L’EDUCAZIONE E LA LOTTA AI PREGIUDIZI: COME EDUCARE ALL’INTERCULTURALITA’
Redazione-Le Agenzie formative, le scuole e tutti i centri che, in un modo o nell’ altro, si occupano di educazione nella società post-industriale, ispirandosi ai principi dell’ educazione multi-interculturale, si trovano ad affrontare la “Decostruzione ” dei pregiudizi che, lungi dallo scomparire, subiscono una risemantizzazione talvolta in chiave “bonaria” e talaltra in chiave dichiaratamente xenofoba ed intollerante.
Che cos’ è il Pregiudizio?
Secondo Giacomo Leopardi, nell’ opera “Saggio sopra gli errori popolari degli antichi ”,
“…la cattiva Educazione fa ciò che non fa la Natura. Essa riempie di idee vane le deboli menti puerili: la culla del bambino è circondata da pregiudizi di ogni sorta, e il fanciullo è allevato con questi perversi compagni… così la forza della verità è indebolita, la penetrazione degli ingegni è inceppata, i progressi dello spirito umano sono ritardati… la maggior parte degli uomini cresce lietamente tra le braccia dell’ errore, e gode in sacrificare a quegli idoli che ha adorati mentre era tra le fasce ”.
Il Poeta ci fa comprendere che l’ Educazione non è scevra dal pregiudizio, ma essa contribuisce a perpetuarlo, anzi “il volgo è disposto ad imbeversi degli errori e difficile a disingannarsi “.
Quanto detto dal Poeta nell’ Ottocento ha ancora volere oggi?
Sembrerebbe proprio di sì: ogni giorno assistiamo ad atti di intolleranza nei confronti dei cosiddetti “marginali“, quali gli emigrati, le persone affette da patologie invalidanti, le classi sociali in povertà relativa ed assoluta.
Possiamo definire il Pregiudizio come un sentimento, favorevole o sfavorevole, non fondato sull’ esperienza, nei confronti di un individuo o di un gruppo, pertanto il Pregiudizio si configura come “una presa di posizione“ arbitraria perché non basata sui dati della realtà; nella gran parte dei casi il Pregiudizio è un sentimento ostile che predispone ad atteggiamenti di intolleranza o di emarginazione e va combattuto in primo luogo dentro di noi.
Vi sono diversi tipi di Pregiudizio: etnico, razziale, di genere e di classe sociale che vengono trasmessi da una “ diseducazione istituzionalizzata “, che si manifesta ogni volta che genitori, insegnanti, educatori non si curano di decostruire stereotipi e pregiudizi dei bambini o degli adolescenti, i quali, troppo spesso, adoperano parole “parlate“, o fanno riferimento a categorie semplici ed irrazionali, per avallare comportamenti xenofobi, esasperatamente maschilisti, proiettivi, nel senso che molti hanno bisogno di “capri espiatori“, a cui attribuire le azioni più turpi, anzi si sentono al sicuro solo se possono perpetuare quei comportamenti deplorevoli nei confronti di coloro che vengono ritenuti “diversi“.
L’ Articolo 3 della nostra costituzione proclama
“l’ uguaglianza di fronte alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali “,
pertanto siamo tutti uguali nei diritti, ma con la tutela delle differenze.
L’ Educazione risente, chiaramente, di condizionamenti sociali, espressi con linguaggi verbali e non verbali, delle leggi, dei costumi della società, della religione e dei socials, ma poi, è compito dell’ Educatore eliminare la crusca dalla farina buona.
Solo proponendo una Educazione Multi-Interculturale, fondata su 4 Principi, Interazione, Empatia, Decentramento e Transitività Cognitiva potremo essere sicuri di aver contribuito alla “ Nuova Paideia “, che duri tutto l’ arco della vita.
Per Interazione si intende un rapporto dialettico-paritetico tra le Culture, senza ritenere l’ una superiore all’ altra, poiché “ …tutte le Culture contribuiscono con il genio loro proprio al miglioramento sociale… ” (tratto dall’ ONU 1978) e, quindi, nessuna deve “ integrarsi “ all’ altra; per Empatia intendiamo la capacità di immedesimarci nell’ altro, di comprenderlo, di capirlo, di provare emozioni, di interessare l’ altro, di rispettare i suoi usi e costumi, di avere un senso di illuministica felicità in cui la solidarietà è anteposta al superficiale e sommario giudizio; per Decentramento si intende il superamento della prospettiva storico-geografica in chiave eurocentrica, che consiste nel ritenere che solo gli Europei possiedano la “verità suprema“ con cui giudicare i popoli… impariamo a rispettare i diversi punti di vista, quando esaminiamo e “ interpretiamo “ il mondo!.
Per Transitività Cognitiva intendiamo affermare un pensiero non più dogmatico, ma plurale, aperto al dialogo con le Culture diverse dalla nostra, che porti i giovani a sentirsi cittadini del Mondo.
Per realizzare quanto detto dobbiamo sconfiggere il Pregiudizio, presente sia nelle popolazioni che accolgono che in quelle, che vengono ospitate: in queste ultime i pregiudizi si manifestano sotto forma di assimilazione (accettazione a-critica dei canoni semeiotici del mondo occidentale e rinuncia delle proprie tradizioni ) o di resistenza culturale ( chiusura nella propria identità e rifiuto di qualsiasi confronto o interazione) o di marginalità ( disorientamento e disagio sia rispetto alla propria identità che a quella del paese di arrivo, può dare adito a gravi patologie psichiatriche ); nelle popolazioni accoglienti il pregiudizio può manifestarsi sotto forma di Etnocentrismo ( chiusura e discriminazione di coloro che non fanno parte dello stesso gruppo sociale ), di razzismo ( dominio e persecuzione sulla base di una presunta superiorità genetica ) e di xenofobia ( paura e intolleranza dello “straniero” come pericoloso e nemico ).
Nel prossimo numero darò alcune indicazioni operative per una
Didattica Interculturale.