” IL TEMPO E’ DEGLI OROLOGI DEL MONDO ” DI VALTER MARCONE
Redazione- Il tempo è degli orologi del mondo forse vuole dire che il tempo è sempre relativo .Dare tempo al tempo, chi ha tempo non aspetti tempo, c’è un tempo per ridere e un tempo per piangere. Sembrano luoghi comuni ,definizioni del tempo sagge o rilevanti. Di fatto in un “ tempo” in cui gli scienziati cominciano a dirci che si può fare a meno del tempo ,un tempo di scarti e di sprechi in ogni campo fino allo scarto e allo spreco del fattore umano quello che sembra contare è solo la foga di vivere il presente e chissà anche il futuro in una vera o illusoria immortalità.
Questa spinta ossessiva è stata alimentata da tre distinte condizioni : pandemia, guerra e carestia che generano paura. E oggi anche una supposta capacità dell’intelligenza artificiale alla quale ormai non si nega più nulla, L’intelligenza artificiale sembra essere capace di tutto nel bene e nel male. Ecco perchè il nostro è un tempo di paura e quindi di confronti con la memoria del passato. Anche in questo senso il tempo che è il protagonista delle vicende del mondo sembra essere stato consegnato agli orologi del mondo in quanto in questo nostro presente esiste solo un tempo personale .
E’ a proposito del tempo personale che in questa riflessione voglio parlare di una strana , futuristica e fino ad ora inimmaginabile teoria. Secondo Jose Luis Cordeiro, l’invecchiamento e la morte sono malattie che – con l’aiuto dell’intelligenza artificiale – l’umanità riuscirà a sconfiggere entro il 2030 .
Ma chi è Josè louis Cordeiro. Membro della World Academy for Art and Science e del Consiglio d’Amministrazione del Millennium Project, Jose Luis Cordeiro ha studiato al MIT e ha conseguito un dottorato alla Simon Bolivar University. E’ ora conosciuto per le sue teorie proprio sulla immortalità contenute in un libro. Per Cordeiro che ricorda come la scienza abbia permesso di sconfiggere molte malattie il segreto della immortalità è contenuta nel libro della vita. Si pensi per esempio ad alcune meduse che riescono a ringiovanire. La rigenerazione dei tessuti ,le terapie staminali , la stampa di organi,le terapie genetiche promettono molto in tema di difesa dell’organismo dall’invecchiamento che è comunque un processo naturale .
L’invecchiamento dunque è un ricordo e la morte una scelta .Un’idea straordinaria, anzi strabiliante. “Longevity Escape Velocity” la chiamano e sembra promettere molto, anzi moltissima in tema di durata del tempo della vita .Perchè la allunga a dismisura grazie alla tecnologia . In altre parole, ma parlando ancora teoricamente, , nel momento in cui la tecnologia sarà in grado di estendere la durata della vita a un ritmo più rapido rispetto all’invecchiamento succederà che se anche invecchiamo di un anno la durata della nostra vita aumenterà di almeno un anno. Come potrà la tecnologia realizzare questa specie di miracolo, ovvero come potrà la tecnologia assicurare non solo l’età biologica che si desidera ma soprattutto l’immortalità. Quasi sicuramente intervenendo sulla fisiologia delle cellule. Ma ne parliamo più avanti .
Quello che è interessante sottolineare subito è la domanda di come si fa a pensare una cosa del genere. Un’idea che pone una grande domanda etica. In altre parole vivere per sempre farà perdere valore alla vita ? E se la morte sarà una scelta che dire di una umanità divisa tra mortali e immortali ?
Nella storia dell’umanità di idee strambe , avveniristiche, impossibili a realizzarsi, fantascientifiche, assurde ce ne sono state molte tanto che si ha solo l’imbarazzo della scelta in una ricognizione che parte dal mondo antico e arriva fino ad oggi. Spesso le idee di ieri si congiungono con quelle di oggi anzi per meglio dire alcune idee di ieri rimangono fortemente radicate tanto da rispuntare ancora oggi, Prendiamo per caso l”idea dei cosiddetti “terrapiattisti “ che continuano a sostenere che la terra sia piatta. Oppure in tema di oggetti non identificati i cosiddetti ufo : torna costantemente l’idea che ci fu in tempi remotissimi uno sbarco di una civiltà aliena estremamente intelligente e dotata di una tecnologia avanzatissima che ci ha lasciato di questo passaggio dei regali per così dire .
E dunque l’idea della immortalità è stata non solo pensata ma messa anche in cantiere per la sua pratica realizzazione tanto che alcuni scienziati azzardano delle previsioni in un futuro prossimo venturo che arriverà tra appena qualche anno. Si parla del 2030 nella previsione più spinta e del 2045 nella previsione più articolata e consapevole delle difficoltà. Che dovranno essere risolte appunto dalla tecnica. Ovvero dalle capacità che la tecnica sta dimostrando in molti settori della vita umana e in questo caso della fisiologia del nostro corpo. In un’altra riflessione ho accennato alla possibilità di costruire da parte della Nasa, che ne ha avviato la sperimentazione, un motore a curvatura che potrebbe superare la velocità della luce. Come pure proprio in termini di fisiologia umana la “sospensione crionica” di un corpo umano per conservarlo ai fini di un possibile ritorno in vita con esperimenti in atto . Una tecnica che sembra essere quasi sorpassata in quanto con le possibilità che la tecnica offre alla rigenerazione di un corpo,ovvero all’assemblaggio di parti come quelle di una macchina ( qual’è appunto il nostro corpo ) si tende a congelare solo il cervello dell’individuo che potrà scegliere un corpo completamente nuovo e immortale.
Invecchiamento e morte sono dunque per questa teoria una malattia a cui è possibile mettere rimedio. Wilkipedia con molto candore definisce così questa rincorsa dell’immortalità “…Nel movimento di estensione della vita, la velocità di fuga della longevità è una situazione ipotetica in cui l’aspettativa di vita è estesa più a lungo del tempo che sta passando.”
Finora l’invecchiamento eufemisticamente chiamato come “ mezza età”, “ terza età” e ancora “ quarta età” è solo il preludio alla morte .
Navigando nel web mi sono imbattuto in un sito dove ho letto un articolo di Alessandra Goria che illustra per conto di una società che offre criopreservazione umani ,la Tomorrow Bio. tutto ciò che riguarda la longevità – e come si può parlare di allungamento della vita considerando anche l’opzione di vivere per sempre. (1 )
“La ricerca dell’immortalità è una storia antica quanto le prime civiltà. Nel 1852, l’assiriologo Hormuzd Rassam scoprì a Ninive, in Iraq, 12 tavolette che raffiguravano il primo poema scritto mai ritrovato. Si chiama Epopea di Gilgamesh e fu scritto tra il 2100 e il 1200 a.C.. Nel poema, Gilgamesh, re di Uruk, prende coscienza della propria mortalità e inizia una ricerca infruttuosa per superare la morte dopo aver visto morire il suo più caro amico.”
In sostanza ed in estrema sintesi l’articolo illustra appunto le possibilità offerte dalla tecnica di realizzare l’antica idea della ricerca dell’immortalità : “L’immortalità è la capacità di vivere per sempre. Può essere ottenuta in diversi modi. Per esempio, creando un corpo che non invecchia e che è resistente alle malattie. Oppure sostituendo le parti più deboli del corpo con componenti tecnologiche. Potremmo anche creare una copia digitale del nostro cervello. L’umanità potrebbe trascendere i limiti fisici del proprio corpo… Se un giorno questa visione diventerà realtà, spetterà a ciascuno valutare se questo è un prezzo giusto per l’immortalità. “
Invecchiamento e morte. La spiegazione della causa dell’invecchiamento secondo il biofisico ed esperto di nanomeccanica Peter Hoffmann, Ph.D, sta nella seconda legge della termodinamica . Il fisico ha spiegato questa sua idea in un articolo per Nautilus Magazine. La seconda legge dice appunto : “«È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di trasferire calore da un corpo più freddo a uno più caldo senza l’apporto di lavoro esterno» (formulazione di Clausius).Appunto il “lavoro esterno” ovvero la tecnica che potrebbe annullare questa impossibilità.
Per Leonard Hayflick, Ph.D, e professore di anatomia e microbiologia, l’invecchiamento è l’incapacità delle cellule del Dna umano di replicarsi , una volta diventate senescenti secondo un limite che appunto viene chiamato “limite di Hayflick”.Ovvero il numero di volte in cui una normale popolazione cellulare umana si divide prima che questa divisione si arresti. Hayflick ha dimostrato che una normale popolazione di cellule fetali umane si divide tra 40 e 60 volte in coltura cellulare prima di entrare in una fase di senescenza . Questa scoperta ha confutato l’affermazione del premio Nobel francese Alexis Carrel secondo cui le cellule normali sono immortali . Ma chissà che Alexis Carrel non abbia una rivincita proprio nel momento in cui la tecnica prende il sopravvento nel trattamento della fisiologia umana. Ricordo che Alex Carrel è stato il primo ad aver messo a punto una tecnica per far crescere le cellule animali fuori dal corpo, in un’apposita coltura che le nutre. Alcune cellule, chiamate fibroblasti, ricavate dal cuore di un embrione di pollo nell’esperimento sono cresciute e si sono riprodotte per 34 anni. Hayflick ha buon gioco nello stabilire un limite perchè dal 1956 nessuno è riuscito a ripetere l’esperimento di Carrel. Che appunto potrebbe avere la meglio soprattutto tenendo conto di quello che diceva spesso : “Poca osservazione e molto ragionamento conducono all’errore; molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità”
Un monito dunque tenendo conto che l’invecchiamento dunque sta tutto nella fisiologia delle cellule del corpo umano che si riproducono ad intervalli temporali. Per esempio quelle dell’intestino ogni quattro cinque giorni, altre in qualche anno. A farla breve questo processo di riproduzione ad un certo punto sembra interrompersi .Appunto senza un aiuto esterno : le tecniche molte delle quali già a disposizione .
Della morte poi l’umanità ha sperimentato ogni dettaglio da quelli pratici , si legga Ares con la sua Storia della morte in Occidente ,Rizzoli ed.. La sinossi che si legge sul sito dell’editore Rizzoli per il quale il libro è pubblicato dice testualmente : “ La morte fa paura perché non possiamo evitarla, perché non la conosciamo, perché siamo soli di fronte ad essa e perché in fondo non riusciamo ad accettare l’impossibilità dell’immortalità. A un esame superficiale, l’atteggiamento di fronte alla morte nella storia della civiltà cristiana occidentale sembrerebbe quasi immutato nel corso dei secoli, ma esso ha in realtà subito un’evoluzione profonda. Attraverso lo studio di testi letterari, documenti, iscrizioni tombali e testamenti, Ariès inizia la propria analisi dal Medioevo, quando la vita intera era vista come una lunga preparazione alla morte, così da poter arrivare a una fine serena e, per quanto riesca difficile crederlo, non temuta. L’autore ripercorre poi l’età barocca e la rivoluzione industriale, e soffermandosi sulle trasformazioni dei comportamenti individuali e collettivi davanti alla morte, mostra come essa sia diventata proprio nella nostra società tecnologica un tabù che si preferisce allontanare e non affrontare. “
Altra cosa è il concetto di morte in Oriente. Per il buddhismo e molte altre religioni orientali, la morte è l’abbandono del corpo da parte dell’anima che può reincarnarsi oppure rimanere sospesa in un limbo. I buddhisti ritengono che la vita sia eterna perchè esistenza per loro non è solo l’esperienza corporea ma l’esistenza di una energia vitale, di un soffio vitale.
Gli indiani, per esempio, con la loro mitologia basata su un continuo ciclo di distruzione e creazione, dimostrano come la morte faccia semplicemente parte del processo di creazione e viceversa. In definitiva in Oriente,iimmersi in un tempo che non è linearità ma circolarità, la vita e la morte sono considerate come un unico ininterrotto flusso di coscienza : dopo la vita c’è la morte e dopo la morte c’è di nuovo la vita in un processo senza fine in cui appunto la fine rappresenta sempre un inizio .
Sconfiggere la morte . L’idea è di sempre . Un’idea che da millenni ,almeno da quando l’uomo è riuscito ad articolare un pensiero organizzato su questo tema , viene continuamente sottoposta a sollecitazione soprattutto in riferimento ai modi e alle possibilità di realizzarla. Ci provò a suo tempo anche Empedocle , uno dei filosofi presocratici dell’antica Grecia. Fu forse il primo che volle sconfiggere la morte gettandosi nel cratere di un vulcano .L’aneddoto di Empedocle sull’Etna è solo uno dei numerosissimi miti che vedono protagonista il Vulcano, tuttavia gettandosi nel cratere centrale avrebbe voluto dimostrare al mondo la sua immortalità. Empedocle nutriva il fascino per gli elementi naturali (fuoco, acqua, terra e aria), che studiava e osservava, sognando di diventare un tutt’uno con essi .Gettandosi nel cratere volle così realizzare questo suo sogno
Josè louis Cordeiro le cui teorie sulla immortalità mi hanno permesso questa riflessione ha scritto un libro dal titolo . “La Morte della Morte”, di cui è co-autore insieme a David Wood. Il libro analizza i recenti progressi compiuti nel campo dell’intelligenza artificiale, della rigenerazione dei tessuti, dei trattamenti con cellule staminali, della creazione di organi artificiali e delle terapie genetiche. Secondo il futurista Ray Kurzweil, il libro “spiega chiaramente come potremmo presto raggiungere la Longevity Escape Velocity, così da poter vivere per sempre.” (2)
Sostituendo le cellule dei vari organi con le tecniche che il libro elenca e descrive . Tenendo conto che tale sostituzione accade comunemente nel nostro corpo. Le 30.000 miliardi di cellule del nostro corpo vengono sostituite a ritmi molto diversi. Alcuni neuroni e cellule cardiache durano tutta la vita, le cellule della pelle possono durare poche settimane, mentre le cellule che compongono il rivestimento dello stomaco vengono sostituite nel giro di cinque giorni.
Una speranza, una scommessa, una possibilità concreta, un’idea pazza e strabiliante. Forse tutto questo . Tutto questo che però non ci esime dal farci una domanda soprattutto morale : “ e allora della vita come la conosciamo, come l’apprezziamo o la disprezziamo, come l’amiamo, come la difendiamo che ne sarà ?”
( 1)https://www.tomorrow.bio/it/post/stiamo-per-diventare-immortali