MASTERMIND DI MARIA KONNIKOVA
Redazione- C’è una possibilità che il modo di ragionare di Sherlock Holmes possa aiutarci e esercitarci a diventare pensatori migliori? È un po’ questo ciò che la scrittrice e psicologa russo-americana Maria Konnikova – alle spalle una laurea in psicologia e scrittura creativa alla Harvard University e un dottorato in psicologia alla Columbia University – cerca di condensare nel suo libro Mastermind, sagace testo in cui dedicandosi alla definizione e alla distinzione del «sistema Holmes» e di quello «Watson» si propone di caratterizzare un metodo che ci permetta di trasferire una punta del genio di Sherlock Holmes nella nostra routine quotidiana.
Gli effetti, attenendoci a quanto scrive Konnikova, non dovrebbero tardare a manifestarsi. Stiamo parlando di piccoli esercizi e spunti da spalmare nell’arco dei nostri giorni, che se assunti sotto forma di nuove abitudini, potrebbero farci compiere passi da gigante nella sfera del nostro spirito di osservazione e della nostra capacità logico deduttiva.
Si tratta in fin dei conti di imparare a dare attenzione a quei particolari che normalmente non siamo portati ad osservare, chiarisce la scrittrice. È proprio quel tipo di attenzione che se allenata ed accresciuta – l’autrice si rifà ad esempio al fatto che Holmes rispetto al fedele amico Watson conosca il numero esatto degli scalini che separano l’ingresso dalla porta della sua stanza al 221B di Baker Street – è la chiave per disvelare un vero e proprio strato della realtà che è lì sotto i nostri occhi, ma che normalmente non siamo abituate a guardare e vedere.
Tutti noi, prosegue la scrittrice, quando saliamo o scendiamo le scale dirigiamo la nostra attenzione sul compiere movimenti che ci permettano di non cadere, Holmes invece riesce in tutto ciò abbinando all’attenzione sul corpo anche il conteggio degli scalini.
È un po’ come imparare un nuovo passo di danza, serve una soglia di attenzione minima iniziale che ci permetta di memorizzare il movimento, ma una volta acquisito, eseguiamo il passo naturalmente. E Konnikova ne è la prova lampante se pensiamo che proprio applicando in alcuni tornei di poker le tecniche di cui parla nel libro ha ottenuto ottimi risultati; ad esempio recentemente nel National Championship organizzato da PokerStars, dove ha vinto il primo premio.
Mutuando da Holmes la metafora del cervello come soffitta – «le persone usano il cervello come una soffitta: ci mettono di tutto, lo stipano fino a farlo scoppiare e poi si lamentano, perché non trovano mai quello che cercano» – Konnikova ci stimola a familiarizzare col «sistema Holmes» come fosse un modo di ordinare la nostra soffitta mentale, un modo lento, metodico e completo che ci porti a selezionare con cura quali informazioni incamerare e come organizzarle in modo da richiamarle alla mente in caso di bisogno.
Dobbiamo quindi sfatare il mito del cervello multitasking, suggerisce la psicologa. Richiamandosi all’immagine di Holmes immobile sulla poltrona di pelle ad occhi chiusi e i polpastrelli delle dita riuniti davanti a sé in cerca della calma e della lucidità mentale che lo portino alla soluzione ultima del caso, l’autrice fissa l’assoluta concentrazione e pulizia mentale come le condizioni base per pensare meglio.
Spegnere le distrazioni e tornare a un regime unitasking aiutandosi con la meditazione mindfulness sono quindi le dritte essenziali che possiamo ricavare dal brillante saggio di psicologia di Maria Konnikova. Libro intelligente e curioso che per chi è disposto a provare potrebbe riservare sorprese interessanti.
Che la meditazione sia alla base del discorso della Konnikova non sorprende, già base di tante dottrine orientali quali lo yoga, le arti marziali e lo zen è forse l’approccio che la scrittrice russo-americana usa con più convinzione nel suo saggio. Praticare la consapevolezza e vivere appieno il momento sono alcuni dei principali obiettivi che la pratica di meditazione mindfulness si pone.
Per provare a sperimentare questo approccio ci sono tanti esercizi che si possono realizzare anche autonomamente, dagli esercizi sulla postura alle pratiche di meditazione durante le camminate, uno dei tanti e utili modi che
avviceneranno la consapevolezza alla nostra vita.
Articolo davvero molto interessante, continuero a leggere senza dubbio la vostra rivista
Grazie mille
Marco