IL CONSULTORIO FAMILIARE NEL SOSTEGNO ALLA COPPIA-DOTT.SSA SILVANA DI FILIPPO(TERZA PARTE)
Redazione-La Legge 405/75 all’art. 1 lettera a) stabilisce come scopo del consultorio anche quello dell’assistenza psicologica-sociale della coppia.
E’ evidente che il legislatore ha voluto dare assistenza anche alla coppia non costituita in famiglia e cioè all’uomo e alla donna che coabitano o non nella stessa casa abbiano problemi di natura psicologica e sociale da dover risolvere. E’ la prima volta che la legge usa il termine coppia, come destinataria di una tutela giuridica e sociale.
La norma è tuttavia un’applicazione del principio generale contenuto nell’art. 3 della Costituzione in cui si stabilisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza discriminazione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di convinzioni personali e sociali”, e dell’art. 30 della Costituzione che dispone:
”E’ dovere e diritto dei genitori mantenere istruire ed educare i figli anche se nati fuori del matrimonio.
“Nei casi di incapacità dei genitori la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
“La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale compatibile con i diritti della famiglia legittima.
“La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità”.
I problemi della coppia possono quindi essere non solo i rapporti interpersonali tra uomo e donna, ma anche i rapporti tra la coppia, che può divenire o essere il padre e la madre, e i figli oppure il frutto del loro concepimento. [1]
Il Consultorio Familiare sostiene ed aiuta la ‘coppia’ nel proprio rapporto che spesso è sottoposto a dura prova. Oggi, si assiste ad una molteplicità di coppie: da quella tradizionale a quella antitradizionale ( etero /omo/ o transessuale ).
Queste osservazioni riconducono ad un bisogno di essere aiutati, consigliati,compresi. Spesso il Consultorio è il luogo dove ‘le coppie’ si sentono sicure di non essere giudicati ma capiti e arricchiti dei saperi di professionalità legate al segreto e alla preparazione necessaria a sorreggere la coppia.
Oggi, la coppia possiede una serie di conoscenze sui loro diritti/doveri che spesso la mette in conflitto proprio sulla base di paragoni/bersaglio che non lascia spazio per una comunicazione effiacace ed efficiente. Il Consultorio contribuisce a riordinare il rapporto cercando di rendere educativa la loro relazione e riorganizzando i loro progetti di vita. Gli attori principali del processo di aiuto sono i partners stessi che contribuiscono ad elaborare le loro esperienze maturando gradualmente gli affetti, la passione o il riconoscimento di un sentimento chiamato ‘amore’.
In varie occasioni la coppia si pone in conflitto nel rapporto interattivo tra amore e sessualità.Essa viene aiutata dagli operatori a ritrovare un equilibrio ed anche in un più concentrato lavoro di confronto ed aiuto-aiuto tra gruppi di coppie, a queste viene proposto un corso di educazione socio-affettiva e sessuale.
“L’amore è assai di più del semplice desiderio sessuale – dice Russell – è il mezzo unico per sfuggire alla solitudine che tormenta gli uomini per la maggior parte della vita.”
Nell’aiuto e il sostegno alle coppie, spesso vengono messi in risalto anche sentimenti di gelosia o sensazioni di fallimento sentimentale, sottolineando un grosso bisogno di sfiducia ed insicurezza. Emergono sentimenti di fedeltà/infedeltà, di rabbia, rancore, sconvolgimento emotivo a volte dettato dalla paura dei giudizi degli altri.
In altre occasioni, l’uomo/papà si sente trascurato dalle attenzioni del nuovo nato da parte della partner.
Atre volte la coppia entra fortemente in crisi per adulterio, oppure per abbandono, per incomprensione ed altre volte ancora per incompatibilità sessuale,per eccessive pretese o per timore di essere oggetto di abbandono. Altre volte tra la coppia si concretizza una vera e propria lotta di potere con reazioni infantili.
Gli operatori del consultorio aiutano la coppia a ritrovare un equilibrio socio-psicologico o a prevenire fenomeni di disagio cercando di riportare/portare in essi un buon funzionamento fatto di stima, rispetto, amore e fiducia.
La vita di coppia, naturalmente, a volta porta al matrimonio e altre volte allo scioglimento di quest’ultimo tramite separazione o divorzio.
Anche in questa fase, la coppia può essere aiutata dagli operatori del consultorio per realizzare un nuovo progetto di vita fatto di accettazione delle decisioni dell’altro o aiutandolo ad elaborarle. Nel caso di coppia con prole, gli operatori cercheranno di educarli ad un nuovo rapporto: quello di genitori comunque responsabili.Pati (1981), in proposito, afferma che “il padre, nella sua indipendenza, non può agire isolatamente, prescindendo dalla madre. L’uno aspetta dall’altro incentivazioni e suggerimenti per l’ideazione di un comune itinerario educativo, che ciascuno attuerà in forza della propria originalità personale: c’è autonomia nell’interdipendenza.” La reciproca disponibilità, in un rapporto di scambievole stima ed amore dà origine al colloquio con i figli. Nel sostegno alla genitorialità, naturalmente l’unione deve diventare più forte.
1.3 La procreazione responsabile e consapevole
“L’amore è diffuso per sua natura”, è un detto della filosofia tomista; cioè nel momento stesso che tende a una intimità si apre ad ulteriori possibilità affettive. E’ quanto avviene nella tipica affettività coniugale, dove l’atto più intimo può dare inizio ad una nuova vita.La vitalità dell’amore non si limita alla procreazione biologica – si pensi alla possibilità di adozione e di altre forme d’impegno civile ed etico -; però la fecondità biologica che dà l’inizio di una nuova vita, alla quale si rivolgono le altre attività.La nascita di un figlio, in quanto è possibile, non deve essere un evento imprevisto; bensì una scelta cosciente, cioè responsabile e concordata dai partner. Tale scelta va pensata nell’interesse preminente del figlio. I coniugi devono essere consapevoli del valore umano – per la famiglia e la società – di un nuovo essere e insieme devono avere la capacità di valutare le proprie possibilità biologiche e formative. I giovani devono riflettere sulle possibilità procreative dei rapporti sessuali e sulle conseguenti corresponsabilità.La regolazione delle nascite implica motivazioni valide e va aiutata con mezzi legittimi. La procreazione responsabile non si risolve con i contraccettivi, richiede anzitutto responsabilità e autocontrollo reciproco.L’ambiente psicologicamente più adatto alla procreazione è costituito da una convivenza serena.Non sarà il figlio che salverà l’intesa tra i genitori. Potrebbe complicarla o prolungare la freddezza reciproca. Il figlio fa maturare un’intesa già esistente tra i coniugi.La vita sessuale va vissuta responsabilmente, riflettendo sulle possibili conseguenze per non giocare sulla vita umana o sulla donna che ne porta le maggiori conseguenze.La responsabilità procreativa va congiunta con la radicale disponibilità agli imprevisti:
è educazione di realismo, di vita.[2]
(Continua..)
[1] Fromm E. Avere o essere?, Mondadori, Milano, 1980; p. 69
[2] G. Davanzo,Etica sanitaria, Ed. Ancora,Milano, 1984