IL RISPECCHIAMENTO NEI SISTEMI VALORIALI DELL’EMERGENZA SOCIALE – DOTT.SSA SILVANA DI FILIPPO
Redazione- Il servizio sociale si sostanzia attraverso il sistema tipico del rispecchiamento teso a creare nell’interlocutore un rapporto empatico. Questo principio, in epoca di pandemia, diventa ancora più forte.Alla base del modello di rispecchiamento c’è la sintonia emotiva tra l’Assistente Sociale e la persona che chiede aiuto.
Per poter attuare una relazione di aiuto, il punto da cui partire è certamente la vestizione della fiducia che consente di mettersi sulla stessa frequenza della persona che chiede aiuto per entrare in un rapporto positivo e costruttivo.
Per ottenere ciò, è indispensabile predisporre quelle condizioni adeguate alla persona che chiede aiuto, facilitando la relazione. La fase iniziale del processo di aiuto, riguarda dunque la costruzione del rapporto fiduciario. Dobbiamo tenere presente allora che è più facile fare una buona prima impressione che andare a modificarne una cattiva.
Il tempo che dedichiamo nell’impostazione iniziale, non è tempo perso ma, si rivelerà produttiva nell’intervento pratico.
L’Assistente Sociale è quella figura “AD SUM” che sta accanto alla persona co/costruendo un percorso di aiuto e di autoaiuto, che accompagna nel procedimento di empowerment verso il cambiamento.
In particolare, la tecnica del rispecchiamento nel servizio sociale indica l’instaurarsi di un rapporto di fiducia, affinità reciproca e condivisione con l’interlocutore durante la comunicazione. La tecnica del rispecchiamento, è un supporto utilissimo in fase di primo approccio e nasce da un’attenta osservazione.
Come scrive Mignoni (2001), le tecniche di rispecchiamento sono riassumibili in undici punti:
“RIPRESA AD ECO, in cui avviene la ripresa di una parola chiave del discorso, o ri-proposizione delle ultime parole per incoraggiare a continuare.
Rispecchiamento Selettivo, dove vengono ripresi le frasi più salienti, precedentemente pronunciate, per riprendere un discorso dal quale ci si è allontanati e sul quale si vuole ritornare.
Riflesso del Sentimento, che contiene la ri-proposizione di sentimenti che sono sembrati sottesi alle parole.
Riformulazione, che prevede la ripresa di ciò che si ritiene essere saliente, senza aggiungere nulla di personale (diverso da un intervento che tende a chiarificare, correggere).
Riepilogo, che riassume le parole dell’interlocutore, riproporre, riorganizzandoli elementi del discorso sotto forma di ipotesi.
Conclusione di una frase lasciata in sospeso, propone anticipando, un termine congruente con quanto si sta dicendo in situazioni di difficoltà a continuare da parte dell’interlocutore (quando non vengono le parole).
Manifestazione di Empatia, Interesse e Accettazione, che può essere verbale, paralinguistica, analogica.
Domande di chiarimento o approfondimento, da utilizzare nel caso in cui non si capisca l’uso di termini o affermazioni troppo implicite”.
Sicuramente non c’è assolutamente bisogno di rispecchiare tutti i movimenti e i gesti della persona che si ha davanti, o di ricalcare tutte le parole che dice.
Basterà rispecchiare due o tre movimenti o parole e ricalcare le frasi più importanti e, soprattutto, farlo nei momenti iniziali di un incontro o di un colloquio, sia in presenza che in Smart Working. In questo ultimo caso, l’impegno dell’operatore diventa ancora più forte.
Una volta stabilito il “rapport” questo, tenderà a mantenersi durante tutto l’incontro, che a distanza è articolato con maggiore attenzione e concentrazione da parte dell’assistente sociale. Spesso sono da improvvisare strategie di contenimento dei conflitti con modalità nuove ed adattate alle variegati situazione emergenziali che si sono create.
La forza del sociale di rispecchiamento professionale risiede nella capacità dell’Assistente Sociale di sviluppare empatia nelle relazioni umane, riconoscendo l’unicità delle persone ed attuando il principio di accettazione e particolarizzazione con obiettivi volti a stimolare il processo di cambiamento attraverso una partecipazione attiva della persona/e. In questa vision, l’assistente sociale aiuta a promuovere il senso di: “TO FIND A SOLUTION WITH THE FAMILY” e non di “TO FIND A SOLUTIONS FOR THE FAMILY”(cercare e trovare soluzioni con la persona/famiglia). L’Assistente Sociale favorisce la comunicazione efficace e s’impegna per lo sviluppo di una rete sociale proattiva, sinergica e dinamica.
L’Assistente Sociale, per promuovere le relazioni umane, si serve della metodologia generale, specifica e professionale. La metodologia generale aiuta ad affrontare l’operatività sociale attraverso l’individuazione di una mentalità sia etica che umana, orientata allo svolgimento di un servizio sociale professionale nel pieno rispetto dei principi generali della deontologia. Ciò comporta un saper essere che renda capaci di affidarsi al proprio buon senso anche di fronte alla pagina bianca. Le circostanze sociali implicano il possesso di una coscienza adoperata verso un’analisi pluridimensionale dell’altro. Si tratta di utilizzare il metodo introspettivo ed oggettivo per puntare l’attenzione verso l’azione sociale e giungere al procedimento di empowerment tra accettazione, ascolto empatico, particolarizzazione, osservazione, azione educativa e sociale.
Il rispecchiamento, nel servizio sociale si inserisce nell’ascolto attivo ed empatico, favorendo l’apertura al dialogo e ad entrare in maniera efficace ed efficiente in “rapport”.
L’ascolto attivo, è lo strumento principe nelle relazioni umane e consente di stabilire un contatto autentico con la persona per avviare un proficuo processo di aiuto passando da una comunicazione efficace che riconosce le potenzialità residue dell’altro e valorizzandole verso azioni positive.
L’assistente sociale, attraverso la tecnica del rispecchiamento, facilita l’apertura dell’altro e ne ostacola le barriere, lasciando il posto al raggiungimento di una maggiore efficacia nell’intervento finale.
La teoria del rispecchiamento è alla base teorico-pratico del servizio sociale vista come coscienza e conoscenza umana propria della gnoseologia.
In generale, come definisce l’International Federation of Social Workers ( IFSW, 2000, Montreal):
“Il Servizio Sociale, nelle sue varie forme, è orientato verso le molteplici, complesse transazioni tra le persone e il loro ambiente. La sua mission è abilitare tutti gli individui a sviluppare il proprio pieno potenziale, arricchire le loro vite e prevenire le disfunzioni.” A questo fine, il Servizio Sociale struttura il proprio intervento in termini glocalistici, ovvero pensando globalmente per agire localmente in uno spazio d’incontro con l’Altro, di accoglienza e di accompagnamento verso la risoluzione di problemi che in termini emergenziali richiede un maggiore allenamento da parte dell’operatore di maggiore intensità ed impegno.