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” NO ALLA VIOLENZA DELLE ISTITUZIONI ” – DI VALTER MARCONE

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Redazione- Sono passate ormai alcune settimane dagli avvenimenti di Pisa e di Firenze del 23 febbraio u.s. , un tempo sufficiente per metterci in grado di riflettere con tranquillità su quei fatti. Fuori da ogni preoccupazione del momento , fuori da sterili polemiche o più che mai dall’urgenza di esaminare i fatti con la lente dell’emozione che ci porta all’approvazione o alla disapprovazione tout court. O bianco o nero, O da una parte o dall’altra. Un giudizio se di giudizio si può parlare, sarà la magistratura ad esprimerlo a tempo debito come parte “terza” e autonoma , come punto di riferimento innegabile nel contesti democratico di un paese.

Possiamo dire che le manganellate da parte della polizia agli studenti di Pisa e di Firenze del 23 febbraio 2024 ,diciotto feriti di cui dieci minorenni ,seguite da una manifestazione in serata nella stessa Pisa e tre giorni dopo da un corteo di studenti davanti al Viminale a Roma per chiedere le dimissioni del ministro dell’interno , sono “una sconfitta”? E se possiamo dirlo sta tutto qui il senso di questa riflessione che attorno a quella sconfitta costruisce un ragionamento che si può condividere o meno ma che comunque si sforza di offrire elementi di analisi e di riscontro anche in termini generali sostenendo che comunque bisogna dire “no” , in generale alla violenza e soprattutto alla violenza delle istituzioni. Una violenza spesso originata e quindi frutto dell’odio e in particolare delle parole dell’odio . Ma questo è un tema ampio e complesso che spero di poter affrontare con una riflessione ad hoc.

Le manganellate come la violenza in genere sono una sconfitta. Sono una sconfitta anche quando la violenza viene usata per dissentire e protestare , ovvero impoverisce proprio il valore del dissenso che nel confronto fa vivere la democrazia. Lo ha detto in questa occasione , ma lo ripete spesso nei suoi interventi , il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e ne darò conto di seguito anche se il breve comunicato della Presidenza della Repubblica, riportato dalla stampa che ha dato modo di commentare i fatti di Pisa e di Firenze sembra essere , concordato e condiviso dallo stesso, un richiamo al Ministro dell’interno e ai suoi funzionari ad una maggiore attenzione e una ricerca di responsabilità. Forse lo è ma per le responsabilità si è già attivata la magistratura e probabilmente anche la stessa Direzione della Polizia in un corretto e democratico svolgersi delle funzioni della separazione dei poteri , anima costituzionale appunto della democrazia.

Dicevo “forse lo è”, io non so dirlo. Poco importa in questa sede ,come non è questa la sede per cercare le responsabilità compito della stessa direzione della polizia e della magistratura. Quello su cui invece voglio ragionare con avvedutezza almeno spero ,( sono ormai abbastanza vecchio per dire che le cose hanno bisogno di tempo per essere chiarite), è su questa affermazione della “sconfitta”,pronunciata appunto dal Presidente della Repubblica e declinarne le valenze in modo più articolato possibile.

Comincio con il dire che le manganellate in questo caso sono una sconfitta sia come poliziotti che come padri . E’ indubbio che molti di quei poliziotti in tenuta da sommossa che escono al mattino per lavorare e guadagnare uno stipendio di circa millecinquecento euro al mese per le esigenze proprio delle loro famiglie, compreso i figli, che hanno il diritto di tornare a casa la sera illesi , sono dunque genitori ovvero padri di ragazzi e adolescenti, come quelli che manifestavano a Pisa e a Firenze , che frequentano la scuola e che in molte recenti occasioni hanno fatto sentire la loro voce. Sia su temi che interessano propriamente la scuola e quindi la loro formazione sia su temi in generale che interessano la vita delle nostre comunità locali e internazionali . Una sconfitta come “padri” perchè hanno saputo usare solo il manganello in quella circostanza , che forse è l’emblema di una educazione autoritaria e molti sono gli esempi del passato e contemporanei che hanno chiuso le porte a troppe relazioni e rapporti tra generazioni .

Come poliziotti perchè viene da pensare che quegli studenti “potrebbero essere stati spinti da facinorosi che hanno voglia di menare le mani” proprio verso quel cordone a presidio del territorio e a difesa di “consegne da far rispettare “ ,ingannando gli studenti che ingenuamente si sono prestati e ingannando appunto qualcuno di quei poliziotti che aveva “voglia di menare le mani”. Una ipotesi forse campata in aria e in dispregio di un principio fondamentale che nel riflettere sui fatti non si può fare di tutt’erba un fascio, che le responsabilità vanno accertate e che solo la magistratura ha l’ultima parola.

Dicevo una sconfitta come poliziotti perchè, è dimostrato, questa polizia ha un ‘alta qualificazione professionale come è dimostrato nel controllo dell’ordine pubblico degli stadi che sono molti, sparsi in tutto il territorio e spesso animati da tifosi irrequieti. Come pure una polizia e comunque intendo forze dell’ordine capaci sia come persone, sia per formazione che per capacità istituzionali grazie anche ai mezzi a loro disposizione di gestire la sicurezza delle città e del territorio, capaci di arrivare a catturare latitanti come Matteo Messina Denaro e comunque di contrastare i fenomeni di criminalità organizzata , i reati attraverso il web come per esempio il contrasto del ciberbullismo e l’elenco potrebbe continuare.

Quello che voglio dire è perchè buttare alle ortiche questa alta considerazione di operatori fedeli alla costituzione per il comportamento, da accertare, di piccole frange che comporta responsabilità individuale e che danno l’occasione di speculazioni politiche in entrambi i fronti fino alla “ delegittimazione” come da una parte appunto politica viene asserito . Anche se qualcuno potrebbe avanzare l’idea che comunque quei poliziotti si sono attenuti a delle consegne e quindi capire da chi sono state impartite.

Quando parlo di sconfitta di padri e di poliziotti , allargando il discorso voglio anche parlare di una sconfitta delle istituzioni che sempre di fronte alla violenza non combattuta e respinta nei giusti modi dimostrano la loro fragilità e la loro vulnerabilità. Ora va detto chiaramente , nell’esaminare i fatti di violenza di Pisa e di Firenze ma anche di avvenimenti che hanno coinvolto e coinvolgono altre istituzioni che nel nostro paese siamo stati e siamo anni luce lontani per esempio dai fatti del 4 giugno 1989 di Piazza Tienanmen dove le manifestazioni con la partecipazione di studenti, intellettuali e operai venne repressa con i carri armati. A cui si parò davanti il “Rivoltoso Sconosciuto”, uno studente che solo e disarmato andò incontro alla colonna di carri armati per fermarli. Tanto che le fotografie che lo ritraggono sono diventate celebri in tutto il mondo. Oppure siamo lontanissimi dalle identificazioni ( ne avvengono di frequente anche nel nostro paese ) che vengono fatte ogni giorno in Russia a seguito delle quali i cittadini vengono letteralmente prelevati e condotti nei posti di polizia,sommariamente giudicati e incarcerati. In Italia appunto non è così perchè come dice ad Adnkronos il 19 febbraio 2024 Domenico Pianese, segretario generale del Sindacato di Polizia Coisp : ”Chi tenta di screditare la Polizia di Stato evocando teorie del complotto e derive antidemocratiche, oltre a essere del tutto fuori luogo, non si rende conto che sono proprio le Forze dell’Ordine e il lavoro che ogni giorno compiono le donne e gli uomini in divisa a garantire la libertà di ogni individuo e a difendere l’assetto democratico del nostro Paese”,

Quando parlo di istituzioni in generale e quindi violenza delle istituzioni mi riferisco , per esempio ,a quanto avveniva nelle caserme al tempo della leva obbligatoria, nei manicomi e ancora come avvenuto in alcune strutture sanitarie come le Rsa o nei normali reparti ospedalieri quando si comprime la dignità delle persone in condizioni di bisogno fisico e psicologico .”Eccezioni , casi isolati” per la gran parte delle volte ma sempre indicativi di comportamenti che vanno attentamente sorvegliati. Mi riferisco anche a quanto avvenuto di recente negli istituti di pena e al ruolo della polizia penitenziaria e alla persistente situazione di degrado delle strutture che rappresenta una vera violenza istituzionale . Tanto che il 2024 si è aperto con quattro suicidi ( nel corso del 2023 sono stati 54 , uno ogni cinque giorni )tra il 5 e il 14 gennaio, ed il tasso di sovraffollamento è salito al 127,54%.

Ma cito tutti questi episodi proprio per non fare di tutt’erba un fascio, li chiamo episodi e so che il loro verificarsi dipende solo dalle responsabilità personali di quanti in quelle istituzioni hanno per così dire , per varie ragioni, deviato dal loro compito di servizio,abbandonato la loro missione umana e sociale, contravvenuto alle regole di ingaggio. E voglio anche dire che processare , come spesso è in uso fare, intere categorie di operatori è sempre sbagliato e crea disagio in quelle stesse categorie che ,tolti appunto alcuni comportamenti, restano per la stragrande maggioranza fedeli al loro mandato nei vari campi dove operano .

E dunque anche una sconfitta del diritto nel caso specifico di Pisa. Perchè secondo l’art. 17 della costituzione tutti i cittadini hanno il diritto di riunirsi per manifestare pacificamente e senza armi. Non occorre alcun preavviso : il principio è la regola, magari l’eccezione sta proprio nel successivo divieto motivato per ragioni di sicurezza e incolumità. Quegli studenti avevano il diritto costituzionale di manifestare in quella piazza. Sulla risposta a tale manifestazione dobbiamo introdurre per valutare alcuni aspetti dei fatti anche l’art. 53 del codice penale circa l’uso legittimo delle armi ma anche dei mezzi di controllo e coercizione. Per il quale articolo il tutore dell’ordine non può essere perseguito se necessario e adeguato. Ora proprio sul termine adeguato mi sembra ci sia una sconfitta del diritto perchè in quella occasione probabilmente si poteva scegliere lo strumento meno lesivo. La Cassazione sul problema della proporzionalità si è pronunciata con le sentenze 27/2024 e n.41038 del 16 giugno 2014 in cui sembra di capire che l’uso di strumenti offensivi debba essere l’estrema ratio.

In tema dunque di violenza durante le manifestazioni degli studenti viene in mente , facendo l’avvocato del diavolo , la frequenza con cui negli ultimi tempi si verificano certi episodi che qualcuno dice allarmanti e che qualcun altro ritiene nell’ordine del tempo compatibili con la vitalità della nostra società . Stando per esempio al fuoriprogramma per il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, alla manifestazione davanti al Teatro dell’Opera di Roma promossa dalla Rete degli studenti “contro la repressione” dopo i fatti di Pisa. L’ex premier è stato contestato da alcuni studenti presenti in piazza. In particolare si è scontrato ,si intende verbalmente . con uno di loro, che ha raccontato di essere stato manganellato lui stesso a una manifestazione quando Conte presiedeva il Governo del paese e il suo movimento faceva parte della maggioranza. Oppure come in periodo di pandemia ,quando lo stesso Conte fu aggredito da un “no vax “, una violenza in risposta ad un’altra violenza che aveva permesso a un personaggio istituzionale di dire nei confronti dei no vax :” Li staneremo uno a uno “.

Tornando dunque ai fatti di Pisa e di Firenze , come dicevo questo il comunicato del Quirinale.

«Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento» Un intervento estremamente inusuale da parte del Quirinale su vicende riguardanti la gestione dell’ordine pubblico probabilmente originato proprio dal silenzio del Governo su quei fatti di Pisa e di Firenze.

Sulle cariche del 23 febbraio è stato aperto un fascicolo d’indagine della procura di Pisa, affidato ai carabinieri. Al vaglio le immagini circolate sui social per capire” se è stata proporzionata o meno l’entità della reazione da parte degli agenti sui manifestanti.” La questura da parte sua ha offerto ampia collaborazione con una dettagliata informativa all’autorità giudiziaria, corredata dai filmati girati sul campo dalla polizia scientifica.

Scriveva l’Agenzia Ansa :”Cariche della polizia in mattina a Pisa e Firenze durante cortei pro Palestina. Le cariche sono avvenute nel centro di Pisa durante il corteo studentesco che voleva raggiungere piazza dei Cavalieri. I poliziotti schierati a protezione di uno degli accessi alla piazza hanno caricato gli studenti che stavano cercando di oltrepassare lo sbarramento. Tutta l’area intorno a piazza dei Cavalieri, dove si affaccia la sede centrale dell’ateneo di Pisa, è cinturata dalle forze dell’ordine. Cariche anche alla manifestazione pro Palestina a Firenze quando i partecipanti hanno provato a raggiungere il consolato americano. Il corteo, formato da sindacati di base, studenti e comunità palestinese, è partito da piazza Santissima Annunziata per raggiungere, sfilando per il centro, piazza Ognissanti e ha poi proseguito il percorso sul lungarno verso il consolato. A poche decine di metri era presente lo sbarramento delle forze dell’ordine e quando i manifestanti hanno provato ad avanzare sono partite alcune cariche di alleggerimento. Il corteo ha poi fatto ritorno in piazza Ognissanti per gli interventi finali. “

E in serata la stessa Ansa scriveva : In piazza dei Cavalieri, la piazza del centro di Pisa dove stamani le cariche della polizia hanno impedito il passaggio di un corteo pro Palestina composto da un centinaio di studenti, si sono radunate questa sera 5mila persone, secondo la questura, per esprimere pacificamente solidarietà ai manifestanti di stamani. La manifestazione si è svolta pacificamente, vigilata a distanza da un discreto servizio d’ordine di agenti in borghese, ed è stata originata da due distinti presidi convocati alla stessa ora sotto il Comune e sotto al prefettura, rispettivamente dalle forze della sinistra radicale e antagonista e dai partiti del centrosinistra insieme a sindacati e associazionismo .Sulla scalinata monumentale della Scuola Normale che si affaccia sulla piazza sono stati affissi striscioni con le scritte “Stop genocidio”, “Palestina libera”, “Basta violenza della polizia” e “No alla violenza delle istituzioni”.

Dunque scrivere “Basta violenza della polizia” e “No alla violenza delle istituzioni” non vuole dire e non dà il diritto a nessuno di processare in generale gli uomini delle istituzioni come la polizia di Stato ma anche , secondo i brevi richiami che ho fatto per esempio la polizia penitenziaria oppure gli operatori della sanità di fronte al verificarsi di certi comportamenti che dipendono sempre da responsabilità personali che vanno indagate e processate solo dalla magistratura che nel novero della separazione dei poteri offre tutte le garanzie costituzionali di un intervento democratico .

Proprio per garantirsi dai pericoli nelle istituzioni che ho cercato di mettere in evidenza e quindi di evitare molteplici e ripetute sconfitte , il percorso piuttosto nelle istituzioni, a cominciare dalla scuola, proprio dalla scuola è quello di avviare un lavoro di educazione alla cittadinanza attiva e responsabile secondo la più classica delle definizioni :” la competenza in materia di cittadinanza si riferisce alla capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente alla vita civica e sociale, in base alla comprensione delle strutture e dei concetti sociali, economici, giuridici e politici oltre che dell’evoluzione a livello globale e della sostenibilità. “

Che significa in altre parole che i comportamenti attivi e responsabili nella partecipazione pienamente alla vita civica e sociale del poliziotto servendo lo Stato, dell’insegnante in favore dei suoi studenti, degli studenti di fronte alla possibilità di manifestare le proprie idee nella scuola ( le occupazioni ) nelle strade e nelle piazze ( i cortei ) , dei poliziotti penitenziari nei confronti di quanti privati della libertà sono loro affidati , del magistrato nei confronti della legge , sono comportamenti integri da ogni violenza che è il seme di Caino . Che va sempre spiegato per non farlo germogliare. E quello che ho argomentati fin qui vuole essere un modesto contributo appunto alla spiegazione .

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