” I NUOVI SCHIAVI ” – PROF.SSA GABRIELLA TORITTO
Redazione- Sono trascorsi giorni da quando i tg e i giornali ci hanno informato sulla tragedia consumatasi nella costruzione di un supermercato a Firenze, tragedia che ha visto morire cinque persone.
Gli esami di laboratorio e le perizie sono iniziate. Fra le ipotesi più attendibili: il cedimento dell’ ancoraggio di una trave su cui sarebbe stato gettato il cemento armato e di lì il crollo a catena.
Crollo colposo. Omicidio colposo plurimo. Verifiche in una miriade di aziende coinvolte e sparse in tutta Italia, un dedalo in cui anche gli investigatori e tecnici più esperti faticano ad orientarsi.
Scatole cinesi.
Non tratterò degli aspetti tecnici, essendone incompetente, mi soffermerò a riflettere su quelli etici, sui valori, sulla cultura dei nostri tempi.
Le vittime erano in quel tragico e sciagurato momento nell’esercizio di un diritto costituzionalmente riconosciuto come quello del lavoro, oggi vilipeso dall’ingordigia di quanti vogliono arricchirsi senza “sporcarsi le mani”, subappaltando lavori, consegne, all’ennesima potenza. Sicché è facile immaginare che, se in origine l’ordine era la costruzione di travi in cemento armato, di appalto in appalto, di passaggio in passaggio, quel cemento armato sia divenuto cartapesta.
Altrimenti come fa l’ultimo “anello della catena” dei subappalti a guadagnarci qualcosa?
Ne consegue che bisognerà indagare sulla qualità dei materiali!
Hanno però subappaltato anche la manodopera, rivolgendosi a ditte che “forniscono personale”: dunque le persone – gli uomini, i padri di famiglia, i figli, i fratelli – che, quella manodopera eseguono.
Sono stati gli esecutori materiali dell’immane tragedia sul lavoro. VERGOGNA!
Da ciò che si legge sembra: lavoro nero!
Le politiche aziendali di esternalizzazione – o di “terzizzazione” – delle attività più rischiose, come la movimentazione delle merci, ingaggiano i nuovi schiavi: gli immigrati, ma anche molti italiani, a causa dell’aumento del caro-vita, dell’inflazione e del non adeguato/proporzionale aumento delle remunerazioni. Così il rischio dei nuovi schiavi cresce in modo esponenziale poiché la loro debolezza legale ed economica li conduce ad accettare condizioni di lavoro sempre più ingrate.
Mi chiedo se subappaltare i lavori, oltre a scaricare le responsabilità civili e penali, oltre ad arricchire senza lavorare, non abbia inevitabilmente anche un’altra finalità: l’”affiliazione” – istituto abolito nel 1983 – la “fidelizzazione” di intere aree a fini elettorali e di potere …
Poi, stando alle notizie riportate da alcuni giornali, si scopre che l’”azienda madre” (definiamola così), quella da cui sono partiti i subappalti, è nelle mani di un personaggio di altra stagione storica e politica.
Li votiamo. Li eleggiamo nella speranza, nell’illusione che ci difendano, che interpretino al meglio le nostre esigenze e quelle delle nostre famiglie, i bisogni dei cittadini, per poi scoprire che fanno solo ed esclusivamente i loro interessi!
Ancora una volta: VERGOGNA! Avranno anche loro dei figli? …
E poi ci sarebbe il falso: dagli accertamenti che stanno svolgendo le autorità competenti sembrerebbe che in quel cantiere di Firenze ai lavoratori assunti sia stato applicato il contratto da metalmeccanici, mentre svolgevano lavori per costruzioni edili, il cui personale costa di più. Dunque contratti a costi inferiori per garantire poi a coloro che prendevono il subappalto la possibilità di risparmiare. Le verifiche sono in corso d’opera.
La ditta appaltatrice di quei lavori è la stessa dell’incidente ad un supermercato a Genova. Dunque a quella ditta hanno consentito di continuare a mietere lutti. Ne consegue una cor-responsabilità delle Istituzioni preposte non solo alla Sicurezza ma anche alla Giustizia, al Lavoro etc…
La Salute e la Sicurezza sul lavoro costituiscono un tema quotidiano che implica cor-responsabilità diretta di tutti coloro che hanno ruoli decisionali ed organizzativi. In gioco tuttavia ci sono anche le COMPETENZE. Molti geometri escono dai “diplomifici” e fanno danno. Mentre ci sono ponti, acquedotti, – costruiti dagli antichi Romani – abbazie degli abili Cistercensi che hanno resistito ai terremoti, all’incuria del tempo, ai bombardamenti. Significherà pur qualcosa?
E poi come non riflettere che a monte, in primis, vi é una questione di valori e di cultura!
Famose sono le parole che agli inizi del Novecento Don Luigi Sturzo ebbe a dire:
“La missione del cattolico in ogni attività umana è tutta impregnata di ideali superiori, perché, in tutto, si riflette il Divino. Se questo senso del Divino manca, tutto si deturpa: la politica diviene mezzo per l’arricchimento, l’economia arriva al furto e alla truffa, la scienza si applica ai forni di Dachau, la filosofia al materialismo e al marxismo, l’arte decade al meretricio”.
Parole profetiche. Fotografia dei tempi pagani in cui viviamo.
In Asinaria di Plauto, II, 4, 88, leggiamo: “lupus est homo homini, non homo” – dove si allude all’egoismo umano, assunto poi dal filosofo T. Hobbes, nella sua opera De cive, per designare lo stato di natura in cui gli uomini, soggiogati dall’egoismo, si combattono l’un l’altro per sopravvivere. Cannibalismo.
Nel 1891 fu emanata la Rerum Novarum di Leone XIII, che costituì il fondamento teorico della Dottrina Sociale della Chiesa e rappresentò la risposta della Chiesa alla questione operaia. Le trasformazioni economiche, causate dal capitalismo industriale, ebbero ripercussioni sociali di notevole entità che la Chiesa non poté ignorare. Così essa, la Chiesa, sollecitò la nascita di associazioni sindacali operaie nel quadro dei rapporti con i datori di lavoro improntati sulla solidarietà cristiana e affermò la necessità di un ruolo dello Stato nei conflitti fra il Capitale e il Lavoro.
Ai nostri tempi sono andati persi i principi della solidarietà cristiana. Così come è stato smarrito il senso del Divino che dovrebbe permeare ogni attività umana. Don Sturzo appunto affermò che “se questo senso del Divino manca, tutto si deturpa”. E ai nostri tempi la Chiesa, diversamente da fine Ottocento, fa fatica ad incidere nel quadro sociale e politico poiché molti sono coloro che da essa si sono allontanati, cadendo in un obnubilamento della propria coscienza e nell’ignoranza storica e culturale più deleteria per la Società tutta. Oggi molti hanno la presunzione di ritenersi informati, di sapere tutto, affidandosi alla superficialità, all’enciclopedismo informatizzato dei saperi … grave e greve illusione!!!
L’intelligenza parte dal cuore! E la conoscenza passa attraverso il cuore! E questo la Chiesa lo sapeva. Così come lo sapevano gli antichi Egizi e Greci. Nei “Centri di Forza”, definiti dalla tradizione orientale Chakra, il “Centro Cardiaco” può essere considerato il luogo di incontro con il Divino.
Il testo sacro per eccellenza, la Bibbia, riporta diversi riferimenti all’intelligenza del cuore. Ad esempio nel libro dei Proverbi, 14, 33 è scritto: “In un cuore intelligente risiede la Sapienza” (Proverbi, 16, 21). Oppure: “Chi è saggio di cuore è ritenuto intelligente” (Proverbi 16,21). In Siracide vi sono continui riferimenti al cuore, si legge ad esempio “Il cuore intelligente acquista la scienza, l’orecchio dei saggi ricerca il sapere” (Siracide, 18, 15).
Non bastava la laicizzazione della società europea dopo l’Illuminismo e la Rivoluzione Francese … (che pur hanno ben fatto!) Ad essi si sono aggiunti il paganesimo, importato con l’”edonismo reganiano” e il consumismo, la globalizzazione.
Poi … dalla padella alla brace, con ben due grandi guerre ai nostri confini di terra e di mare …
Occorrerebbe un’istituzione mondiale per il ripristino delle regole costituzionali mondiali, di alcuni valori fondamentali ma è tutto molto difficile poiché ad esempio l’ONU ha perso ogni vigore e credibilità e la lotta al profitto, ovvero la lotta agli egoismi, è ardua!
Occorrerebbe riportare i valori cristiani al centro. Nel difficile momento storico in cui viviamo la Dottrina Sociale della Chiesa dovrebbe essere l’elemento edificante, educativo di coloro che vivono nelle Istituzioni. I Lavoratori, gli stessi Sindacati, dovrebbero essere i primi a reclamare quella Dottrina Sociale, la quale già due secoli fa aveva previsto la partecipazione dei lavoratori agli utili d’azienda; aveva rappresentato l’antidoto al lavoro concepito esclusivamente come fonte di profitto.
Non esiste solo il profitto! Vi sono i lavoratori con la loro dignità, con la loro storia, con le loro famiglie, i figli, che vanno rispettati. A quanti leggeranno le mie umilissime righe, scrivo che il riconoscimento di tali valori costituirebbe certamente un passo verso un cambio di rotta. Oggi trionfano le “democrature”. L’Occidente presuntuosamente ha negoziato con loro. Non si poteva fare diversamente? Falso! Solo i ciechi non hanno saputo vedere lontano. Solo gli incapaci non hanno saputo leggere la Storia, rinnegando le proprie origini.
La formazione ai valori cristiani, il riconoscimento della dignità della persona sono negli Articoli 1, 2, 3 e 4 della nostra bellissima Costituzione, redatta dai Padri Costituenti, come La Pira e Moro, i quali contribuirono a “scrivere” la Repubblica Italiana. Molti di loro erano di solida formazione cristiana. Giovani, formatisi all’interno dell’Azione Cattolica, che hanno contribuito con i valori cristiani, con l’etica e la grande cultura di cui erano portatori, a ricostruire l’Italia nel dopoguerra.
Finché lo Stato non si porrà al servizio del cittadino e non il cittadino, ossia la persona umana, al servizio dello Stato non avremo, non vedremo giustizia. Ma lo Stato quasi non c’è più. Anch’esso è a servizio di “qualcuno”. E’ asservito al potere economico-finanziario!
La Prima Repubblica, quella in cui sono cresciuta e mi sono formata, esercitò una forte pressione nei confronti dei poteri economici-finanziari mondiali – si ricordi il caso Mattei con le Sette Sorelle. Oggi invece tali poteri governano la politica. Ne consegue che non riusciamo più ad attuare i principi costituzionali che si leggono sulla Carta. Non riusciamo ad implementarli e l’uomo, ossia la persona, diviene merce.
Occorrerebbe dunque riscoprire il valore della persona nella sua dignità, altrimenti la politica sparirà, e con essa l’uomo, ossia la persona morirà per divenire “schiavo”, “merce” di scambio”, come le cinque vittime di Firenze!
F.to Gabriella Toritto