“I LIMITI DEL PROGRESSO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO TRA SVILUPPO SOSTENIBILE E IMPRONTA ECOLGICA ” – DI VALTER MARCONE
Redazione- Il Presidente degli Usa Nixon con la cornetta di un apparecchio telefonico di bachelite con quadrante rotante di colore nero all’orecchio mentre parla con Neil Armstrong e Buzz Aldin il 20 luglio 1969 . Gli astronauti piantati con le loro pesanti tute e scarponi sul suolo lunare che rispondono da uno scassato telefono a gettoni.
-Pronto-
-Pronto Huston-
-No, non è Huston ,è la Casa Bianca, parla il Presidente –
Forse è andata così, o forse no .
Comunque rispetto a chi mette addirittura in forse lo stesso allunaggio asserendo che è solo un fotomontaggio e che non è mai avvenuto ,la scena appena descritta è forse uno scherzo. Oppure no .Per la tecnologia del tempo Nixon parlò veramente “al telefono “ con gli astronauti. Il telefono di bachelite ci dice però che a distanza di cinquant’anni questo apparecchio è diventato quasi una “ protesi” della nostra vita quotidiana grazie alle modifiche e alle innovazioni che lo hanno staccato da un filo e lo hanno proiettato quasi dentro il nostro corpo. Una protesi e anche qui ci si può scherzare : che cos’è l’attuale 5G nei confronti di quel telefono di bachelite : come suol dirsi “ una puzza”, senza però esagerare. Nella storia delle scoperte scientifiche e quindi delle applicazioni pratiche della conseguente tecnologie mai si ritrova l’idea del cosiddetto telefonino come lo conosciamo noi oggi . Nemmeno nella letteratura fantascientifica che molte cose ha preconizzato .
I primi telefonini sono comparsi sul mercato, ovvero sono diventati accessibili a tutti ,negli anni Settanta del Novecento .Il telefono cellulare commerciale fu inventato da Martin Cooper , direttore della sezione Ricerca e sviluppo della Motorola che fece la sua prima telefonata da un cellulare il 3 aprile 1973. Nel corso degli anni hanno subito diverse modifiche e miglioramenti fino agli attuali smartphone che hanno un software che è un vero e proprio sistema operativo in grado di gestire i più svariati applicativi con la possibilità di installare programmi complessi.
La letteratura fantascientifica,come accennavo, ci ha abituato a invenzioni straordinarie come il teletrasporto e altri strumenti tecnologici che oggi usiamo quotidianamente ,ma non ha mai previsto appunto un telefonino che in questa riflessione ho preso a simbolo di quello che è lo sviluppo scientifico e le sue applicazioni tecniche .Nel giro di pochi decenni ha avuto una accelerazione tale da indurre a porci qualche domande e a sperare in risposte congrue tali da tacitare in qualche modo le paure che uno scenario di questo genere fa sorgere in noi.
A cominciare per esempio dalla Intelligenza artificiale che in tema di telefonini , in particolare degli smartphone, fa attualmente promesse veramente allettanti,fino a sconvolgerne il mercato , ma induce sicuramente a esaminare un percorso di crescita non privo di incognite.
Un passo importante in questo settore , appunto di trasformazione del mercato è stato fatto da Samsung che ha presentato Galaxy AI che cambia radicalmente l’idea di smartphone perchè questo nuovo apparecchio è alimentato da AI su dispositivo e da AI su cloud .
Nel Forum 2023 che Samsung AI ha tenuto in Corea del Sud ,in cui ha presentato anche “ Gauss” ( dal nome del celebre scienziato), il modello di AI generativa sviluppato da Samsung Research ,
è emerso chiaramente la volontà dell’azienda leader di incrementare i rapporti tra mondo accademico e staff di progettazione per assicurare un utilizzo sicuro di questa nuova tecnologia secondo un’etica che da più parti viene invocata, compreso per esempio l’Europa unita, che in questo settore ha tentato con gli ultimi provvedimenti di avviare una regolamentazione.
Tornando alle nostre domande dunque possiamo forse formularle così. C’è un limite allo sviluppo scientifico e alle sue applicazioni tecniche? C’è un limite alla produzione di beni? C’è un limite a quello che viene comunemente definito progresso? In altre parole c’è la possibilità che il percorso compiuto negli ultimi duecento anni in tema di innovazione, sviluppo tecnologico,, scoperte e invenzioni si arresti o comunque abbia un rallentamento tale da segnare il passo. Che cosa c’è oltre la teoria della relatività, la fisica quantistica,l’energia atomica. C’è la possibilità che dopo la costruzione della prima locomotiva a vapore e le ultimissime realizzazioni come l’utilizzo della intelligenza artificiale in dispositivi e comunque connesso al mondo attraverso la rete, questo percorso si rallenti e si esaurisca? .
Un percorso con accelerazioni nell’ultimo periodo che vede tra le ultimissime realizzazioni, per esempio, il James Webb Telescope e le sue preziose informazioni sull’universo che ci circonda , la scoperta del virus Epstein-Barr che scatena la sclerosi multipla,una malattia totalmente invalidante che porta chi ne è affetto a chiedere spesso di porre fine alle sofferenze che produce con la cosiddetta morte assistita ( 1 ). E ancora il Thiomargarita magnifica ,il più grande batterio mai scoperto, visibile a occhio nudo; la dimensione di un centimetro contro una media dei batteri che misura 2 micrometri (milionesimi di metro). Scoperte vertiginose come l’avanzamento nello sviluppo di un vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (RSV) e la capacità ,testata positivamente, di deviare la traiettoria di un asteroide, in vista di possibili minacce che potrebbero in futuro colpire la Terra. Una tecnica testata appunto dalla missione Dart (Double Asteroid Redirection Test) che ha fatto le prove con l’asteroide Dimorphos, riuscendo a “spostarlo” usando una sonda di appena una ventina di metri. Fino all’avanzamento in agricoltura di risultati avuti nella coltivazione del riso perenne , una varietà che non ha bisogno di essere ripiantata ogni anno, ottenuta ibridando una varietà di riso asiatico annuale di Oryza sativa con una perenne africana Oryza longistaminata .
“Tutto questo” dunque in uno scenario in cui si comincia a parlare di limiti. Che cos’è dunque un ”limite “ e c’è un limite a “tutto questo”. E soprattutto c’è la possibilità di riconsiderare questo percorso in termini di sviluppo in modo positivo dove per positivo voglio intendere la possibilità che “l’umano” si affermi proprio nel pieno significato che diamo al termine “umanità”. Oppure questo percorso sarà ancora punteggiato di eventi e fenomeni negativi come le guerre che sono ancora numerose sul nostro pianeta, come la fame che assilla miliardi di persone, come il cambiamento climatico che a sua volta produce fenomeni come l’emigrazione, la trasformazione di immense aree della nostra Terra, E soprattutto si dovrà ancora avere paura di sconvolgimenti , come quelli a suo tempo ipotizzati e avvenuti in termini sostenibili al momento in cui furono introdotte le macchine industriali, i mezzi di trasporto,la rete di internet riferiti oggi soprattutto a quella che chiamiamo intelligenza artificiale .
Certo in termini di “ limiti” si può anche dire che non sempre l’aumento di potere e quindi di conoscenza è un “progresso” per l’umanità. E’ questa, per esempio, l’opinione espressa nel secondo capitolo della Laudate Deum,l’esortazione apostolica di Papa Francesco pubblicata il 4 ottobre dello scorso anno , giorno della festa di S. Francesco protettore dell’ambiente che aggiorna l’enciclica Laudato sì, dedicato al “crescente paradigma tecnocratico”. L’esortazione evidenzia «che le capacità ampliate dalla tecnologia danno a coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico per sfruttarla un dominio impressionante sull’insieme del genere umano e del mondo intero». Anche se «Non ogni aumento di potere», infatti, «è un progresso per l’umanità». Basti pensare alle tecnologie utilizzate per lanciare bombe atomiche e annientare gruppi etnici.
Uno sviluppo che è il caso di ricordare si affida a delle leggi così come sono state formulate da studiosi e scienziati in molti campi della vita e dell’attività dell’uomo e delle società che hanno contribuito a far vivere ; attività che oltre alle leggi proprie hanno bisogno anche di una regolamentazione.
Tralascio per il momento le leggi dello sviluppo economico e della sua sostenibilità a cui farò solo un accenno al termine di questa riflessione. Perchè all’attenzione voglio mettere appunto lo sviluppo scientifico e tecnologico .
Cominciamo a parlare delle leggi di questo sviluppo .Per esempio in tema di archiviazione dei computer. Fino a trenta anni fa questo limite era un freno appunto allo sviluppo di queste macchine. Uno sviluppo non sempre lineare ma comunque contenuto . Fino a quando nel 1997 un computer, Deep Blue, ha battuto a scacchi il campione Gary Kasparov rivelando che il limite dell’archiviazione poteva essere superato.
Tanto che appunto ancora oggi possiamo tener conto della cosiddetta “legge di Moore” , che stima che la memoria e la velocità dei computer raddoppino ogni anno raggiungendo e superando le esigenze dei singoli, dei gruppo, delle industrie stesse . La storia di questa legge viene così raccontata da wilkipedia : “ Nel 1965 Moore ipotizzò che il numero di transistori nei microprocessori sarebbe raddoppiato ogni 12 mesi circa. Nel 1975 questa previsione si rivelò corretta e prima della fine del decennio i tempi si allungarono a due anni, periodo che rimarrà valido per tutti gli anni Ottanta . La legge, che verrà estesa per tutti gli anni Novanta e resterà valida fino ai nostri giorni, viene riformulata alla fine degli anni Ottanta ed elaborata nella sua forma definitiva, ovvero che il numero di transistori nei processori raddoppia ogni 18 mesi]. Questa legge è diventata il metro e l’obiettivo di tutte le aziende che operano nel settore come Intel e AMD . “
La Treccani ci ricorda che Gordon Moore, che all’epoca era a capo del settore R&D della Fairchild Semiconductor e tre anni dopo fondò la Intel, scrisse,a questo proposito, infatti un articolo su una rivista specializzata nel quale illustrava come nel periodo 1959-1965 il numero di componenti elettronici,ad esempio i transistor che formano un chip, fosse raddoppiato ogni anno.
Gli addetti ai lavori però ipotizzano che la legge di Moore abbia perso la sua validità perchè anche un microprocessore ha comunque una determinata capacità di contenere transistor e quindi prima o poi dovrà dirsi completo,anche se “affollatissimo”. E allora la domanda è : di fronte quindi alla perdita di validità della legge di Moore quali sono gli scenari che potrebbero nascere .
Nel 2002 Intel produceva il Pentium 4 Extreme Edition a 90 nm (nanometri), nel 2006 produceva i Core i7 a 45 nm, dal maggio 2019 produce i Core i3, i5 e i7 con architettura Ice Lake a 10 nm.
Le ragioni vengono spiegate in un articolo su Fastweb (2 ) in questo modo : “Da una parte, infatti, è sempre più difficile e costoso creare i processi produttivi in grado “stampare” chip con più transistor al loro interno. Dall’altra, invece, più i transistor sono vicini e più c’è il rischio che gli elettroni “saltino” da un collegamento all’altro dei transistor generando errori di calcolo ed quindi un degradamento delle performance del sistema.”
E le soluzioni in questo modo “Nel 2016, per questo, la Semiconductor industry association (SIA) ha iniziato a ipotizzare ufficialmente la necessità di superare la legge di Moore , cioè di rallentare lo sviluppo quantitativo dei chip (sempre più transistor) e pensare invece ad uno sviluppo qualitativo del software (usare meglio i chip esistenti). “
Ragioni e soluzioni che interessano un settore oggi in fortissima espansione anche se non proprio a velocità supersonica . In generale però per quanto attiene proprio allo sviluppo della tecnologia possiamo rifarci alle tre leggi sulla tecnologia formulate da Douglas Adams. Questo scrittore e grande appassionato di tecnologia (sua è la radio commedia diventata poi romanzo «Guida galattica per autostoppisti») ha sintetizzato il rapporto che ognuno di noi ha con la tecnologia in tre regole: 1) Tutto quello che è al mondo quando nasci è normale e banale ed è semplicemente parte del modo in cui il mondo funziona; 2) Tutto quello che viene inventato dai tuoi 15 ai tuoi 35 anni è nuovo, eccitante e rivoluzionario, e con un po’ di fortuna potresti fare carriera usandolo; 3) Tutto quello che viene inventato dopo i tuoi 35 anni è contro l’ordine naturale delle cose (e per alcuni anche l’inizio della fine della civiltà come la conosciamo).
In realtà le tre leggi formulate da Adams si riferiscono in pratica alla nostra percezione del progresso , infatti hanno come titolo “Le tre leggi fondamentali della Percezione del Progresso” . Heidegger ne l’Abbandono del 1959 affermava che la cosa sorprendente non sono i cambiamenti del mondo per l’accelerazione della tecnologia ma per la fondamentale impreparazione dell’uomo .( 3 )
In termini di “ percezione del progresso”, AgendaDigitale in un articolo di Vera Gheno fa una analisi di questo mondo digitale attraverso l’osservazione dei comportamenti sui social arrivando a concludere che non sempre i nativi digitali sono in grado di scongiurare gli analfabetismi che li affliggono e che appunto poi creano le perplessità in termini di percezione del progresso . (4 )
Anche se In realtà questi analfabetismi non inficiano la nostra possibilità per esempio di usufruire dell’internet delle cose ,il mondo dello IOT . Non occorrono delle competenze per usare per esempio Alexa o altri assistenti vocali come Siri e Google Home o l’ultimo modello dello i-Watch in grado di farci l’elettrocardiogramma ,i vestiti di nuova generazione che avranno sensori in grado di misurare le prestazioni di ogni nostro organo corporeo. Solo che questo mondo tecnologico in realtà stende attorno a noi una invisibile ragnatela di monitoraggi che descrivono le nostre persone , i nostri desideri con incursioni in dati privati e sensibili che dovranno essere sempre più salvaguardati e protetti Per questo servono regole. E subito.
Specialmente in un settore in cui come accennavo avanzano grandi innovazioni come quella dell’intelligenza artificiale . Voglio ricordare che fino ad oggi questo tema è stato più una idea della letteratura fantascientifica e del mondo della celluloide che della realtà concreta. Siamo partiti da un romanzo “ Erewhon “di Samuel Butler del 1872 e da “Metropolis”, il film di Fritz Lang che è ambientato nel 2026 ed è la storia di una rivolta guidata proprio da una umanoide. Sicuramente nel 2026 non ci sarà alcuna rivolta ,Anche perchè in questo settore ci ha pensato Isaac Asimov a formulare delle leggi efficaci .
Pubblicate per la prima volta nel 1942 nel racconto intitolato “Circolo vizioso” sulla rivista di fantascienza Astounding Science-Fiction, le tre leggi della robotica di Isaac Asimov vogliono sostenere la convinzione dello scrittore che i robot non possono arrecare danni agli uomini se progettati e utilizzati bene .
Ecco cosa dicono le tre leggi della robotica:
1) prima legge: un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno;
2) seconda legge: un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla prima legge;
3) terza legge: un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la seconda legge.
In alcuni dei suoi ultimi racconti Asimov postula l’esistenza di una quarta legge, superiore per importanza alle altre tre denominata quindi la Legge Zero (valida forse però solo per gli automi più sofisticati):
Legge Zero: un robot non può danneggiare l’umanità, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, l’umanità riceva danno.
A seguito dell’introduzione della Legge Zero, le tre Leggi furono modificate:
1) un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno. Purché questo non contrasti con la legge zero;
2) un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla legge zero e alla prima legge;
3) un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la legge zero, la prima legge e la seconda legge.
Una formulazione che è molto discussa in quanto adombra la possibilità che una macchina possa far danno ad un uomo pur salvaguardando l’integrità della umanità
Proprio su queste tre leggi l’Europa unita ha tentato di formulare una legge pratica anzi una costituzione per l’intelligenza artificiale.
Anche se di intelligenza artificiale si comincia a parlare più diffusamente per l’accelerazione che la sua applicazione a prodotti in commercio sta avendo. Il primo sistema di intelligenza artificiale in ambito commerciale fu R1, utilizzato dalla Digital Equipment nel 1982. (5 )Da allora sembra essere passati secoli. Sta di fatto che oggi l’intelligenza artificiale si interseca con la Cloud Transformation e l’Internet of things che delineano uno scenario in cui Cloud Transformation è l’ambiente per l’analisi dei dati ,ovvero una specie di infrastruttura e Internet of Things oltre alla raccolta dati offre la possibilità di usufruire di servizi basati su intelligenza artificiale.
Dopo questo excursus sulle regole del progresso tecnologico che in realtà è parziale perchè esamina solo uno degli aspetti del progresso e dello sviluppo lasciando da parte per esempio lo sviluppo economico , finanziario e il mondo torniamo alla domande iniziali ovvero i limti , se ce ne sono, del progresso scientifico e tecnologico tra sviluppo sostenibile e impronta ecologica .
Sicuramente ce ne sono mi sembra di poter dire perchè a distanza ormai di diecimila anni l’uomo sta fermo ad alcune scoperte decisive e fondamentali che nel corso di tutto questo tempo si sono sviluppate e hanno offerto strumenti tecnologici che ci sembrano strabilianti ma che in realtà sono solo appunto l’applicazione di quelle scoperte. Il fuoco, la macchina a vapore, il motore a scoppio , l’uso dell’energia dell’acqua e quindi delle fonti fossili, l’agricoltura e l’allevamento . Forse qualche altra scoperta ma in sostanza tutto qui . I limiti che sembrano non esserci in realtà ci sono e come. Voglio dire per esempio in tema spaziale un motore che faccia muovere una macchina alla velocità della luce , oppure una fusione fredda e soprattutto pulita contro l’attuale che lascia scorie . E poi in termini di salvaguardia del nostro pianeta il volume di CO2 considerevole che si sviluppa da alcuni processi. E l’elenco potrebbe essere lungo.
Limiti dunque nelprocesso scientifico ma limiti anche in termini di sostenibilità e impronta ecologica anche nello sviluppo economico che è conseguente allo sviluppo tecnologico.
Il Rapporto sui limiti dello sviluppo (dal libro The Limits to Growth. I limiti dello sviluppo), commissionato al MIT dal Club di Roma. da Donella Meadows, Dennis Meadows, Jorgen Randers e William W. Behrens III risale ormai al 1972
E’ il resoconto di una simulazione al computer World3 e predice le conseguenze della continua crescita della popolazione sull’ecosistema terrestre e sulla stessa sopravvivenza della specie umana. In realtà dice che non è possibile uno sviluppo infinito in un pianeta con risorse ormai limitate . Anche se per esempio e mi limito a questo dal punto di vista demografico mondiale la tendenza ormai è quella di un rallentamento .Tanto che le ultime proiezioni delle Nazioni Unite suggeriscono che la popolazione mondiale potrebbe crescere fino a circa 8,5 miliardi nel 2030 e 9,7 miliardi nel 2050; si prevede che raggiungerà un picco di circa 10,4 miliardi di persone durante gli anni 2080 e rimarrà a tale livello fino al 2100 . In difformità a questa previsione , ecco perchè parlavo di rallentamento ,le popolazioni di 61 paesi o aree del mondo dovrebbero diminuire entro il 2050, di cui 26 potrebbero vedere una riduzione di almeno il dieci per cento. Nel lungo periodo le previsione sono catastrofiche .secondo lo studio pubblicato da “The Lancet”, nel 2050 saranno 151 i Paesi sotto il livello di sostituzione, e nel 2100 saliranno a 183, cioè quasi la totalità (196). Estendendo la stima al 2200, l’indice di sostituzione mondiale scenderà a 1,75, profilando un collasso demografico planetario.
Certo il 2200 non è proprio dietro l’angolo. Per il momento non ci resta che vivere i nostri giorni usando al meglio tutto quello che la scienza e la tecnologia ci offrono con discernimento, libertà,trasparenza e condivisione delle possibilità . Ma anche con qualche fantasia.
Ecco la mia per chiudere questa riflessione. Vorrei essere una macchina e non un organismo. Purtroppo come organismo so che sono costretto in un percorso che va dall’inizio alla fine in un tempo delimitato. Se fossi una macchina, una semplice macchina nel mio percorso potrei tornare indietro, fermarmi tutto il tempo che voglio . Insomma un organismo è costretto a fare un percorso , a compiere un ciclo vitale ( nasce , cresce, si riproduce e muore sono questi i limiti veri dello sviluppo (!?)).Una macchina no. Viene costruita, viene assemblata ,periodicamente è oggetto di manutenzione, se non funziona può essere riparata. E quando ormai è fuori uso rimane lì nella sua ferraglia per secoli come dimostrano alcune scoperte archeologiche. Assomiglia vagamente ad un albero che una volta tagliato resta in vita per decenni tanto che prima o poi rispunta dalla terra.
E’ solo una fantasia quella che ho appena condiviso. Anche se fa nascere una domanda: ma quando dure l’eternità? Ma questo è il tema di tutt’altra riflessione.
(1 )Sono cinque gli italiani che hanno ricevuto il via libera per la morte volontaria assistita in Italia con il supporto dell’Associazione Luca Coscioni: Federico Carboni (nelle Marche ), la signora Gloria ( in Veneto )e Anna in Friuli, che in seguito hanno confermato la propria volontà ricorrendo alla tecnica. Stefano Gheller (in Veneto) e Antonio, nome di fantasia (nelle Marche) dopo il via libera da parte del Comitato etico sono liberi di scegliere il momento più opportuno per confermare le proprie volontà o eventualmente attendere o modificare le proprie intenzioni iniziali. La privacy non permette di sapere di quali specifiche malattie soffrivano perchè l’infermità viene definita “ malattia incurabile “ tra queste c’è sicuramente la sclerosi multipla.
(2) )https://www.fastweb.it/fastweb-plus/digital-magazine/fine-legge-moore-futuro/
( 3) Heidegger (L’abbandono,1959 :“Ciò che è veramente inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l’uomo non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo. Di gran lunga più inquietante è che non siamo ancora capaci di raggiungere, attraverso un pensiero meditante, un confronto adeguato con ciò che sta realmente emergendo nella nostra epoca.” E quindi è importante che in noi sia sempre vigile proprio la capacità di abbandono i delle cose, degli oggetti della tecnica: «Possiamo infatti far uso dei prodotti della tecnica e, nello stesso tempo, in qualsiasi utilizzo ne facciamo, possiamo mantenercene liberi, farne a meno, abbandonarli a loro stessi»; evitando che tutta la nostra vita sia aggredita dell’automatizzazione «Ormai dipendiamo in tutto dai prodotti della tecnica. Essi ci hanno forgiati a nostra insaputa, e così saldamente, che ne siamo ormai schiavi».
. “L’abbandono” è un testo scritto da Martin Heidegger nel 1927. Il saggio analizza il tema dell’essere, esplorando la nozione di “abbandono” come elemento centrale dell’esistenza umana. E’ un libro pubblicati nel 2004 da Il nuovo Melangolo attualmente non più disponibile ma di cui si trova il testo su https://it.scribd.com/document/234973636/Da-L-Abbandono-di-Martin-Heidegger
oppure https://mbmunhyr.pixnet.net/blog/post/127607035
( 5)In termini quantitativi, nel 2018 il mercato italiano dell’Intelligenza Artificiale si è attestato ad un valore di 85 milioni di euro, cifra che fa riferimento alle spese di sviluppo e implementazione di sistemi di Intelligenza Artificiale, in termini di:
- sviluppo di algoritmi di IA;
- hardware per l’immagazzinamento e l’elaborazione di dati;
- software per la gestione dei dati;
- servizi di integrazione e personalizzazione.