IL CRISTIANESIMO NON E’ UNA “DOTTRINA” DI RAFFAELE GAROFALO
Redazione- <<Cari Amici, siete in molti a chiedermi perché non sono tornato a Scuola, dirò innanzitutto che nessuno me lo ha impedito. Dopo due anni di assenza volontaria, l’anno scorso fui quasi forzato ad accettare l’insegnamento e cercai di giustificarmi pensando alla possibilità che mi offriva di poter iniziare con voi un dialogo che intendo continuare al di fuori della Scuola. Questo però mi pose in serie situazioni ci compromesso che non mi sento più di accettare. Rinuncio perciò ora, volontariamente, all’insegnamento della Religione, per eliminare un’altra delle tante contraddizioni evidenti della mia vita di Cristiano e di Prete. Non saprei cosa<< dire>> di più dopo aver cercato di presentare il Cristianesimo come testimonianza del Vangelo, annuncio disinteressato di vita e non di Dottrina. Il Cristianesimo si realizza sforzandosi di viverlo ogni giorno con lo stesso rischio di Cristo, in mezzo agli altri, e con la stessa povera vita, e per noi Preti, senza pretendere il privilegio e la << Dignità>> di essere dei<<Cristiani-Più>>, dei << Graduati>> socialmente diversi, pagati anche dallo Stato per svolgere una funzione speciale…. La Vita e la Morte di Cristo ce lo insegnano abbastanza; non è venuto a creare un esercito di <<Sistemati>> nel suo nome. Al di là di ogni considerazione personalistica, ho fatto semplicemente l’esame di coscienza, e non mi è rimasta altra scelta, il Cristianesimo non è una << Dottrina>>, che si può insegnare da una Cattedra con programmi governativi, ecc. Se così fosse, Cristo non sarebbe nato, vissuto in mezzo ai Poveri e non avrebbe insegnato per le vie di Palestina agli Ignoranti, ma sarebbe andato nelle Scuole di Roma e di Atene. Nella Scuola, lezioni di Storia del Cristianesimo o Storia delle Religioni, se si vuole anche di Dottrina Cattolica, possono farle insegnanti formati nelle Università Statali, nominati dal Provveditore come quelli delle altre Discipline e non dal Vescovo. Quanto al modo poi con cui insegniamo noi Preti, alla nostra competenza, ai nostri metodi, non sta a me dare un giudizio, sarebbe interessante però promuovere un’inchiesta tra gli Alunni(lo faranno i Presidi più coraggiosi?). Ne risulterebbe forse che i migliori tra noi sono poi quelli che vengono accusati di invadere indebitamente<<Altri>> campi: Altrettanto meno credibilità offre il nostro<< insegnare>> Religione, quando siamo pagati per parlare di un Cristo che ci raccomanda di non fare calcoli economici, nel metterci in viaggio per annunciare il suo Vangelo(Luca-10,4). Noi Preti un’ora di più di insegnamento ce la contendiamo come Avvoltoi che si precipitano sulla preda. Sarà per il Vangelo? Purtroppo la triste realtà è che l’insegnamento della Religione nella Scuola Italiana è innanzitutto per il Clero un mezzo di sopravvivenza per alcuni, di arricchire ulteriormente per altri, causa di penosa sofferenza per quanti ci credono ancora e si impegnano seriamente a risolverne i problemi! Personalmente mi aspetto che Chiesa darà ai Preti la libertà di guadagnarsi da vivere più dignitosamente, come ogni altro Cristiano, senza elemosinare dallo Stato privilegi che ricattano la Libertà di annunciare il Vangelo, senza paura di mettersi contro i Potenti, come ha fatto Cristo in difesa della Giustizia e degli Oppressi. Mi auguro che la Chiesa, in futuro, possa essere libera, tra le tanti voci<<Vendute>> di sempre, anche contro quei Governi che in nome del popolo calpestassero comunque la Giustizia. Chiedo a Voi se così è avvenuto per il passato da quaranta anni ad oggi, chi vuole distingua pure i ventenni! La Libertà si paga a qualsiasi prezzo, ma solo se riesce a scoprirne il valore! Saluti a Tutti da Amico.