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SALUTE MENTALE | LA TESTIMONIANZA DI UNA RAGAZZA BORDERLINE

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Redazione- Il tema della salute mentale è, per molti, ancora un tabù. Nonostante ci troviamo nel 2022, coloro che soffrono di disturbi mentali vengono etichettati ancora come “pazzi”.

Quando un ragazzo, in età adolescenziale, si ritrova a dover affrontare una malattia psichica, si sente incompreso dai familiari o, soprattutto, dagli amici. Si tratta, infatti, di persone lasciate ai margini della società ma che possono intraprendere il proprio percorso di cura rivolgendosi a medici competenti.

Difatti, molti ragazzi si affidano a psicologi e/o psichiatri.

Probabilmente questa totale mancanza di umanità da parte di molti, porta alcuni giovani e non, a non chiedere aiuto. Pertanto, bisognerebbe attivare più campagne di sensibilizzazione per smuovere gli animi di coloro che hanno paura, semplicemente, di ciò che non conoscono.

Per quanto concerne, invece, le persone che riescono a chiedere aiuto, non dovrebbero mai perdere la speranza. Probabilmente incontrare lo psicologo giusto può risultare difficile ma non impossibile. Lo stesso vale per la cura farmacologica. Ci vuole tempo e pazienza ma, alla fine, si può riuscire a vedere la luce in fondo al tunnel.

Sono tante le tematiche che interessano la popolazione mondiale ma, sicuramente, la salute mentale dovrebbe essere una di quelle di maggior rilievo.

Bisogna dare speranza a tutti coloro che soffrono ogni giorno e combattono contro un male che da fuori non può essere sempre visto e capito.

E, senza alcun dubbio, affidarsi a medici competenti rappresenta l’unica strada percorribile per sconfiggere la propria malattia, di cui, chi ne soffre, non ha alcuna colpa.  Si riporta, pertanto, l’intervista fatta ad una ragazza affetta dal disturbo borderline di personalità; un disturbo mentale che mina la quotidiana serenità e che fa oscillare l’umore, tra continui up & down.

La ragazza, che preferisce mantenere l’anonimato risponde alle domande poste: -Quando ti è stato diagnosticato il disturbo borderline e quale pensi a sia stato l’aspetto più critico da superare?

-Il disturbo borderline mi è stato diagnosticato nel 2014, quando avevo 18 anni. L’aspettò più duro da combattere è stato, senza dubbio, l’autolesionismo da cui sono riuscita ad uscirne dopo circa nove anni.

Inoltre ho avuto molto difficoltà nelle relazioni interpersonali per via anche delle continue oscillazioni del mio umore e dell’ansia sociale.  – A tal proposito, come ti senti quando conosci qualcuno con cui pensi di poter instaurare una relazione? -Io scappo. Ho troppa paura dell’abbandono ed abbandono io prima che sia l’altra persona a farlo.-Cosa pensi sia utile per combattere le cosiddette “malattie invisibili”, partendo dalla tua esperienza? -Io penso sia utile l’intervento dei servizi socio-assistenziali territoriali per avere un supporto maggiore. Inoltre ritengo sia molto importante il patto terapeutico che si instaura con lo psicologo e/o psichiatra. Consiglio a tutti di affidarsi, di non diffidare e di non perdere mai la speranza.

La ragazza, con parole molto semplici e forti, è riuscita a raccontare una piccola parte del suo vissuto ed a dare consigli a chi si trova nella stessa sua situazione.

Le “malattia invisibili” vanno combattute tanto quanto le altre malattie. Con la stessa voglia di guarire, con lo stesso coraggio, con la stessa forza.

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