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” LA SCRITTURA E LA POESIA SALVANO VITTIME DEL BULLISMO ” – DI VALTER MARCONE

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Redazione-  Matteo Belgiovane, 22 anni, cresce a Cremona e nel corso dell’adolescenza si imbatte in un fenomeno a cui dare costantemente l’attenzione : il bullismo. Un ostacolo a volte insormontabile nella crescita adolescenziale che produce guasti irreparabili da entrambe le parti ovvero chi “ bullizza” e chi viene “ bullizzato” . Per fortuna Matteo Belgiovane, uno dei tanti ragazzi costretti a fare i conti con questo problema , un giorno, trova sui social l’associazione Noi Ci Siamo San Marino. Un incontro altrettanto decisivo e all’opposto in senso positivo. Una esperienza che gli cambia veramente la vita. Probabilmente la vicenda di Matteo Belgiovane , che si firma sulla pagina facebook “ Belgio”, potrebbe terminare qui nel nostro racconto. Perchè Matteo esce dalla sua condizione di sofferenza, diventa un collaboratore attivo dell’associazione e racconta la sua esperienza agli altri giovani e li aiuta a superare i loro traumi.

Un impegno importante nei confronti di se stesso e dei suoi coetanei che si trovano nella sua stessa condizione e che stanno facendo la sua stessa esperienza : la condivisione che è una specie di rivolta, un incitamento a buttare via la rassegnazione , a superare la depressione e l’isolamento , la solitudine interiore che conduce psicologicamente all’isolamento sociale, di fronte allo scarto tra le relazioni che si sperimentano e quelle che si vorrebbero avere .

“Ho sviluppato un bel rapporto con San Marino – racconta lui -. Aiuto i ragazzi andando nelle scuole, racconto la mia storia e cerco di dare loro speranza”. Sono ormai tre anni che Matteo, in arte Belgio, collabora con la realtà sammarinese. E tre sono anche i libri di poesia che ha scritto finora: nell’ultima pagina non manca mai una dedica all’associazione. Di recente la gratificazione più grande: “L’arte della prospettiva”, la sua ultima opera, candidata alla prima edizione del Premio Strega Poesia. All’interno anche versi scritti a 8 anni.

“E’ un ragazzo d’oro, sensibile – racconta Andrea Pozzati, presidente di Noi Ci Siamo – con una grande ambizione e passione per la scrittura”. Questo lo ha portato a studiare Scienze della Comunicazione all’Università di Ferrara.

Sogno nel cassetto: fare il giornalista. “Mi sono avvicinato alla poesia per combattere quel periodo buio della mia vita e grazie a lei sono riuscito a uscirne – continua Belgio -. Nell’ultima raccolta ho inserito tutti i testi che più mi rappresentano. Questo libro contiene tutte le mie emozioni, tra fragilità e voglia di rivalsa. Io credo fortemente nel mio sogno e quello che consiglio agli altri giovani è di non arrendersi mai e crederci sempre”.

Emozioni e fragilità dunque trasformati in voglia di rivalsa . Nel ricordo di una adolescenza vittima di episodi di bullismo, e di emarginazione sociale con l’inevitabile depressione.

Nella scrittura però ha trovato la propria occasione di riscatto ed ora intende infondere coraggio e motivare quanti stanno facendo la sua stessa, triste esperienza, parlando ai giovani nelle scuole, negli oratori, nelle realtà aggregative.

«Scrivere è stata la mia ancora di salvezza nel momento più difficile, a 14 anni sono stato vittima di episodi di bullismo che mi hanno trascinato in un lungo periodo di depressione – racconta Matteo – Finché ho trovato nella poesia uno spazio tutto mio nel quale raccontarmi, sfogarmi, razionalizzare. Inizialmente tenevo le mie poesie gelosamente custodite, poi ho trovato il coraggio di farle leggere a mia madre, Marina, che mi ha convinto a pubblicarle. Anche i miei nonni, Angela e Luigi, sono stati un sostegno fondamentale in questi anni. Sto scoprendo quanto sia bello fare del bene, ecco perché il ricavato delle vendite del libro sarà devoluto integralmente in beneficenza: l’idea è quella di girare tutto all’Ail, l’Associazione Italiana contro le Leucemie, ci stiamo lavorando. Per ora mi accontento di essere stato primo come bestseller su Amazon, seppur per pochi giorni».

Ho preso in prestito questa storia per parlare del bullismo in particolare e in generale per raccontare come la “scrittura “, la poesia salvi la vita.

Da Anne Frank e Aleksandr Solženicyn, fino a Silvia Romano, sono diversi gli esempi in cui la scrittura può salvarti la vita .Vi ricordate la storia di Silvia Romano. Liberata dopo 18 mesi di prigionia fra il Kenya e la Somalia, ha affidato ad un diario che è rimasto ai carcerieri, ma che è stato per lei il mezzo per ricordare i dettagli del sequestro e le sensazioni dei mesi trascorsi in prigionia. Ci sono poi storie di prigionieri illustri che proprio in quella condizione di privazione della libertà hanno saputo sublimare in qualche modo la loro sofferenza attraverso la scrittura di sé. Perché, come scriveva Anna Frank nel suo diario: “Posso scrollarmi di dosso tutto mentre scrivo; i miei dolori scompaiono, il mio coraggio rinasce”.

E’ la storia per esempio di Oscar Wilde che scrisse uno dei suoi capolavori il De Profundis proprio in prigione accusato e detenuto per i reati di calunna e di sodomia. Come pure Le mie prigioni di Silvio Pellico un ‘opera, divenuta il simbolo della resistenza all’oppressione, ai soprusi, alle ingiustizie specialmente nei confronti di un intero popolo. Un’epopea risorgimentale per quello che è stata appunto la lotta per l’unità del nostro paese .

C’è poi l’emblematica storia di Aleksandr Solženicyn che tutti noi conosciamo perchè a noi quasi contemporanea. Il racconto di una detenzione in un gulag in cui fu deportato che mentre testimonia la vicenda personale compie anche una decisiva testimonianza dell’esistenza dei lager sovietici . Per avere espresso il suo dissenso verso Stalin, egli fu deportato in un lager sovietico e qui compose a memoria Arcipelago Gulag , il racconto agghiacciante dell’esistenza quotidiana in un gulag sovietico. Privato della possibilità di scrivere proprio in quel gulag Solženicyn compose centinaia di versi, imparandoli a memoria, con l’aiuto di un rosario fatto di cento piccoli grani di pane. Un esempio che ci aiuta a comprendere quanto la scrittura sia un’esperienza interiore di assoluta forza.

Annie Ernaux premio nobel per la letteratura in una intervista pubblicata su Il Messaggero data a Giorgio Biferali dice a proposito di scrittura rispondendo alla domanda : “Nelle prime pagine de Il posto, lei parla di «scrittura piatta» per raccontare il suo rapporto con le parole, con il tempo che passa e con i ricordi che aiutano a metterle insieme in una nuova forma, particolare e universale, che non si approfitta dei sentimenti e che non cerca alcuna complicità con il lettore. Cosa prova ogni volta che si trova davanti a un foglio bianco? Cosa rappresenta per lei la scrittura? E ai lettori, ogni tanto ci pensa?” : “Non mi metto mai davanti a un foglio bianco senza avere a lungo riflettuto in precedenza, a volte anni, su un progetto di scrittura. C’è una fase preliminare di ricognizione, in cui mi concentro sulla struttura del testo, sulla sua importanza, e che si potrebbe definire una specie di «diario di scrittura». La sensazione, quando entro nella vera e propria fase di stesura, è quella di un lavoro che nessuno potrebbe fare all’infuori di me e nel quale mi devo impegnare, costi quel che costi.

La scrittura è innanzitutto per me un modo di esistere – quando non scrivo mi sento inutile, vuota – e anche di intervenire nel mondo portando alla luce ciò che mi colpisce ma che avrebbe potuto colpire chiunque. Sempre più, è anche una lotta contro l’oblio, quello della Storia, della nostra vita collettiva, in un’epoca che mi appare come quella della fugacità e delle emozioni senza memoria.

Non penso mai a un lettore in particolare mentre scrivo, mi immergo completamente in una dimensione dove l’unica cosa che conta è esprimere nella maniera più giusta situazioni ed emozioni. Allo stesso tempo, scrivo pensando che nella società in cui vivo, insieme alla quale costituisco un’epoca, questa scrittura troverà qualcuno che sarà colpito dai miei libri. Ma questo ipotetico lettore non influisce in nessun modo sulla mia maniera di concepirli. Significherebbe piegarsi al gusto dominante, e se l’avessi fatto di sicuro non avrei mai scritto Il posto o Gli anni. 

«Forse scrivo perché non avevamo più niente da dirci», scrive ne Il posto, parlando di suo padre. Secondo lei, che rapporto c’è tra la letteratura e la vita? Si può dire che tutto quello che uno scrive è autobiografico?

C’è sempre un nesso tra la letteratura e la vita, azzardo anche tra la filosofia e la vita, alla maniera di Paul Valéry che sosteneva che ogni teoria filosofica fosse un frammento autobiografico. Ma nella letteratura ci sono più gradi di coinvolgimento del sé, lo dimostra la diversità tra L’Inferno di Dante e le Confessioni di Jean-Jacques Rousseau. L’autobiografia ha una specificità che le è propria, ossia la ricerca di una verità, e il soggetto di questa ricerca è la vita di chi scrive.

Torno a Matteo Belgiovane , in arte Belgio e alla sua raccolta di poesie “L’arte della prospettiva” che è stata segnalata tra le numerose opere che hanno partecipato alla prima edizione del Premio Strega poesia 2023. Poeta giovanissimo, nato a Cremona nell’agosto del 2000 conosciuto negli ambienti della poesia e letterari come “Belgio”. Autore precoce, a 12 anni già scrive poesie e testi musicali. Oggi lavora e, contemporaneamente, studia per diventare uno psicologo che è un sogno/obiettivo maturato durante uno dei suoi viaggi in Norvegia (l’aurora boreale viene spesso citata nei suoi racconti).È, inoltre, grande amante del mare; nei momenti liberi si rifugia nella casa di famiglia al Lido Degli Estensi (FE). Innamorato di questo luogo speciale, Vi ambienta affascinanti storie e poesie. L’arte della prospettiva con le eccezionali prefazioni di due giovani e capaci cantautori: Michele Mirenna e Beart contiene una vasta rosa di sue poesie scritte nel periodo che va dal 2008 al 2022. E come dice lo stesso autore «È un passo di una lunga meravigliosa camminata . Questo traguardo lo dedico a tutti quei ragazzi che stanno combattendo contro queste bruttissime tematiche che assediano le nostre vite. Non mollate mai!»

Da “L’Arte di Vivere” – Edizioni We di Nicola Bergamaschi,

“IL PASSATO

I ricordi bruciano e fanno male,

il passato che bussa ma nessuno gli apre.

Ora non so nemmeno a cosa sto pensando,

una vita senza te non ha senso.

E ne ho fatta strada,

ti ricorderò comunque vada,

in alto sopra le nubi anche nei periodi più bui.

I secondi scorrono come acqua in un torrente,

il mio cuore batte velocemente,

il cervello mi manda controcorrente,

ho perso fiducia nella mia mente,

perché ultimamente amo solo chi mi mente.

Il mio passato l’ho vissuto con le ginocchia sbucciate,

da finto campione a vera depressione,

ho sofferto tanto, ma ora ci sono e sogno a cielo aperto,

scrivo, viaggio e mi diverto”.

Matteo Belgiovane è stato vittima del bullismo, ha superato questa esperienza condividendola con altri giovani e attraverso la scrittura di sé .

Parlando del bullismo dobbiamo però ricordare anche il cyberbullismo , fenomeno affrontato nella legge n. 71 del 2017, vale a dire un’ulteriore forma di bullismo, in cui la vittima viene aggredita virtualmente attraverso i social.

Per quanto riguarda i comportamenti legati al fenomeno e messi in atto dai cosiddetti “ bulli “ , giovani e adolescenti senza sicurezze e capaci di strafare in ogni manifestazione della loro personalità va ricordato che certi comportamenti possono sfiorare reati previsti e puniti dal codice penale come ad esempio i seguenti :

  • percosse (art. 581 c.p.);
  • lesioni (art.582 c.p.);
  • danneggiamento (art. 635 c.p.);
  • istigazione al suicidio (art.580 c.p.);
  • diffamazione (art.595 c.p.);
  • minaccia (art. 612 c.p.);
  • stalking (art. 612 bis c.p.) .

Sul bullismo non c’è ancora una vera e propria legge di contrasto . La Camera ha approvato con modificazioni nella seduta del 6 settembre 2023 il testo unificato delle proposte di legge 536, 891 e 910, recante disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo. Il provvedimento è stato trasmesso al Senato per il prosieguo dell’iter parlamentare. Intanto la legge 71 del 2017, che attualmente si occupa solo di cyberbullismo, viene estesa anche al bullismo, anche in considerazione del fatto che il bullismo è ben più diffuso del cyberbullismo.

La proposta dunque che reca come prima firma quella del deputati Devis Dori di Verdi-Sinistra Italiana, è passata all’esame del Senato. Spiega Dori: “Con questa proposta di legge, dedicata a Willy Monteiro Duarte,(1) proprio in occasione del terzo anniversario (6 settembre 2020), quando venne ucciso con calci e pugni per aver difeso un amico durante una lite,si compie un ulteriore significativo passo in avanti rispetto alla normativa vigente. Già con la legge 71 del 2017 si era fatto il primo grande sforzo di inquadrare il fenomeno del cyberbullismo. La proposta approvata ora alla Camera rappresenta un ulteriore intervento verso una più ampia disciplina, che certamente ci permette di dotarci della più completa normativa antibullismo d’Europa. Chiaramente nessuna legge sarà mai in grado di risolvere da sola una ferita sociale: la legge può agevolare quel percorso, velocizzarlo, indirizzarlo. Un drammatico fenomeno sociale, come il bullismo, va sconfitto agendo anzitutto a livello culturale, ma la legge può certamente contribuire a favorire questo percorso”

Ma che cosa contiene e prevede questa nuova legge. La legge 71 del 2017, che attualmente si occupa solo di cyberbullismo, viene estesa anche al bullismo.Soprattutto è la scuola la protagonista di questo intervento perchè la nuova normativa prevede che ogni Istituto scolastico adotti un codice interno per la prevenzione e il contrasto del bullismo e cyberbullismo. Inoltre sarà compito della scuola istituire un tavolo di lavoro e di studio sul fenomeno che monitorizzi permanentemente le problematiche ad esso legate . Al tavolo dovranno partecipare i rappresentanti degli studenti, degli insegnanti, delle famiglie ed esperti di settore.“Al dirigente scolastico – spiega ancora Dori – viene riconosciuto un ruolo più incisivo e strutturato per la gestione di episodi di bullismo che coinvolgono gli studenti, anche segnalando i casi più gravi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni per l’attivazione di misure di natura amministrativa”
Ci sarà una nuova modalità di intervento, denominata “Progetto di intervento educativo” che sarà predisposto dal Tribunale dei minorenni che sarà gestito dai servizi sociali con finalità educativa e riparativa, con lo svolgimento di attività di volontariato sociale o la partecipazione a laboratori teatrali, laboratori di scrittura creativa, corsi di musica, lo svolgimento di attività sportive e artistiche.

La legge prevede inoltre la “Giornata del Rispetto” fissata al 20 gennaio di ogni anno (data di nascita di Willy Monteiro Duarte), quale momento specifico di approfondimento delle tematiche del rispetto degli altri, della sensibilizzazione sui temi della non violenza psicologica e fisica, del contrasto ad ogni forma di discriminazione e prevaricazione. Nel “Patto educativo di corresponsabilità” già previsto dallo Statuto delle studentesse e degli studenti verrà poi inserito un esplicito impegno per le famiglie a collaborare con la scuola per consentire l’emersione di episodi riconducibili ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo,

Dunque una legge,la 910 al vaglio del Senato che come deterrenza prevede fino a sette anni di carcere e multe fino a 2000 euro per i genitori del bullo e l’introduzione di un nuovo articolo nel codice penale che definisce e punisce i reati di bullismo e cyberbullismo.(2) Ma che prevede anche l’incontro di più protaginisti per unire le forze e contrastare il fenomeno. Alla scuola e alla famiglia vengono affidati compiti importanti. Anche se probabilmente bisognava impegnare molto di più le famiglie perchè in quel contesto nasce il seme di certi comportamenti .Le potenziali vittime del bullismo sono quelle persone che hanno caratteristiche di diversità rispetto agli altri – diversità fisiche o caratteriali.La vittima spesso è fragile e timida e ha difficoltà a reagire; in altre situazioni, invece,  la vittima è una persona incapace di rapportarsi agli altri in modo idoneo, e che pertanto provoca, reagisce in malo modo, “stuzzica” il bullo provocandone la reazione.I bulli usano come metodo per sfogare le loro tensioni un atteggiamento violento e aggressivo, allo scopo di screditare l’altro e fare in modo che venga accantonato dagli altri.

Come previsto dalla L. 71/2017 e dall’aggiornamento delle “Linee di Orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo” (nota MIUR prot. n. 5515 del 27-10-2017), il MI si è impegnato nell’attuazione di un Piano Nazionale di Formazione dei docenti referenti per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo, richiedendo a tutti gli istituti scolastici e agli Uffici scolastici regionali l’iscrizione di un docente referente per il bullismo e il cyberbullismo sulla piattaforma ELISA (E-Learning degli Insegnanti sulle Strategie Antibullismo -www.piattaformaelisa.it). Una successiva nota ministeriale ha indicato la possibilità di nominare anche più di un referente scolastico, laddove ritenuto utile e necessario.

Richiamavo l’attenzione sul ruolo della famiglia e sulla necessità che la legge sul contrasto al bullismo aiuti concretamente i genitori nel loro compito educativo perchè i modelli educativi genitoriali hanno un ruolo fondamentale tra le possibili cause del bullismo sia che siano eccessivamente severi, sia che siano troppo permissivi. In altre parole l’aggressività del bullo o della vittima provocatrice, dipende anche da forme di violenza assistita in famiglia. Chi, infatti, subisce nell’infanzia forme di violenza fisica o psicologica, interpreterà in maniera disfunzionale i segnali del mondo esterno, e si sentirà legittimato a perpetuare violenza per ottenere quello che vuole. Un altro fattore importante relativo alla famiglia riguarda i sistemi di valore. In questo caso, sarebbero i valori trasmessi dai genitori a condizionare i rapporti dei propri figli con i coetanei. Nelle famiglie dei bulli, i valori della vita, sarebbero improntati maggiormente all’individualismo e all’egoismo, diversamente da quanto si verifica nelle famiglie delle vittime, i cui valori sembrerebbero improntati, invece, alla solidarietà.

La famiglia dunque anche se non va dimenticato che le cause alla base del fenomeno del bullismo sono plurime e riconducibili ad una serie di fattori individuali e di dinamiche di gruppo come per esempio il temperamento del bambino, i modelli familiari, gli stereotipi imposti dai mass media o l’educazione impartita dai genitori o da istituzioni scolastiche spesso disattente alle relazioni fra alunni e ad altre variabili collegate all’ambito scolastico e all’ambiente sociale.

(1)La notte del 6 settembre 2021 moriva Willy Monteiro Duarte. Il ragazzo è stato ucciso dal branco a Colleferro, pestato per aver difeso un amico.a notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 la vita di un giovane, Willy Monteiro Duarte, si è spenta per sempre. A soli 21 anni il ragazzo è stato vittima di una furia senza precedenti, pestato di botte fino a che non ha esalato l’ultimo respiro da un gruppo di ragazzi che nemmeno conosceva. Prevaricatori che erano lì solo per mostrare la nuda forza del branco e che hanno cominciato a colpire in maniera indiscriminata chiunque gli si parasse di fronte. Willy Monteiro Duarte è quello contro cui si sono accaniti di più. Imputati con l’accusa di omicidio volontario sono i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli.
continua su: https://www.fanpage.it/roma/lomicidio-di-willy-monteiro-duarte-ucciso-di-botte-a-colleferro-la-notte-del-6-settembre-2020/
La storia di Willy Monteiro Duarte è al centro di un documentario intitolato Preghiera per Willy Monteiro e in onda su Rai 3 l’8 settembre 2023, a tre anni dai tragici fatti di Colleferro. Un racconto che attraversa i luoghi teatro del dramma, con un focus sulle persone che hanno vissuto il dolore in prima persona: i parenti e gli amici della vittima, ma anche quelli dei presunti assassini. Imputati del delitto, i quattro giovani sono stati sottoposti a due gradi di giudizio e i legali avrebbero annunciato ricorso in Cassazione. In primo grado, i fratelli Bianchi accusati dell’omicidio hanno incassato l’ergastolo, pena ridotta in appello a 24 anni perché riconosciute le attenuanti generiche . Confermate in secondo grado le sentenze a carico di Mario Pincarelli e Francesco Belleggia per concorso in omicidio: 21 e 23 anni di reclusione.

(2)Il fatto di bullismo e cyberbullismo, “salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da uno a sette anni chiunque, con condotte reiterate, mediante violenza, atti ingiuriosi, denigratori o diffamatori o ogni altro atto idoneo, intimidisce, minaccia o molesta taluno, in modo da porlo in stato di grave soggezione psicologica, ovvero da isolarlo dal proprio contesto sociale.

“È punito con la reclusione da sei mesi a tre anni chiunque, trovandosi nella possibilità di impedire o denunciare i fatti di cui al primo comma, non si avvale di tale possibilità.
La pena è della reclusione da due a otto anni se i fatti di cui al primo comma sono commessi mediante la rete internet o la rete di telefonia mobile.

La pena è aumentata di un terzo se il fatto è commesso dal coniuge, anche se legalmente separato o divorziato, da un convivente o da persona che sia o sia stata legata da relazione affettiva alla persona offesa.

La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso da tre o più persone riunite o a danno di un minore o di una persona con disabilità o di una donna in stato di gravidanza.

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