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LA PARTECIPAZIONE DEL CITTADINO ALLA VITA SOCIALE INCLUSIVA-DOTT.SSA SILVANA DI FILIPPO

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Redazione-La vita sociale di oggi, sempre più impone un modello partecipato. Si tratta di un’azione sociale condivisa all’interno del sistema sociale.Per partecipazione alla vita sociale “intendiamo una determinata posizione nel sistema sociale e lo svolgimento di un’attività conforme al relativo ruolo, entro i margini più o meno ampi che la maggior parte dei ruoli lasciano all’interpretazione individuale”.[1]

E’ sulla base delle esigenze territoriali che la partecipazione implementa il nuovo sistema del welfare considerandone tutti quei bisogni che sono diversificati.

La comprensione profonda del cittadino  sollecita le agenzie educative a convergere nella logica costruttiva dando vita all’inclusione.

I cittadini, dunque, rafforzano, valorizzano e devono dare continuità alla partecipazione.

Un punto di partenza relativo alla partecipazione è costituito dal forum di ascolto.

Il forum è l’ambiente in cui avviene una comunicazione partecipata. Si tratta di rendere il dialogo tra attori sociali e cittadino di tipo circolare nel quale effettivamente sia possibile uno scambio reale.

L’aspetto prioritario del linguaggio comunicativo riconosce un ascolto attivo del cittadino con approfondimenti aperti. Non sono da sottovalutare le caratteristiche specifiche del territorio stesso.

Obiettivo del forum di ascolto si caratterizza di una  speciale espressione tendente alla rilevazione di proposte concrete relative a fenomeni sociali varie e a problematiche generiche. In questa importantissima fase vanno evitati argomenti dispersivi e non attinenti.

La carta della cittadinanza sociale, è un modello di partecipazione attiva del cittadino alla vita inclusiva.
Nell’ottica della carta della cittadinanza sociale si coglie il senso di una comunicazione in cui emittente e ricevente s’incontrano in un messaggio ascoltato e condiviso.

La struttura della cittadinanza  si articola su tre importanti livelli[2]:

  1. LA TITOLARITA’
  2. LA FRUIBILITA’
  3. LE COMPETENZE O ABILITA’

Nell’ambito di queste articolazioni, l’operatività e le politiche del welfare  agiscono in funzione della promozione di una cittadinanza attiva.

Essere CITTADINI ATTIVI significa riscoprire LA TITOLARITA’ delle proprie cittadinanze nella comunità locale.

Essere CITTADINI ATTIVI  significa avere la possibilità di effettiva FRUIBILITA’ attraverso il proprio protagonismo nello sviluppo dell’azione progettuale.

Essere CITTADINI ATTIVI significa vivere percorsi partecipativi in grado di promuovere e consolidare competenze e abilità per l’esercizio effettivo della cittadinanza in relazione della propria situazione.

Ma c’è un ambito che precede tutto ciò, fondativi del tema della cittadinanza e dell’azione sociale ad essa finalizzata.[3] E’ questo l’ambito in cui s’incontrano la parola e l’agire.

La cittadinanza nasce storicamente, ci ricorda in Arendt, come spazio pubblico in cui poter agire e dire parole: o meglio, “compiere grandi gesta e pronunciare grandi parole.” [4]

“Parola e agire, o meglio parola narrativa e agire narrabile, hanno un ulteriore spazio di risonanza interno al concetto di cittadinanza. Si tratta di uno spazio aperto dalla stessa natura dell’agire”:[5] ”:[6]…”La carta per la Cittadinanza Sociale  , di cui il Piano degli Interventi e dei Servizi Sociali tratta, può contenere al suo interno la carta dei Servizi Sociali, considerata nell’ambito della legge 328/00.(…) in particolare, emerge che la Carta per la Cittadinanza Sociale rappresenta un percorso progettuale teso a promuovere «esperienza di cittadinanza attiva sociale, consapevole sia nella popolazione che nelle  istituzioni»[7], di cui la Carta dei servizi costituisce una parte.[8]

Si tratta di una carta CON la cittadinanza e non PER la cittadinanza. Perciò la costruzione della carta della cittadinanza sociale riguarda tutte le persone che vivono, lavorano, abitano stabilmente o temporaneamente in un territorio e che hanno il diritto insieme ai doveri di contribuire al benessere della comunità. Tali diritti, doveri, responsabilità e interessi legano ogni persona alla propria comunità.

La carta della cittadinanza sociale si realizza nell’interesse della collettività tutta. Si tratta di un rapporto dinamico in vista del benessere generale.

La Legge quadro dell’8.novembre 2000 n. 328 è la legge per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. All’Art. 13 della citata Legge a punto 2) testualmente si legge: “ Nella carta dei servizi sociali sono definiti i criteri per l’accesso ai servizi, le modalità del relativo funzionamento, le condizioni per facilitarne le valutazioni da parte degli utenti e dei soggetti che rappresentano i loro diritti, nonché le procedure per assicurare la tutela degli utenti. Al fine di tutelare le posizioni soggettive e di rendere immediatamente esigibili i diritti soggettivi riconosciuti, la carta dei servizi sociali, ferma restando la tutela per via giurisdizionale, prevede per gli utenti la possibilità di attivare ricorsi nei confronti dei responsabili preposti alla gestione dei servizi”.

Si tratta di una cittadinanza non più passiva ma attiva e funzionale.

La carta della cittadinanza si realizza in un sistema di welfare solidaristico, fondato  in un significativo scambio di diritti e doveri che diventano incontro con gli altri.

La carta della cittadinanza diventa sostanzialmente:

  • uno strumento di tutela dei cittadini;
  • implementazione della rete sociale;
  • sviluppo di una partecipazione attiva.

Sostanzialmente il concetto di cittadinanza si riferisce ai diritti dei soggetti che compongono la società e di uno specifico territorio, nello specifico dei cittadini stessi.

La carta per la cittadinanza, dunque, risulta uno strumento d’integrazione tra welfare  e cittadino nella sua specificità di partecipazione, promozione dei diritti, tutela del cittadino stesso, garanzia di qualità nello strumento prioritario di un linguaggio che diventa efficace ed efficiente nella sua comunicabilità.

In considerazione del fatto che il cittadino è titolare di diritti e di doveri, è necessario richiamare la nozione di cittadinanza come carattere complesso e multidimensionale.

Sul piano descrittivo il concetto di cittadinanza ha un doppio significato: da una parte esprime uno status politico-giuridico, che attribuisce diritti e doveri ad un individuo, dall’altra significa appartenere ad una comunità, quindi ha un aspetto sociologico.

Per un lungo periodo la cittadinanza ha espresso solo l’appartenenza degli individui ad una comunità politica: alla Città, allo Stato o alla Nazione.[9]

Oggi questo concetto viene associato ad un certo concetto di cittadino, cioè titolare di diritti e di doveri.[10] La parola “titolarità” richiama un’ampia gamma di significati, con riferimento ai compiti e alle prerogative di un soggetto investito di una determinata funzione, nel caso scolastico, ad es., la funzione riguarderà quella del docente che sta ad indicare: un insieme di prerogative e di diritti ma anche un insieme di adempimenti e di doveri.[11]Con il termine “educazione alla cittadinanza” ci si riferisce all’insieme delle attività educative formali e non formali che vengono sviluppate non soltanto all’interno dei sistemi scolastici, ma anche in contesti extrascolastici per consentire ai giovani, ma anche agli adulti, di acquisire le competenze necessarie ad esercitare i propri diritti e i propri doveri e a partecipare attivamente alla vita democratica.[12]I cittadini dunque diventano parte attiva  nel patto per la cittadinanza sociale.

Si tratta di soggetto non più destinatari di un processo decisionale ma soggetti attivi della comunità locale tendenti a partecipare alle decisioni delle politiche sociali. In questo senso l’ascolto attivo del cittadino diventa uno strumento di miglioramento: diventa lavoro di rete integrata, in cui viene vista la centralità della persona in/tessuta nelle sinergia più estese. Infatti il nuovo ‘Stato Sociale’ si fonda più responsabilmente sui bisogni espressi dalla popolazione che sono i costituenti della cittadinanza-risorsa, dei cittadini-insieme.

La carta per la cittadinanza sociale è la carta del Servizi sociali presenti nel sistema locale dei servizi e degli interventi sociali, espressamente  concentrata sui bisogni del cittadino/utente che diventa risorsa attiva nel un contesto di costruzione della carta stessa con una effettiva partecipazione. Nel patto per la cittadinanza sociale, vengono definiti sia i valori che i principi condivisi dai cittadini che nascono per l’appunto attraverso un patto, attraverso cui possono essere espresse opinioni sui servizi che si ricevono e proporre l’indice di qualità nella fase di miglioramento. La carta sociale diventa dunque, il documento volto a tutelare i cittadini ai quali è attribuito un potere di controllo diretto sulla qualità erogata dal singolo servizio o intervento sociale, secondo quanto previsto dall’art. 13 della L. 328/00. La carta non ha valore che nella sua validazione con il cittadino. Inoltre, essa è sottoposta a revisione con una periodicità

almeno annuale.

 

 

[1] Cit. p. 173 di Luciano Gallino, La società perché cambia, come funziona”Ed.Paravia,Torino, 1980

[2] Cit. Paolo Raciti, p. 95 – L’educativa Territoriale –RSS Anno XL – N. 2 apr.-Giugno 2001

[3] Ibidem

[4] H. Arendt,1999 (ed. it), Vita Activa, Bompiani, Milano

[5] Ibidem, p. 99

[6] Ibidem, p. 99

[7] Cfr V. Biagi, Il percorso della Regione Toscana della Carta per la Cittadinanza Sociale, in Studi Cancan. Politiche e servizi alle persone, n. 1, 2002 in cit) p. 106 Michelina Venditti, Il Sistema sociale locale nelle sue dimensioni valoriale strutturale e funzionale”, Ed. Giappichelli,   Torino,2004

[8] Michelina Venditti, Il Sistema sociale locale nelle sue dimensioni valoriale strutturale e funzionale”, Ed. Giappichelli, Torino,2004 – Cit. p.106

[9] Habermas J., Citizenship and National identità, in:The condition of citzen ship, B. Van Steenbergen (Ed.), London, 1994 – in cit. Maria Magoska RSS Anno XLI – N. 2 apr.-giugno 2002.

[10] Zolo D., La strategia della cittadinanza in: La cittadinanza. Appartenenza, identità, Diritti (Ed.), Roma, 1994 – in cit. Maria Magoska RSS Anno XLI – N. 2 apr. Giugno 2002.

[11] Gabriele Uras, Voci della scuola, IV volume, Ed. Tecnocid, 2005 p. 71

[12] Bruno Losito, Voci della scuola, IV volume, Ed. Tecnocid, 2005 p. 105

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