LO SPECCHIO-DOTT.SSA STELLA CHIAVAROLI
« (…) scendevi come una vertigine
saltando gli scalini, e mi conducevi
oltre l’umido lillà nei tuoi possedimenti
al di là dello specchio… »(Dalla poesia di Arsenij Tarkovskij, recitata all’inizio del film “Lo Specchio”. Andrei Tarkovskij, Racconti cinematografici, Milano 1994, pp. 14-16)
“Le menti degli uomini sono specchi di altre menti”
(Hume)
Redazione-L’uomo, da sempre ha sentito il desiderio di specchiarsi e di conoscere l’unica parte del suo corpo visibile agli altri, ma non a se stesso. In passato l’esigenza di specchiarsi, arriva come esperienza di scoperta della propria immagine riflessa. Questo desiderio viene appagato dalla natura stessa che ha permesso la conoscenza del proprio volto attraverso la riflessione dell’acqua. Per la prima volta, infatti, la propria immagine si specchia nei laghi, nelle pozzanghere, nei fiumi e nei mari attraverso i quali la natura si offre spontaneamente a tale scoperta.
In Grecia, viene assegnato al dio Efesto il primato degli specchi. Gli specchi più antichi che noi conosciamo sono quelli degli egizi. In particolare lo specchio, qui, viene vissuto come sacro e rappresentato per lo più con il simbolo del sole.
Durante il medioevo, lo specchio è dato dai rari dischi di vetro o di metallo anneriti dal piombo nelle estremità.
Lo specchio acquista prestigio con i vetri veneziani in Italia. Nel 1369, a Murano viene realizzata la prima produzione di specchi.
Nel sedicesimo secolo Leonardo Fioravanti, esplica le modalità di realizzazione dello specchio attraverso la fusione di due metalli: il mercurio e lo stagno. In seguito, nel 1835, Justus Von Liebig, passa al rivestimento d’argento di uno dei due lati della lastra di vetro.
Oggi, si spruzza sottovuoto, sempre su una lastra di vetro nella sua parte inferiore, uno strato molto sottile di argento e alluminio.
Lo specchio, è sempre stato oggetto di riflessioni. Si pensi al film del 1975: “Lo specchio” diretto da Andrej Tarkovskij. Qui il protagonista rivive la sua vita, i suoi ricordi mentre si trova in fin di vita e ripercorre i suoi vissuti proprio come in uno specchio che riflette i suoi destini e riproduce le immagini dei ricordi.
Qualsiasi superficie che riflette la luce in modo regolare, assume la dizione di specchio.
Lo specchio ricorda la luce, poiché può illuminare la nostra visione o infrangere i nostri sogni. Ricordiamo la cultura popolare e le superstizioni sullo specchio che si rompe. Una di queste ci conduce in Oriente, dove la gente credeva che tutto quello che rifletteva la figura umana, ne assorbiva anche l’anima. Per questa ragione, rompere uno specchio, veniva tradotto come distruzione dell’anima.
Per i Romani, invece, rompere uno specchio significava perdita economica, dato che essi venivano costruiti con materiale prestigioso come l’oro e l’argento.
Altri linguaggi di gergo popolare rimandano ad affermazioni come: “specciati a…”, per esemplificare di avere qualcuno ad esempio migliore di noi.
Ma lo specchio, da sempre, è stato anche ispirazione di fiabe, poesie e racconti.
Tra le più famose, ricordiamo la favola di Biancaneve e i sette nani: “Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”. Sappiamo anche che quando lo specchio va in frantumi, non potrà più rispondere alla strega cattiva.
Nella storia del pensiero, lo specchio ricorda anche il mondo dell’empatia, dell’osservazione, di colui che guarda e che può ora guardarsi. Di colui che osserva ed è osservato allo stesso tempo. E’ anche la storia della relazione tra l’uomo e la propria immagine, tra questa e il mondo del vero o delle apparenze.
Oggi, lo specchio unidirezionale, rimanda allo specchio psicologico, al lavoro di èquipe. Si tratta di uno specchio dove da un lato consente alla luce di fare il suo ingresso e dall’altro di rifletterla.
Lo specchio unidirezionale, si presenta formato da un vetro che divide la stanza dove avviene la conversazione (qui vediamo solo uno specchio), da quella di chi si trova nell’altra stanza (qui possono vedere cosa accade nella stanza dove avviene la conversazione).
Questa di tipologia di specchio, è usato di frequente negli incidenti probatori.
Altri elementi legati alla cultura dello specchio, sono i neuroni. Per spiegare la corrispondenza del fenomeno dell’empatia, da un ventennio si parla di neuroni a specchio. E’ con lo scienziato Giacomo Rizzolatti che si dimostra come anche nel nostro cervello ci sia uno specchio. Si tratta dei famosi neuroni a specchio, che a mano a mano spiegano i processi mentali, consentono di comprendere, riconoscere e apprezzare le azioni altrui (intuizioni), le origini delle emozioni
e del linguaggio analogico.
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