” RICORDI DA MIRAMARE”, LA DOLCE POESIA D’AMORE DI MATHIAS BURATTO
La prima poesia che funge da abbrivio alla breve silloge che verrà pubblicata nelle prossime settimane ci porta a metà del 1800, nel golfo di Trieste. È una storia d’amore, da molti considerata come l’ultima favola dell’era moderna, ma… con un certo rammarico va detto che il fato, forse per gelosia o soltanto per inedia, non le ha voluto concedere il lieto fine.
Come in ogni racconto che smuove la fantasia di scrittori e poeti (in questo caso anche un celebre pittore, Manet) c’è un castello, Miramare, non un principe ma un arciduca, e acconto a lui la sua amata (e sposa) Carlotta. Massimiliano d’Asburgo, l’arciduca, è, o per meglio dire era un uomo romantico, ma non solo: anche idealista e sognatore. Sarà proprio questo “trittico emotivo”, questo fugace empito a dirimere il cuore tra il teorico e il pragmatico che definirà ogni sua scelta, dalla costruzione del castello, alla decisione (osteggiata da molti) di partire per il Messico e una volta lì morire accanto ai propri uomini.
Di Massimiliano e Carlotta resta un sussurro controvento, una tenue speranza che l’amore, il vero amore, racchiuda in sé la fuggevole essenza di un desiderio, la romantica illusione che li avrebbe visti di nuovo assieme, giovani e innamorati, in quello spazio sconosciuto a chiunque meno che agli amanti. Dopotutto, cos’è l’amore se non il contrappunto che si interpone alla caducità della vita? Quello che ancora oggi ci permette di chiudere gli occhi e… sognare.
Ricordi da Miramare
Dove la luce
Nei raggi
Si protende,
E ’l mattino,
Con tardiva carezza
Profila il volto all’aurora,
Risplende,
Nivea,
La candida pietra d’Orsera.
Torri d’avorio
Ove l’anima erra
Celano
Al triste ricordo
Sommesse preghiere,
Nel tempo in cui virtute promesse
Indugiavano,
Meste,
Al giovane ardire.
L’ultimo fiore di maggio
Si schiuse,
Tardivo,
Fra le dita di Artemide.
Ma il cuore,
Fragile di lusinghe,
All’ovest volse l’affetto,
E vita e morte,
Da lì,
Con un soffio
Si protesero.
Prima lo sguardo,
Poi l’assenza
Nell’onda si disperse,
E la favola imperiale,
Al roseo granito d’Egitto,
Con un ultimo sguardo
Epilogò.
Ma ignari che l’amore rimira l’eterno,
Il giovane sovrano
E la sua diletta sposa
Nello stesso sospiro si congiunsero.
Per sempre uniti
E di nuovo assieme
Nel vireo splendore del tempo,
Quando il crepuscolo sussurra agli déi,
E la luce nell’etra si dissolve.
Poeta e scrittore… che cosa chiedere di più?
Cambi modo di scrivere così bene che potrei giurare che sia un altro autore! Davvero bravissimo. E questa poesia è semplicemente meravigliosa.
Appena ho visto una nuova pubblicazione di Mathias ho dovuto subito leggerla e che dire… anche qui mi ha lasciata senza parole. Davvero un poeta come pochi ad oggi.
Bella, bella, bella! Ricca di pathos e immagini bellissime. Completamente diversa da come hai scritto la storia… incredibile
Bellissime parole moderne per raccontare una vicenda umana storica che incanta e appassiona
Non sapevo che pubblicaste altro di Mathias! Che scrittore e che poeta incredibile! Una storia molto triste raccontata con parole magiche e poetiche❤️
Malinconicamente bellissima❤️
Ho cominciato a leggere queste poesie per caso… me ne sono innamorata!