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I SERVIZI SOCIOSANITARI NELL’AMBITO TERRITORIALE-DOTT.SSA SILVANA DI FILIPPO

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“ Nel gergo statistico, e quindi anche in quello sociologico,

si dice correttamente, anche se in modo piuttosto ambiguo,

che abbiamo spiegato o contribuito a spiegare un fenomeno,

quando è stata messa in evidenza una correlazione statistica

o una sequenza di correlazioni statistiche

tra il fenomeno considerato

e quelli da cui si ritiene che esso derivi

in qualità di “effetto”

( Boudon,1979)

 

 

Redazione-I servizi sociosanitari vengono ricollocati entro un ambito territoriale. E’ proprio all’interno del territorio che vanno definiti i criteri di azione nel rispetto dei bisogni rilevati. E G. Menichetti R.Maggian[1] ben esemplificano il concetto degli ambiti territoriali scrivendo che : “ogni ente ha la sede legale in un determinato Comune ed esercita la propria competenza, nell’ambito di una determinata circoscrizione territoriale, i suoi confini possono essere coincidenti con quelli del Comune, con una parte di esso, oppure comprendere più Comuni. In quest’ultimo caso, la sfera d’azione dell’ente può estendersi all’ambito.”[2] Ne consegue che l’organizzazione territoriale prevista per le Unità Sanitarie Locali “sulla base dei criteri stabiliti con legge regionale i Comuni, singoli o associati, o le Comunità montane articolano le Unità sanitarie locali in distretti sanitari di base, quali strutture di primo livello e di pronto intervento” vengono individuate dalla legge 833/1978[3]

 Altre caratteristiche del territorio che hanno interesse per i servizi sociali riguardano:

  • ”l’aspetto geografico, in quanto ambiente naturale in cui le persone vivono ha influenza sui loro bisogni;
  • l’aspetto storico-culturale, fondamentale per comprendere i fatti che hanno prodotto disagio;
  • l’aspetto urbanistico, utile a comprendere la dislocazione e la tipologia delle abitazioni;
  • l’aspetto socio-economico, per una individuazione delle attività economiche prevalenti e della situazione relativa alle forze di lavoro attive, al numero di disoccupati, di pendolari ecc.;
  • l’aspetto demografico, che descrive la popolazione in termini statistici, evidenziando la prevalenza di alcuni gruppi rispetto ad altri o la presenza di alcuni fenomeni sociali come l’invecchiamento.”[4]

Nell’insieme gli autori citati ritengono razionalmente che:

“La creazione, modifica ed erogazione dei servizi dipende dai poteri(compresi per materia e territorio) e dai mezzi finanziari conferiti all’ente dello Stato e dalla Regione (scelte politiche) e dalle decisioni adottate dai suoi organi deliberativi, esecutivi, di controllo e consultivi”.[5] I servizi sociosanitari pubblici e privati presenti nel territorio sono variegati. Tra questi ben esemplificano i principali punti di riferimento dei servizi sociosanitari in ambito territoriale. Si evidenziano i principali servizi nel sistema operativo: i servizi sociali di base; i servizi del non profit; i servizi della Asl quale quelli dei Consultori Familiari che più di ogni altro servizio opera sul territorio ed in sinergia con gli altri sistemi.

I servizi sociali di base

Fanno capo all’Ente Locale. Questi ultimi erogano servizi che vanno dalle problematiche le più variegate: diritti e tutela dei minori, rapporti con le Istituzioni (Tribunale, Comune, Regione), obbligo scolastico, sanità, immigrazione.

Inoltre svolge un raccordo all’interno dell’Ente con altri uffici e personale per soddisfare le esigenze degli utenti, segretariato sociale mediante l’espletamento di diverse mansioni quali la segnalazione agli uffici competenti di situazioni di disagio e di assistenza, la facilitazione dell’accesso ai servizi comunali da parte dei cittadini, il disbrigo di pratiche formali per la richiesta di servizi o assistenza.

Il Servizio Sociale comunale aiuta soprattutto i minori ad inserirsi nel  tessuto sociale e scolastico, le famiglie in difficoltà, i giovani in situazione di disagio (disoccupazione, tossicodipendenza, solitudine) e gli anziani. I servizi sociali rappresentano un’area di sviluppo per il futuro nel nostro contesto sociale allargato, complesso, in cui i confini si fanno sempre più stretti, la povertà aumenta proporzionalmente con il benessere economico. Si assiste sempre più a difficoltà d’inserimento lavorativo. La transizione dalla scuola al lavoro è un passaggio cruciale e problematico per adolescenti e giovani ed è rilevatore dei loro atteggiamenti verso il lavoro”[6].

  1. Scurati, punta una sempre più intima connessione tra “l’idea dell’orientamento e l’idea dell’educazione come sviluppo continuo integrale,unitario ed armonico della personalità.[7]” Sembra prevalere la considerazione dell’orientamento stesso non più come una sorta di ‘proposito’della maturazione del soggetto o come ‘risultato’ della messa in opera di particolari e specifiche forme di intervento, ma piuttosto come una delle determinazioni naturalmente inglobate nel progressivo attuarsi di processi formativi adeguati.[8] I servizi sociali di base si preoccupano anche di orientare i giovani verso scelte responsabili e consapevoli di tipo occupazionale, orientative e formative.

 

Il Servizio di Counseling scolastico

Un altro servizio sociale fornito dall’Ente Comunale è il Servizio di Psicologia Scolastica. Negli ultimi anni le norme nazionali hanno ridisegnato radicalmente il quadro delle Politiche Sociali[9] in favore dell’infanzia e dell’adolescenza.[10] Si è inteso costruire una nuova cultura istituzionale nei confronti dei diritti e dei bisogni dei minori, concertando scelte e programmi strategici, in sintonia con le iniziative internazionali e comunitarie. A tal proposito sono stati  presentati diversi disegni di Legge per l’istituzione del Servizio di Psicologia Scolastica, già presente in altri Paesi Europei. Molti Istituti Scolastici, in virtù dell’autonomia, avendo riconosciuto l’importanza di tale figura professionale, si sono attivati in tal senso utilizzando consulenti esterni.

Alcune Amministrazioni Comunali, di concerto con gli Istituti Scolastici, l’ASL per mezzo dei Consultori Familiari ed i Servizi Sociali Comunali, hanno attivato il Servizio di Psicologia Scolastica utilizzando i fondi della L.285/97[11] (Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza) al fine di prevenire e ridurre il numero dei minori in difficoltà o a rischio. Infatti, l’istituzione Scolastica, a partire dalla Scuola dell’infanzia, diventa il centro della vita extrafamiliare del bambino, e quindi oltre a rappresentare un punto di osservazione privilegiato, influenza notevolmente il processo di maturazione del bambino, offrendo dei modelli di riferimento e di identificazione.

“L’istituzione di un Servizio di Psicologia Scolastica si propone l’obiettivo generale di supportare l’attività delle Istituzioni Scolastiche  e di contribuire alla promozione dello sviluppo della personalità degli alunni utilizzando la tecnica del counseling scolastico. Il counseling è una relazione d’aiuto basata sul dialogo e può essere individuale o di gruppo, diretto o indiretto. I problemi che possono essere discussi nel counseling a scuola sono vari e non riguardano solo l’ambito scolastico. I ragazzi possono essere interessati a parlare di conflitti familiari, di eventi della vita particolarmente traumatici. I problemi scolastici sono affrontati soprattutto nel loro versante relazionale e affettivo. In questa ottica lo studente non viene visto come paziente, infatti, il counseling non si propone un obiettivo di diagnosi e di cura. In casi necessari, il counselor (lo psicologo) mette in contatto lo studente con le risorse esterne alla scuola, i servizi del territorio, che possono fornirgli un

aiuto specialistico necessario.”

 Emerge quindi, la necessità di un lavoro integrato, in rete, con i servizi presenti sul territorio, una condizione necessaria per lo sviluppo e la promozione del benessere. “Il principale obiettivo del counselor è quello di aiutare ogni studente nello sforzo di capire se stesso in rapporto al mondo relazionale e affettivo in cui vive, a conoscere le sue capacità e le sue possibilità di realizzazione, accettando i diversi aspetti  della sua personalità.”[12]

Un altro importante obiettivo risulta l’orientamento,”consentire cioè al giovane di rileggere la propria esperienza, individuare le proprie risorse e aspirazioni, i propri modelli di apprendimento, individuare i vincoli e i fattori di disturbo nella gestione della

propria vita, avendo vicino adulti capaci di ascolto attivo, di trasmettere conoscenze e input positivi”.[13]

Lo sportello informafamiglie

Lo sportello Informafamiglia, è un altro servizio fornito dal Comune ai Cittadini. Lo sportello Informafamiglie vuole essere uno strumento che permette alle famiglie di conoscere le leggi che sono state emanate in loro favore, e allo stesso tempo di poter usufruire dei servizi offerti dall’Ente e dall’Amministrazione della Città. Tra i servizi offerti dallo sportello se ne citano alcuni: agevolazioni per la famiglia (assegni familiari, assegno di maternità per casalinghe disoccupate, assegno di libri di testo e borse di studio), assistenza domiciliare; informazioni sulle problematiche economiche, pensioni, indennità di accompagnamento, invalidità. I servizi per l’occupazione si attuano in genere in collegamento con le Agenzie per l’impiego tale da favorire “l’inserimento sociolavorativo dei giovani, tale da limitare le varie forme di disagio.”Nel libro  bianco Cresson[14] a questo proposito afferma che “i processi educativi e di formazione più efficienti sono quelli che funzionano tramite collegamento in rete”[15] Lo sportello informafamiglie ben esemplifica il proprio operato in collaborazione con i Consultori Familiari del territorio, in un crescente lavoro di sinergia ed integrazione. Infatti “le persone immigrate individuano quasi subito il consultorio familiare quale struttura a cui rivolgere le proprie istanze”[16].

Lo sportello per immigrati

 Alcuni Consultori Familiari attuano in collaborazione con gli sportelli immigrati[17] la mediazione culturale. In alcuni servizi comunali troviamo anche lo sportello per immigrati che  mira a soddisfare il crescente bisogno di integrazione quale unico strumento utile ed in grado di favorire la convivenza sociale, che consenta la valorizzazione delle differenze e dello scambio reciproco e che sia da stimolo allo sviluppo e alla crescita di tutti i soggetti che interagiscono. La gestione dello sportello intende configurarsi come intervento tendenzialmente globale, che si pone il problema dell’integrazione e della convivenza sociale per gli immigrati extracomunitari. Altri servizi sociali del comune risultano essere i Centri di aggregazione giovanile che hanno lo scopo di creare uno spazio di socializzazione e di integrazione nonché offrire un sostegno didattico. Inoltre, all’interno di questi, i Consultori Familiari offrono uno spazio per attività  di prevenzione, quali l’educazione socio-affettiva e sessuale, comportamenti a rischio.

I Servizi del no profit

Accanto ai Servizi pubblici del Comune, si collocano anche altri servizi del non profit quali cooperative e settori del volontariato. Tra i servizi di volontariato, si ricorda”l’AVIS che è l’Associazione Volontari Italiani sangue, è la più grande organizzazione di volontariato del sangue italiana che, con circa 1.000.000 di donatori effettivi raccoglie l’80% del fabbisogno nazionale di sangue. L’Avis è presente su tutto il territorio nazionale da ben 75 anni, con una struttura articolata e suddivisa in circa 3.000 Avis comunali, 93 Avis Provinciali, 21 Avis regionali ed una Nazionale. L’Associazione, che raggruppa i Donatori di Sangue Volontari che, periodicamente e sotto controllo medico, effettuano la donazione di sangue nell’anonimato e gratuitamente da sempre si è posta l’obiettivo di contribuire a realizzare l’autosufficienza di sangue. Tale obiettivo lo si raggiunge solo con una profonda sensibilizzazione ed educazione di tutela della salute e con il dono volontario del sangue a livello capillare, cercando di aumentare non tanto il numero delle donazioni per donatore ma il numero dei donatori. L’AVIS non è solo dono del sangue ma anche espressione di volontariato attivo e rappresenta per i giovani un punto di riferimento per valori quali la solidarietà e si pone tra i vari obbiettivi quello della PROMOZIONE DELLA SALUTE, con interventi diretti a tutti i cittadini e in particolare ai ragazzi ed ai giovani presso  le Scuole di ogni ordine e grado.”Altri servizi rappresentativi  di volontariato sono ancora la Croce Rossa Italiana, gruppo di volontari del soccorso che opera nel territorio e nel mondo nell’importante impegno di alleviare le sofferenze umane con imparzialità, senza distinzione di nazionalità, di razza, di convinzioni politiche e religiose e, assumendosi questa responsabilità, offre a tutti gli uomini l’opportunità di agire con efficacia per lenire le sofferenze umane e, nello stesso tempo, contribuire ad una migliore comprensione tra i popoli, elemento fondamentale per il mantenimento della pace. Inoltre, operano in rete nel servizio delle emergenze sanitarie ed in collaborazione con la Protezione Civile,il 118 della ASL ed il PROSS.”[18]

Accanto ai Servizi Sociali Comunali si pongono i servizi socio-sanitari della ASL. Come giustamente sottolinea S. Aristell[19] “L’Azienda USL è un sistema complesso (servizi erogati, competenze professionali, articolazioni logistiche, interazioni istituzionali) in cui una fortissima interdipendenza è indispensabile per il conseguimento degli obiettivi, impegnato in un radicale processo di innovazione. Un ulteriore fattore di  complessità dell’azienda è l’articolazione in sub-sistemi di forte grado di autonomia, i Distretti, che debbono veicolare in tutte le loro capillari diramazioni i valori ed i flussi informativi aziendali e dialogare con il territorio di riferimento.

E’ noto, inoltre, come l’esigenza di strumenti di comunicazione sempre più diversificati e sofisticati diviene più intensa, mano a mano che la complessità organizzativa aumenta, divenendo massima nelle organizzazioni a rete.

Il Distretto è una macroarticolazione dell’Azienda sanitaria, a sua volta è composto da aggregazioni organizzative complesse e diffuse nel territorio (Dipartimento delle Cure Primarie, Servizi amministrativi per l’accesso alle prestazioni sanitarie, servizi sociali, punti unificati di prestazioni amministrative etc.). E’ connotato come l’organizzazione a rete ove il collante di base è dato dalle relazioni dei professionisti e dai flussi di comunicazione interna. Questi sono particolarmente efficaci laddove l’interattività degli strumenti permetta un feedback continuo ( comunicazione diretta nelle riunioni, intranet,internet, etc).

Poiché le strutture organizzative che compongono il Distretto, essendo formate da professionisti, hanno come principali meccanismi di coordinamento, la standardizzazione, le linee guida, la supervisione, hanno la necessità di circuiti informativi in cui effettui e una continua manutenzione delle conoscenze professionali, ed una diffusione permanente e capillare degli input organizzativi.

Conseguentemente la comunicazione diventa particolarmente importante per il funzionamento e l’evoluzione del Distretto, perché da un lato favorisce lo sviluppo di tutte le componenti della rete, dall’altro diventa indispensabile per l’integrazione  non solo i tipo organizzativo, ma anche di approccio sostanziale nell’erogazione ei servizi.”[20] E’ proprio attorno alla realtà Distrettuale che ruota il lavoro d’integrazione sociosanitaria.

”Il Distretto infatti è il “luogo” nel quale si realizza concretamene l’integrazione tra l’intervento sociale e sanitario nell’ottica della presa in carico “in toto” del bisogno espresso dalla persona.

Il Distretto possiede oltre la struttura di rete, anche caratteristiche di una burocrazia professionale, per cui la sua direzione ha l’esigenza di sviluppare una spiccata competenza comunicativa che consenta di veicolare, nei processi di comunicazione interna, anche l’espressione dell’autorevolezza professionale necessaria al governo. La Direzione aziendale in un ottica di regia delle relazioni ha necessità di presidiare, in relazione funzionale con le strutture centrali dei servizi di comunicazione, le attività di comunicazione esterna con tutti gli stakeholder del suo territorio: cittadini singoli o associati, Enti locali (provincia, comuni,comunità montane, istituzioni.”[21]

Attività di front-office e back office

I processi comunicativi  possono essere schematizzati e ricompresi secondo S. Aristel[22] che ben esemplifica tali concetti così riassumibili:

  • “Attività di front-office e back office nelle varie sedi di erogazione diretta di prestazioni, sia collaterali e all’azione amministrativa, sia autonome.
  • Azione comunicativa per favorire l’accessibilità e la fruizione dei Servizi Sociosanitari, “contigua” sul piano logica alla tutela dei diritti dell’utenza: è caratterizzata da attività prevalentemente informativa e strettamente connessa all’attivazione di nuovi servizi o alla spiegazione delle modalità di accesso e di fruizione. Come tale è competenza di tutti i servizi ed operatori, con attività sia di tipo informale ( nel rapporto operatore/utente) sia formale (specifici progetti informativi).
  • Comunicazione/informazione alla popolazione per favorire l’interazione positiva nel processo di difesa e recupero della salute (Campagne di comunicazione). E’ strumento per conseguire gli obiettivi di salute dei Servizi, rivolto prevalentemente alla popolazione adulta e a gruppi specifici di utenti, finalizzata a fornire informazione e favorire comportamenti utili nell’immediato o nel breve-medio periodo: dialogo sistematico con l’associazionismo civile del territorio[23] finalizzato al modellamento sostenibile dei servizi sull’esigenze dell’utente.[24]

I  Servizi Consultoriali

Tra i servizi sociosanitari della ASL si sottolinea l’importanza dei  Consultori Familiari, che fanno capo al Dipartimento Materno Infantile. Essi risultano dotati di personale qualificato e multidisciplinare in grado di rispondere al sistema sociosanitario nell’ottica dell’integrazione. Nello specifico essi agiscono più dettagliatamente nel settore della prevenzione. Negli ultimi anni, però, alcune figure vengono utilizzate anche per l’Unità Muldisciplinare della Legge 104/92 , per l’Unità Valutativa Multidimensionale e i Punti

Unici di Accesso.

[1] Art. 10, legge n. 833/1978

[2] Maggian R., Menichetti G., La gestione dei servizi sociali, Carocci, Roma, 1999 p. 52

[3] Come ben esemplificato dall’Art. 10 della Legge 833/78

[4]  Maggian R., Menichetti G., La gestione dei servizi sociali, Carocci, Roma,1999 p. 53

[5] Ibidem, p. 53

[6] Gerbino G., Transizioni difficili e formazione, rassegna di Servizio Sociale, Anno XLI – N. 1 gen.marzo 2002,Rivista trimestrale EISS,Roma,2002, p. 58

[7] Scurati C., Orientamenti ed educazione, in Scarpelli C. e Strologo E., L’orientamento a scuola, La Scuola, Brescia, 1976, p. 240

[8] Ibidem

[9] Michael Hill, “ Le politiche sociali”, Ed. Il Mulino, Bologna, 1996 p.307

[10] Silvia Bonino e Elena Cattelino, “La prevenzione in adolescenza”, Ed. Erickson, Trento, 2003 p 45

[11] Legge 28 agosto 1997, n. 285, “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”.

[12] Rapacchiale E., Il Counseling scolastico nell’ambito di riferimento, Relazione al Convegno: Il lavoro Pisosociale in una prospettivo di rete: territorio,Istituzioni, Servizi, Comune di Silvi, 2003 – Atti del Consultorio familiare di Silvi ASL Teramo

[13]  Pombeni M. L., Orientamento scolastico e professionale, Il Mulino, Bologna, 1990

[14] Commissione Europea. Commissione sull’educazione e la formazione, Insegnare e apprendere. Verso la società cognitiva. Libro bianco, Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità Europee, 1996

[15] Ibidem

[16] Di Filippo S., Consultori Familiari, in Antonio Tiberio e Federico Fortuna, Servizi Sociali ed. Franco Angeli, Milano, 2006, p. 123

[17] Il secondo comma Art. 4 della Legge Nazionale N. 405/75, sancisce la gratuità delle prestazioni non solo nei confronti di cittadini Italiani ma anche stranieri, pure se  non residenti in Italia, purché ivi soggiornino temporaneamente.

[18] Crociani F., Ispettrice CRI Silvi (Te), Relazione effettuata nell’ambito del convegno su: “Il lavoro psocosociale in una prospettiva di rete: territorio,Istituzioni,Servizi” tenutosi a Silvi,2003. Atti del Consultorio familiare di Silvi ASL Teramo.

[19] Aristel S., “La comunicazione nella strategia di Governo del Distretto, Quaderni Card 4, Ed. iniziative Sanitarie” Atti del Convegno, Venezia ½ ottobre 2004

[20] Ibidem

[21] Aristel S., La comunicazione nella strategia di Governo del Distretto, Quaderni Card 4, Ed. Iniziative Sanitarie, Atti del Convegno, Venezia ottobre 2004.

[22] Ibidem.

[23] Comitati Consultivi misti, associazioni di volontariato etc.

[24] Aristel S., La comunicazione nella strategia di Governo del Distretto, Quaderni Card 4, Ed. Iniziative Sanitarie,Atti del Convegno, Venezia ½ ottobre 2004.

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