“OGNUNO SALVI UNO”-MOUGOUE’ LEUYAM
Redazione- Lontano dai media, dagli occhi, e dalle orecchie dei più vi è un Camerun che fa poca notizia.Una instabilità sociale ormai sfociata in guerra civile iniziata nelle regioni sud occidentali, sommata alla guerra al terrorismo che ha isolato l’estremo nord, stano dilaniando il paese intero. Quasi nessuno ne parla e gradualmente il malessere sta dilagando, rischiando di sacrificare tanti giovani…Brevemente, è opportuno precisare che, tedesco fino alla fine della prima guerra mondiale, il Camerun fu spartito tra le potenze vincitrici e diviso in due parti: la zona occidentale, venne affidata al Regno Unito, il restante comprendente la capitale Yaoundé, alla Francia. Il Camerun Francofono ottenne la sua indipendenza il 1° gennaio 1960. Successivamente, nel 1961 al momento di accedere all’indipendenza gli anglofoni del Nord scelsero di essere allacciati alla Nigeria lasciando che anglofono rimanesse solo il Camerun del sud-Ovest ovvero 20% della popolazione e del territorio nazionale. Dopo l’indipendenza quindi, si fece strada una soluzione federale a 2 stati: da una parte i francofoni (la maggioranza) e dall’altra gli anglofoni. Quando nel 1972 da una forma federale si passò alla “Repubblica Unita del Camerun”, con l’inglese ed il francese come lingue ufficiali per l’istruzione e l’amministrazione, i separatisti della regione occidentale, viste frustrate le istanze di autonomia, diedero l’innesco a una lotta che, sostanzialmente, non si è mai arrestata. Non gli si può dare completamente torto tanto è palese che i francofoni non si sono quasi mai adattati al bilinguismo, marginalizzando gli anglofoni in tutti i settori. Tuttavia con le sfide sempre più pronunciate della Globalizzazione, alcune famiglie francofone hanno capito l’handicap che rappresentava il chiudersi alla cultura anglofona e sono corsi ai ripari, dando paradossalmente nascita ad altri disagi. Gli anglofoni si sono ritrovati messi alle corde da una concorrenza inattesa dove le università in territorio ex britannico accoglievano sempre più studenti francofoni, i quali già privilegiati diventavano ancora più appetibili sul mercato del lavoro, non ultimo il divieto di accesso ad internet. Ma per cogliere appieno la portata del divieto di accesso alla rete, è necessario capire il contesto in cui questa decisione è stata presa. Prima del 17 gennaio 2017, due sindacati erano in sciopero, così come gli avvocati che hanno lanciato il movimento di contestazione a cui hanno successivamente aderito gli insegnanti. Entrambe le categorie professionali sono state vittime della repressione dello Stato. Questo clima di tensione sociale ha finito per colpire studenti, genitori costretti a trovare soluzioni di fronte all’impossibilità di far accedere i propri figli nelle scuole ormai chiuse, piccoli commercianti che per sopravvivere vendono i loro prodotti nei pressi dei campus universitari e delle scuole, e ovviamente gli insegnanti. Il disagio mutato in una protesta di insegnanti e avvocati anglofoni venne allora strozzato da massicci e arbitrari arresti il 6 ottobre 2016. Da allora le cose sono precipitate: Università chiuse, morti, dispersi, profughi… Si teme il peggio…La spropositata e sproporzionata risposta del governo centrale di Yaoundé alla protesta infiltrata nel mentre da interessi politici ha avuto conseguenze disastrose ed ha radicalizzato una parte dell’opposizione. Alcuni leader che non nascondono velleità secessioniste le hanno espresse in una temeraria proclamazione di indipendenza, lo scorso ottobre 2017, della Repubblica di Ambazonia (da Ambas Bay, la baia alla foce del fiume Mungo che in epoca coloniale marcava il confine naturale tra area inglese e francese, ndr). I leader separatisti anglofoni hanno diffuso una vera e propria chiamata alle armi. La scelta ha avuto una prima, drammatica applicazione l’11 febbraio scorso, anniversario del referendum che condusse all’unificazione del Camerun nel 1961, quando irredentisti e forze governative si sono fronteggiati nella zona anglofona ormai sotto presidio militare e sono morti tre effettivi della polizia mentre i feriti, di entrambi i campi, sono stati decine.Ora, anche la nuova strategia dei separatisti ha decisamente virato verso una deriva militarizzata, al culmine di una fase di durissima repressione da parte del governo centrale. Per il nuovo leader del movimento anglofono, gli arresti di una cinquantina di attivisti fuggiti in Nigeria e poi estradati in Camerun e la successiva repressione in patria e oltre i confini, sono il risultato dell’alleanza tra forze rappresentate da governo e potenze straniere.Le notizie sono ancora poche e poco battute ma il conflitto ha bisogno più di ogni altra cosa: essere visto, ricordato, per non essere dimenticato. Come al solito, a pagare il dazio maggiore di questa pesante situazione sono i civili e sopratutto i giovani, che rappresentano 83% della popolazione dell’intero paese. Negli ultimi mesi, secondo le stime dell’Unhcr e della Caritas Nigeria, sarebbero oltre 43.000 le persone che, terrorizzate dai continui scontri e la repressione del governo, hanno lasciato il Camerun per il Paese confinante, l’80% dei quali è composto da donne e bambini. Ricordiamo che 70% dei Camerunesi hanno meno di 35 anni. In un paese che aveva raggiunto il 92% di tasso di alfabetizzazione nel lontano 1989 e che fornisce all’Italia immigrazione quassi esclusivamente di qualità, cioè quella decantata da tutti gli schieramenti politici, gli attuali eventi hanno sentore di suicidio. Secondo il 21° Dossier Statistico Immigrazione curato dalla Fondazione Migrantes e la Caritas italiana, il Camerun è il 43° paese in Italia con il più gran numero di residenti. E’ inoltre il 1° paese dell’Africa centrale e meridionale dal punto di vista demografico. Nel 2011, si contavano 10.324 camerunesi in Italia, tra cui 4.865 femmine e 5.459 maschi, ossia il 0,22 % della popolazione straniera in Italia. La maggior parte dei Camerunesi (oltre 97%) è concentrata nelle regioni del Centro-Nord. Le principali province italiane con il più gran numero di immigrati di questo paese sono rispettivamente Torino (699), Perugia (677), Padova (644), Roma (605), Bologna (599) e Milano (597). La regione Camerunese da cui proviene il maggior numero degli immigrati è quella occidentale che offre circa il 70% del totale. Proprio quella parte del paese crudelmente divisa tra francofoni a anglofoni che subisce perdite enormi anche di cervelli eccellenti. La deliberata decisione di oscurare internet nelle due regioni anglofone del paese, con l’obiettivo di soffocare i movimenti di protesta che chiedono un ritorno al federalismo, abbandonato nel 1972 a favore di un Camerun che secondo la Costituzione è “uno e indivisibile” ha reso la vita degli studenti ancora più difficile. Nella Silicon Mountain, equivalente camerunese della nella Silicon Valley che ha prodotto giovanni brillanti che ora fanno la felicità di società ed università d’Italia e altrove, per un lungo periodo, la mano dura del governo camerunese ha prodotto inestimabili danni. Per gli studenti, è una vita piena di ostacoli, di ansia e di apprensione. Tanti hanno preso la via dell’emigrazione clandestina verso l’Europa e sono finiti nella tragedia della schiavitù nel Maghreb.A seguito dell’indignazione mondiale generata da un documentario di CNN, nel mese di dicembre 2017, duecentocinquanta migranti Camerunesi vittime di traffico di esseri umani in Libia furono rimpatriati in Camerun. Donne, alcune delle quali in stato di gravidanza, e uomini, in maggior parte giovani, rispediti a Yaoundé a bordo di un aereo speciale noleggiato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), nell’ambito di un progetto che incentiva il ritorno ed il reintegro dei migranti del Camerun dalla Libia.I combattimenti tra l’esercito camerunese e i separatisti imperversano tutt’oggi ma tengono soprattuto banco i massacri della popolazione civile ad opera dell’esercito. Piovono video credibili a sostegno delle allegazioni secondo le quali le forze armate camerunesi avrebbero commesso gravi crimini contro civili con il pesante sospetto dell’impiego di gas proibiti.Se Non si interviene presto il rischio di genocidio è reale.
Precisiamo per finire che il collettivo dei docenti del Camerun ha da tempo indicato che appoggia le rivendicazioni degli insegnanti di scuole elementari, medie e superiori riguardo al non pagamento di stipendi e premi arretrati che dura da 25 mesi additando la “discriminazione degli insegnanti”. Questo allarme ha dato il via ad un nuovo movimento di protesta e scioperi. Lontano dagli occhi, dalle orecchie, bambini e giovani non vanno più né a scuola, né all’università, anche per il numero inimmaginabile di insegnanti arrestati. Ho scelto di non chiudere il cuore e di fare la mia parte accendendo una luce dall’Italia.
LETTERA AI PARLAMENTARI ITALIANI
Onorevoli Deputati
Egregi Senatori
Tra il 7 aprile e il 17 luglio 1994, la tragedia del Ruanda consegnava alla Storia umana circa 1 milione di morti. Per quanto è vero che nessuno mai si è assunto la responsabilità du tale orrore, concordiamo oggi nel dire che il dramma si sarebbe potuto evitare, se la Francia o le Nazioni Unite complice la loro indifferenza non si fossero rese conniventi di barbari di un’altra epoca.Cittadini italiani ed elettori del Belpaese, mi duole dovervi annunciare che indipendentemente dall’appellativo giuridico che le vorreste applicare, un’altra tragedia si sta consumando nel mio paese d’origine, il Camerun. Vi interpello, signore signori, rappresentanti eletti della Repubblica, affinché un domani la Nazione non possa farvi il rimprovero della negligenza.Il 21 ottobre 2018, al termine d’un contenzioso giuridico dovuto a innumerevoli irregolarità verificatesi in occasione del voto del 7 Ottobre precedente, l’ottantaseienne Presidente Paul Biya vituperato da tutta la nazione, venne dichiarato successore a sé stesso per la sesta volta consecutiva dalla. All’uomo di stato al potere da trentasei anni venne attribuita la fantasmagorica cifra di 71% dei voti da un Consiglio Costituzionale di cui 11 membri sono, in violazione della legge, dei fedeli militanti, attivisti o responsabili del suo partito-stato conosciuto come RDPC (Rassemblement Démocratique du Peuple Camerounais). Dopo essersi spudoratamente prevalso della cauzione degli impostori presentati dal suo governo come osservatori stranieri della ONG Transparency International, usurpazione puntualmente condannata dalla stessa organizzazione, Paul Biya si è concesso l’indelicatezza di ignorare i risultati prodotti dalle urne, che lo davano sconfitto di fronte ad una opposizione propositiva, organizzata, preparata, equilibrata, legalista, lungimirante e visionaria. Questo ennesimo colpo di forza che si iscrive nella grottesca non tanto recente tradizione dell’Africa francofona sarebbe bastato per suscitare desolazione ed indignazione. Orbene, non paghi di siffatto scandalo i sicofanti del regime di Yaounde, per legittimare il loro abuso di potere vanno ben oltre fomentando il più abietto odio tribale con l’ausilio di media ispirati alla famigerata “Radio Televisione “mille colline” degli estremisti Hutu in Ruanda.Due anni fa, dall’alto della sua superbia, la sua noncuranza e la sua nota brutalità, il signor Paul Biya lasciò degenerare legittimi rivendicazioni sindacali e sociali in una spaventosa guerra civile nelle regioni anglofoni del paese, che ospitano circa 20% della popolazione. Come nel Biafra anni fa, la guerra in corso ha già causato migliaia di morti, decine di migliaia di profughi interni, transfrontalieri e in ultima analisi transcontinentali. Le esazioni dell’esercito sono all’ordine del giorno, come ampiamente dimostrato dalle relazioni di International Crisis Group e Amnesty International. Per Yaoundé, se è necessario ripristinare la pace, dev’essere quella dei cimiteri. Signore, signori, occorre sapere che da 7 ottobre 2018, numerose famiglie non hanno più notizie dei propri cari. Figlie o figli misteriosamente scomparsi con l’unica colpa di aver rappresentato i rispettivi partiti politici nei seggi elettorali. Dalla proclamazione dei tanto contestati risultati, il terrore militare regna su tutto il paese. Il regime ha proibito ogni manifestazione pubblica mentre avvocati temerari ed attivisti pacifici sono inseguiti, e selvaggiamente brutalizzati. L’arcivescovo di Yaounde, dove troneggiano preti e prelati dalla dubbia sensibilità politica, taluni recentemente processati per i genocidi del Ruanda, ha scagliato la polizia militare contro delle donne nel pieno esercizio del loro diritto di fare un sit-in pacifico a fine messa sulla spianata della cattedrale come ultimo disperato sussulto dimostrativo contro la barbarie in atto nel paese. La meno fortunata perse la figlia. La stigmatizzazione con connotati etnici ha messo alle corde il leader politico dell’opposizione che nel segreto delle urne, ha scosso il potere olimpico dell’autocrate. Le forze di polizia agli ordini del dittatore non esitano a sparare sui cittadini a mani nude.Non vi è dubbio sul fatto che l’Italia non ha amici, ma interessi. Tuttavia, per il prestigio che il belpaese ha da difendere e cioè per il suo reale interesse, cosa che bisogna scindere dal profitto immediato ed egoistico, di alcuni potenti e mercanti, sarebbe diplomaticamente onorevole chiedere al governo del Camerun che fornisca chiarimenti su questa compromissione di cui poteva fare a meno, sicché la comunità internazionale possa evitare l’ennesima situazione imbarazzante. Ovviamente non si sta suggerendo all’Italia di sostituirsi ai popoli sovrani, ma schierarsi con i deboli piuttosto che con gli aguzzini è una scelta nobile. Ricordiamoci che più della metà della popolazione Camerunese ha conosciuto solo il presidente Biya come Capo di Stato ed è comprensibile alla luce di quanto è successo che si viva il suo settimo mandato consecutivo come frutto di un hold up elettorale. Si tratta in effetti di una rapina a mano armata, opera di una associazione a delinquere, e certamente poco parente di qualsivoglia successo politico o programmatico. Il Camerun si è recentemente guadagnato il primo posto dei paesi più corrotti al mondo, nella classifica stilata da Transparency International autore del rapporto Doing Business 2018. Ormai, nel paese, non stupisce più nessuno che un candidato deceduto prima dei test di ammissione alla Scuola Nazionale di Amministrazione e Magistratura, superi il detto test con lode. Che dire poi dei figli del despota e i loro amichetti che, per entrare in quella scuola non vantano niente poco di meno che il merito di essere figli del loro megalomane di padre!Infine, è purtroppo superfluo menzionare che di fronte a questa prospettiva disperata migliaia di giovani Camerunesi altra via non hanno trovato che prendere d’assalto i confini dell’Europa. Non so voi ma non li immagino felici di sminuire le loro aspettative all’umiliazione d’une zuppa calda servitagli in Italia.Signore e signori, distogliere lo sguardo, fingendo di non sentire l’appello indignato di un concittadino, ci rende complici della catastrofe umanitaria che si sta consumando ed ha tutto il potenziale per peggiorare. Voi avete il potere di interrogare l’esecutivo e la Farnesina su questo tema, per il decoro, per l’onore e per gli interessi dell’Italia.Sperando di poter contare sul vostro impegno, vi prego di accogliere, signore, signori rappresentanti eletti la Repubblica, l’espressione della mia più alta considerazione.