L’IDILLIACA DIMORA DI ALDA MERINI OSPITERA’ LINA RANALLI, AUTRICE DEL LIBRO “PEPPINO E LA PERFEZIONE DEL MELOGRANO”
Redazione-Chi ama la poesia e le personalità ardenti e coraggiose, non può non adorare Alda Merini, simbolo di una femminilità intrisa di strenua determinazione e impetuoso pathos.
Donna di rara sensibilità e toccante umanità, è stata la “poetessa dell’anima” per eccellenza. Condusse una vita assai travagliata e inusuale, perché a soli trent’anni si trovò a doversi rapportare con la tremenda realtà del manicomio, per quasi un ventennio. Fu il marito a farla ingiustamente internare nel 1961, per un suo raptus dovuto all’immane carico di lavoro e alla costante povertà. Considerata pazza, in realtà non era affatto pericolosa ed aveva un’invidiabile lucidità mentale. Per tale motivo ella soffrì ancora di più l’assurda prigionia, in cui sperimentò la sofferenza più atroce: l’annientamento per la mancanza di libertà e il crudele abbandono del marito. La sua tempra, però, era così potente da aiutarla a trovare un incredibile equilibrio interiore che la spinse a trarre del buono anche in quell’esperienza così degradante. La sua reclusione si concluse definitivamente nel 1979. Da quel momento in poi, cominciò a raccontare la sua tribolata avventura, partecipando a trasmissioni televisive e rilasciando svariate interviste. Dotata di uno spirito energico e appassionato, nelle sue incantevoli poesie buttò fuori tutto ciò che albergava nel suo cuore delicato e provato. Quando Bonolis la invitò al suo programma “Il senso della vita” le chiese se il poeta fosse più vulnerabile rispetto alle altre persone. Lei rispose: “Il poeta soffre molto di più, però ha una dignità tale che non si difende neanche alle volte. Io il male l’ho accettato ed è diventato un vestito incandescente. È diventato poesia. È diventato fuoco d’amore per gli altri.”
La Casa delle Arti – Spazio Alda Merini si trova a Milano e ospita al primo piano la ricostruzione della stanza da letto della poetessa. I mobili sono autentici così come gli effetti personali che sono stati prelevati dall’abitazione di Ripa Ticinese 47, dopo la sua scomparsa. Le figlie e un gruppo di amici si attivarono per recuperare e tenere in custodia i mobili e gli oggetti che avevano accompagnato la poetessa nella sua vita, in attesa di una giusta collocazione. Nel 2011 venne individuato il posto giusto per accogliere “il Museo di Alda Merini” nella ex tabaccheria di Via Magolfa, da poco ristrutturata e passata alla proprietà del Comune di Milano. L’inaugurazione avvenne il 21 Marzo 2011, anniversario della nascita dell’artista. Dal giugno 2014 lo spazio è gestito dall’associazione culturale no profit “La Casa delle Artiste”.
In questa fascinosa location si susseguono incontri di elevato spessore, che mirano all’approfondimento delle tematiche più variegate, in un’atmosfera magica e suggestiva.
La Casa delle Arti – Spazio Alda Merini, sita a Milano in via Magolfa 32, accoglierà anche Lina Ranalli, autrice del libro “Peppino e la perfezione del melograno”, edito Artemia Nova Editrice, sabato 6 aprile 2019, alle ore 18,00. Introdurrà Ave Comin e modererà Evelina Frisa.
Un testo pervaso di struggente autenticità, che racconta con delicatezza innata l’incredibile percorso che l’autrice ha compiuto dentro se stessa per riuscire ad esprimere al massimo la sua essenza.
Le Costellazioni Familiari, tecnica sviluppatasi nell’ambito della psicologia sistemica e messa a punto da Bert Hellinger, l’hanno aiutata a comprendere il reale significato della vita e a liberarsi da pesanti tormenti che bloccavano la naturale espressione della sua personalità.
Lina delinea, con estrema grazia e immenso affetto, i passaggi salienti dell’arduo cammino di suo fratello Peppino, il cui quotidiano era caratterizzato da continue sofferenze e delusioni che l’hanno portato sempre di più ad estraniarsi in un suo altrove, dove si potesse sentire finalmente accettato e accolto.Quella di Lina non è una semplice opera: sono fogli intrisi di verità, di accurati studi, di toccanti ricordi, di lacrime amare e soavi carezze. Il tutto arricchito da interessanti spunti di riflessione e illuminanti consapevolezze. Lina è riuscita ad aprire il suo cuore, e l’ha fatto nel modo più sublime: ridando valore e dignità al suo adorato fratello, che per troppo tempo non è stato capito ed è stato incompreso, umiliato, deriso, emarginato.
Lui, proprio lui che ha sempre avuto qualcosa in più rispetto agli altri ed è nato per imprimere un segno indelebile nell’anima di chi ha colto la grandezza della sua essenza.
Nell’esortarvi a partecipare numerosi a questo speciale incontro, concludo con tre miei personali pensieri rivolti a Peppino, che vi faranno percepire ancora di più la sua meravigliosa essenza: un mio disegno, una lettera a lui dedicata e un link di un mio articolo, contenente un video della sublime scena della busta del film “American Beauty” e una profonda riflessione di Charles Finn che, a mio avviso, esplicano perfettamente ciò che dentro di lui ha avvertito prima di estraniarsi e “volare” in una sua dimensione intima e particolare.
“Caro Peppino,
leggendo il libro che tua sorella Lina ha realizzato con tanto amore per omaggiarti, è come se un po’ ti conoscessi. Anzi, ti dirò di più, in certi frangenti mi son molto rivista in te…
Essere introversi è uno splendido dono perché si ha un immenso universo interiore e si privilegia la sostanza a tutto ciò che è mera apparenza. Al contempo, però, può rivelarsi una trappola assai insidiosa, soprattutto quando ci si scontra con il pressappochismo dei più e si reprime il proprio sentire per il timore di non essere compresi e accettati.
Ecco, quello che purtroppo t’è mancato è stato quel coraggio di far sentire la tua voce e di scardinarti da schemi e convenzioni, per non deludere le aspettative altrui. Ma la tua straordinarietà rimarrà eterna.
Ti dedico un disegno, una mia personale rivisitazione della stupenda copertina del bellissimo libro di Lina, donna dolce e tenace.
Le Pietre….quelle che metaforicamente hai ricevuto in faccia innumerevoli volte, da chi non ha mai avuto l’ardire di cogliere la preziosità del tuo essere e ti ha giudicato con devastante superficialità, non riuscendo mai ad interpretare i tuoi silenzi e a trovare la chiave giusta per farti aprire e credere in te stesso.
Il Terreno fertile e rigoglioso…come la tua arte poetica e la prolificità dei tuoi pensieri, mai banali e di raro acume.
La Farfalla rappresenta il sogno che avevi: librarti in volo verso lidi profumati di Libertà. Speranza che hai sempre nutrito dentro te, ma che purtroppo è andata presto a cozzarsi con un’altra realtà…da cui hai preferito estraniarti per proteggerti e per trovare quella pace tanto agognata, diventando un “matterello” come affettuosamente ti chiama tua sorella.
La Calla simboleggia la purezza, la delicatezza e la nobiltà d’animo. Sei TU.”
Alessandra Della Quercia, una “crazygirl”
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