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CONOSCI TE STESSO PRIMA DI CONOSCERE GLI ALTRI-DOTT.SSA SILVANA DI FILIPPO

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Matura è quella persona che è orientata

verso qualcosa che sta al di là e al di

sopra di se stessa.

( V. Frankl )

 

Matura è quella persona che è

capace di amare

( E. Fromm )

 

Redazione-Il “conosci te stesso” nella storia della comunicazione, può essere ricondotta al detto Socratico come base portante della metodologia soggettiva.

 (…) Il ritorno in se stesso, la scoperta della propria personalità psicologica è qui legata alla riflessione morale; si scopre un Io originale che si giudica precisamente, che si accusa di aver disobbedito alla legge, un po’ come il bambino che prende coscienza del suo Io nell’occasione della sua prima menzogna. (…)Nello stesso tempo, gli scettici e i sofisti, scoprono l’Io – come oggetto della conoscenza con una specie di angoscia. L’atto della conoscenza, da principio inconscio e del tutto ingenuo, si cancella davanti all’oggetto conosciuto, davanti al Mondo che occupa la scena. Ma molto presto l’esperienza dell’errore insegna che la conoscenza è l’atto di un soggetto, che è l’Io che crede di conoscere e che inganna. (…) Al posto di una verità universale ed oggettiva, l’atto della conoscenza, spesso produce soltanto errori individuali, che si rinviano alle soggettive disposizioni della propria persona. Il campo della soggettività è quindi scoperto come un insuccesso dello spirito nel tendere a dei valori universali.

(…) Quando, per esempio Socrate ci chiede di adattare la formula  impressa sul frontone di Apollo, a Delfi: “Conosci te stesso” ci fa capire che questo imperativo socratico ha più un significato morale che un significato psicologico.(…) Quando Socrate ci esorta a conoscere noi stessi, è soprattutto per cambiare noi stessi. Si tratta certamente di vedere chiaro in noi stessi, ma allo scopo di scacciare dai nostri pensieri errori e contraddizioni, di imparare a dominare i nostri impulsi, di conquistare un equilibrio, un’arte di vivere secondo la verità e la giustizia. Socrate lo dice esplicitamente a Callicle nel “Gorgia”: “Il più bel soggetto di discussione è quello di sapere che cosa l’uomo deve essere, a che cosa si deve dedicare, e fino a quale punto, tanto da vecchio, quanto da giovane”. Conoscersi equivale a scoprire in noi stessi – più fondamentale dei pregiudizi, dell’egoismo, e della passione – la  causa universale. Callicle vuole pensare che abbia maggior valore commettere un’ingiustizia che subirla, mentre Socrate è di parere contrario: “Rientra in te stesso, Callicle, ragiona attentamente e ti accorgerai che non pensi veramente quello che credi di pensare, e che senza saperlo, in fondo, sei d’accordo con Socrate! Sono convinto che io e te, e con noi, tutti gli uomini, pensiamo che commettere un’ingiustizia sia maggior male che subirla”.Conoscere se stessi vuol dire per Socrate imparare ad ascoltare dentro di sé la voce della Ragione eterna ed universale, condizione unica per essere in pace con se stesso e con le altre coscienze ragionevoli.(…) L’essenziale è agire e agire bene. Poiché la scienza all’epoca di Socrate non era abbastanza matura per creare tecniche, l’unica azione veramente feconda era una azione su se stessi, cioè una saggezza; la massima del “conosci te stesso”, era un’etica; ma non ancora psicologia.[1]

Socrate( 469-399 a.C. ) intuì molte profonde verità pedagogiche; egli, però, più che esprimerle in concetti, le attuò nell’esercizio di un nobile instancabile magistero educativo. Né egli scrisse libri per esporre e illustrare le proprie teorie; noi le conosciamo per le testimonianze che del suo pensiero e della sua attività educatrice ci hanno lasciato, nelle loro opere, Platone e Senofonte. Socrate è l’inventore della maieutica, cioè del metodo  che consiste nel fare scoprire al discente stesso la verità, che è già in lui “aiutandolo a partorire le idee”. Nella maieutica si esprimono i principi fondamentali della concezione pedagogica di Socrate. Il primo è che l’educazione è processo spontaneo, processo che mira a svelare ciò che è già in noi, ciò che è essenziale a noi. E’ nota la massima “conosci te stesso” che  Socrate adottò a compiere il proprio pensiero; conosci te stesso e conoscerai la tua essenza; conoscerai che ti si addice la virtù (per Socrate, infatti, sapere e virtù s’identificano), e, praticando la virtù, sarai, quindi, felice.

Da questo principio deriva che l’educando  deve partecipare attivamente al processo di formazione del sapere.

La maieutica, poi, suggerisce il metodo dialogico, cui tanta efficacia nell’insegnamento è oggi riconosciuta, specialmente in contrapposizione al metodo cattedratico. La maieutica si esercita, infatti, lasciando parlare l’interlocutore e inducendolo, con opportune domande ed osservazioni, a riflettere e a scoprire, da se stesso e in se stesso, la verità.

Della maieutica  è anche propria l’ironia, cioè il fingere di non sapere, finzione che stimola la spontaneità dell’interlocutore, il quale si ritiene autorizzato a proporre – a chi dichiara di non sapere – la verità che egli crede di possedere. [2]

Il successo dei Sofisti invitava gli uomini seri alla meditazione per dare ai problemi da loro posti  soluzioni più valide. Il loro individualismo anarchico ed il loro relativismo filosofico e morale  minava la società dalle fondamenta; occorreva rintracciare e definire il Bene universale e riaffermare la virtù e la verità. Socrate, che non si era lasciato abbagliare dai virtuosismi retorici dei Sofisti, si assunse tale impegno e lo sentì come una missione educativa. Aveva capito che sotto la brillante eloquenza si celava una scienza falsa ed inconsistente. A questa scienza egli oppose il suo “so di non saper nulla” come coscienza del limite umano, e il suo “conosci te stesso” come invito all’introspezione e alla meditazione.

La forza del sociale è nascosta in un sapere complesso e totale dell’uomo stesso e delle sue capacità comunicative che si trovano nelle  radici della sua storia.

L’ importanza delle abilità comunicative sono inscritte nella storia stessa del mondo e del pensiero dell’uomo. Demostene, più di 2000 anni fa disse: “ Come un vascello rivela al suono se è avariato o meno, così gli uomini provano coi loro discorsi se sono saggi o sciocchi”. Merita, inoltre, mera riflessione il concetto di J.J. Rousseau, espresso  in una sua opera“ Trovare una forma di associazione che difenda e protegga, con tutta la forza comune, la persona e i beni di ogni associato e attraverso la quale ciascuno unendosi a tutti, non obbedisca tuttavia che a se stesso e resti libero come prima… ciascuno di noi mette in comune la sua persona e tutto il suo potere, sotto la suprema direzione della volontà generale; e noi riceviamo in corpo ogni membro come parte indivisibile del tutto”. [3]Lo stesso Shakespeare ha affermato un concetto molto importante legato alla comunicazione funzionale:” aggiustate un po’ il vostro discorso, se non volete guastare le vostre fortune”. Non va dimenticato il contributo dell’americano  Daniel Webster, considerato il miglior oratore dei suoi tempi: “se mi fossero tolte tutte le mie ricchezze e forze, ad eccezione di una, e se io potessi scegliere quest’una, sceglierei di conservare la possibilità di parlare, poiché con quella riconquisterei tutte le altre”. La comunicazione inizia con la storia dell’uomo e nella sua storia, procedendo verso un linguaggio che non lo dimentichi e faccia riflettere sulle tante possibilità che l’uomo ha di comunicare  con le parole o con le parole della gestualità. Non vanno dimenticate le svariate possibilità che egli ha di praticarla, ma dimostrando un’attenta disponibilità a perfezionarla nella sua funzionalità per tendere a migliorare la propria vita e quella degli altri, in una società che chiede solo di essere uniti, di essere insieme per vivere bene: questo è possibile solo se esiste una reciproca

possibilità a farlo.

Antologia Pedagogica, Vol.I, di Giuseppe G. Bianca, Casa Editrice G. D’Anna Messina-Firenze,1971.

  J.J. Rousseau – Il Contratto Sociale.

Enciclopedia della psicologia, Diretta da Denis Huisman, Psicologia Generale, Trento Procaccianti Editori – Pref. di Antonio Miotto, Vers. Di Luigi Volpicelli, Trad. di Lucia Sebasti, Milano, II Ed. italiana, 1977. Dal Cap. “Il conosci te stesso socratico” cfr. pag. 8.

Tratto dal Manuale di Servizio Sociale di Silvana Di Filippo, “La forza del sociale nella comunicazione interattiva. Metodi e tecniche del colloquio psicosociale”, Ed. Eco, Isola Del Gran Sasso, 2008,p. 13-14

[1] Enciclopedia della psicologia, Diretta da Denis Huisman, Psicologia Generale, Trento Procaccianti Editori – Pref. di Antonio Miotto, Vers. Di Luigi Volpicelli, Trad. di Lucia Sebasti, Milano, II Ed. italiana, 1977. Dal Cap. “Il conosci te stesso socratico” cfr. pag. 8.

[2] Antologia Pedagogica, Vol.I, di Giuseppe G. Bianca, Casa Editrice G. D’Anna Messina-Firenze,1971.

[3] J.J. Rousseau – Il Contratto Sociale.

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