Ultime Notizie

” FALSI D’AUTORE STORIE LETTERARIE PER DEFINIRE INTERPRETARE E VIVERE IL MONDO ” DI VALTER MARCONE

0

Redazione-  L’artificio della letteratura crea la propria realtà. Ad essa possono essere consegnati documenti veri o documenti falsi. Quindi documenti inventati. Documenti per così dire “ falsi d’autore”. Noi viviamo in un’epoca in cui video,audio e selfie sono proprio quei falsi d’autore che la letteratura a volte mette alla base delle sue storie per definire ,interpretare e vivere del mondo e nel mondo .

E’ un falso d’autore quello che si riesce a creare per esempio con l’intelligenza artificiale.

Generative Pre-trained Transformer 3 identificato più semplicemente con “Gpt-3 “ è una versione di un modello di linguaggio che “genera” un testo basandosi solo su pochi input (1) utilizzando il deep learning (2). Da quando ho scritto questa frase, l’elenco di siti e programmi che con l’imput “crea” e relativo tema o argomento,si ì arricchito di decine di prodotti che usano intelligenza artificiale a questo scopo sia gratuiti che da acquistare. Per cui c’è un’ampia scelta.

Come funzionano . Dato un input e stabilite una serie di varianti che possono essere il numero delle battute o l’entropia ( 3) il linguaggio sopra richiamato “ crea “ quasi simultaneamente la continuazione sotto forma di output .(4)

“Crea” abbiamo detto similmente il seguito di quello che abbiamo iniziato a scrivere . Stiamo parlando di un testo letterario ma c’è anche la possibilità di creare un’immagine. E il programma ci ha regalato considerazioni, argomentazioni articolate ,insomma un bel testo. Spesso anche un testo letterario di qualche pregio . E proprio su questo voglio riflettere un attimo , ovvero su quello che significa “creazione letteraria ” come è stato inteso nel tempo e sotto varie latitudini . In realtà però se scriviamo su un motore come google “crea IA” ci dà delle immagini . Dobbiamo digitare “scrivere con IA”.

Ecco una prova-esempio . Sono andato a cercare un sito dove si poteva introdurre una parola chiave o un titolo per avere gratuitamente un testo. Ebbene eccone il risultato per” creazione letteraria” :

# La Creazione Letteraria: Un Viaggio nell’Immaginazione
La creazione letteraria è un processo affascinante che coinvolge l’immaginazione, la riflessione e la capacità di esprimere emozioni e idee attraverso le parole. In questo articolo, esploreremo i vari aspetti della creazione letteraria, dalle sue origini alle tecniche utilizzate dagli scrittori contemporanei.

## L’Essenza della Creazione
### Cos’è la Creazione Letteraria?
La creazione letteraria è l’arte di dare vita a storie, personaggi e mondi attraverso la scrittura. Essa si manifesta in diverse forme, tra cui romanzi, racconti, poesie e drammi. Ogni opera è un riflesso dell’autore, delle sue esperienze e della sua visione del mondo.

### L’Importanza dell’Immaginazione
L’immaginazione è il motore della creazione letteraria. Essa permette agli scrittori di esplorare realtà alternative, di dare voce a personaggi complessi e di affrontare temi universali. La capacità di sognare e di visualizzare situazioni e ambienti è ciò che distingue un grande scrittore da uno mediocre.

## Tecniche di Creazione Letteraria
### La Struttura della Narrazione
Una buona narrazione richiede una struttura solida. Gli scrittori spesso seguono schemi narrativi tradizionali, come l’introduzione, lo sviluppo e la conclusione. Tuttavia, la creatività può portare a sperimentazioni con la forma, creando opere uniche e innovative.

### La Creazione dei Personaggi
I personaggi sono il cuore di ogni storia. La loro complessità e profondità possono determinare il successo di un’opera. Gli scrittori devono dedicare tempo alla creazione di personaggi credibili, dotati di motivazioni, desideri e conflitti interni.

### L’Utilizzo del Linguaggio
Il linguaggio è uno strumento potente nella creazione letteraria. La scelta delle parole, il ritmo delle frasi e l’uso di figure retoriche possono trasformare una semplice storia in un capolavoro. Gli scrittori devono padroneggiare il linguaggio per evocare emozioni e immagini vivide nei lettori.

## Conclusione: La Magia della Creazione (https://copyter.com/it/)

Naturalmente il testo che mi ha generato l’intelligenza artificiale è una riflessione proprio sulla creazione letteraria anche dal punto di vista tecnico e canonico . Su un altro sito ho invece digitato proprio la richiesta di una storia :la bambina nel bosco .

Leggete che storia ne è venuta fuori : “ C’era una volta, nel cuore di un bosco incantato, una bambina di nome Clara. I suoi occhi brillavano come stelle e i suoi capelli rossi danzavano al vento come le foglie degli alberi. Ogni giorno, dopo la scuola, Clara si avventurava tra gli alberi alti e maestosi, seguendo sentieri nascosti e scoprendo angoli segreti che solo lei sembrava conoscere.

Un pomeriggio d’estate, mentre il sole filtrava attraverso i rami, Clara sentì un melodioso canto provenire da un cespuglio fiorito. Curiosa, si avvicinò e vide una piccola creatura: era una fata dai colori vivaci, che danzava leggiadra tra i petali. “Ciao, Clara!” esclamò la fata con una voce dolce come il miele. “Sono Lira, custode di questo bosco. Ho bisogno del tuo aiuto!”

Clara, sorpresa ma affascinata, ascoltò attentamente mentre Lira le raccontava di un misterioso incantesimo che stava offuscando la bellezza del bosco. Gli animali erano tristi e i fiori avevano perso il loro colore. “Solo un cuore puro e coraggioso può liberarlo”, spiegò la fata. Clara, senza pensarci due volte, accettò la sfida.

Iniziò così un’avventura straordinaria. Insieme a Lira, Clara attraversò ruscelli scintillanti, salì su colline coperte di fiori e si addentrò in misteriose grotte. Ogni tappa era segnata da enigmi da risolvere e prove da superare, ma Clara non si fermò mai. Con il suo spirito indomito e la gentilezza nel cuore, riuscì a guadagnarsi la fiducia di ogni creatura che incontrava.

Finalmente, arrivarono davanti a un grande albero secolare. Le sue radici erano intrecciate e il tronco sembrava piangere. “Questo è il cuore del bosco”, spiegò Lira. “Se non lo salviamo, la magia svanirà per sempre.” Clara chiuse gli occhi e, respirando profondamente, cominciò a cantare una melodia che aveva ascoltato da sua nonna. Una melodia di amore, speranza e unità.

Mentre la sua voce si diffondeva nel bosco, qualcosa di straordinario accadde. Le foglie iniziarono a brillare di nuovo, i colori tornarono a esplodere attorno a loro e gli animali si unirono nel coro di Clara. L’incantesimo fu spezzato! Il bosco riprese vita, e con esso anche la gioia nel cuore di Clara.

Da quel giorno, la bambina non si limitò più a esplorare il bosco, ma divenne la sua custode. Ogni volta che qualcuno si perdesse o avesse bisogno di aiuto, Clara sarebbe stata lì, pronta a guidare e proteggere quel magico angolo di mondo che ora portava un pezzo del suo cuore. E così, nel bosco incantato, le avventure di Clara e Lira continuarono, scrivendo storie sempre nuove che avrebbero affascinato generazioni di bambini nell’eterna danza della natura”

Leggendo questo testo non ho potuto fare a meno di pensare al critico russo Vladimir Propp (1895-1970) che in un in un saggio ormai famoso letto e studiato intensamente dal titolo “ Morfologia della fiaba “ (1928), ha proposto uno schema narrativo che si ripete in ogni fiaba in ogni tempo e sotto ogni latitudine :

  • situazione iniziale o equilibrio iniziale
  • rottura dell’equilibrio iniziale
  • peripezie dell’eroe
  • ristabilimento dell’equilibrio (conclusione).

Il programma di intelligenza artificiale che mi ha generato la storia che ho trascritto sopra sicuramente era stato addestrato anche con questo schema perchè i quattro passaggi dello schema sono rispettati nella storia che mi generato .

Ecco la “magia della creazione”.La differenza tra un testo scritto da un individuo e quello scritto da una macchina passa per un capello .

Quindi il paradosso .La differenza tra un calvo e uno non calvo passa semplicemente per un capello. E’ uno dei paradossi di Eubulide allievo di Euclide di Megara,l fondatore della scuola megarica. Fu contemporaneo di Aristotele

Il paradosso è questo : “ Un uomo con molti capelli non è certamente calvo. Se a quest’uomo cade un capello, egli non diventa calvo. Tuttavia se, uno dopo l’altro, i capelli continuano a cadere l’uomo diventerà calvo. Ma quindi quand’è che un uomo può essere definito calvo? La differenza tra calvo e non-calvo risiede in un solo capello?

Dunque dove sta questa differenza di un capello .

Una finzione dunque la creazione che nasce da un intimo bisogno da parte dell’autore di mettere a nudo una sua fantasia oppure il moto irripetibile e insostenibile di una esigenza propria di mettere fuori .

Mettere fuori se stesso da un involucro bituminoso di parole, sensazioni, idee, sentimenti, resoconti di incontri. Un guardare il volto dell’altro per specchiare il proprio . E in tutto questo quanto conta la finzione.

Un maestro di finzioni è sicuramente nell’arte della creazione letteraria Jorge Luis Borges che proprio ad una sua opera dà il titolo “ Finzioni” pubblicato in Italia da Adelphi. Ebbene la sinossi di quel libro dice testualmente come si legge sul sito dell’editore : “ Un falso paese scoperto in «un’enciclopedia pirata», Uqbar, e un pianeta immaginario, Tlön, «labirinto ordito da uomini» ma capace di cambiare la faccia del mondo; il Don Chisciotte di Menard, identico a quello di Cervantes eppure infinitamente più ricco; il mago che plasma un figlio nella materia dei sogni e scopre di essere a sua volta solo un sogno; l’infinita Biblioteca di Babele, i cui scaffali «registrano tutte le combinazioni possibili della ventina di simboli ortografici … “Finzioni (1944) giunse in Italia nel 1955, e la traduzione di Franco Lucentini fu la prima di un’opera di Borges.

Ma al di là del grande successo di quest’opera la considerazione interessante che c induce a fare è che la finzione regna sovrana in moltissime opere letterarie come in molte opere pittoriche. Andiamo per ordine. In quelle letterarie. Finzione e immaginario attengono strettamente a quello che è inventato .Falso , simulazione, imitazione dunque sono gli ingredienti di quello che si finge di raccontare . Ma anche metamorfosi, perchè la realtà dunque viene trasformata da queste categorie. La realtà si camuffa e nasce l’invenzione. Una finzione è dunque il racconto in terza persona

Ma per esempio “Qual è oggi il rapporto fra storia, verità e finzione in generi come il non-fiction novel o l’autofiction? Qual è il contenuto di verità della narrativa contemporanea?” Risposte a queste domande ne dà Paolo D’Angelo: “ Le nevrosi di Manzoni. Quando la storia uccise la poesia” (Il Mulino 2013) proprio negli ultimi due capitoli. Ma abbiamo ristretto forse troppo l’obiettivo. In realtà la nostra riflessione sull’invenzione in letteratura si allarga a dismisura perchè parte della riflessione critica su questo tema afferma che i romanzi sono un invito a fare finte e che la poesia ovvero i poeti sono dei mentitori .Leggete per esempio Pessoa .E’ la più celebre lirica di Pessoa. Il tema è la finzione nelle poesie (e nelle canzoni) . Ma leggete anche Maurice Blanchot “ La scrittura del disastro” Il Saggiatore in cui Blanchot discute sul fatto che scrivere è una follia.

Nell’opera d’arte invece regna l’immaginazione anche se spesso la realtà viene rappresentata “come se”. Sorvolo su tutta l’arte pittorica del nostro rinascimento e arrivo ad alcuni autori contemporanei appartenenti a scuole ben precise come quella dei metafisici e quelle dei surrealisti. Sono solo due esempi. E dunque ecco i paesaggi di Giorgio De Chirico ,Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Piero Sironi. Filippo De Pisis :  piazze, torri, statue, edifici senza età, nature morte e piccole figure di uomini indistinti che sembravano trovarsi dentro il quadro come per un incantesimo. E poi Salvator Dalì con il suo approccio al surrealismo con il metodo paranoico-critico, autore di numerose opere famosissime come La persistenza della memoria (1931), Morbida costruzione con fagioli bolliti: premonizione di guerra civile (1936), Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio (1944), Gli Elefanti (1948), Galatea delle Sfere (1952).

Certo la finzione e l’immaginazione sono anche legati al tempo in cui le azioni si svolgono . Gli scenari passati presenti e futuri assumono una certa rilevanza e compongono la fantasia. Che cosa sia la fantasia però è un lungo discorso. Per esempio se lo chiedeva Freud in un opera dal titolo “Il poeta e la fantasia”. In cui la fantasia era più peculiare ai poeti e agli scienziati. Ebbene Feud concludeva dicendo che qualcosa del presente dà l’avvio ad un processo nella mente, in cui solo successivamente vi si può riconoscere un resto del passato: “passato, presente, futuro sono i tre tempi dell’ideazione, infilati come perle al filo del desiderio che li attraversa”. Nel 1914 esce sulla rivista Imago il saggio Il Mosè di Michelangelo, dove Freud espone le sue intuizioni su un’opera meravigliosa ripartendo dagli antefatti ovvero da tutto quel processo appunto di creazione che ha indotto Michelangelo a scolpire Mosè in quella posizione .

Queste due opere sono solo un esempio di tutta quella vasta riflessione che si è fatta nel tempo sui problemi dell’invenzione,della finzione e della immaginazione nelle opere d’arte come categorie che ne definiscono la natura, per così dire il dna. Con un sospetto che come dicevo nel titolo sono falsi d’autore che si aiutano con le storie letterarie e le immagini a definire e interpretare e vivere il mondo che ci circonda.

Un mondo in cui ci sono anche i veri falsi d’autore che si possono acquistare legalmente perchè apertamente dichiarati e certificati.

Come ci sono i falsi storici e i grandi falsari che riescono a riprodurre opere d’arte specialmente pittoriche grazie anche alla conoscenza degli stessi materiali e riescono a ricrearli ingannando quindi i critici . Ad una ricerca veloce su un motore nel web si trovano storie di falsari che sono andati in prigione , che sono diventati consulenti di mercanti e di istituzioni, che sono scomparsi nel nulla , che l’hanno fatta franca dopo aver truffato.Mi limito ad un solo esempio per tutti .

Mi riferisco ad un certo ma famoso Han van Meegeren che amava molto le opere di J an Vermeer (1632 1675 ) l’autore del celebre dipinto La ragazza dell’orecchino . Ebbene questo falsario che aveva imparato la tecnica di falsificazione da Theo Van Wijngaarden, anche lui noto falsario attivo ad Amsterdam, riuscì a vendere al capo delle SS Heinrich Himmler dipinti falsi per un valore di cinque milioni e mezzo di fiorini . Si procurava tele del Seicento, senza alcun valore, vi raschiava con cura il colore e stava ben attento a non copiare opere di Vermeer esistenti. Le tele poi le faceva cuocere in forno a cento gradi per due ore. In realtà era un secondo Veermer perchè le opere che produceva erano meravigliose nello stile di quel pittore, dipinti mai visti da nessuno, accolti dai critici come capolavori straordinari.

Era riuscito anche a vendere ad Hermann Göring, il luogotenente di Hitler, per una cifra enorme, un falso Vermeer, Cristo e l’adultera. Nel maggio del 1945 fu arrestato con l’accusa di aver collaborato con i nazisti. Processato in Olanda due anni dopo, riuscì ad evitare l’ergastolo riconoscendo la sua professione di falsario che mise in atto dipingendo, nell’aula del tribunale, un Gesù nel tempio. Morì il 30 dicembre del 1947 lasciando in eredità i tanti dubbi che tuttora perseguitano gli studiosi quando si accingono a pubblicare studi sulla pittura olandese del Seicento. (3)

Ecco dunque la differenza che passa per un capello . O no.

(1)Input è un termine inglese con significato di “immettere” che in campo informatico definisce una sequenza di dati o informazioni, immessi per mezzo di una “periferica detta appunto di input” e successivamente elaborati. Il termine, approdato in Italia con la prima informatica degli anni sessanta indicava al contempo i dati di entrata e i supporti che li contenevano. Successivamente, in particolare con l’avvento delle metodologie di gestione per processo, si è diffuso in quasi tutti le discipline, anche non tecniche, nel senso più generale di “insieme di elementi in entrata” in un sistema dinamico, per realizzazione realizzare o produrre qualcosa. Nel linguaggio corrente, input è divenuto sinonimo di impulso o direttiva che consenta l’avvio di qualche opera, iniziativa o azione, spesso usato anche nella forma italianizzata di “imput”. La fortuna del termine, insieme al suo opposto output, è stata la sua sinteticità e il fatto che era molto semplice schematizzare un qualsiasi processo con tre soli simboli: una freccia in entrata, un riquadro, una freccia in uscita. (https://educalingo.com/it/dic-it/input)

(2)Tradotto significa apprendimento profondo ma nella categoria delle “Machine Learning” e più in generale dell’intelligenza artificiale (IA) è qualcosa di più ampio del semplice apprendimenti su più livelli da parte delle macchine .

(3)https://it.wikipedia.org/wiki/Han_van_Meegeren

Commenti

commenti