò, permettetemi di ricordarvi, contraddiceva completamente i documenti e le risoluzioni pertinenti adottati dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, completamente: tutti facevano finta che non stesse accadendo nulla.Voglio ripeterlo: sono stati loro a scatenare la guerra, e noi abbiamo usato la forza e la usiamo per fermarla.Coloro che pianificarono un nuovo attacco a Donetsk, Donbass e Luhansk capirono chiaramente che il prossimo obiettivo era un attacco alla Crimea e Sebastopoli, e noi lo sapevamo e lo capivamo. E ora anche a Kiev si parla apertamente di piani di così vasta portata: hanno rivelato, hanno rivelato ciò che già sapevamo così bene.Proteggiamo la vita delle persone, la nostra stessa casa. E l’obiettivo dell’Occidente è il potere illimitato. Ha già speso più di 150 miliardi di dollari per aiutare e armare il regime di Kiev. Per fare un confronto: secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, i paesi del G7 hanno stanziato circa 60 miliardi di dollari nel 2020-2021 per aiutare gli stati più poveri del mondo. Comprensibile, vero? Per la guerra – 150, e per i paesi più poveri, di cui si presume siano costantemente curati – 60, e anche sotto le ben note richieste di obbedienza da parte dei paesi – destinatari di questo denaro. E dove sono tutti i discorsi sulla lotta alla povertà, sullo sviluppo sostenibile, sull’ambiente? Dove va tutto? Dov’è andato tutto? Allo stesso tempo, il flusso di denaro per la guerra non diminuisce. Inoltre, non risparmiano spese per incoraggiare disordini e sconvolgimenti in altri paesi, e ancora in tutto il mondo.”
(2)Andrea Lavazza – Avvenire Data di pubblicazione: 23 Febbraio 2023
(3 )https://transform-italia.it/la-pace-possibile-anzi-necessaria/ La pace possibile, anzi necessaria 22/02/2023 di Piero Bevilacqua
Di seguito, i dodici punti:
1- Rispettare la sovranità nazionale di tutti i Paesi.
2- Abbandonare la mentalità della guerra fredda.
3- Cessare le ostilità.
4- Riprendere i colloqui di pace.
5. Risolvere la crisi umanitaria.
6. Proteggere i civili e i prigionieri di guerra.
7. Mantenere al sicuro i siti nucleari.
8. Ridurre i rischi strategici.
9. Favorire le esportazioni dei cereali.
10. Mettere fine alle sanzioni unilaterali.
11. Mantenere stabili i canali di rifornimento e dell’industria.
12. Favorire la ricostruzione post conflitto.