APERTURA DI GENERE E SESSUALITA’ -PROF.RE ANTONIO LERA
(Docente di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione UNIVAQ Psicosessuologo)
Redazione-La sessualità che comprende le differenze bioanatomiche, il corredo cromosomico, la forma degli apparati sessuali non è strettamente connessa alla costruzione identitaria del genere (gender o processo di costruzione
socioculturale con rappresentazione, definizione e incentivazione di sé in uno status sociale maschile/femminile/transessuale. Tuttavia, poiché il genere è appreso nel tempo in rapporto all’incontro con l’ambiente e non innato, si stabiliscono progressivamente delle connessioni inscindibili del sentire comune per cui sessualità e genere saranno sempre più correlate in funzione della polarità bioenergetica individuale.
Per spiegare meglio come nel tempo la Sessualità ed il Gender interagisconotra loro, la condizione di transessualità ci suggerisce come si possa essere o non essere in accordo con l’identità sessuale, per cui le due identità finiscono col sovrapporsi o distanziarsi, in un’ottica dinamica oscillante ora verso il distacco ora verso la ricerca dell’oggetto, dove per oggetto non s’intende quello sessuale ma la speranza (della relazione con l’altro e con se stessi). Tale relazione passa attraverso la biofisica e la biochimica in un ottica bioenergetica, che non può prescindere dalle polarità fisico-chimica dei soggetti. Tali polarità maschile sono cosi schematizzabili nell’Uomo e nella Donna:
La normale fisiologica polarità toracica + (positiva) e pubica – (negativa) porta alla condizione di eterosessualità per cui il soggetto sceglie una meta sessuale femminile o maschile complementare dove appunto il soggetto maschile nutre quello femminile da un punto di vista sessuale bioenergetico nelle aree alte toraciche, (nutrimento soprattutto affettivo, spirituale), mentre il soggetto femminile nutre quello maschile da un punto di vista sessuale bioenergetico nelle aree basse pubiche (nutrimento soprattutto carnale, materiale, a tal riguardo nel linguaggio corrente comune si parla di uomini dai bassi istinti). Ma tale condizione esiste solo in talune fasi esistenziali.
Inoltre il rapporto tra sesso e genere varia a seconda delle aree geografiche, dei periodi storici, delle culture di appartenenza ed i concetti di mascolinità e femminilità sono questioni dinamiche che devono essere storicizzate e contestualizzate.
Ogni società dunque definisce valori da riferire alle varie identità di genere ed in cosa consiste essere uomo o donna. Mascolinità e femminilità sono quindi concetti relativi. Gender frutto di persistenti rinforzi sociali e culturali
dell’identità, creato quotidianamente attraverso interazioni che definiscono differenze e similitudini tra uomini e donne. Il sociale testimonia continuamente l’appartenenza di genere attraverso comportamenti, linguaggi, abbigliamenti, etc..
Non esiste a mio avviso alcuna mappa reale per sfuggire l’ottica del sentirsi pellegrini verso una meta sessuale sempre meno precisa, il che riduce quelle che in passato erano le grandi differenze di genere e rispetta la prospettiva
d’essere cercatori di sé e di senso che progressivamente sanno dove andare a scegliere sul piano del rinvenimento della scoperta fondamentale del sé sempre più transazionale che rende capace l’individuo d’ascoltarsi per interagire con le emozioni che lo coinvolgono.
Probabilmente è proprio questa oscillazione che possiamo definire apertura di genere che può riscattare l’essere umano dal degrado e, malgrado tutte le
difficoltà nel sopportare il perturbante di questa condizione, restituirgli senso, dignità ed umanità ovvero capacità di apertura e tolleranza d’intimità nuove. Apertura di genere vista come prospettiva utile anche per la risoluzione dei conflitti Maschile-Femminile sia intrapersonali che interpersonali e come salto di qualità per far assurgere la Psicosessuologia a Scienza Complessa ed articolata, distaccandosi da certi convincimenti per cui viene intesa come Scienza della camera da letto, con focalizzazioni rivolte non più solo alla
mera sessualità, ma bensi a tutto lo studio approfondito della psicobiosociologia umana, dove alle pulsioni corrispondono movimenti emozionali, acquisizioni culturali, pressioni sociali e le costruzioni identitarie assumono un ruolo rilevante in un’ottica dinamica e di apertura alle continue evoluzioni di genere.
In tutto questo, come suddetto, la polarità toracica +/-, +/–, +/—, e la polarità
pubica -/+, -/++,-/+++, disegnano scenari bioenergetici nuovi.
Ad uno scompenso bioenergetico fisico-chimico negativo maschile (+/–), corrisponde una meta sessuale maschile (omosessuale, bisessuale o transessuale) ricompensante per l’esigenza di analoga energia sessuale maschile, tesa a rinforzare la parte polare maschile + (positiva) e/o restituire
l’energia chimico-fisica femminile – (negativa) in eccesso, attraverso la relazione sessuale e qualora non riesce a compiere tale scelta sessuale,
nella coppia o nella relazione assume atteggiamenti di sudditanza (ruolo passivo) e va alla ricerca di giochi di ruolo.
Mentre ad uno scompenso bioenergetico fisico-chimico negativo femminile –
/++, corrisponde una meta sessuale femminile (omosessuale, bisessuale o transessuale) ricompensante per l’esigenza di analoga energia sessuale femminile, tesa a rinforzare la parte polare – (negativa) e/o restituire l’energia chimico-fisica maschile + (positiva) in eccesso, attraverso la relazione sessuale e qualora il soggetto non riesce a compiere tale scelta sessuale, nella coppia o nella relazione assume atteggiamenti di dominanza (ruolo attivo) e va alla ricerca di giochi di ruolo.
Tutto ciò indipendentemente dal DNA o dall’anatomia dei genitali, e dalle etichettature di genere socio familiari, per cui alle differenze morfologiche, non corrispondono più differenze psichiche, si minimizzano anche gli aspetti di origine culturale, per arrivare ad una biologia modificabile in modo scientifico,in funzione di una scelta libera e dinamica del genere e conseguentemente della sessualità, a favore di una reale instabilità del
genere, con diversi fenotipi gender più o meno prodotti socioculturali con identità cisgender (chi si trova a proprio agio nel sesso “attribuito” dalla nascita) (eterosessualità, omosessualità, bisessualità) e transgender (chi invece ha un’identità e/o un’espressione di genere che si discosta dal sesso “assegnato” alla nascita e si contestualizza in percorsi di transizione che comprendono (transessuali, transgender e crossdresser), in ultima analisi
tutte le persone che manifestano nel tempo con diversi tempi di latenza ciò che è presente fin dalla nascita.
L’attenzione va posta sul genere in maniera diversa, allontanandosi dai concetti disforia di genere e disordine di genere ormai superati, considerando che l’iter di transizione riguarda solo il piano sociale, in quanto serve a rappresentare al mondo aspetti di sé già molto chiari alla persona transgender. La nascita di una persona transgender sul piano è un evento
statisticamente sempre più rilevante per la possibilità più liberale di manifestazione: 1 transgender maschio-femmina su 5.000 vs 1 femmina- maschio su 20.000.
A tale manifestazione identititaria sembra corrispondere un correlato anatomico ben preciso a livello cerebrale, con studi di neuroimaging che dimostrano come la regione dell’insula e dello striato abbiano volumi differenti
nei soggetti transdender rispetto a quelli cisgender. Le persone transgender mostrano caratteristiche che li assimilano al genere con cui s’identificheranno e possiamo assumere che le differenze cominciano a verificarsi durante la gestazione. L’Insula area localizzata in profondità nel cervello, tra il lobo temporale e il lobo frontale coinvolta in alcuni processi legati all’emotività, alla memorizzazione, all’auto-consapevolezza e percezione di sé, alle funzioni cognitive ed alla conversione dei segnali in sensazioni, sarebbemaggiormente sviluppata nei trans gender.
Mentre lo striato collocato nelle vicinanze, all’interno del cosiddetto prosencefalo coinvolta nei costrutti d’amore, partecipa al processo di condizionamento secondo il quale i soggetti associati alla ricompensa o al piacere hanno valore di per sé (la stessa area associata alla dipendenza da sostanze stupefacenti), sarebbe maggiormente sviluppata nei cisgender. Appaiono significative tali differenze strutturali della corteccia insulare transgender/cisgender in quanto l’insula interviene anche nel processo di percezione del proprio corpo e del sé.
Accanto a ciò le tecniche di neuroimaging documentano che soggetti transgender maschio-femmina hanno una lateralizzazione del linguaggio con caratteristiche maschili vs i soggetti transgender femmina-maschio che sviluppano caratteristiche femminili, in rapporto all’imprinting ormonale intrauterino. Postulo che il gender, verosimilmente legato ad una componente di sessualizzazione atipica di tipo ormonale, sia una questione fluida e
variabile nel tempo, frutto di scelte identitarie modificabili nel tempo in rapporto all’estrinsecazione fenotipica dell’intimo essere nomade sul piano sessuale in un’ottica di destrutturazione degli stereotipi genderisti e di strutturazione di nuovi modi di essere già presenti in modo distintivo anche se latente nella posizione esistenziale fetale fino all’estrinsecazione, per cui si può dire quasi che si nasce transgender ma si dimostra d’essere tale molto
più tardi. A sostegno di ciò sul piano neuropsicologico si assiste nel transgender ad un vero e proprio cambiamento progressivo del modo di pensare sempre più improntato alla circolarità ed al multitasking (caratteristica femminile) con maggiore predisposizione allo svolgimento di più compiti contemporaneamente. La mia teoria di Apertura di genere postula che si possa biologicamente appartenere ad un determinato sesso, ma scegliere per sé un diverso genere (sulla base della “percezione di se” e
dell’orientamento sessuale), modificabile in qualsiasi momento, in maniera fluida e che ciò debba avvenire nel e con il rispetto
del contesto sociale di riferimento.
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