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IL VUOTO-DOTT.SSA STELLA CHIAVAROLI

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Il vuoto non è quello spazio dove cadi, ma quel tempo dove resti.

(ReGiaProrsum, Twitter)

 

Redazione-Il vuoto, in fisica, è l’assenza di materia in un volume di spazio. I diversi “gradi di vuoto” orienta verso la porosità. Ma il vuoto svolge un ruolo nel cosmo e nella differenziazione tra i numeri pari e dispari. E’ il caso della scuola pitagorica, dove il concetto di vuoto è più vicino allo “zero” (niente, nulla).

Il concetto di vuoto, sta tra il nulla e il tutto ed è sempre al centro del dibattito scientifico, filosofico e sociale.

Il libro di Zen e il tiro con l’arco, ci insegna che «da tale vuoto assoluto sboccia meravigliosamente l’azione.” Per dirla con le parole di Huang-po:  «Gli uomini hanno paura di abbandonare le loro menti, perché temono di precipitare nel vuoto senza potersi arrestare. Non sanno che il vuoto non è veramente vuoto, perché è il regno della Via autentica». Ma il vuoto sta anche nel testo della canzone di Franco Battiato: “tempo,non c’è tempo sempre più in affanno, inseguo il nostro tempo vuoto di senso senza senso, di vuoto e persone, quante tante persone, n mare di gente nel vuoto..”.

E c’è il vuoto del silenzio e il silenzio nel vuoto. C’è il vuoto di Antonio Porchia, quando dice che “ogni cosa esiste grazie al vuoto che la circonda”. Il vuoto di Charles Régismanset, invece, è quello di “un uomo pieno di sé…” che alla fine è sempre vuoto.

“Le innaturali concentrazioni metropolitane non colmano alcun vuoto, anzi lo accentuano. L’uomo che vive in gabbie di cemento, in affollatissime arnie, in asfittiche caserme è un uomo condannato alla solitudine” scriveva Eugenio Montale.

Il tempo non ha cambiato il vuoto che da sempre ha attanagliato l’uomo. Oggi, in una società sommersa, vale sempre il principio metaforico del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto che all’ottimista appare pieno e al pessimista mezzo vuoto.

C’è poi il ritorno ai pensieri di Osho con il vuoto nelle mani: “Se riesci a portare il vuoto tra le tue mani, allora ogni cosa diventa possibile. Non portarti dietro i tuoi pensieri, la tua conoscenza, non portarti dietro niente di ciò che riempie il secchio, e che non è altro che acqua, perché altrimenti guarderai sempre e solo il riflesso, e nient’altro. Nella ricchezza, nei beni materiali, nella casa, nell’automobile, nel prestigio, tu non vedrai che il riflesso della luna piena nell’acqua del secchio, mentre la luna vera è lì, in alto, che ti aspetta da sempre.”

Vale ricordare, un’incisiva frase sul vuoto tratta dal film: Come un uragano,  di George C. Wolfe:  “Troppe persone sono convinte che il silenzio sia un vuoto da riempire a tutti i costi, anche se non c’è niente di importante da dire” oppure quella del film The Walk: “mi faccio strada fino in cima, nessuno mi ferma, ed ecco che mi ritrovo in piedi su un’isola sospesa a mezz’aria sull’orlo del vuoto”. Joseph Gordon Levitt, in The Walk, dice che: “Dovunque andassi e qualunque cosa facessi ero sempre in cerca del posto perfetto dove sospendere il mio filo.”

E’ tempo di ritrovare il filo del labirinto tra vuoti e confini, tra trappole e protezioni, tra gioie e dolori, tra tutti quei linguaggi interpersonali che possono riempire i

vuoti delle tele sempre più intense dell’universo.

 

 

 

 

 

 

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