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” CLARICE ORSINI “- PROF.SSA GABRIELLA TORITTO

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Redazione-  Fu nipote del potente cardinale Latino Orsini. Fu moglie di Lorenzo il Magnifico, prescelta dalla di lui madre, Lucrezia Tornabuoni. Appartenne a una delle più prestigiose casate dell’Urbe, dal plurisecolare ed intaccabile retaggio.

Da Roma, dove era cresciuta e vissuta, Clarice andò in moglie a Lorenzo in Firenze, importante città culturale, economica e politica, culla dell’Umanesimo e del Rinascimento, grazie alla famiglia de’ Medici di cui entrò a fare parte.

Occorre riflettere che la città di Firenze nella seconda metà del XV secolo vantò un ruolo nel consesso europeo di gran lungo superiore alla sua effettiva potenza territoriale e militare. Se si effettuano confronti, si deduce che i suoi possedimenti e confini furono limitati rispetto a quelli di Venezia e di Napoli ma si pregiò di governanti accorti e di diplomatici abili, avveduti. Ebbe mercanti e operatori economici sparsi in molte città d’Europa e tutto ciò contribuì a renderla grande.

Fra gli uomini della città spiccò per ingegno Cosimo de’ Medici che riuscì ad affermare il suo potere senza arrecare scossoni alle istituzioni, trasformando nel tempo il governo cittadino e la politica estera, finanziando le corone reali di mezza Europa, aprendo filiali del banco mediceo ovunque poté.

Di maggiore importanza fu il nipote Lorenzo, detto il Magnifico, che realizzò una politica interna ed estera di altissimo livello. Come scrisse Guicciardini, Lorenzo favorì una politica di equilibrio, riuscendo a bilanciare così bene la politica in Italia che durante il suo governo non vi fu “piatto della bilancia” che pendesse più da una parte o dall’altra.

Il matrimonio fra Clarice e Lorenzo sancì per i Medici la “conquista” della Città Eterna e della Chiesa e per gli Orsini il conseguimento di una liquidità finanziaria che potenziò i loro interessi all’interno della Curia romana.

La suocera, Lucrezia Tornabuoni, conobbe Clarice ancora tredicenne durante la celebrazione di una messa nella basilica di San Pietro, accompagnata dalla madre. La descrive come più alta della media, con un volto delicato e gentile adornato da capelli rossi, con il collo sottile ed elegante e le mani affusolate, sebbene non la trovasse più bella delle fiorentine.

La Orsini tuttavia fu la prescelta. Portò in dote gioielli, abiti dedicati alle diverse occasioni, seimila fiorini e in cambio ricevette in dono cinquanta anelli preziosi, drappi di broccato, argenti e cristalli finemente lavorati.

Gli sposi, secondo la tradizione del tempo, si conobbero il giorno stesso delle nozze. Durante il fidanzamento ebbero modo di scambiarsi solo pochi messaggi.

La scelta di quell’unione, ambiziosa ed esogamica, tradì però le aspettative di molte altolocate famiglie fiorentine, alleate dei Medici, che videro allentarsi i tradizionali legami di consenso con il casato mediceo, da sempre amato e rispettato; così come i denigratori e gli avversari temettero eventuali cambiamenti nell’ordinamento repubblicano delle magistrature fiorentine.

I loro timori si rivelarono infondati. Ai Medici non derivò alcun vantaggio dal matrimonio. Lorenzo non riuscì ad ottenere neppure il titolo cardinalizio per il fratello Giuliano, che fra l’altro morì giovanissimo nella Congiura dei Pazzi, 26 aprile 1478.

Bisognerà aspettare il 1513 per vedere salire un esponente dei Medici sul soglio pontificio. Infatti Giovanni de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e di Clarice Orsini, il 19 marzo 1513 fu incoronato papa, portando alla corte pontificia lo splendore e i fasti della cultura e delle corti rinascimentali. Con Giovanni il sogno e il progetto di Piero de’ Medici e di sua moglie, Lucrezia Tornabuoni, finalmente giunsero a compimento: un esponente della potente famiglia de’ Medici era divenuto pontefice!

L’unione di Lorenzo e Clarice non fu felice e solido come quello di Piero e di Lucrezia, nonostante la Orsini fece di tutto per essere una buona moglie. Clarice non amò le feste, gli incontri conviviali, i balli, né fu amante della letteratura o mecenate di artisti come il marito e la suocera. Vi fu persino un duro scontro fra i due coniugi quando Lorenzo scelse come precettore dei figli Poliziano che Clarice volle allontanare poiché, a suo dire, attraverso lo studio dei classici antichi il poeta umanista inculcava nei figli idee pagane, allontanandoli dalla dottrina cristiana e dalle Sacre Scritture.

Le diverse estrazione e formazione dei coniugi non impedirono tuttavia di mettere al mondo nove figli, di cui due morti prematuri. Al primogenito Piero fu affidata la guida della città di Firenze; il secondogenito, Giovanni, fu avviato alla carriera ecclesiastica, divenendo poi Leone X; le figlie Lucrezia, Maddalena e Contessina andarono spose a giovani rampolli delle famiglie più blasonate. Maddalena sposò addirittura Franceschetto Cybo, figlio naturale di papa Innocenzo III. Mentre Luisa morì prematura a undici anni, arrecando grande dolore a Clarice che fu un’ottima madre, sempre attenta e premurosa nei confronti dei figli.

Diversamente dalla suocera, Clarice, pur provenendo da una delle famiglie più antiche e nobili di Roma e pur essendo la moglie di uno degli uomini più importanti del Rinascimento, non amò la vita pubblica; non si interessò agli affari di Stato; né fu consigliera e confidente del marito.

Di Clarice Orsini si potrebbe affermare che fu una donna di cornice per la facoltosa famiglia de’ Medici. Rimase in ombra ma merita di essere annoverata fra le grandi in quanto la sua discendenza comunque segnò la storia della città fiorentina e della nostra penisola.

Non ci è dato sapere come visse le sventure della famiglia Medici, dalla morte del suocero Piero all’assassinio di Giuliano. Limitata e insignificante è infatti la corrispondenza con il marito Lorenzo, spesso assente per lunghi periodi da casa.

Morì giovanissima, all’età di trentacinque anni, di tubercolosi, male allora considerato incurabile. Si spense nel palazzo Medici di via Larga a Firenze, alla presenza dei figli che le furono vicini durante il trapasso. Non altrettanto fece il marito che si trovava alle terme di Filetta a causa di un attacco di gotta e che non rientrò in città neppure per presenziare alle esequie.

La vita di Clarice, donna che ebbe tutto per essere felice ma che felice non fu, ci ricorda l’esistenza di tante donne di tutti i tempi, anche di quelle imparentate con personaggi influenti e potenti.

F.to Gabriella Toritto

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