L’AQUILA, CAPITALE DEL PERDONO.”MISERICORDIA È SAPERCI AMATI NELLA NOSTRA MISERIA” DI VALTER MARCONE
Redazione- Si è tenuto a L’Aquila il 25 agosto 2023 al Palazzetto dellEmiciclo, Sala Ipogea il convegno : “L’Aquila capitale del perdono. Misericordia è saperci amati dalla nostra miseria” . Il convegno è stato organizzato da “La Chiesa di L’Aquila in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Fides et Ratio di L’Aquila, l’Associazione ‘ISSRAQ Fides et Ratio’ e la Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino (SISMEL) e con il contributo del Comune di L’Aquila, della Fondazione CARISPAQ, della Regione Abruzzo e del Consiglio Regionale della Regione Abruzzo.
Il convegno storico pastorale di quest’anno organizzato dalla Chiesa aquilana segue idealmente quello organizzato lo scorso anno tenutosi il 20 agosto 2022 in preparazione alla visita pastorale di papa Francesco a L’Aquila per la 728a Perdonanza Celestiniana, dal titolo ‘Da Celestino a Francesco. Una Chiesa della misericordia e della speranza’, Una missione dunque come ha ribadito il Cardinale Petrocchi: “Alla nostra città è stata affidata una missione da Papa Francesco. Dobbiamo diventare la Capitale del Perdono anche riscoprendo la santità di Celestino V e la sua figura dal punto di vista spirituale e pastorale”
Il Convegno era stato presentato il 20 agosto dal Cardinale Giuseppe Petrocchi, dal prof. Walter Capezzali, storico, da don Daniele Pinton, preside dell’Istituto diocesano di Scienze Religiose “Fides et ratio” e da Ersilia Lancia, Assessore del Comune dell’Aquila.
Il Cardinale Petrocchi citando l’omelia di Papa Francesco a L’Aquila, del 28 agosto 2022 , si è soffermato sulla figura di san Celestino V: “Alla nostra città è stata affidata una missione da Papa Francesco. Dobbiamo diventare la Capitale del Perdono anche riscoprendo la santità di Celestino V e la sua figura dal punto di vista spirituale e pastorale. Non un uomo del no, o del ‘gran rifiuto’, ma un uomo del sì la cui santità è ancora attuale. Dobbiamo eliminare dalla sua figura e dalla Perdonanza, quelle incrostazioni che nel corso dei secoli hanno oscurato la sua grandezza umana e spirituale e quella del dono dell’indulgenza del Perdono che anticipato il primo Giubileo del 1300 ”.
Infatti aveva affermato Francesco in quella omelia : “ Oggi celebriamo l’Eucaristia in un giorno speciale per questa città e per questa Chiesa: la Perdonanza Celestiniana. Qui sono custodite le reliquie del santo Papa Celestino V. Quest’uomo sembra realizzare pienamente ciò che abbiamo
ascoltato nella prima Lettura: «Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore» (Sir 3,18). Erroneamente ricordiamo la figura di Celestino V come “colui che fece il gran rifiuto”, secondo l’espressione di Dante nella Divina Commedia; ma Celestino V non è stato l’uomo del “no”, è stato l’uomo del “sì”. Infatti, non esiste altro modo di realizzare la volontà di Dio che assumendo la forza degli umili, non ce n’è un altro. Proprio perché sono tali, gli umili
appaiono agli occhi degli uomini deboli e perdenti, ma in realtà sono i veri vincitori, perché sono gli unici che confidano completamente nel Signore e conoscono la sua volontà. È infatti «ai miti che Dio rivela i suoi segreti. […] Dagli umili egli viene glorificato» (Sir 3,19-20). Nello spirito del mondo, che è dominato dall’orgoglio, la Parola di Dio di oggi ci invita a farci umili e miti.
L’umiltà non consiste nella svalutazione di sé stessi, bensì in quel sano realismo che ci fa riconoscere le nostre potenzialità e anche le nostre miserie. A partire proprio dalle nostre miserie, l’umiltà ci fa distogliere lo sguardo da noi stessi per rivolgerlo a Dio, Colui che può tutto e ci ottiene anche quanto da soli non riusciamo ad avere. «Tutto è possibile per chi crede» (Mc 9,23).
La forza degli umili è il Signore, non le strategie, i mezzi umani, le logiche di questo mondo, i calcoli… No, è il Signore. In tal senso, Celestino V è stato un testimone coraggioso del Vangelo, perché nessuna logica di potere lo ha potuto imprigionare e gestire. In lui noi ammiriamo una Chiesa libera dalle logiche mondane e pienamente testimone di quel nome di Dio che è Misericordia.
Questa è il cuore stesso del Vangelo, perché la misericordia è saperci amati nella nostra miseria. Vanno insieme. Non si può capire la misericordia se non si capisce la propria miseria. Essere credenti non significa accostarsi a un Dio oscuro e che fa paura. Ce lo ha ricordato la Lettera agli Ebrei: «Non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra
e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola» (12,18-19).
No, cari fratelli e sorelle, noi ci siamo accostati a Gesù, il Figlio di Dio, che è la Misericordia del Padre e l’Amore che salva. La misericordia è Lui, e con la misericordia può parlare soltanto la nostra miseria. Se qualcuno di noi pensa di arrivare alla misericordia per un altro cammino che non sia la propria miseria,
ha sbagliato strada. Per questo è importante capire la propria realtà. L’Aquila, da secoli, mantiene vivo il dono che proprio Papa Celestino V le ha lasciato. È il privilegio di ricordare a tutti che con la misericordia, e solo con essa, la vita di ogni uomo e di ogni donna può essere vissuta con gioia.
Misericordia è l’esperienza di sentirci accolti, rimessi in piedi, rafforzati, guariti, incoraggiati. Essere perdonati è sperimentare qui e ora ciò che più si avvicina alla risurrezione. Il perdono è passare dalla morte alla vita, dall’esperienza dell’angoscia e della colpa a quella della libertà e della gioia.”
E concludeva Papa Francesco : “ Il cristiano sa che la sua vita non è una carriera alla maniera di questo mondo, ma una carriera alla maniera di Cristo, che dirà di sé stesso di essere venuto
per servire e non per essere servito (cfr Mc 10,45). Finché non comprenderemo che la rivoluzione del Vangelo sta tutta in questo tipo di libertà, continueremo ad assistere a guerre, violenze e ingiustizie, che altro non sono che il sintomo esterno di una mancanza di libertà interiore. Lì dove non c’è libertà interiore, si fanno strada l’egoismo, l’individualismo, l’interesse, la sopraffazione e tutte queste miserie. E prendono il comando, le miserie.
Fratelli e sorelle, che L’Aquila sia davvero capitale di perdono, capitale di pace e di riconciliazione! Che L’Aquila sappia offrire a tutti quella trasformazione che Maria canta nel Magnificat: «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili» (Lc 1,52); quella che Gesù ci ha ricordato nel Vangelo di oggi: «Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato» (Lc 14,11). E
proprio a Maria, da voi venerata con il titolo di Salvezza del popolo aquilano, vogliamo affidare il proposito di vivere secondo il Vangelo. La sua materna intercessione ottenga per il mondo intero il perdono e la pace. La consapevolezza della propria miseria e la bellezza della misericordia.”
Tra l’altro per quell’occasione del 28 agosto 2022 la Penitenzieria apostolica con il Decreto Prot. N. 879/22/1 aveva rinnovato l’indulgenza plenaria : “La Penitenzieria Apostolica, onde accrescere la devozione dei fedeli e la salvezza delle anime, in virtù della facoltà a lei attribuite per una particolarissima grazia dal nostro Santissimo Cristo, nostro Padre e Signore, sotto il Pontificato di Francesco Papa per volontà di Dio e della Divina Provvidenza, ed anche grazie alle devote preghiere di recente innalzate dall’Eminentissimo Giuseppe di Santa Romana Chiesa Cardinale Petrocchi, Arcivescovo Metropolita Aquilano, concede benignamente che, in occasione dei solenni riti in onore di San Pietro Celestino V Papa, tutti i singoli fedeli possano lucrare dai celesti tesori della Chiesa l’indulgenza plenaria che possono anche applicare, secondo la modalità del suffragio, alle anime dei fedeli che già si trovano in Purgatorio e, purché siano veramente pentiti, dopo essersi accostati al Sacramento della Confessione, dopo essersi nutriti dell’Eucaristia, abbiano fatto devotamente visita come pellegrini all’Aquilana Basilica di Santa Maria di Collemaggio dal giorno 28 agosto MMXXII al giorno 28 agosto MMXXIII e lì partecipino ai solenni riti indetti in onore di San Celestino V Papa o almeno al cospetto delle spoglie del Santo per un congruo spazio di tempo si saranno dedicati alle pie meditazioni, le quali devono essere concluse con il Padre Nostro, la Professione di fede e le invocazioni alla Beata Vergine Maria e a San Celestino V Papa. Ogni volta che i fedeli, con il cuore almeno contrito, avranno comunque visitato con devozione la suddetta Basilica, l’indulgenza sarà parziale. Gli anziani, gli ammalati e tutti coloro che per gravi motivi non possono uscire di casa, ugualmente potranno conseguire l’indulgenza plenaria se, maturato il pentimento di ciascun peccato e con l’intenzione di adempiere, non appena lo potranno, alle tre consuete condizioni, davanti ad una piccola immagine di San Pietro Celestino partecipino spiritualmente alle celebrazioni, dopo avere offerto le proprie preghiere e i propri dolori, oppure le sofferenze della propria vita, a Dio misericordioso. E, affinché diventi più facile l’accesso al perdono di Dio grazie alle chiavi di competenza della Chiesa, la Penitenzieria chiede con grande fermezza che il Rettore della Basilica ed i sacerdoti, rivestiti delle opportune facoltà necessarie per le confessioni, si offrano con cuore solerte e generoso per ascoltare le confessioni e quindi celebrare il sacramento della Penitenza. Il presente decreto è valido solo per questa volta. Nonostante qualsiasi disposizione contraria. Dato in Roma, nella sede della Penitenzieria Apostolica, il giorno 15 luglio, nell’anno MMXXII dell’Incarnazione del Signore”
Naturalmente rimane sempre valida l’indulgenza concessa dalla Bolla celestiniana: “In virtù di tale bolla fino al 28 agosto 2023 i fedeli e i pellegrini che si recheranno all’Aquila, potranno ottenere ogni giorno l’indulgenza plenaria partecipando ai riti in onore di San Celestino V oppure raccogliendosi in preghiera “al cospetto delle spoglie del Santo per un congruo spazio di tempo”. Per ottenere l’indulgenza, inoltre, occorre recitare il Credo, il Padre nostro e una preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Infine ci si dovrà accostare alla Confessione Sacramentale ed alla Comunione Eucaristica entro gli 8 giorni precedenti o seguenti la partecipazione ad un rito in onore di Celestino V oppure dopo aver sostato in preghiera davanti le spoglie del Santo Pontefice.Gli anziani, gli ammalati e tutti coloro che per gravi motivi non possono uscire di casa, ugualmente potranno conseguire l’indulgenza plenaria se, maturato il pentimento di ciascun peccato e con l’intenzione di adempiere, non appena lo potranno, alle tre consuete condizioni, davanti ad una piccola immagine di San Pietro Celestino partecipino spiritualmente alle celebrazioni, dopo avere offerto le proprie preghiere e i propri dolori, oppure le sofferenze della propria vita, a Dio misericordioso. L’indulgenza potrà essere applicata anche per i defunti.”
Una bolla che afferma , è bene rileggerla ancora una volta : “Celestino Vescovo servo dei servi di Dio, a tutti i fedeli di Cristo che prenderanno visione di questa lettera, salute e apostolica benedizione. Tra le feste solenni che ricordano i santi è da annoverare tra le più importanti quella di San Giovanni Battista in quanto questi, pur provenendo dal grembo di una madre sterile per vecchiezza, tuttavia fu ricolmo di virtù e fonte abbondante di sacri doni, fu voce degli Apostoli,
avendo concluso il ciclo dei profeti, ed annunziò la presenza di Cristo in terra mediante l’annuncio del Verbo e miracolose indicazioni, annunziò quel Cristo che fu luce nella nebbia del mondo e delle tenebre dell’ignoranza che avvolgevano la terra, per cui per il Battista seguì il glorioso martirio, misteriosamente imposto dall’arbitrio di una donna impudica in virtù del compito affidatole. Noi, che nel giorno della decollazione di San Giovanni, nella chiesa benedettina di Santa Maria
di Collemaggio in Aquila ricevemmo sul nostro capo la tiara, desideriamo che con ancor più venerazione tal Santo venga onorato mediante inni, canti religiosi e devote preghiere dei fedeli. Affinché, dunque, in questa chiesa la festività della decollazione di San Giovanni sia esaltata con segnalate cerimonie e sia celebrata con il concorso devoto del popolo di Dio, e tanto più devotamente e fervidamente lo sia quanto più in tale chiesa la supplice richiesta di coloro che cercano Dio troveranno tesori della Chiesa che risplendono dei doni spirituali che gioveranno nella futura vita, forti della misericordia di Dio onnipotente e dell’autorità dei suoi apostoli SS.
Pietro e Paolo, in ogni ricorrenza annuale della festività assolviamo dalla colpa e dalla pena, conseguenti a tutti i loro peccati commessi sin dal Battesimo, quanti sinceramente pentiti e confessati saranno entrati nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio dai vespri della vigilia della festività di San Giovanni fino ai vespri immediatamente seguenti la festività. Dato in Aquila, 29 settembre, nell’anno primo del nostro pontificato».
Ma tornando al convegno “L’Aquila capitale del perdono. Misericordia è saperci amati dalla nostra miseria “. Bisogna ricordare che la scelta di questo tema, come ha ricordato sempre il cardinale Petrocchi , parte dalla frase ‘L’Aquila, da secoli, mantiene vivo il dono che proprio Papa Celestino V le ha lasciato. È il privilegio di ricordare a tutti che con la misericordia, e solo con essa, la vita di ogni uomo e di ogni donna può essere vissuta con gioia’, pronunciata nell’omelia che papa Francesco ha tenuto durante la Messa di Apertura della Porta Santa, il 28 agosto 2022 a Collemaggio e che ha avuto come primo dono del Papa alla Chiesa aquilana, l’Anno della Misericordia, che ha prolungato per un anno la Perdonanza Celestiniana e che si concluderà con l’Apertura della Porta Santa, il 28 agosto 2023.
Il Convegno si è concluso nella Basilica di S. Maria di Collemaggio con una liturgia vesperale alle ore 18:00 del 25 agosto 2023, davanti al Mausoleo che custodisce le spoglie mortali di Papa S. Celestino V, durante la quale avrà luogo una preghiera al santo Papa del Morrone perché accompagni il ministero di Papa Francesco.
Il convegno si è sviluppato in due momenti:
La mattina la prima parte: L’Aquila, capitale del perdono. Misericordia è saperci amati nella nostra miseria, con quattro relazioni.
La prima relazione, ‘Celestino V: pastor angelicus o pater misericordiarum’ sarà tenuta da S. E. mons. Claudio Palumbo, Storico – Vescovo di Trivento.
La seconda relazione, Pietro del Morrone/Celestino V dispensatore di misericordia negli Atti del processo di canonizzazione e nelle fonti agiografiche più antiche, avrà come relatore S. E. mons. mons. Felice Accrocca, Storico – Arcivescovo Metropolita di Benevento.
La terza relazione ‘La perdonanza dell’era moderna. Dal 1983 al 2023, quarant’anni di storia civile ed ecclesiale’, sarà tenuta da Don Daniele Pinton, Direttore ISSR Fides et Ratio di L’Aquila e la quarta relazione, ultima della mattinata, Perdonanza: pellegrini di misericordia, avrà come relatore S. E. mons. Antonio D’ANGELO, Vescovo Ausiliare di L’Aquila.
Nel pomeriggio per la seconda parte del convegno la relazione verterà sulla presentazione del volume del Corpus Coelestinianum – Le Bolle di Celestino V, a cura di Ugo Paoli e Paola Poli, con una introduzione di S. E. mons. . Sergio Pagano, Prefetto dell’Archivio Apostolico e di Walter Capezzali, Storico e Presidente Emerito della Deputazione abruzzese di Storia Patria.
A seguire la quinta relazione,” L’edizione del Corpus Coelestinianum. Un primo bilancio e progetti futuri”, tenuto da Agostino Parravicini Bagliani, Presidente SISMEL e la sesta relazione, Presentazione del Corpus Coelestinianum vol. 2 – Le bolle di Celestino V che avrà come relatori Alessandra Bartolomei Romagnoli e Alfonso Marini.
Ai partecipanti al convegno è stato distribuito copia omaggio del secondo volume del Corpus Coelestinianum – Le Bolle di Celestino V, grazie al sostegno offerto per questa preziosa pubblicazione, da parte della Fondazione CARISPAQ.
Giovedì 3 agosto 2023 a Roma, al Ministero della Cultura (Sala Spadolini – via del Collegio Romano, 27), si è svolta la conferenza stampa di presentazione della 729esima edizione della Perdonanza Celestiniana dell’Aquila. Sono intervenuti il Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura, Gianmarco Mazzi; il Sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi e il Direttore artistico, Leonardo De Amicis.
La manifestazione storica è iscritta dal 2019 nella lista UNESCO quale patrimonio culturale immateriale. Alla scorsa edizione ha partecipato anche Papa Francesco che ha celebrato, per la prima volta nella storia, il rito solenne di apertura della Porta Santa della Basilica di Collemaggio.
Il 28 agosto di ogni anno, il corteo della Bolla del Perdono sfila per le strade del centro storico aquilano fino alla Basilica di Collemaggio, scortando il prezioso documento dell’indulgenza papale, custodito da sette secoli nella sede municipale della città, che concedeva l’assoluzione da ogni peccato a quanti “sinceramente pentiti e confessati” avessero varcato la Porta Santa durante i vespri tra il 28 e il 29 agosto.
Le manifestazioni della Perdonanza sono iniziate mercoledì 23 agosto con l’arrivo a Paganica del fuoco di Celestino partito dall’eremo di S. Onofrio sul monte Morrone nella valle Peligna .
La fiaccola è stata portata dopo altre tappe alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio, scortata da una parte dei gruppi storici aquilani e dal Comitato Festa Perdonanza Celestiniana ICH per l’accensione del tripode.
Sono stati Tullio De Rubeis ed Italo Ettorre gli ultimi tedofori che hanno condotto il fuoco a Collemaggio. Il primo, nipote di Don Tullio, promotore della Perdonanza moderna, con il corteo della bolla che, quest’anno, compie 40 anni: fu proprio Don Tullio, infatti, nel 1983 – quando era sindaco dell’Aquila – a ripristinare il Corteo. Con lui, Italo Ettorre: lo stesso ultimo tedoforo di 40 anni fa. La storia che si ripete e si rinnova, nel rito della Perdonanza Celestiniana dell’Aquila.
L’avvio della Perdonanza dunque alle 20,30 di mercoledì 24 agosto con l’accensione del braciere sul palco del Teatro del Perdono a Collemaggio..
La 729′ edizione della Perdonanza Celestiniana vede la cultura come elemento fondamentale per la rinascita e modello di innovazione per le aree interne. La scelta delle iniziative in programma dunque si ispira a questa opportunità. A cominciare poe esempio dalla individuazione dei personaggi del corteo della Bolla. Per questo i personaggi principali del Corteo della Bolla sono stati scelti nel mondo dell’arte, della musica, del teatro. Sono Dama della Bolla (l’attrice Viola Graziosi), della Dama della Croce (l’arpista Valentina Gulizia), del Giovin Signore (il pianista Carlo Palermo) .
Il “Teatro del Perdono” si riaccende nella scenografia unica della Basilica di Collemaggio, che ha fatto da cornice a una settimana di grandi emozioni. “Un canto per la Rinascita” è il nome dell’evento inaugurale, il 23 agosto, ideato dal maestro Leonardo De Amicis e scritto con Paolo Logli, realizzato all’Aquila per L’Aquila. La serata ha visto salire sul palcoscenico artisti amatissimi da tutti, come: Mahmood, Mr. Rain, Coma_Cose, Alfa, Paola Turci, Albano Carrisi, accompagnati dall’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “A.Casella” dell’Aquila, da un grande coro formato da alcune delle più importanti compagini del territorio, tutti diretti dal maestro De Amicis in un abbraccio musicale a questa meravigliosa regione.
24 AGOSTO
ore 21,30, Scalinata di San Bernardino,L’AQUILA SI VESTE DI STELLE III EDIZIONE,Gala Internazionale di Danza conELEONORA ABBAGNATO e dieci stelle di prima grandezza. Étoile ricercate e applaudite in tutto il mondo per la prima volta all’Aquila: Mayara Magri e Matthew Ball, entrambi étoile del Royal Ballet di Londra, Tatyjana Melnyik, étoile del Hungarian National Ballet di Budapest, in coppia con Michal Krcmar, étoile assoluta del Finnish National Ballet di Helsinki, gli italiani Alessandra Tognoloni e Francesco Mariottini, entrambi étoile de La Compagnie des Ballets de Monte-Carlo del Principato di Monaco, l’italiana Elisabetta Formento e il cubano Yanier Gómez Noda, stelle della Compañía Nacional de Danza de España di Madrid, e i fratelli Elvis e Martin Nudo entrambi in forze al Finnish National Ballet.
25 AGOSTO
ore 21,30, Scalinata di San Bernardino, NELLA LEGGEREZZA DELL’INCONTRO TEO TEOCOLI IN TUTTO TEO.
Viaggio nel cabaret nel quale Teo Teocoli porta in scena il suo repertorio.
26 AGOSTO
ore 21,30, Collemaggio Negramaro n 20 Tour .I Negramaro nell’anno del loro ventennale di musica insieme omaggeranno L’Aquila con la loro presenza.
27 AGOSTO
luogo: Centro storico della città, dalle ore 19.00 L’AQUILA SUONA.
L’Aquila diventerà un teatro sotto le stelle ed ospiterà, nei suoi luoghi più suggestivi, performance e rappresentazioni di artisti di ogni genere.
29 AGOSTO
luogo: Scalinata di San Bernardino, ore 21,30 NELLA LEGGEREZZA DELL’INCONTRO STANLIO E OLLIO, AMICI FINO ALL’ULTIMA RISATA con CLAUDIO INSEGNO e FEDERICO PERROTTA.
La vita di Stanlio e Ollio raccontata attraverso le gag e gli sketch che li hanno resi immortali.
30 AGOSTO
luogo: Teatro del Perdono, Collemaggio, ore 21,30, GIANNI MORANDI
Un grande evento, condiviso per questa occasione, con l’Orchestra del Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila. Un concerto unico e speciale, appositamente rimodulato per l’occasione dove l’artista ci regalerà emozioni indimenticabili.
PROGRAMMA RELIGIOSO
Lunedì 28 agosto 18:30 Piazzale della Basilica di S. Maria di Collemaggio. Santa Messa stazionale con il rito di apertura della Porta Santa presieduta da Sua Em.za Marcello Card. SEMERARO, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi. Liturgia animata Coro dell’Arcidiocesi di L’Aquila diretto dal M° Davide Castellano. Alle ore 22:00 Perdonanza dei Giovani, degli Scout, delle Aggregazioni laicali, degli Operatori pastorali Santa Messa presieduta da Sua Ecc.za Mons. Michele Fusco, Vescovo di Sulmona-Valva. Liturgia animata dai rappresentati dei Giovani dell’Arcidiocesi e dal Coro GMG diretti dal M° D. Castellano. A conclusione della Santa Messa VEGLIA NELLA NOTTE della Perdonanza fino alle 01.00 a cura del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile e Vocazionale
Martedì 29 agosto 2023 Martirio di San Giovanni Battista, alle ore 06:00 Perdonanza dei Lavoratori Santa Messa presieduta da don Sergio Nuccitelli S.D.B., Direttore dell’Ufficio Diocesano per la pastorale del lavoro. Liturgia animata dal Coro della Parrocchia SS. Annunziata di Roio Colle diretto dal M° Augusto Di Carlo. 07:30 Rosario trasmesso in diretta sull’emittente RADIO MARIA, alle ore 08:00 Perdonanza dei Religiosi e delle Religiose trasmessa in diretta sull’emittente Radio Maria. Santa Messa presieduta da Sua Ecc.za Mons. Gianfranco De Luca, Vescovo di Termoli-Larino. Liturgia animata dal Coro delle Religiose diretto da Suor Teresa CanoyAlle ore 10:00 Perdonanza delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine Santa Messa presieduta da Sua Ecc.za Mons. Claudio Palumbo,
Vescovo di Trivento. Liturgia animata dal Coro della Scuola della Guardia di Finanza. 11:30 Perdonanza dei Catechisti e dei Ragazzi, degli Studenti e degli Insegnanti, Santa Messa presieduta da Sua Ecc.za Mons. Orlando Antonini, Nunzio Apostolico. Liturgia animata dalla Associazione Corale “L’Aquila in Canto” diretta dal M° Vittorio Lucchese. Alle ore 12:30 Perdonanza delle Famiglie Santa Messa presieduta da Sua Ecc.za Mons. Emidio Cipollone, Arcivescovo di Lanciano-Ortona, Liturgia animata dalla Corale di Tornimparte diretta dal M° Mario Santucci. Alle ore 16:00 Perdonanza dei Malati e delle Confraternite, Santa Messa presieduta da Sua Ecc.za Mons. Giovanni Massaro, Vescovo di Avezzano. Liturgia animata dall’Associazione “Amici del bel canto” e dalla “Schola Cantorum di San Silvestro”, dirette dal M° Luciano Bologna. Alle 18:00 Solenni Vespri Capitolari Presieduti dall’Arcidiacono del Capitolo Metropolitano Can. Sergio Maggioni. 18:30 Santa Messa stazionale con il rito di chiusura della Porta Santa presieduta da Sua Em.za Giuseppe Card. PETROCCHI, Arcivescovo Metropolita di L’Aquila. Liturgia animata dal Coro dell’Arcidiocesi di L’Aquila diretto dal M° Davide Castellano.
Ha detto Papa Francesco nell’omelia della celebrazione eucaristica del 28 agosto 2022 a Collemaggio : “Il cristiano sa che la sua vita non è una carriera alla maniera di questo mondo,
ma una carriera alla maniera di Cristo, che dirà di sé stesso di essere venuto per servire e non per essere servito (cfr Mc 10,45). Finché non comprenderemoche la rivoluzione del Vangelo sta tutta in questo tipo di libertà, continueremo ad assistere a guerre, violenze e ingiustizie, che altro non sono che il sintomo esterno di una mancanza di libertà interiore. Lì dove non c’è libertà interiore,
si fanno strada l’egoismo, l’individualismo, l’interesse, la sopraffazione e tutte queste miserie. E prendono il comando, le miserie.
Fratelli e sorelle, che L’Aquila sia davvero capitale di perdono, capitale di pace e di riconciliazione! Che L’Aquila sappia offrire a tutti quella trasformazione che Maria canta nel Magnificat: «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili» (Lc 1,52); quella che Gesù ci ha ricordato nel Vangelo di oggi:«Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato» (Lc 14,11). E
proprio a Maria, da voi venerata con il titolo di Salvezza del popolo aquilano, vogliamo affidare il proposito di vivere secondo il Vangelo. La sua materna intercessione ottenga per il mondo intero il perdono e la pace. La consapevolezza della propria miseria e la bellezza della misericordia. “
In piena concordia con quanto lo stesso Francesco aveva affermato anche nell’omelia del 25 gennaio 2023 nella Basilica di S. Paolo fuori le mura : “Diagnosticati gli errori, il Signore chiede di rimediarvi e, per mezzo del profeta, dice: «Lavatevi, purificatevi. […] Cessate di fare il male».
E sapendo che siamo oppressi e come paralizzati dalle troppe colpe,promette che sarà Lui a lavare i nostri peccati: «Su, venite e discutiamo– dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora,diventeranno come lana». Carissimi, dai nostri fraintendimenti su Dio e dalla violenza che cova dentro di noi, non siamo capaci di liberarci da soli. Senza Dio, senza la sua grazia, non guariamo dal nostro peccato.
La sua grazia è la sorgente del nostro cambiamento. Ce lo ricorda la vita dell’Apostolo Paolo. […] Da soli non ce la facciamo, ma con Dio tutto è possibile; da soli non ce la facciamo, ma insieme è possibile. Insieme, infatti, il Signore chiede ai suoi di convertirsi. La conversione – questa
parola tanto ripetuta e non sempre facile da capire – è chiesta al popolo, ha una dinamica comunitaria, ecclesiale.”
La 726 edizione dunque della Perdonanza , 40 anni dalla Perdonanza moderna, quella voluta dall’allora sindaco Tullio De Rubeis che costruì le basi per farne l’evento religioso e laico che oggi è conosciuto anche al di fuori dei confini nazionali. Una Perdonanza che ha raggiunto tanti obiettivi in questi ultimi anni vissuti nel segno della rinascita dell’Aquila e del suo territorio.: dal riconoscimento Unesco della Perdonanza quale patrimonio immateriale dell’umanità, all’apertura della Porta Santa da parte del Santo Padre,Papa Francesco fino alla edizione 2023 f
San Pietro Celestino (Pietro Angelerio) ad Isernia, nel Molise, intorno al 1209, da Angelerio e Maria.Viene avviato allo studio delle lettere mediante l’apprendimento del libro dei salmi.
È la madre che gli rivela di averlo sognato quale custode di molte pecore, bianche
come la neve, e lo esorta a conformarsi al Signore.
Nel 1230 entra così nel monastero di Santa Maria di Faifoli frequenta ilnoviziato e veste l’abito religioso. Vi rimane due anni. Desiderando una maggiore radicalità evangelica e perfezione spirituale, con il consenso dell’Abate, fra Pietro si ritira a vita eremitica.
Inizia così il suo peregrinare tra eremi da quello iniziale di Madonna dell’Altare di Palena a quello di Sant’Onofrio dove lo troveranno i legati del conclave di Perugia che lo aveva eletto papa. Negli anni 1233-34 circa, Pietro è a Roma dove riceve l’ordinazione presbiterale, per poi far
ritorno fra il 1235 e il 1240 alla sua amata vita eremitica, ancora in Abruzzo, sul Monte Morrone presso Sulmona. La forte devozione a San Giovanni Battista lo porta a scegliere questo Santo come modello da imitare.
La vita eremitica lo porta a digiunare , a fare almeno quattro quaresime all’anno, alla preghiera e al dedicarsi ai lavori umili compresa la trascrizione e la copiatura di testi sacri. Col crescere della fama della sua santità e del dono dei miracoli attribuiti alla sua intercessione, l’eremo di Sant’Onofrio e sempre più frequentato da molta gente. Pietro allora va più in alto sul Morrone e poi decide di andare sulla Maiella in eremi impervi e solitari.
All’eremo di Santo Spirito, a 1130 m di altezza, dove fonda
una comunità eremitica con molti giovani che chiedevano di poter condividere il suo stesso itinerario spirituale. Sempre ricercato dal popolo, fondò numerose comunità monastiche passando di romitorio in romitorio. Nel 1263 Papa Nicolò IV riconoscerà la congregazione dei “Fratelli dello Spirito Santo”, incorporandola all’ordine benedettino. Ma l’esistenza dell’istituto venne messa in discussione a breve distanza dai canoni del Concilio di Lione del 1274, volti a limitare il moltiplicarsi degli ordini religiosi. Pietro si recò a Lione, giungendo a Concilio ormai concluso, ottenendo da Gregorio X la conferma dell’istituto che in quel momento, oltre a Santo Spirito, contava 15 chiese in 5 diverse diocesi.
Di ritorno da Lione, a L’Aquila, Pietro in sogno sentì fortemente il richiamo della Vergine
Maria che lo invitava a edificare un santuario a lei dedicato nelle adiacenze della città che, fondata nel 1254 per volontà del re Corrado IV, era ancora in costruzione.
Nel 1287 si iniziavano le pratiche per l’erezione di un santuario mariano e di un monastero celestiniano a L’Aquila in località Colle di Maggio (Collemadii, Collemaggio). Il 25 agosto 1288 la grandiosa basilica, non ancora ultimata, venivaconsacrata. Sempre nell’anno 1288, Pietro rinunciò al priorato generale e si ritirò nel suo ultimo e più famoso eremo, quello di sant’Onofrio. Alla notifica dell’avvenuta elezione Pietro fu colto da grandissimo timore e tremore. Questi chiese tempo, pregò a lungo, quindi prese la decisione, convinto di compiere in tal modo la volontà di Dio. Pietro aveva 85 anni. Decise di portarsi a dorso di un asino per seguire l’esempio del Signore,
a L’Aquila nella basilica di Collemaggio, dove il 29 agosto 1294 il cardinale Ugo Aycelin de Billom, “nuovo decano del sacro collegio”, consacrò fra Pietro vescovo di Roma; Matteo Rosso Orsini, cardinale Protodiacono, gli pose in capo la tiara e il pallio papale, alla presenza di importanti Autorità del tempo e di una folla immensa. Liturgicamente si celebrava la festa del martirio di San Giovanni Battista e il nuovo pontefice Celestino V concesse alla basilica di Collemaggio la bolla dell’indulgenza plenaria, detta della “Perdonanza”, per quanti veramente pentiti e confessati sarebbero entrati nella medesima basilica “dai vespri della vigilia della festività, fino ai vespri immediatamente seguenti la festività stessa”.
Il giubileo annuale aquilano precede di sei anni l’indizione del primo giubileo della storia, che verrà istituito dal successore di papa Celestino V, Bonifacio VIII nel 1300.
La “Perdonanza” fu il grande dono del nuovo pontefice agli Aquilani. A nulla valsero la pressione e la devozione dei fedeli per convincerlo a restare sul soglio pontificio. Così, il 13 dicembre 1294,
lesse il decreto di rinuncia durante un concistoro pubblico e riprese l’antica e lacera veste monastica, desiderando tornare alla sua precedente vita. Ma il suo successore Bonifacio VIII (1294-1303) temeva che i propri avversari potessero strumentalizzare, suo malgrado, l’anziano eremita e servirsi di lui per provocare un eventuale scisma nella Chiesa. Perciò, pur non nutrendo dubbi sulla buona fede di Pietro del Morrone, a metà agosto del 1295 volle che fosse condotto al sicuro,
trattenendolo nell’antica Rocca (di proprietà della famiglia Caetani) a Fumone, dove morì
il 19 maggio 1296. Il 5 maggio 1313 Papa Clemente V elevava l’eremita del Morrone agli onori degli altari. Il suo corpo è oggi custodito e venerato nella basilica di Santa Maria di Collemaggio.