” DECRETO CAIVANO : LA CAMORRA VUOLE IL SILENZIO ” – DI VALTER MARCONE (PRIMA PARTE)
Redazione- Probabilmente nemmeno Don Patriciello voleva un decreto così fatto . Don Patriciello, il prete anticamorra, (1 )che ha fatto di tutto per mettere all’attenzione la realtà dei minori che vivono nel quartiere Parco Verde di Caivano dove ha la sua parrocchia. All’attenzione di tutti, specialmente dopo la notizia delle denunce di due ragazzine, cugine, di 10 e 12 anni, che hanno raccontato ai carabinieri e ai familiari di aver subito stupri di gruppo in diverse occasioni. Non era la prima volta che le vittime in quel contesto denunciano abusi, soprusi e violenze . In un contesto che mette assieme mostruosamente violenza, promiscuità, mentalità criminale e omertà che caratterizzano il Parco abitato da circa seimila persone in un Comune di quasi 40mila conosciuto anche come Terra dei fuochi di cui don Patricello ha denunciato il malaffare finendo sotto scorta. Anche questa volta ,a conoscenza della violenza subita dalle due ragazzine non è riuscito a tacere come egli stesso scrive sul suo profilo fb che è seguito da almeno centomila persone : “Ora serve tutto, serve parlarne . La camorra vuole il silenzio. Io vivo sotto scorta, ma non ho soldi, mi minacciano perché hanno paura della parola. La mia parola fa paura. La camorra vuole il silenzio, vuole il buio, perché conviene creare il ghetto, non vuole che Caivano comunichi, non vuole la solidarietà. All’interno del ghetto, il boss è il re e in questo momento in cui lo Stato è arrivato e la presenza si vede nelle strade, la camorra non lo vuole. Quindi, approfittando della tarda ora, sono arrivati e hanno dato questa manifestazione di forza per dire che loro non hanno paura. So che il governo non ci lascerà soli, sono convinto che ora qualcosa succederà. Ci sono state tante passerelle, sappiamo come funziona la politica ma credo che questa volta qualcosa succederà. Il Signore non vuole che le strade di Caivano si riempiano ancora di sangue”.
Una realtà, quella di Caivano , sospesa tra evasione scolastica,sollecitazioni della criminalità organizzata, mancanza di servizi, agenzie culturali, luoghi di ritrovo, associazionismo . Probabilmente Don Patriciello chiedeva nella sua denuncia più istruzione, più ascolto dei minori, più interventi sociali, più operatori del sociale e dell’istruzione.
Un appello quello di Don Patriciello per un intervento nella realtà che è stata presa in considerazione del cosiddetto Decreto Caivano, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale come decreto-legge del 15 settembre 2023 n. 123, recante “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale“. Un testo corposo solo dal punto di vista del diritto penale che in sintesi, apporta modifiche in materia di: misure di prevenzione,contrasto ai reati in materia di armi od oggetti atti ad offendere, nonché di sostanze stupefacenti, prevenzione della violenza giovanile, contrasto dei reati commessi dai minori, misure anticipate relative a minorenni coinvolti in reati di particolare allarme sociale, nonchè modifiche al d.P.R. 22 settembre 1988, n. 448 (Disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni), in materia di custodia cautelare e percorso di rieducazione del minore.
Il decreto contiene anche interventi per il comune di Caivano. Infatti come dice il comunicato stampa del Consiglio dei ministri:”Si prevede la nomina di un Commissario straordinario, che sarà individuato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, dopo l’entrata in vigore del decreto-legge, nella persona del dott. Fabio Ciciliano, dirigente medico della Polizia di Stato e che avrà il compito di adottare, entro 15 giorni, d’intesa con il Comune di Caivano e il Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio, un piano straordinario d’interventi infrastrutturali e di riqualificazione del territorio comunale. Il piano sarà attuato con il supporto tecnico-operativo di Invitalia S.p.a. e dovrà prevedere anche specifici interventi urgenti di ripristino del centro sportivo ex Delphinia, in collaborazione con gli Uffici del Genio militare e con la società Sport e Salute S.p.a.Inoltre, il decreto autorizza il comune di Caivano ad assumere 15 nuovi membri del corpo della polizia locale al fine di garantire l’incremento della sicurezza urbana e il controllo del territorio.”
Per la cronaca va ricordato che Don Patriciello invitava il Presidente del Consiglio dei ministri a visitare il quartiere e a fare testimonianza dei problemi di chi lo abita e lo vive. Invito in verità prontamente accolto con l’aggiunta in occasione della visita della trasferta dell’intero Consiglio dei Ministri. Che in quella visita ha varato il decreto e avviato un controllo straordinario del territorio da parte delle forse dell’ordine. Infatti dopo una settimana, da quella visita che ha prodotto come dicevo anche il decreto legge i cui contenuti stiamo esaminando a partire dal comunicato stampa del Consiglio dei ministri , all’alba del 5 settembre 2023 al Parco Verde è scattata una maxi operazione delle forze dell’ordine che hanno impiegato 400 operatori di polizia tra Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia locale che ha però prodotto risultati piuttosto modesti . ( 2) Infatti , sempre per la cronaca, va ancora ricordato che probabilmente al posto di blitz e iniziative estemporanee è necessaria,ma non solo in questa realtà, una risposta organizzata e una presenza costante da parte dello Stato attraverso le forze di polizia in numero idoneo a presenziare il territorio e tutti gli altri interventi istituzionali in grado di garantire appunto sicurezza, istruzione, diritto alla salute , uso proficuo del tempo libero . Per evitare che le organizzazioni criminali riescano a dimostrare, per esempio, alla popolazione ,beffandosi dei controlli ,che sono in grado di sopportare simili controlli delle forze dell’ordine, in questo caso attesi .
Un’azione vera di contrasto quindi avrebbe bisogno di azioni giornaliere di lotta alle fonti di introito dell’economia criminale,non una tantum, ma strutturalmente, 365 giorni all’anno. Azioni di contrasto come l’intervento per esempio sul mercato della droga tagliando così una fonte di approvvigionamento per pagare la manodopera criminale, i soldati della camorra, per offrire lavoro ai disoccupati. O proprio in tema di controllo del territorio ancora per esempio , sgomberare ordinariamente tutti gli immobili occupati abusivamente dimostrando in questo modo che è lo Stato e non la camorra a governare il territorio.
Dicevo che la sollecitazione di Don Patriciello al Presidente del Consiglio dei ministri che appunto con l’intero Consiglio si è recato a Caivano mettendo l’attenzione sulle realtà in cui vivono i minori ha prodotto un decreto legge che secondo il comunicato stampa emesso immediatamente dopo il varo del decreto, contiene disposizioni diverse riferite alla sicurezza e alla prevenzione della criminalità minorile.
Come per esempio il “Daspo urbano” (divieto di accesso a particolari aree della città) di cui si estende l’applicabilità ”ai maggiori di 14 anni. Il divieto sarà notificato a chi esercita la responsabilità genitoriale e comunicato al Procuratore presso il Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie del luogo di residenza del minore.Per contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti, si prevede che il divieto di accesso e di avvicinamento ai locali pubblici e ai pubblici esercizi, previsto per chi sia stato denunciato o condannato per vendita o cessione di droga, si applichi anche nei confronti di chi detenga sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio. Tale divieto è esteso a scuole, università ed aree limitrofe.
Si ampliano i casi nei quali il Questore può disporre altre misure accessorie (per esempio l’obbligo di presentarsi all’ufficio di polizia almeno due volte a settimana, o in determinati giorni e orari, l’obbligo di rientrare alla dimora e non uscire entro determinati orari, il divieto di allontanarsi dal comune).
Come pure in tema di prevenzione della violenza giovanile e divieto di utilizzo di dispositivi di telecomunicazione e servizi informatici.
Per contrastare il fenomeno della violenza giovanile, anche con riferimento al fenomeno delle “baby-gang”, si modifica la disciplina della misura di prevenzione personale dell’”avviso orale”. Attualmente, la misura è prevista per i soggetti maggiorenni che, per la condotta ed il tenore di vita, si ritiene vivano, anche in parte, con i proventi di attività delittuose e siano dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica. Con le nuove norme, l’avviso orale è reso applicabile anche ai minorenni a partire dai 14 anni.
Si prevede che il Questore possa proporre all’Autorità giudiziaria di vietare, a determinati soggetti di età superiore ai 14 anni, di possedere o utilizzare telefoni cellulari e altri dispositivi per le comunicazioni dati e voce quando il loro uso è servito per la realizzazione o la divulgazione delle condotte che hanno determinato l’avviso orale.
Si estende al minorenne, per la violazione delle prescrizioni dell’avviso orale, la sanzione penale prevista per i maggiorenni (reclusione da uno a tre anni e con multa da euro 1.549 a euro 5.164).
Si introduce una figura di ammonimento analogo a quello previsto in materia cyber-bullismo, al fine di intercettare alcune condotte illecite realizzate fisicamente da minorenni nei confronti di altri minori, con particolare riguardo alle fattispecie di percosse, lesioni, violenza privata e danneggiamento.
Viene introdotta una nuova tipologia di ammonimento da parte del Questore rivolta ai giovani tra i 12 e i 14 anni .che commettono delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 5 anni. Poiché tali soggetti non sono imputabili, saranno convocati dal Questore insieme ad almeno un genitore (o altra persona che esercita la responsabilità genitoriale), al quale sarà comminata una sanzione amministrativa pecuniaria da 200 a 1.000 euro, salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto delittuoso.
In generale nei confronti dei reati commessi dai minori si interviene sul processo penale a carico di imputati minorenni. Si riduce da 5 a 3 anni la pena massima dei reati non colposi per i quali si consente l’accompagnamento presso gli uffici di polizia del minorenne colto in flagranza, trattenendolo per il tempo strettamente necessario (non oltre 12 ore) alla sua consegna a chi esercita la responsabilità genitoriale. Per le misure diverse dalla custodia cautelare, la soglia di applicabilità ai maggiori di 14 anni scenda da 5 anni a 4. Si abbassa da 9 anni a 6 anni la pena massima richiesta per procedere con il fermo, l’arresto in flagranza e la custodia cautelare dei maggiori di 14 anni per delitti non colposi. Si prevede inoltre che fermo, arresto e custodia cautelare nei confronti del minore, maggiore di 14 anni, possano essere disposti anche per ulteriori e specifiche ipotesi (come il furto aggravato, i reati in materia di porto di armi od oggetti atti ad offendere, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, resistenza a un pubblico ufficiale, produzione e spaccio di stupefacenti).
Inoltre nell’ambito dei delitti di “associazioni di tipo mafioso anche straniere” e di “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope” si prevede che, qualora emerga una situazione di pregiudizio che interessa un minorenne, il pubblico ministero informi immediatamente il procuratore della Repubblica presso il tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, per le eventuali iniziative di competenza.
In particolare viene posto l’accento sulle misure privative della libertà del minore ricorrendo con maggiore facilità all”applicazione della misura della custodia cautelare in carcere e con uno sguardo più severo nei confronti dei giovani in età superiore ai 18 anni che fino a 25 possono permanere negli istituti penali minorili. Il comunicato del Consiglio dei ministri spiega così queste due misure.
“Si reintroduce la possibilità di applicare la custodia cautelare al soggetto minorenne se lo stesso, in veste di imputato, si è dato alla fuga o sussiste concreto e attuale pericolo che si dia alla fuga.
Si introduce, inoltre, una nuova disposizione concernente il percorso rieducativo del minore: nel caso di reati per i quali è prevista la pena detentiva non superiore a cinque anni o la pena pecuniaria, il pubblico ministero notifica al minore e all’esercente la responsabilità genitoriale l’istanza di definizione anticipata del procedimento, subordinata alla condizione che il minore acceda a un percorso di reinserimento e rieducazione civica e sociale sulla base di un programma rieducativo. Tale programma deve prevedere lo svolgimento di lavori socialmente utili o la collaborazione a titolo gratuito con enti no profìt o lo svolgimento di altre attività a beneficio della comunità di appartenenza; in caso di esito positivo del percorso di reinserimento e rieducazione, il giudice pronuncia sentenza di non luogo a procedere dichiarando l’estinzione del reato; in caso di esito negativo riguardo all’attività svolta dal minore durante il programma, rimette gli atti al p.m. per la prosecuzione del procedimento.
E quindi in tema di sicurezza degli istituti penali per minorenni si dice : “ Si introduce la possibilità che il direttore dell’istituto penitenziario chieda al magistrato di sorveglianza il nulla osta al trasferimento dall’istituto minorile al carcere nei confronti del detenuto di età compresa tra 18 e 21 anni che abbia commesso il reato da minorenne, il quale con i suoi comportamenti, cumulativamente: compromette la sicurezza o turba l’ordine negli istituti; con violenza o minaccia impedisce le attività degli altri detenuti; si avvale dello stato di soggezione da lui indotto negli altri detenuti. Se il detenuto è di età compresa tra 21 e 25 anni, la richiesta di nulla osta è possibile se il detenuto stesso abbia realizzato anche una sola delle condotte sopra descritte.”
Infine il Decreto vorrebbe rafforzare l’offerta educativa : “Si rafforza l’offerta educativa nelle scuole del meridione caratterizzate da alta dispersione scolastica, attraverso il potenziamento dell’organico dei docenti delle istituzioni scolastiche statali con maggiore disagio educativo. Si incrementa di 6 milioni di euro il Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (MOF), al fine di incentivare la presenza dei docenti nelle zone più disagiate, anche attraverso la valorizzazione dei docenti che permangono nella stessa istituzione scolastica garantendo la continuità didattica. A tal fine, in favore dei docenti a tempo indeterminato, sono previste misure incentivanti quali l’attribuzione di una quota pari al 50% dell’incremento del Fondo, secondo criteri che tengano conto degli anni di permanenza nella stessa istituzione scolastica e l’attribuzione di un punteggio aggiuntivo di 10 punti, a conclusione del triennio effettivamente svolto, e ulteriori 2 punti per ogni anno di permanenza dopo il triennio.
Si rafforzano i meccanismi di controllo e verifica dell’adempimento dell’obbligo scolastico e si introduce una nuova fattispecie di reato per i casi di elusione. Nell’ipotesi di dispersione assoluta (il minore mai iscritto a scuola nonostante l’ammonimento), si introduce la pena fino a due anni di reclusione; nel caso di abbandono scolastico (il minore che, pur iscritto, faccia un numero di assenze tale da eludere l’obbligo scolastico), la pena prevista è fino ad un anno di reclusione. Inoltre, i soggetti che violano l’obbligo perdono il diritto di percepire l’assegno di inclusione.
Con un particolare occhio alla tutela dei minori che utilizzano dispositivi informatici “Si prevede l’obbligo, per i fornitori dei servizi di comunicazione elettronica, di assicurare la disponibilità delle applicazioni di controllo parentale nell’ambito dei contratti di fornitura di tali servizi. A regime, si prevede inoltre l’obbligo per i produttori di dispositivi di telefonia mobile (e simili) di assicurare l’installazione di default di tali applicazioni nei nuovi dispositivi immessi sul mercato.Si prevedono oneri informativi in capo ai produttori di dispositivi, i quali sono tenuti ad informare l’utenza circa la possibilità e l’importanza di installare tali applicazioni, che dovranno essere gratuite.Si introducono, inoltre, norme per favorire l’alfabetizzazione digitale e mediatica a tutela dei minori, anche con campagne informative».
Dicevo che probabilmente il decreto non coglie completamente il senso della denuncia di don Patriciello perchè sembra fortemente sbilanciato verso una specie di punizione dei minori che delinquono. Si abbassa l’età per intervenire in modo punitivo tanto da far pensare che questo Stato voglia “punire i bambini “. Misure che probabilmente non tengono conto nel giusto senso delle condizioni ambientali e della realtà nella quale i minori sono costretti a vivere . Anche quando si sforza di avviare un discorso sugli aspetti essenziali per una offerta educativa che possa contrastare l’azione della criminalità organizzata. rimane nel vago e in concreto non offre proprio il potenziamento di quegli strumenti che sono essenziali per modificare le condizioni date : scuola, agenzie culturali, associazionismo, attività sportive .
Per esempio i meccanismi di controllo dell’evasione scolastica non sono affidati ad assistenti sociali ,insegnanti, operatori del terzo settore, ma alla introduzione di un “nuovo reato”: “Si rafforzano i meccanismi di controllo e verifica dell’adempimento dell’obbligo scolastico e si introduce una nuova fattispecie di reato per i casi di elusione. Nell’ipotesi di dispersione assoluta (il minore mai iscritto a scuola nonostante l’ammonimento), si introduce la pena fino a due anni di reclusione; nel caso di abbandono scolastico (il minore che, pur iscritto, faccia un numero di assenze tale da eludere l’obbligo scolastico), la pena prevista è fino ad un anno di reclusione. Inoltre, i soggetti che violano l’obbligo perdono il diritto di percepire l’assegno di inclusione. “
In sostanza il contrasto a certi fenomeni è identificato con la repressione in termini di reato.
Ma per meglio riflettere su questi temi che ho accennato e per rappresentare il ventaglio delle opinioni su questo decreto rimando i lettori alla seconda parte di questo articolo .
(1)Don Maurizio Patriciello è parroco nel quartiere Parco Verde di Caivano, un comune di 35.000 abitanti che fa parte della città metropolitana di Napoli. Dal 2022 è sotto scorta per le minacce di morte ricevute dalla camorra a seguito delle sue denunce in merito alla Terra dei fuochi. Don Maurizio Patriciello è nato a Frattaminore, in provincia di Napoli, nel 1955. Dove è vissuto fino all’età di trentanni lavorando anche come paramedico. Ha studiato teologia e ha preso i voti. Per una improvvisa vocazione . Ordinato sacerdote gli è stata affidata dal vescovo di Napoli la parrocchia del quartiere Parco Verde di Caivano una delle zone più difficili del territorio dove si contano qualcosa come tredici piazze di spaccio.
Ha iniziato la sua lotta nel quartiere denunciando soprattutto il malaffare nella cosiddetta Terra dei fuochi: per il cattivo odore che aleggiava nel quartiere a volte non è riuscito a celebrare la messa, vedendo poi morire di tumore il fratello Franco. Nel 2014 ha scritto il libro “Non aspettiamo l’apocalisse. La mia battaglia nella Terra dei fuochi. “
(2) ARRESTI: nessuno.
SEQUESTRI
- denaro: 44.000€ con una media di 110€ circa per operatore impiegato;
- stupefacenti: 0,851 kg. (408 grammi di hashish, 375 grammi di marijuana, 28 grammi di cocaina) con una media di 2,1 grammi circa per operatore impiegato;
- armi ed esplosivi: 2 bombe carta, cartucce e munizioni di vario calibro, 3 armi bianche una pistola finta;
- veicoli: 10 (9 senza assicurazione e uno rubato) con una media di 1 veicolo ogni 40 operatori impiegati;
- immobili: 1 vuoto.
CONTROLLI
- persone: 141 identificate, pari a 1 ogni 2,84 operatori impiegati;
- veicoli: 110 identificate, pari a 1 ogni 3,63 operatori impiegati.
SANZIONI AMMINISTRATIVE
Elevate 11 violazioni del Codice della Strada, ritirate 7 patenti di guida e 4 veicoli sono stati sospesi dalla circolazion