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LA RADICE DEL TEMPO-DOTT.RE ROBERTO SCARDETTA

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Redazione-Cosa sarebbe mai il tempo?quel ticchettio inesorabile, incomprensibile per l’animale,impercettibile per il regno vegetale…quel tic tac..tic tac.. generato dalla maturità tecno-scientifica che lo racchiude in una sofisticatissima e minuscola scatola meccanica di un comunissimo orologio. Tic… tac… tic…tac. Ticchettio che pervade l’intero universo esistente, dal singolo individuo allo spazio più sconfinato e remoto dell’universo sin ora esplorato e conosciuto…

Cosa sarebbe mai il tempo?

Non soffermiamoci in superfice ed in luoghi comuni, riempiendo pagine di inutili congetture, ma andiamo senza creare troppi cerchi concentrici, al centro della questione, alla radice, appunto, del tempo.

La radice del tempo è nell’essere dell’uomo, in ogni singolo individuo pensante…

Potrebbe essere espresso come quella cadenza intellettiva e fenomenologica che si aziona in risposta alla concreta e fattuale necessità comune di soddisfare il bisogno di sopravvivere che si esprime in un ciclo evoluzionistico spazio-temporale, in continui atti psico-fisici…

Dall’origine del genere umano all’evoluzione storica di esso e alla morte degli individui che la compongono si espande l’esperienza unica ed irripetibile dell’esperienza dell’esistere in cui, appunto,l’individuo prende forma e coscienza di sè…

Ed in tale processo psico-fisico l’individuo “avverte” la percezione del tempo come movimento temporale in cui naturalmente e necessariamente muovono qualsiasi atto psico-fisico…

Enuncio una mia massima esistenziale:” il bisogno di sopravvivere rappresenta quel – primo motore- esistenziale che aziona la macchina individuale umana verso la meravigliosa scoperta dell’esperienza dell’esistere…

Premesso ciò, non c’è attività umana, sia essa psichica o fisica, nell’ambito dell’agire umano che non risponda”direttamente” o “indirettamente” al proprio bisogno di sopravvivere… e giacchè ogni mio singolo e specifico atto concreto segue, inevitabilmente, in qualità di essere pensante, da un ragionamento, la nostra facoltà razionale si aziona…

e l’azione che ne consegue diviene un movimento intellettivo”trascendente”, non visibile,direi, non immanente, ma in continua attività…

e ciò potrebbe essere tradotto come se l’ attività pensante fosse un quadrante e le idee(quale complesso razionale in continua attività) fossero delle lancette… ogni idea, nella sua elaborazione e nel suo sviluppo, diviene complesso ordinato, e le idee nel loro complesso divengono, appunto, concatenazione processuale che ha il suo “inizio” nell’attività pensante e la sua “fine”nell’atto di una azione razionale compiuta…

Diviene quel ticchettio silenzioso ed invisibile del processo psichico a monte di un atto compiuto…

è, in sostanza, l’atmosfera in cui agisce il processo esperibile umano ed è come l’ossigeno che permette la continiutà dell’esistere…

Ed infine l’atto pratico, quale conseguenza di una attività razionale, si espande nello spazio fisico cadenzato da ciò che noi tutti comunemente indichiamo con il termine “tempo”.

Orologio esistenziale del divenire…

Commenti

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2 Commenti
  1. Mirco dice

    Complimenti Dott. Scardetta, ottimo articolo e ottimi pensieri. Rimango particolarmente colpito quando definisce ” l’atto del pensare ” come ” ossigeno che permette la continuità dell’esistere”. Affascinante.

  2. Alessio dice

    “La radice del tempo e’nell’essere uomo,in ogni singolo individuo pensante ..”
    Pensiero che lascia meravigliati e fa riflettere sull’importanza della vita e di tutto quello che viviamo e nel come viviamo !
    Complimenti come sempre.
    Alessio M.