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L’EMPOWERED COME WELFARE MUNICIPALE D’INNOVAZIONE-DI FRANCESCA ITALIANI

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Redazione-L’empowered municipale si pone come modello innovativo delle politiche sociosanitarie.Da cittadini destinatari dell’intervento a cittadini ideatori e realizzatori autonomi delle proprie iniziative.

Si tratta di un modello di welfare operativo che sostiene la centralità del ruolo del cittadino nell’ideazione, progettazione e realizzazione di azioni e interventi per la promozione del proprio benessere sociosanitario, relazionale, ambientale e territoriale.

Qui si colloca un servizio sociale specialistico che a livello operativo lavora con i cittadini e non piu’ per i cittadini.

Lavorare con, significa però legittimare, non solo a livello potenziale, ma anche a livello applicativo, il riconoscimento dei cittadini come risorse, potenzialità, alterità con le quali confrontarsi attivamente e soprattutto dialogicamente.

L’empowerment di Comunità è un welfare locale sociale che fa riferimento all’azione collettiva finalizzata a migliorare la qualità di vita e alle connessioni tra le organizzazioni e le agenzie presenti nella comunità.

La nuova legislazione auspica “un cambiamento culturale alla base del nuovo sistema integrato dei servizi sociali, promuovendo lo sviluppo di un welfare plurale perché costruito e sorretto da responsabilità condivise”[1], in una logica di sistema allargato di governo, di cui ne fanno parte non soltanto i diversi livelli dello Stato (Comuni, Provincie, Regioni) e lo Stato stesso, ma anche tutti i soggetti che conformano la realtà sociale e che partecipano alla costruzione degli interventi.

In questo passaggio verso il nuovo welfare locale e secondo una concezione promozionale e abilitante dell’intervento pubblico, oggi diretto a favorire una maggiore responsabilità dei singoli membri di una comunità, il cittadino non dovrebbe essere soltanto protetto nei momenti di difficoltà, ma deve esser messo nelle condizioni d’inserirsi partecipando attivamente al processo di policy making.

Nel concreto la cittadinanza attiva deve esser caratterizzata dal rafforzamento delle strategie di comunicazione e di collaborazione con i cittadini, nella valorizzazione della co-progettazione, nell’auto-organizzazione civica, attraverso la messa a disposizione di spazi, strumenti, servizi, opportunità d’impegno.

La riforma del sistema dei servizi sociali, oggi consente al cittadini di cambiare ruolo.

Però, per il risveglio della coscienza partecipativa occorre recuperare il rapporto di fiducia dei cittadini con le istituzioni, che attualmente, sembra scendere ai suoi minimi storici.

Per lo sviluppo locale-comunitario, bisogna creare coesione sociale, oggi più che mai.

[1] Cfr. A. Tiberio, F. Fortuna, Dizionario del sociale, Franco Angeli, Milano, 2001, op.cit.p.531.

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