OPERATIVITA’ E CONTESTO SOCIALE, FINALITA’ DELL’INTERVENTO PSICO-SOCIALE -DOTT.SSA SILVANA DI FILIPPO
Nessuna delle virtù etiche nasce in noi per natura:
infatti, nulla di ciò che è per natura può assumere
abitudini ad essa contrarie […].
Per conseguenza, non è né per natura né contro natura
che le virtù nascono in noi,
ma ciò avviene perché per natura siamo atti ad accoglierle,
e ci perfezioniamo, poi, mediante l’abitudine […]
così […] compiendo azioni giuste diventiamo giusti,
azioni temperate temperanti, azioni coraggiose coraggiosi.
Ne è conferma ciò che accade nelle città: i legislatori,
infatti, rendono buoni i cittadini creando in loro
determinate abitudini […]
e coloro che non lo effettuano adeguatamente
sono dei falliti;
in questo differisce una costituzione
buona da una cattiva.
Aristotele, Etica a Nicomaco, II, 1 1103a-b]
Redazione-Nell’operatività sociale, è sostanziale conoscere il contesto del proprio servizio: comprenderne la sua organizzazione e quella dell’Ente di appartenenza.
La valenza operativa riguarda un tipo di attività sociale in cui sia possibile la conoscenza degli altri soggetti profit e non profit con cui, durante l’operatività d’intervento sia indispensabile interagire.
La metodologia operativa, diventa professionale quando non esistono rivalità che distruggono la qualità delle prestazioni; quando sia possibile eliminare frustrazioni e ansie personali che non consentono di lavorare bene; quando sia possibile non vivere competizioni con gli altri operatori; quando ci sia consapevolezza che è importante lavorare insieme co/operando. A volte è necessario mediare tra gli operatori stessi.
L’operatività professionale nasce dal manifestarsi con una preparazione idonea e consapevole ad affrontare svariate situazioni in cui, a volte, ci si sente incapaci di co/gestirle. In tali circostanze è opportuno evitare iniziative a carattere personale ( fatta eccezione per situazioni irrevocabili ed urgenti ) ma cercando il confronto con altri esperti del sociale. E’ impossibile mediare situazioni altrui se siamo incapaci di mediare le tensioni interne agli operatori.
Una buona operatività sa essere intensiva e funzionale se riesce prima a mediare l’operatività stessa.
L’intervento psico-sociale non si avvale semplicemente nell’utilizzare le migliori tecniche di trattamento, ma richiede una specifica attenzione a riconoscere tutte quelle difficoltà che abbiano determinato una condizione di disagio bio-psichico e sociale. L’intervento sociale deve considerare una molteplicità di azioni e strategie tra loro interdipendenti e collegabili su vari livelli ed in svariati contesti.
L’intervento psico-sociale non deve significare solo individuare situazioni a rischio per evitare che si traducano in danno ma, significa predisporre condizioni tali da consentire un percorso di crescita costruttivo della comunità stessa, che diventi veramente educante a soffermare la propria attenzione sull’identità sociale di ognuno. L’intervento psico-sociale costituisce la struttura portante nel trattamento che valorizza le esperienze dell’altro. Esso dunque, rappresenta la profondità del processo di aiuto. In questa fase l’operatore si predispone ad un impatto di grande umanità per percorrere la via della prevenzione, per curare, rimuovere, proseguire l’intervento verso il superamento di ostacoli, impedimenti, favorendone la risoluzione/guarigione.
Gli interventi psico-sociali devono tendere ad includere un intensivo supporto, soprattutto nella fase iniziale del rapporto comunicativo.
Le finalità dell’intervento psico-sociale conduce ad un’azione in termini di recupero a vari livelli di disagio, oppure si connette ad un’area più propriamente legata alla sfera dell’ambito preventivo. L’azione preventiva viene agita in forza di un intervento quanto più possibile precoce rispetto al sintomo o problema.
Le azioni dunque, possono essere di vario tipo: preventive,promozionali,riparative,correttive, partecipative, di rete educativa.
L’azione psico-sociale legata alla finalità preventiva cerca di creare condizioni idonee in maniera precoce, facendo conoscere anticipatamente quelli che sono i fenomeni sociali attivi. Questo tipo di conoscenza-informativa, ha come obiettivo l’evitare di determinati effetti perché compresi.
Rientrano in questo tipo di finalità anche interventi secondari o terziari connessi all’ambito preventivo. Nel primo caso, ci troviamo di fronte a situazioni iniziali, nel secondo c’è già un problema e dobbiamo contenerlo per evitare che esplodi in contesti più complessi .
L’azione promozionale, ha come obiettivo la centralità della persona nel recupero/ integrazione/potenziamento delle proprie autonome capacità di essere risorsa attiva per sé e per la collettività, nello specifico obiettivo dell’autodeterminazione, tendente alla garanzia di un benessere socio-economico e psico-sanitario. L’azione riparativa, invece cerca di aggiustare qualcosa; di rimettere insieme i pezzi scollegati/spezzati e, si rivolge a situazioni socio-psicologiche di vario tipo. In questo tipo d’intervento vanno considerate le esigenze personali e sociali in termini di rimedio. L’azione correttiva tende a dirigere una situazione degenerativa in termini di recupero; il suo scopo è quello di eliminare/modificare degli errori per portare la persona a migliorare le proprie condizioni. In questo senso l’intervento è vissuto mitigando una situazione vista in termini di guarigione. L’azione partecipativa vede una sinergia operativa sia con più strutture/servizi che con la persona/famiglia al fine di essere risorse attive nella costruzione di un fattivo lavoro di rete. La finalità partecipativa dell’intervento sociale mira ad assicurare adesione.
L’azione educativa, infine, ha come obiettivo una crescita serena che faccia della persona un elemento capace di potenziare il suo sviluppo e renderla integrata nel sistema sociale.
Tutte le varie azioni sociali sono finalizzate ad un intervento progettuale incentrato sulla responsabilità operativa e di accettazione della persona in termini di necessità soggettive ed oggettive.
L’azione psico-sociale, nell’intervento professionale, non deve mai perdere di vista la centralità del soggetto sociale visto nella sua totalità e nelle sue diverse dimensioni in cointeressenza
del servizio sociale stesso.
Bibliografia:
Silvana Di Filippo, La forza del sociale nella comunicazione interattiva. Metodo e tecnica del colloquio psicosociale”,Ed. Eco, Isola del G.S. (Te), 2008, pp. 24,25,26,27.