” LETTERATURA ESPERIENZA DELLA VITA ” – DI VALTER MARCONE
Redazione- Rinchiudersi in poche ossessive idee che ci intrappolano inesorabilmente. Purtroppo questo è il destino per la frequentazione di alcuni social. quelli che liberano i “ leoni da tastiera “ma che ripetono all’infinito lo stesso ritornello, e spesso nemmeno di merito, su scenari che deprimono. O meglio scenari che ci porgono una realtà contraffatta nella quale andiamo a cadere senza rete di protezione. Mi spiego.
Frequentare un social significa frequentare una piazza virtuale spesso in sostituzione di quella vera. Un fatto sicuramente positivo che rompe la solitudine, che ci permette di essere informati e di partecipare esprimendo la nostra opinione e confrontandola con gli altri. Ma che inesorabilmente diventa negativo quando gli argomenti sono sempre gli stessi, martellanti e ossessivi per portare tutti da una parte; per escludere e quindi eliminare ogni diversità, ogni differenza. Senza contare quel che è peggio : video che diventano virali perchè raccontano soprusi e maltrattamenti, episodi di bullismo e violenze di gruppo fino ad arrivare ad episodi e condizioni che le persone più fragili non riescono a sopportare, per così dire a metabolizzare, trasformando quello che doveva essere un incontro tra le persone, quella che doveva essere una possibilità di coltivare relazioni in un infernale insopportabile peso da scaricare “togliendosi la vita “.
A lungo si è discusso sulla funzione dei social .Questo tipo di incontro e di rapporto , nato come un servizio di “ comunità” alla fine degli anni Novanta e divenuto enormemente popolare nel decennio successivo, è in realtà un “portale”. Qui chiunque abbia la maggiore età, ma ci sono anche minorenni che hanno camuffato la loro identità, può accedere gratuitamente e creare un proprio profilo . Le connessioni create da questi strumenti consentono di creare delle reti sociali che permettono di dare vita ad una comunità con legami di conoscenza, rapporti di lavoro e vincoli famigliari. Social che vengono indicati anche con altri termini quali “ media” e “ network” .Dove “media” indica lo strumento che viene utilizzato per creare e condividere i contenuti, mentre il termine “network” indica la rete di persone e relazioni create da questi siti web.
In realtà i vari social come Facebook ,Tick Tock, Instagram, WhatsApp e altri sono delle autostrade digitali che possono essere percorse a grande velocità oppure a passo d’uomo . In entrambi i casi presentano i pericoli del traffico che in questo caso sono i contenuti inappropriati, la violenza delle immagini, le fake news, insomma bufale spesso anche alla pari con i falsi storici che appassionano molti di noi insieme ai misteri e alle rarità da collezione .
In questi percorsi si dovrebbero adottare delle precauzioni in merito per esempio alle informazioni da pubblicare e alle informazioni da tenere riservate. Ovvero, l’elenco potrebbe continuare , imparare ( perchè siamo ancora al livello della scoperta e della necessità di imparare) a utilizzare gli aspetti positivi delle opportunità che un social offre. Postare, taggare, commentare e mettere like: il mondo dei social network ha invaso molte vite tanto che dobbiamo assolutamente evitare alcuni pericoli : una visione distorta della realtà,i contenuti non appropriati ,l’uso smodato dei social. E attenzione a mettere i like . Le cronache di questi giorni ci raccontano che mettere un like su un post o una foto può scatenare l’ira omicida. Un assurdo per dirla con un eufemismo specialmente quando ci troviamo di fronte al comportamento di ragazzini che non dovrebbero usare i social .Un like sulla foto di una ex fidanzatina che scatena l’ira di un tredicenne contro un suo quasi coetaneo appena più anziano di un anno accoltellato ad una gamba e all’addome.
La realtà che i social ci presentano è sempre una realtà perfetta in cui i frequentatori riferiscono esperienze al top che noi poveri mortali non riusciremo mai a fare . Per cui spesso queste conoscenze ci deprimono e ci avviliscono. I social presentano realtà violente che alimentano la voglia di emulazione : i social ci raccontano aggressioni , le stesse che noi vorremmo mettere in atto ; i social compensano a volte le nostre frustrazioni; i social ci danno l’illusione di usare il nostro tempo in modo gradevole approfittando delle immagini in un tempo in cui le immagini spesso sostituiscono tutto. Il tempo dedicato ai social alla fine diventa una dipendenza come quella dei video giochi o delle sostanze , alcool e tabacco che in silenzio attaccano la nostra vita e i nostri equilibri. Insomma i social hanno molti lati positivi ma si rivelano spesso una catastrofe.
In realtà il modo è la possibilità di scongiurare questa specie di catastrofe e quella per così dire di “dare a Cesare quel che è di Cesare” nel senso di frequentare i social ma non di rimanerne prigionieri. Ci aiuta in questo in modo determinante la lettura di un libro. Leggere è sempre stata una specie di magia perché ci permette di metterci in ascolto dell’altro diversamente da come ci mettiamo in ascolto nei social. Che cosa c’è di più importante di ascoltare gli altri .Probabilmente le grandi tragedie personali e le tragedia della nostra comunità sono frutto della incapacità di riuscire ad ascoltare l’altro. Oppure di ascoltarlo male come capita sui social. L’ascolto è un punto di forza nel dialogo tra pari perché permette di ritrovare nell’altro quello che manca a se stessi e completare così quel ventaglio di opportunità che il dialogo apre.
Leggere è scoprire il mondo e capire se stessi in quel mondo. Immagini, suoni, odori trasformano la pagina scritta in vita reale. Leggere ci permette anche di essere qualcun altro. Diventare quello che si sarebbe voluto essere o diventare quello che non si potrà essere mai. Leggere un libro dunque può liberarci .
Ce lo ricorda papa Francesco con la Lettera sul ruolo della letteratura sulla formazione. Nel contesto della lettera si richiama il valore dell’ascolto di cui accennavo : “ Per quanto riguarda i contenuti, si deve riconoscere che la letteratura è come “un telescopio”–secondo la celebre immagine coniata da Proust- puntato su esseri e cose, indispensabile per mettere a fuoco “la grande distanza” che il quotidiano scava tra la nostra percezione e l’insieme dell’esperienza umana. «La letteratura è come un laboratorio fotografico, nel quale è possibile elaborare le immagini della vita perché svelino i loro contorni e le loro sfumature. Ecco, dunque, a cosa “serve” la letteratura: a “sviluppare” le immagini della vita», a interrogarci sul suo significato. Serve, in poche parole, a fare efficacemente esperienza della vita. (M. Proust,À la recherche du temps perdu. Le temps retrouvé, Paris 1954, Vol.III, 1041.A. Spadaro,La pagina che illumina…)
Dice infatti Antonio Spadaro nel suo volume pubblicato da Ares “ La pagina che illumina:”Leggere un romanzo o una poesia significa vedere un mondo spalancarsi davanti ai miei occhi, ma non si tratta di un mondo alieno. Più entro nel mondo dispiegato dalla pagina, più il mio mondo personale si illumina. E capisco meglio chi sono” .
Ecco essere se stessi . La lettura ci aiuta ad essere se stessi . Il coach Lorenzo Paoli racconta l’importanza della lettura e della “scrittura di se stessi” Ovvero : “Leggere è un’arte, soprattutto quando ci soffermiamo sulle parole che descrivono la nostra vita, le nostre emozioni, i dolori e le vittorie che ci hanno accompagnato. Un’abitudine che ho da quasi dieci anni e che ho sempre considerato un toccasana per la mente e lo spirito è quella di scrivere un diario. Negli anni ho riempito decine di taccuini di ricordi, pianificazioni per il futuro, scarabocchi e mappe mentali. Tutto quello che mi passava per la testa e il cuore. “(1)
Ma torniamo a Papa Francesco che con questa sua “Lettera sul ruolo della letteratura nella formazione” datata 17 luglio 2024 e pubblicata il 4 agosto, ha inteso “risvegliare l’amore per la lettura” e soprattutto “proporre un radicale cambio di passo” nella preparazione dei candidati al sacerdozio includendo dunque tra gli strumenti della formazione anche la lettura di opere letterarie.
Al di là dunque del compito specifico che il Papa assegna alla letteratura nel contesto della formazione dei futuri sacerdoti ma anche, come sembra di capire, nel mondo dei cristiani, il ruolo della lettura emerge im modo eistenziale ovvero come la possibilità semplice e reale di procurarsi attraverso la lettura compagni di viaggi in un mondo che ha scordato il racconto del mito ed è sempre più in pericolo perchè rischia di cadere nel vuoto, di sprofondare in qualcosa di indefinito .
Scrive infatti Papa Francesco : ” per un credente che vuole sinceramente entrare in dialogo con la cultura del suo tempo, o semplicemente con la vita delle persone concrete, la letteratura diventa indispensabile. A buona ragione, il Concilio Vaticano II sostiene che «la letteratura e le arti […] cercanodi esprimere l’indole propria dell’uomo» e «di illustrare le sue miserie e le sue gioie,i suoi bisognie le sue capacità».La letteratura prende, in verità, spunto dalla quotidianità della vita, dalle sue passioni e dalle sue vicende reali come «l’azione, il lavoro, l’amore, la morte e tutte le povere cose che riempiono la vita». (2)“Come possiamo raggiungere il centro delle antiche e nuove culture se ignoriamo, scartiamo e/o mettiamo a tacere i loro simboli, i messaggi, le creazioni e le narrazioni con cui hanno catturato e voluto svelare ed evocare le loro imprese e gli ideali più belli, così come le loro violenze, paure e passioni più profonde? Come possiamo parlare al cuore degli uomini se ignoriamo, releghiamo o non valorizziamo “quelle parole” con cui hanno voluto manifestare e, perché no, rivelare il dramma del loro vivere e del loro sentire attraverso romanzi e poesie?
Le parole del mito. La possibilità di “nominare” gli esseri e le cose .
Leggere dunque . Come scrivere. Due fedeltà alla parola. Leggere le parole quella che ci servono come forma di conoscenza,un abecedario del sapere preistorico e immaginoso che riguarda il racconto delle origini della natura, del cosmo, di noi uomini sapiens. Leggere è dunque anche un percorso, un cammino per conoscere come attraverso varie fasi storiche si sia giunti all’attuale processo di demitizzazione che è andato di pari passo con l’industrializzazione e il dominio della tecnica. Leggere ci aiuta a comprendere questo processo che ha ridotto il “ libro della natura”,quello che ci ha permesso di sopravvivere nel pianeta ad una espressione matematica. Che diventa algoritmo che non riesce a mettere rimedio alla crisi ecologica, che mette un forse la stessa sopravvivenza del pianeta tra pandemie aggressive e diseguaglianze economiche.
Leggere ci permette di guardare oltre la scienza,oltre la storia, oltre la filosofia. Un altrove, un oltremondo che ,è vero sta fuori da quello spazio e da quel tempo che è l’inizio della nostra storia ,ma ci permette di riappropriarcene per combattere l’oltraggio alla natura sempre più contaminata dalla plastica che avvelena suolo e acqua, terra e mare . Insomma leggere è un modo di guardare e vedere, perchè spesso guardiamo ma non vediamo tutte quelle trasformazioni che abbiamo indotto come uomo sapiens e che ci stanno portando ad una situazione di allarme. Una situazione che ha bisogno di essere governata e ricondotta a qualcosa di utile .
Ma torniamo alla esortazione di Papa Francesco sulla letteratura e dunque sulla lettura . Una lettera che non disdegna dunque un aspetto pedagico in quanto il Papa mette in evidenza i benefici della lettura non solo per le persone comuni ma anche per gli studiosi ( che da par loro dovrebbero aver già compreso comunque l’importanza della lettura ) che sono aiutati dall’“abitudine a leggere”, ad acquisire un vocabolario più ampio”, “a sviluppare vari aspetti” della propria intelligenza”, “stimolare anche l’immaginazione e la creatività”. Inoltre l’abitudine alla lettura “permette di imparare ad esprimere in modo più ricco le proprie narrazioni”, “migliora anche la capacità di concentrazione, riduce i livelli di deterioramento cognitivo, calma lo stress e l’ansia”.
Per le persone comuni invece leggere ” prepara a comprendere e quindi ad affrontare le varie situazioni che possono presentarsi nella vita”, prosegue Francesco, “nella lettura ci tuffiamo nei personaggi, nelle preoccupazioni, nei drammi, nei pericoli, nelle paure delle persone che hanno superato alla fine le sfide della vita”. E con Borges si può giungere a definire la letteratura “ascoltare la voce di qualcuno”.
La voce di chi scrive : Ecco perchè Francesco dice : ” Quando si legge una storia, grazie alla visione dell’autore ognuno immagina a modo suo il pianto di una ragazza abbandonata, l’anziana che copre il corpo del suo nipote addormentato, la passione di un piccolo imprenditore che tenta di andare avanti malgrado le difficoltà, l’umiliazione di chi si sente criticato da tutti, il ragazzo che sogna come unica via di uscita dal dolore di una vita miserabile e violenta. Mentre sentiamo tracce del nostro mondo interiore in mezzo a quelle storie, diventiamo più sensibili di fronte alle esperienze degli altri, usciamo da noi stessi per entrare nelle loro profondità, possiamo capire un po’ di più le loro fatiche e desideri, vediamo la realtà con i loro occhi e alla fine diventiamo compagni di cammino. Così ci immergiamo nell’esistenza concreta ed interiore del fruttivendolo, della prostituta, del bambino che cresce senza i genitori, della donna del muratore, della vecchietta che ancora crede che troverà il suo principe. E possiamo farlo con empatia e alle volte con tolleranza e comprensione. “
Uscire fuori da se stessi per capire gli altri e poi con un movimento circolatorio rientrare in se arricchiti da quelle esperienze pronti a usare quel benessere che la lettura ha porodotto in noi per aiutare gli altri . “E nella violenza,limitatezza o fragilità altrui, abbiamo la possibilità di riflettere meglio sulla nostra. Nell’aprire al lettore un’ampia visione della ricchezza e della miseria dell’esperienza umana, la letteratura educa il suo sguardo alla lentezza della comprensione, all’umiltà della non semplificazione, alla mansuetudine del non pretendere di controllare il reale e la condizione umana attraverso il giudizio. Vi è certo bisogno del giudizio, ma non si deve mai dimenticare la sua portata limitata: mai, infatti, il giudizio deve tradursi in sentenza di morte, in cancellazione, in soppressione dell’umanità a vantaggio di un’arida totalizzazione della legge.”
Dunque ancora gli altri come abbiamo detto all’inizio di questo resoconto, Leggere per capire gli altri . Che in definitiva sono il mondo che ci circonda e per Papa Francesco è il prossimo, l’altro da se stessi.
E quindi in una parziale conclusione il Papa torna a parlare anche con questo tema ai suoi fedeli : ” In questo senso la letteratura aiuta il lettore ad infrangere gli idoli dei linguaggi autoreferenziali, falsamente autosufficienti, staticamente convenzionali, che a volte rischiano di inquinare anche il nostro discorso ecclesiale, imprigionando la libertà della Parola. Quella letteraria è una parola che mette in moto il linguaggio, lo libera e lo purifica: lo apre, infine, alle proprie ulteriori possibilità espressive ed esplorative, lo rende ospitale per la Parola che prende casa nella parola umana, non quando essa si auto comprende come sapere già pieno, definitivo e compiuto, ma quando essa si fa vigilia di ascolto e attesa di Colui che viene per fare nuove tutte le cose(cfr.Ap21, 5). “
Proprio così. “La potenza spirituale della letteratura richiama, da ultimo, il compito primario affidato da Dio all’uomo: il compito di “nominare” gli esseri e le cose (cfr.Gn2, 19-20). La missione di custode del creato, assegnata da Dio ad Adamo, passa innanzitutto proprio dalla riconoscenza della realtà propria e del senso che ha l’esistenza degli altri esseri. Il sacerdote è anche investito di questo compito originario di “nominare”, di dare senso, di farsi strumento di comunione tra il creato e la Parola fatta carne e della sua potenza di illuminazione di ogni aspetto della condizione umana.
Leggere allora per imparare a conoscere se stessi e gli altri dentro al mondo che ci circonda che è sempre anche un libro aperto che ci offre un alfabeto diverso da quello della pagina che soprendentemente riesce a farne una traduzione di quell’alfabeto e che ci aiuta a capirlo.
(1)Il coaching per la tua startup(Vallardi)
(2)(Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneoGaudium et spes62. K. Rahner, «Il futuro del libro religioso», inNuovi saggi II, Roma 1968, 647.)