” CYBORG ,ROBOT BIOIBRIDI , INTERAZIONE UOMO MACCHINA ” DI VALTER MARCONE
Redazione- “Alla Signora Saville, Inghilterra Pietroburgo, 11 dicembre 17 — Ti rallegrerai nell’apprendere che nessun disastro ha accompagnato l’inizio di un’impresa alla quale tu guardavi con tanti cattivi presentimenti. Sono arrivato qui ieri, e la prima preoccupazione è stata di rassicurarti, cara sorella, sul fatto che sto bene e che nutro una fiducia crescente verso quanto ho intrapreso.
Sono già molto più a nord di Londra, e mentre cammino per le strade di Pietroburgo sento una fredda brezza di settentrione che mi sfiora le guance, mi rinvigorisce i nervi e mi riempie di gioia. Puoi capire questo mio sentimento? Questa brezza, che arriva dalle regioni verso cui sto andando, mi dà un assaggio di quei climi ghiacciati. Incoraggiati da questo vento pieno di promesse, i miei sogni ad occhi aperti diventano più vividi e appassionati. Cerco invano di convincermi che il polo è il regno del gelo e della desolazione: alla mia fantasia si presenta sempre come una regione piena di bellezza e di delizia. Là, Margaret, il sole è sempre visibile: il suo ampio disco sfiora appena l’orizzonte e diffonde uno splendore perpetuo. Là — se mi consenti, sorella mia, di fidarmi dei navigatori che mi hanno preceduto — la neve e gelo sono banditi, e, veleggiando su un mare calmo, si può essere trasportati in una terra che sorpassa per bellezza e meraviglia ogni regione del mondo finora scoperta. I suoi prodotti e il suo aspetto potrebbero essere senza uguali, come certo senza uguali sono i fenomeni dei corpi celesti in quelle solitudini mai raggiunte. Cosa non ci si può aspettare in un paese di luce eterna? Potrei scoprire là il meraviglioso potere che attira l’ago della bussola, e dare ordine alle migliaia di osservazioni celesti che attendono solo questo viaggio per essere sottratte alla loro apparente eccezionalità. “(1)
In questo incipit del romanzo “Frankenstein” ,l’autrice Mary Shelley anticipa quello che racconterà. Un esperimento che Vicgtor Frankenstein farà in anteprima . L’anatomia è la sua passione : prima di lui ci hanno provato gli uomini del Rinascimento con i modelli di Leonardo che aveva fatto riferimento a Vitruvio .E poi ancora gli organicisti del Seicento e molti altri. Questi ultimi sempre nell’oscurità della notte e contravvenendo a norme e leggi. La creatura frutto del suo esperimento che tende alla perfezione vitruviana sarà invece un mostro. La sua mostruosità sta forse nell’aspetto fisico ma soprattutto nella sua instabilità. Occorre un lungo percorso per arrivare all’uomo vitruviano e poi secondo i più recenti risultati all’androide ibrido che la moderna tecnologia sta cercando di perfezionare. Dracula e Mister Hyde che sono altri due romanzi pubblicati nel corso dell’Ottocento sono appunto altre tappe che raccontano la storia di questo percorso. La creatura viene messa assieme sfidando le leggi della natura. Lo aveva fatto dando il fuoco agli uomini anche Prometeo diventando così un mito. Probabilmente nel nostro ragionamento anche Frankenstein potrebbe diventare un mito moderno a secondo di come andrà a finire questa storia che ha fatto intravedere appunto il mito dell’immortalità del corpo umano. Una immortalità da perseguire attraverso l’esperimento della ricomposizione o meglio, nel nostro moderno assunto , della sostituzione a pezzi del corpo umano .La fantascienza ,si badi bene la fantascienza di molti decenni fa , ha preconizzato un individuo già umano in cui sono stati trapiantati membra o organi sintetici. Il cyborg che concretamente oggi, a distanza di anni da quelle prime rappresentazioni si materializza attraverso lo sviluppo di una tecnologia che fornisce appunto parti di ricambio del corpo umano.
Il cinema ci ha abituato a creature appunto formate di parti umane e parti di altri materiali . Ma è’ per esempio la sfida dei ricercatori della Wake Forest University in North Carolin, che si propongono di stampare in 3D tessuti, muscoli e cartilagine per il ricambio di organi ,che ci darà la possibilità di costruire un cyborg. Su Nature Biotechnology illustrano la messa a punto di una stampante 3 D in grado di creare questi pezzi .( 2)
Frankenstein metterà assieme degli organi , le parti del corpo di un cadavere per farli rivivere attraverso una formula da lui scoperta. Ma la sua creatura gli si ribellerà, come d’altra parte è il destino di ogni creatore , vedasi la Genesi della Bibbia giudaico-cristiana. Solo che in questo caso non ci sarà nessuna cacciata da un paradiso terrestre . La creatura si ribellerà in modo violento e il suo creatore ne pagherà le spese . Alla fine della storia questo strano insieme di pezzi di cadaveri che vive una sua nuova vita, scomparirà.
Con questo racconto Mary Shelley vince la scommessa fatta, in una estate del 1816 durante un soggiorno sul Lago di Ginevra con suo marito P.B. Shelley , Mary Goldwin , Lord Byron e il suo segretario John Polidori, di scrivere una storia terrificante . Ognuno di loro doveva scrivere una storia di orrore nello stile gotico . Ben presto Bayron e Goldwin abbandonano l’impresa, Polidori scrive “ Il vampiro” romanzo capostipite di storie sui vampiri fino al Dracula (1897) di Bram Stoker (1847-1912). mentre Shelly ci dà un vero e proprio capolavoro di fantasia pubblicato nel 1831.
Frankenstein si fa una domanda ambiziosa , prodigiosa ma anche terrificante per alcuni versi : è possibile creare la vita in modo diverso dall’usuale? Con la realizzazione della sua creatura sembra dimostrare la concreta inutilità dell’esistenza di Dio perchè riesce a ricreare la vita dalla morte. Tutte le tecniche attuali sulla procreazione compreso la clonazione partono da elementi vivi o vitali. Dalla morte può nascere qualcosa . In senso metaforico ci sono intere biblioteche che ci parlano di quello che la morte può creare di vivo. Ma in senso pratico un organismo che subisce il degrado della morte è un organismo morto come lo definiscono le scienze naturali .
Dunque essere vivi o essere morti è la stessa cosa. Che cosa significa essere vivi e che cosa significa essere morti. E si può essere morti, come in un qual senso certe esperienze e certe storie ci raccontano , vivendo. Queste ed altre domande affollano sicuramente la riflessione su temi che affrontano molti degli aspetti connessi appunto a questo argomento e che si intersecano su diversi piani. Il modesto intento allora di questa riflessione è solo quello di iniziare ad esaminare i temi proposti o solo sfiorarli su pochi aspetti .
Tra cui il primo in assoluto . Potrebbe ancora accadere ? Non lo so . Di certo una specie di Frankenstein è il professor Shoji Takeuchi che con il suo gruppo di ricerca nel laboratorio del Center for International Research on Integrative Biomedical Systems (CIBiS) presso l’Istituto di Scienze Industriali della università di Tokio ha messo a punto un robot bioibrido che riesce a stare in piedi e camminare. Bioibrido vuole dire che attorno ad uno scheletro di plastica sono stati coltivati tessuti. I tessuti muscolari hanno permesso al robot di gattonare e ruotare in modo semplice e di fare virate .
I tessuti biologici sono il risultato di una evoluzione secolare . Le cellule hanno la capacità di rigenerarsi e di conservare energia. Di questo ne parla il professore Guglielmo Lanzanoi che in un intervista apparsa su il corriere della sera illustra un articolo su questo tema pubblicato sulla rivista Matter ( 3)
Gli esperimenti in questo settore in realtà sono ideati e realizzati per restituire funzionalità al corpo umano in tutti quei casi in cui , per varie ragioni , i suoi organi non riescono più a svolgere le loro funzioni. Principalmente nel caso della deambulazione o nella postura eretta. Molta strada è stata fatta per costruire una macchina , un robot , dalle caratteristiche umane, in grado di svolgere alcune funzioni . Altra cosa è invece , probabilmente ci vorrà molto molto tempo per arrivarci, ( e chissà se ci si arriverà) una macchina che con il suo cervello,una sua coscienza è in grado di prendere decisioni. Lo leggiamo per il momento nei romanzi di Asimov ma niente di più concreto.
Come pure è lungo ancora il tempo che occorrerà per disporre di protesi tali da sostituire gli organi e i muscoli di un organismo come il corpo umano per realizzare una realtà diversa da quella che è appunto l’uomo. Ovvero la creazione di un uomo macchina immortale. Perchè come ho detto in altre riflessioni la differenza tra un a macchina come per esempio un telefonino e l’organismo umano sta proprio qui : che la macchina si può riparare all’infinito mentre l’organismo ha un suo tempo di vita che lo conduce inesorabilmente alla morte, ovvero alla fine irreversibile delle sue funzioni. In un contesto in cui per la macchina l’acqua è un nemico mortale mentre per la natura umana, animale e vegetale è fonte di vita .
Dice la creatura creata ex novo da Frankenstein : “Tu sei il mio creatore, ma io sono il tuo padrone: obbedisci!”
Così ha inizio la fine . La macchina si rivolta contro il creatore , anzi fa di tutto per assoggettarlo con la spirale di violenza che causa morte . Potrebbe finire così anche il rapporto uomo-macchina che in questi anni sta nascendo ? E’ un interrogativo che suscita apprensione se non angoscia ma per il momento tutto è scongiurato perchè in questo rapporto l’ultima parola in ogni senso è quella dell’uomo . Le apprensioni nascono soltanto perè l’uomo tende a umanizzare la macchina a rappresentarsela come un altro da sé ,cosa che non è. O non è ancora e forse non lo sarà mai.
Potrebbe finire così anche la storia attuale dell’assemblaggio di parti meccaniche all’interno di un corpo umano per restituirgli efficienza ma anche per decretarne l’immortalità.
Dai Frankenstein dell’era moderna abbiamo parlato e ne riparleremo .
Sconfiggere la morte e rendere l’uomo simile a Dio . E’ questa una delle aspettative più strepitose che l’accelerazione dei risultati conseguiti da alcune discipline della scienza medica e non solo, fa presagire per un prossimo futuro, quanto prossimo probabilmente non è possibile dirlo ma comunque sulla buona strada per imboccare una dirittura di arrivo.
Quando parlo di sconfiggere la morte mi riferisco ad un sogno che l’uomo ha sempre avuto fin dalla sua cacciata dal paradiso terrestre dove la sua immortalità era stata certificata dal creatore che forse si è pentito di aver creato quello che l’uomo è diventato nel corso della sua storia evolutiva. Anche se le religioni dell’amore si ostinano a credere che l’amore del Creatore superi ogni comportamento negativo della sua creatura.
Nella riflessione degli uomini su che cos’è la vita e che cos’è la morte e sulla definitiva certezza fisica che l’una esclude l’altra, che quando c’è l’una non c’è l’altra e viceversa, la possibilità di sconfiggere la morte è stata legata all’idea della vita ultraterrena. Una vita che fin dall’antichità ha sollecitato le fantasie di popoli che vedevano la possibilità di sopravvivere in un altrove dopo la morte. Fino all’idea dell’immortalità dell’anima che è tanta parte del pensiero occidentale fin dalla sua formulazione platonica , ripresa poi dallo stesso cristianesimo.
Ma saltando a piè pari quella che è la speculazione millenaria su questo tema della sconfitta della morte mi avventuro a richiamare qui all’attenzione su un aspetto recente e modernissimo di questo lungo cammino iniziato probabilmente con la pubblicazione nel 1933 in Inghilterra di un romanzo “Orizzonte perduto” di James Hilton. Non certamente un capolavoro come siamo abituati a definire certe opere letterarie o delle arti visive riconoscendole immortali, tanto che questa opera presto è stato dimenticato. La storia racconta l’esistenza di un’antica città Shangri-La popolata da saggi centenari che vivono una specie di immortalità. Tanto che Shangri-La diventa una specie di mito che produce un innamoramento dell’Occidente per buddismo e yoga e quindi per l’idea dell’immortalità. Questa volta non come un presagio ma come un obiettivo da conseguire, a cominciare per esempio da un hibris particolarmente visibile in California nella terra della New Age. Dove sono nati i progetti come Singularity, il centro di ricerca sulla longevità.
Il presagio che viene dagli inizi del Novecento con il romanzo di Hilton sembra trovare conferma oggi appunto in quello che è lo sviluppo straordinario delle neuroscienze, della robotica, della intelligenza artificiale generativa le cui applicazioni, spinte fino all’estremo, probabilmente potranno dare vita a un essere umano” ibrido” ( parola oggi molto in voga quando si parla per esempio di autovetture) che appunto ai guasti della biologia e della fisiologia del suo corpo supplisce con l’intervento ibrido di queste applicazioni conservando la vita per un tempo illimitato.
È certo un albero non può superare una determinata altezza perché la sua fisiologia non gli permetterebbe di far vivere allo stesso modo ogni sua parte. Così è certo,fino a questo momento , che un corpo umano è quasi sicuramente geneticamente programmato per essere efficiente per un certo lasso di tempo. Questa ultima certezza porta dunque inevitabilmente a quell’altra della morte anche come elemento di sopravvivenza dell’ambiente e della specie. La morte degli organismi fa spazio ad altri organismi nuovi che a loro volta faranno spazio perpetuando quindi l’ambiente e la specie. Ora rifiutare la morte o meglio combatterla e procurarsi una immortalità probabilmente rompe alcune regole ma allo stesso tempo è un miraggio che da sempre l’uomo ha perseguito e che oggi trova concrete possibilità di riuscita. Anche se un esercito di saggi consiglia di vivere la vita per il lasso di tempo che ci è concesso nella continua ricerca di se stessi e non di altro perché in ciò sta proprio la felicità che cerchiamo in questa vita. Che poi succede che quando non la troviamo allora cominciamo a sperare in quell’altra che va oltre la soglie della morte e che mette assieme non tanto la ricompensa quando la caratteristica dell’io sublimato come lo pensarono Jung ma anche Nietzsche e anche Kant. Anzi sembra che quest’ultimo nella sua “Critica alla ragion pura” esamini la mente umana e le sue funzioni come se fosse un programma informatico ossia descrive l’io come un qualcosa capace di realizzare quello che oggi fanno i programmi di intelligenza artificiale.
Dunque la mente umana . Da lì partiamo per capire l’evoluzione che ha portato oggi alcune “protesi” applicate appunto alla mente umana a darle la possibilità di interfacciarsi con un computer per ripristinare funzioni psicologiche del corpo umano. Furono, come ho detto, gli organicisti nel Seicento a scoprire e descrivere e quindi dare la possibilità di intervenire ai medici le meraviglie del corpo umano, dell’anatomia e quindi della fisiologia. Fino ad allora il corpo umano era ritenuto sacro e non poteva essere violato, cosa che doveva essere fatta per studiarne per esempio l’anatomia. Il corpo non poteva essere sottoposto ad alcun intervento post mortem perché è destinato alla “resurrezione della carne” quindi doveva essere consegnato integro all’aldilà per vivere la sua personale eternità di attesa.
Ora l’esperimento di Neuralink la startup di Elon Musk che si occupa di medicina ha raggiunto il suo obiettivo. Creare e impiantare in un paziente un chip in grado di connettere il cervello umano a un computer. Una ricerca iniziata nel 2016 che di recente ha avuto risultati concreti . A dicembre del 2022 sono state annunciate le prime sperimentazioni umane: ora il primo paziente con un cip impiantato riesce a muovere con il cervello un cursore su un computer.
Muovere un cursore sullo schermo è solo il primo livello nella sperimentazione di Neuralink. L’obiettivo è molto più grande. Secondo Elon Musk i chip Neuralink permetteranno a persone rimaste paralizzate di usare smartphone e pc in totale autonomia. Un giorno queste capacità potrebbero essere usate anche per migliorare, per alcune patologie, le loro capacità di camminare e anche di vedere. Il primo modello di chip in commercio dovrebbe chiamarsi Telepathy.( 4 )
Il chip si è rimpicciolito tanto da poter essere contenuto in una scatola cranica . Materiali che come nel caso dell’esoscheletro si sono assottigliati tanto da essere simili ad una tuta ginnica . Fino a qualche tempo fa era come una tuta da palombaro. Oppure la possibilità di sentire l’uso di una mano meccanica che nello stringere una mano di carne ed ossa ne sente il calore. O infine quello che è il progetto più interessante ovvero la costruzione di un fantoccio che chiamiamo robot e che sotto le le sembianze umane ha una capacità intellettiva per svolgere funzioni cerebrali di un certo tipo grazie alla cosiddetta intelligenza artificiale generativa. L’esperimento in tal senso, ma è solo un esperimento è riuscito al professor Hiroshi Ishiguro dell’Università di Osaka che lavora da anni sugli androidi umanoidi e la sua ultima creatura è un robot… con le sue sembianze,un suo gemello che ha presentato in una conferenza stampa . Per arrivare e qui chiudo questa riflessione in quello che è l’avamposto più interessante in questo percorso quello “cyborg”. Ovvero la sostituzione di parti meccaniche e quindi artificiali e quindi dare protesi e ricambi ad ossa muscoli cartilagini cellule del corpo umano.
Probabilmente l’innocuo “yoga” condannato dal cardinale Joseph Ratzinger quale allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede dal 1981, prima di diventare Papa perché rappresenta una deviazione verso il “ culto del corpo “e la catalogazione da parte del filosofo francese Gilles Lipovrtskyl della New Age come un supermercato self-service dei beni spirituali è una bazzecola rispetto al vero” culto del corpo “dove questo corpo è destinato all’immortalità. Quella che appunto si acquista insieme con i pezzi meccanici del magazzino ricambi insieme allo” spirito “che animerà quei pezzi in un grande supermercato del futuro. Tutto self service probabilmente compresa l’officina” casalinga “ per la sostituzione dei pezzi del proprio corpo.
( 1) https://www.goticomania.it/incipit-romanzi-gotici/frankenstein-di-mary-shelley.html
(2 ) I ricercatori del Dipartimento di Biologia di “Tor Vergata” hanno lavorato alla
creazione di sostituti muscolari artificiali per la ricostruzione di un muscolo, grazie
all’applicazione di una nuova tecnologia di stampa 3D. Lo studio internazionale
“Biofabricating murine and human myo-substitutes for rapid volumetric muscle loss
restoration” è stato pubblicato dalla rivista internazionale EMBO Molecular Medicine.
Con questa innovativa tecnologia sviluppata ad hoc è stato possibile forzare cellule
staminali per formare fibre muscolari ordinate e parallele, replicare l’organizzazione
tissutale del muscolo, ottenendo così un sostituto biologico pronto per essere
impiantato, e rimpiazzare un muscolo mancante o danneggiato. Un notevole passo
avanti nel campo dell’ingegneria tissutale secondo i ricercatori. Il loro studio potrebbe
avere una ricaduta nel trattamento di un’ampia gamma di sindromi e patologie che
provocano degenerazione muscolare.
ile:///C:/Users/valte/Downloads/Degenerazione muscolare, la ricostruzione con stampa 3D in casi di perdita di tessuto del 90%25.pdf
L’ultima innovazione nel campo della medicina rigenerativa è stata lanciata nel 2019, con la prima stampante per la biofabbricazione di tessuti umani nello spazio . La “BioFabrication Facility” (BFF) nasce dalla collaborazione tra due aziende high-tech, Techshot Inc. e nScrypt, leader mondiali nel settore delle biostampanti 3D. La BFF funziona in maniera analoga a una stampante tradizionale, ma il suo “bio-inchiostro” è composto da cellule e proteine umane, il necessario per stampare un tessuto vivo nelle tre dimensioni.
Nella fase iniziale di rodaggio, la BFF ha prodotto alcune stampe di tessuto cardiaco e un menisco parziale. Perchè il menisco non contiene vasi sanguigni, è un pezzo di cartilagine anche se è dal punto di vista medico la più grande e complessa articolazione del corpo umano . Questa articolazione non avendo vasi sanguigni non può ripararsi da solo per cui una lesione al menisco non può guarire . https://www.osservatorioterapieavanzate.it/terapie-avanzate/organoidi-e-ricerca-biomedica/la-stampa-3d-di-organi-umani-vola-in-orbit