IL SERVIZIO SOCIALE CONSULTORIALE NELLA PREPARAZIONE E SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’-DOTT.SSA SILVANA DI FILIPPO
Redazione-Nel corso degli ultimi anni il Consultorio Familiare di Silvi si è proposto l’obiettivo di favorire relazioni di scambio con il territorio, privilegiando, nello specifico,l’ambiente scolastico, del quale ha inteso ottimizzare l’uso dei mezzi a disposizione e delle risorse umane, offrendo servizi e competenze tecniche nei vari settori dell’intervento sociale.
Per tali nuovi referenti dell’azione sociale è stato programmato e rafforzato da parte del servizio sociale consultoriale l’area famiglia in un intervento sinergico di tipo globale ( coinvolgimento di professionalità diverse), modellato alle esigenze della territorialità (spostamento dalla centralità della struttura alle diverse realtà scolastiche), ma soprattutto finalizzato al raggiungimento di obiettivi diversi legati alla prevenzione.
Nel pieno rispetto ed attuazione di quanto sancito dalla Legge Istitutiva dei Consultori Familiari, (L.405/75) il lavoro sociale inteso come necessità di operare sempre più in maniera precoce, individuava nei genitori e negli insegnanti degli alunni delle scuole materne ed elementari le principali agenzie a cui indirizzare un programma di prevenzione mirata alle esigenze.
Si è reso tuttavia necessario, preliminarmente, diffondere, nella popolazione prescelta, la conoscenza delle risorse presenti sul territorio da cui poter attingere e con cui poter sinergicamente collaborare. Molte delle agenzie sociali attive nel contesto in questione, coordinate in un non semplice lavoro di rete, hanno presentato le loro specificità divulgando conoscenze e potenzialità del territorio non a tutti note ( vedi sportello per immigrati, servizi sociali comunali,cooperative, servizi extrascolastici). Anche un Istituto datato come il Consultorio Familiare è stato presentato ex novo a molti, ad altri fatto conoscere più nel dettaglio. E’ stata necessaria una ‘riassunzione’ del ruolo del Consultorio fornendo un supporto multiprofessionale cercando di rimandare alle famiglie un messaggio di presa in considerazione della propria individualità ma anche di responsabilità indirizzata verso se stessi per trasferirla agli altri.
Dopo questa necessaria fase preliminare che ha programmato, coordinato e presentato le parti in questione, i propositi del servizio sociale consultoriale sono stati quelli di entrare nel vivo delle questioni in questo aiutati e guidati da una analisi dei bisogni della popolazione oggetto del programma stesso. Tali bisogni sono stati analizzati grazie all’ausilio di un questionario elaborato e contestualemente somministrato nel corso dei nostri incontri a scuola con i genitori ed insegnanti. E’ stato possibile, in questo modo evincere come le tematiche proposte abbiano suscitato interesse nel pubblico presente, tanto da indurre gli operatori coinvolti a riflettere sulle scelte di argomenti specifici da affrontare, a scopo formativo nel corso del successivo anno scolastico con piccoli gruppi sia di genitori che di insegnanti.
Il Consultorio Familiare, non può dimenticare il sostegno delle scelte consapevoli e responsabili della maternità e paternità, che ne ha caratterizzato la propria istituzione, quindi deve operare soprattutto per la prevenzione primaria favorendo il benessere psico-fisico dei soggetti, cercando di attuare una politica sociale finalizzata all’evitamento di rischi e disagi.
Proprio perché il Consultorio Familiare è un servizio a favore della famiglie e del minore, come specificato dalla legge quadro del 29.7.75 n.405 che nel dettaglio, all’Art. 1) definisce l’assistenza psicologica e sociale ai fini di una preparazione alla maternità e paternità responsabile e per la soluzione dei problemi delle coppie e dei minori.
E’ da risottolineare il concetto di un Consultorio Familiare che ‘non deve essere un ambulatorio’ ma che deve continuare a conservare la tipicità originaria di ‘terapia preventiva’. Questo concetto deve essere intenso e intenzionale a definire tutte quelle attività mirate a contrastare le manifestazioni di un certo fenomeno su una data popolazione: una prevenzione che vada dalla coppia,ai futuri genitori e dalla prole alla famiglia. Il progetto ha voluto portare qualcosa con un’idea che potesse produrre dei risultati su cui prestare attenzione a favore della famiglia, intesa come risorsa.
Richiamando alla luce quanto dettato dalla legge istitutiva sui Consultori Familiari e prevedendo un ricollegamento con le recenti leggi e circolari : L.285/97, L. 328/00,Circolare Ministeriale n. 47/92, i servizi sociali devono e possono ricondurre un’operatività produttiva a favore delle famiglie, cercando di trovare una riflessione nella propria professionalità, evitando di voler trovare colpe sempre al di fuori di se stessi, negli altri.
La traduzione logica, nel sostenere la famiglia di oggi, che si è semplicemente modificata rispetto a ieri, è quella di ‘sentire in sintonia’ tutte le leggi di cui sopra, che sono in sinergia e in simbiosi verso un unico obiettivo: quello di migliorare la famiglia. La legislazione quindi, ha bisogno solo di essere tradotta in operatività concreta.
La L. 405/75 , ha inteso sottolineare il concetto di paternità e la maternità responsabile e consapevole. La L. 285/97 ha promosso i diritti e le opportunità per l’infanzia e l’adolescenza, privilegiando il ‘sostegno alla genitorialità’. Gli obiettivi ricompresi nella L. 328/0, vengono innestati in un sistema integrato degli interventi dei servizi sociali, ponendo la sua attenzione alla programmazione della rete dei servizi e ai piani di zona.
La circolare n. 47 del 20.02.92, promossa dal Ministero della Pubblica istruzione su ‘Progetto Genitori’, che ha sottolineato il concetto fondamentale della prevenzione che deve essere realizzata per mezzo dell’educazione familiare attraverso la scuola, che rappresenta la sede più valida ed il luogo privilegiato per la realizzazione di un progetto genitori.
Le leggi citate, possono essere fuse tra loro favorendo l’integrazione di un lavoro significativo e sinergico tra servizi sociali e agenzie educative tutte.
E’ proprio su questi principi portanti, di una politica di prevenzione in campo educativo che si è concentrato tutto il mio lavoro.
Gli obiettivi, quindi, hanno voluto dare rivalutazione ed attuazione delle predetti leggi, pilotandoli verso una prevenzione oltre che ‘mirata’, ‘in simbiosi’.
Poiché le stesse, sono tutte in raccordo, con lo stesso proposito ‘ di essere con la famiglia e per la famiglia, si è attivata un’ operatività condivisa e coordinata verso un completo monitoraggio territoriale che ha consentito di fissare obiettivi prioritari e di intervento incentrati sull’esigenza di lavorare in rete non solo tra le varie agenzie educative/sociali ma con la famiglia stessa quale rete primaria, polarizzata con le reti secondarie (Istituzioni,associazioni,gruppi, servizi ecc).
L’obiettivo prioritario che il Servizio Sociale Consultoriale si è posto è stato quello di realizzare degli incontri con le famiglie di Silvi, unitamente a tutti gli altri servizi presenti sul territorio (sia pubblici che privati) sia per far conoscere le risorse e sia per conoscere i bisogni.
Sui risultati estrapolati dalla pianificazione del territorio, si è poi costruita una rete unica di lavoro sociale finalizzata a sostenere i genitori nella loro funzione fondamentale. In questo senso, il Consultorio Familiare ha rappresentato l’interlocutore privilegiato attraverso la reale costruzione di una rete sociale sia attraverso gli spazi educativi integrati per la prevenzione e contrasto alle violenze di genere (sportello rosa integrato), sia attraverso l’Istituzione scolastica (sportello di supporto integrato) per muoversi all’interno del processo globale con una metodologia educativa-cooperativa-attiva-sinergica-promozionale, evitando la settorialità di percorso. La sinergia di rete, ha coinvolto tutte le agenzie educative e l’èquipe più estesa, estrapolando dalle risorse tutta la forza costruttiva
in risposta ai bisogni verso obiettivi condivisi da tutti.