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FRANCESCO ,BENEDETTO XVI ,CELESTINO V TRE PONTEFICI : UNA IDENTICA RINUNCIA ? (PRIMA PARTE)

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Redazione- “In Vaticano e in particolare a Casa Santa Marta, la residenza di Bergoglio, nulla lascia trapelare che il Papa stia seriamente pensando alle dimissioni. Anzi. Francesco ha recentemente ripreso le udienze private e ha confermato il lungo e impegnativo viaggio, dal 12 al 15 settembre prossimi, a Budapest per la chiusura del Congresso eucaristico internazionale e in Slovacchia per una visita pastorale. Il programma del viaggio, denso di incontri e spostamenti, deciso prima del ricovero al Policlinico Gemelli per l’intervento al colon, non è stato minimamente modificato anche dopo la degenza durata dieci giorni. Segno eloquente che il Papa, anche confortato dal parere dei suoi medici, si sente sicuro e determinato ad affrontare questa trasferta.”(1)

In realtà sono sempre più frequenti le voci che  indicano questa ipotesi proprio come un rafforzamento della linea Bergoglio che in questi anni e fin dal 2013 ha creato nuovi dicasteri nella curia romana trasformandone  il volto ma ha anche promulgato un numero considerevole  di disposizioni legali che superavano già del  del 50% quelle di Ratzingher almeno da quattro anni a questa parte. Inoltre c’è grande attesa di una Costituzione apostolica che potrebbe disciplinare lo stato di “papa emerito” ,una figura alla quale ci siamo abituati proprio per le dimissioni  date da Benedetto XVI  con l’annuncio  dell’11 febbraio 2013 a cui è seguito poi  la rinuncia vera e propria e il suo ritiro .Ma soprattutto potrebbe inaugurare pontificati a scadenza. Cosa che avviene  anche per le cariche laiche dallo scorso giugno, quando è stato emanato il decreto che disciplina la guida dei movimenti e delle associazioni religiose riconosciute dalla Chiesa.

Scrive Marco Grieco su Domani di domenica 29 agosto 2021 : “Per alcuni analisti, eventuali dimissioni del papa sarebbero l’esito naturale di un bilancio disastroso per il cattolicesimo mondiale, soffocato da questioni di etica politica e un irrimediabile calo di credenti praticanti. «Questo argomento comincia a essere affrontato in maniera “scientifica” da canonisti e teologi che sembrano preparare il terreno a provvedimenti ufficiali della Santa sede» ha scritto di recente Socci su Libero. Un mese fa, anche il vaticanista Sandro Magister sul suo blog analizzava due libri di recente uscita, La Chiesa brucia e Il gregge smarrito, quali anticipazioni letterarie a un orizzonte ecclesiale su cui il sole argentino sarebbe al tramonto. «Come provano i due libri sopra citati, è scoccata l’ora di prendere le distanze dal papa regnante, se si punta a succedergli» scrive Magister, che stila un primo elenco di porporati italiani e stranieri fra i più accreditati, dai «prediletti» del papa e quelli più «moderati». Analisi che, fino a papa Benedetto XVI, sarebbero apparse irreali, ma che il pontefice tedesco ha reso possibili con il suo storico atto di rinuncia, infrangendo il tabù della monarchia eterna affrontato da Giovanni Paolo II con grande sofferenza fisica.”

Una specie di pre-conclave  fatto da De Magistris  ma  già  a partire dalla vicenda del cardinale arcivescovo di Monaco e Frisinga, diocesi che fu guidata da Joseph Ratzinger, Reinhard Marx .” Il porporato tedesco, uno degli uomini del ristretto Consiglio di cardinali che ha elaborato la riforma della Curia romana, si è dimesso accusando la Chiesa di aver fallito sulla lotta alla pedofilia del clero. Un attacco molto duro che per la prima volta è arrivato non dai nemici, bensì da uno dei più stretti collaboratori del Papa che ha condiviso, fin subito dopo la fumata bianca, il governo della Chiesa, in particolare sui temi economici.”   (2 )

Un pre-conclave  che per Giovanni Paolo II  durò dieci anni , tutto il periodo in cui combattè con la malattia che lo portò alla morte .

Continua Marco Grieco : “Papa Francesco ha sostituito curiali che avevano già compiuto 75 anni, da Zenon Grocholewski (Prefetto della congregazione per l’educazione cattolica) fino all’ottantenne Lorenzo Baldisseri (segretario generale del Sinodo dei vescovi). Ha, altresì, reso chiari i casi nei quali un vescovo doveva presentare le sue dimissioni e, in caso, la rimozione dall’ufficio. Allo stesso tempo, però, ne ha lasciati altri in età pensionabile: fra i tanti, basti citare il presidente del Pontificio consiglio per la cultura, Gianfranco Ravasi (78 anni) e Giuseppe Bertello, 78 anni, che ricopre il ruolo di presidente del Governatorato dello stato della Città del Vaticano dal 2011. Il papa, inoltre, potrebbe riservarsi delle proroghe o dire di no, come emerso dalla lettera inviata lo scorso giugno all’arcivescovo Reinhard Marx, che aveva presentato in Vaticano le sue dimissioni in segno di espiazione per le omissioni della chiesa tedesca.”

Che cosa accadrà non è dato di sapere . Da Casa Santa Marta vengono le dichiarazioni dello stesso papa  Francesco che afferma di non avere alcuna intenzione di lasciare il soglio di Pietro. Questa vicenda che ho così brevemente riassunto  dalla  lettura  dei quotidiani da qualche mese a questa parte porta  alla nostra attenzione però  due altre rinunce al pontificato. Di pontefici sicuramente diversi da  Bergoglio  avvenute sicuramente anche loro in tempi diversi .

L’11 febbraio  2013 Joseph Ratzinger ,papa Benedetto XVI  comunica durante il Concistoro   la sua denuncia di “ rinunciare al ministero di Vescovo di Roma”. Ottocento anni dopo un’altra rinuncia , quella di Celestino V  avvenuta il 13 dicembre 1294   .(3)

La scelta di Benedetto XVI che  sembra essere  la conclusione  di anni di intrighi che hanno caratterizzato la vita della Curia romana  ( non nuova a questo modo di essere dentro una Chiesa che è tutt’altra cosa) è in realtà il segno di un tormento interiore di un Papa più incline al lavoro intellettuale che a quello politico.

Paolo Rodari e Andrea Tornielli,due vaticanisti molto conosciuti hanno esaminato  nel volume “Attacco a Ratzinger” con il sottotitolo “Accuse scandali,profezie e complotti contro Benedetto XVI”  edito da Piemme  nel 2010 alcuni aspetti appunto del pontificato di Ratzinger  che non so quanto hanno potuto contribuire alle dimissioni avvenute  qualche ano dopo.

Infatti egli stesso dice “Dimettermi è stata una decisione difficile. Ma l’ho presa in piena coscienza, e credo di avere fatto bene”. A otto anni esatti dalla fine del suo pontificato, terminato il 28 febbraio 2013, Benedetto XVI ripensa a quella decisione storica e rivoluzionaria senza alcun pentimento o nostalgia del papato. In un colloquio con Massimo Franco pubblicato sul Corriere della Sera, Ratzinger risponde anche alle critiche dei suoi più stretti collaboratori del tempo, all’interno della Curia romana, che non hanno per nulla accettato la scelta delle dimissioni definendola “un’immane sciagura”. “Alcuni miei amici un po’ ‘fanatici’ – afferma il Papa emerito – sono ancora arrabbiati, non hanno voluto accettare la mia scelta. Penso alle teorie cospirative che l’hanno seguita: chi ha detto che è stato per colpa dello scandalo di Vatileaks, chi di un complotto della lobby gay, chi del caso del teologo conservatore lefebvriano Richard Williamson. Non vogliono credere a una scelta compiuta consapevolmente. Ma la mia coscienza è a posto”. E ribadisce: “Il Papa è uno solo”.

Anche se Ratzingher sceglie di rimanere in Vaticano . Una scelta, quella di restare in Vaticano anche da Papa emerito, dettata dalla consapevolezza che “sempre chi assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa. Alla sua vita viene, per così dire, totalmente tolta la dimensione privata”, come ebbe a dire nella sua ultima udienza generale, il 27 febbraio 2013. E aggiunse: “Il sempre è anche un per sempre, non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di San Pietro. San Benedetto, il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via per una vita, che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio”.

Francesco  per esempio a sua volta ha confidato( e su queste confidenze forse si basano le presupposizione di un suo abbandono  ) di immaginare la sua morte “come Papa, in carica oppure emerito. E qui, a Roma. In Argentina non torno”. Precedentemente aveva sottolineato che “il Papa emerito non è una statua in un museo. È una istituzione. Non eravamo abituati. Sessanta o settant’anni fa il vescovo emerito non esisteva. Venne dopo il Concilio. Oggi è un’istituzione. La stessa cosa deve accadere per il Papa emerito. Benedetto è il primo e forse ce ne saranno altri. Non lo sappiamo”. E aggiunse: “Io credo che Papa Benedetto XVI abbia fatto questo gesto che di fatto istituisce i Papi emeriti. Ripeto: forse qualche teologo mi dirà che questo non è giusto, ma io la penso così. I secoli diranno se è così o no, vedremo. Lei potrà dirmi: ‘E se lei non se la sentirà, un giorno, di andare avanti?’. Farei lo stesso, farei lo stesso! Pregherò molto, ma farei lo stesso. Ha aperto una porta che è istituzionale, non eccezionale”. (4)

La Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI in occasione dei settanta anni di sacerdozio del papa emerito ha pubblicato  il  volume Benedetto XVI. La vita e le sfide, per i tipi delle Edizioni Sanpino, a firma del giornalista Luca Caruso, responsabile della comunicazione istituzionale e dell’ufficio stampa della Fondazione.

Attraverso 10 capitoli, il libro ripercorre tutta la vita di Benedetto XVI, a iniziare dall’attuale condizione di Papa emerito e dal suo rapporto con Papa Francesco. Racconta poi il suo intero percorso esistenziale: la nascita in un paesino della Baviera il 16 aprile del 1927, l’infanzia, il trauma della seconda Guerra mondiale, la vocazione e l’ordinazione sacerdotale, la carriera accademica, la nomina ad arcivescovo di Monaco e Frisinga da parte di Paolo VI nel 1977, la chiamata a Roma per volere di Giovanni Paolo II nel 1981, gli anni da prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede a fianco del Papa polacco, l’elezione al pontificato

Le 1.209  pagine  della biografia di Joseph Ratzingher  ( Deus caritas est ,Spe salvi, Caritas in veritate e un numero considerevole ancora di scritti, libri, )dal titolo  “ Benedetto XVI Una vita”, edita da Garzanti, lasciano la domanda in sospeso: anche perché, nonostante oltre duecento siano dedicate alla preparazione e alla spiegazione della sua rinuncia, alla fine rimane un alone di mistero sui veri motivi che l’hanno provocata.

(1)Il Papa dimissionario? Secondo Libero Francesco starebbe pensando alle dimissioni sia a motivo dell’età, visto che il 17 dicembre prossimo compirà 85 anni, sia a causa dei problemi di salute, come l’operazione al colon a cui è stato sottoposto il 4 luglio scorso. L’autore dell’articolo è Antonio Socci, da sempre accanito critico di Bergoglio tanto da sostenere, in modo del tutto infondato, che la sua elezione è “nulla e invalida”. A proposito dell’età di Francesco, il giornalista ricorda che Benedetto XVI si dimise proprio a 85 anni. Ma si potrebbe anche ricordare che san Giovanni Paolo II morì sulla soglia della stessa età.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/08/23/papa-francesco-dimissionario-dopo-la-malattia-si-e-aperto-il-pre-conclave-ma-nulla-fa-pensare-a-un-addio/6298838/

(2 ) https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/08/23/papa-francesco-dimissionario-dopo-la-malattia-si-e-aperto-il-pre-conclave-ma-nulla-fa-pensare-a-un-addio/6298838/

(3) «Ego Caelestinus Papa Quintus motus ex legittimis causis, idest causa humilitatis, et melioris vitae, et coscientiae illesae, debilitate corporis, defectu scientiae, et malignitate Plebis, infirmitate personae, et ut praeteritae consolationis possim reparare quietem; sponte, ac libere cedo Papatui, et expresse renuncio loco, et Dignitati, oneri, et honori, et do plenam, et liberam ex nunc sacro caetui Cardinalium facultatem eligendi, et providendi duntaxat Canonice universali Ecclesiae de Pastore.»

«Io Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umiltà e debolezza del mio corpo e la malignità della Plebe [di questa città], al fine di recuperare con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta, abbandono liberamente e spontaneamente il Pontificato e rinuncio espressamente al trono, alla dignità, all’onere e all’onore che esso comporta, dando sin da questo momento al sacro Collegio dei Cardinali la facoltà di scegliere e provvedere, secondo le leggi canoniche, di un pastore la Chiesa Universale.»

(4 ) https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/01/benedetto-xvi-non-ci-sono-due-papi-il-papa-e-uno-dimissioni-credo-di-aver-fatto-bene/6117352/

 

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