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GLI STILI DI ATTACCAMENTO: DALLA CONOSCENZA DEL MONDO ALLA CREAZIONE DELLA PROPRIA OWNERSHIP

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Redazione-In letteratura esistono diversi strumenti e modalità per la misurazione dell’attaccamento sia nei bambini che negli adulti. Di particolare interesse è il lavoro della Ainsworth (1979) che utilizza la “Strange Situation” per l’identificazione dei pattern di attaccamento nei bambini. La procedura da lei sviluppata si articola in diverse situazioni nelle quali viene valutata la reazione del bambino a degli eventi e delle situazioni a lui non abituali; infatti, in queste situazioni il bambino, dopo essere stato accompagnato dalla figura di attaccamento in un ambiente a lui nuovo, viene lasciato solo per poi ricongiungersi con la sua figura di attaccamento.

Da notare, come si parli di figura di attaccamento e non di madre: solitamente è proprio la madre ad impersonifcare la primaria figura di attaccamento per il bambino ma questo non sempre avviene, infatti potrebbe essere la figura paterna o più in generale quell’adulto che si prende maggiormente cura del bambino ad impersonificare la figura di attaccamento. Sulla base delle reazioni del bambino e dell’adulto sia al momento della separazione che al momento del ricongiungimento la Ainsworth (1979) definisce tre diversi pattern di attaccamento:

  • Attaccamento sicuro: il bambino è interessato all’esplorazione dell’ambiente nuovo anche se mostra lievi segni di disagio causati dalla seprazione. La figura di attaccamento, inoltre, è sensibile a tali richieste di disagio ed il bambino si lascia consolare nel momento del ricongiungimento.
  • Attaccamento insicuro-evitante: il bambino mostra un’eccessiva autonomia, infatti si ha un’intensa attività di esplorazione; è, inoltre, indifferente alla figura di attaccamento tanto da non mostrare ansia da separazione. Anche la figura di attaccamento sembra mostrare indifferenza in quanto è insensibile ai segnali del bambino e si rifiuta di avere un contatto fisico con lo stesso
  • Attaccamento insicuro ansioso-ambivalente: il bambino mostra una grande ansia da separazione tanto da risultare inconsolabile al momento del ricongiungimento. Inoltre, il bambino non esplora l’ambiente circostante e le risposte che gli vengono date dall’adulto sono per lo più imprevedibili e non rispondenti ai reali bisogni del bambino.

    Successivamente Main e Solomon (1986) evidenziano come alcuni bambini mostrino delle risposte che non possano essere riconducibili a nessuno dei tre pattern di attaccamento appena descritti; per questo motivo ipotizzano un quarto distinto pattern di attaccamento:

  • Attaccamento disorganizzato: il bambino non dispone di strategie stabili mostrando disorientamento e comportamenti contraddittori. In queste circostanze la figura di attaccamento solitamente ha alle spalle una storia di traumi irrisolti e non risponde alle richieste del bambino.

Sulla base del pattern di attaccamento proprio del bambino si svilupperà la sua forma di attaccamento anche negli anni a venire, compresa l’adolescenza.

La dimensione temporale viene evidenziata dallo stesso Bowlby  utilizzando il concetto di Modelli Operativi Interni (MOI). Tali modelli sono delle rappresentazioni mentali che gli individui fanno di sè e degli altri. L’importanza di tali modelli consiste nel fatto che possono essere interpretati come l’aspetto interiorizzato della qualità della relazione avuta con la propria figura di attaccamento.

Con il passare degli anni, tali modelli si configurano come delle caratteristiche della personalità relativamente stabili e resistenti al cambiamento così da rendersi disponibili anche nella stessa adolescenza. Inoltre, tale periodo della vita è noto per la ricerca di indipendenza, soprattutto nei confronti dei genitori, e di autonomia. Nonostante questa ricerca di indipendenza, gli adolescenti non rompono il legame con i propri genitori ma vengono creati nuovi legami duraturi che, probabilmente, saranno presenti anche dopo l’adolescenza stessa.

Coerentemente, non vengono abbandonati i bisogni di attaccamento, ma in questa precisa fase della vita vengono trasferiti anche sui coetanei, come partner sentimentali ed amici. Questo trasferimento comporta una rileborazione della tipologia di attaccamento: infatti da una struttura gerarchica di tipo verticale si passa ad una struttura gerarchica di tipo simmetrico.

Il PBI è uno strumento che misura due distinte dimensioni riferibili al costrutto dell’attaccamento: l’accudimento e l’iperprotettività in persone che abbiano compiuto almeno il sedicesimo anno di età. Tale strumento è sotto forma di questionario autosomministrato dove l’adolescente/adulto deve ricordare la relazione con i propri genitori, concentrandosi in particolare su tale relazione fino al compimento del sedicesimo anno di età. Lo strumento si compone di due distinte versioni, entrambe composte da 25 item (12 che saturano la dimensione “accudimento“, 13 per la dimensione “iperprotettività“ o “controllo”): la prima versione riguarda la relazione di attaccamento con la madre mentra la seconda si incentra sulla relazione con il padre e ad ogni soggetto viene chiesto di rispondere entrambe le versioni dello strumento.

Tutti gli item presentano un formato di risposta su scala Likert a 4 punti (0 = Per niente vero 3 = Molto vero).

Per l’attribuzone dei punteggi,  gli autori indicano le seguenti procedure di scoring: innanzitutto si devono considerare quelli che sono gli item reversed; in questi item, a causa della loro formulazione, il punteggio corrispondente alla risposta data ha un significato opposto rispetto a quello degli altri item. Tali domande, oltre ad essere utili per cercare di controllare bias dei rispondenti come ad esempio la desiderabilità sociale e la loro assertività, solitamente sono quantitativamente molto simili agli item non reversed.

In questi casi i punteggi delle risposte date dai soggetti devono essere invertiti per fare in modo che ad alto punteggio corrisponda sempre un’elevata presenza del costrutto oggetto di indagine.

Nello specifico del PBI, gli item reversed sono: 2, 3, 4, 7, 14, 15, 16, 18, 21, 22, 24 e 25. In questi item, se ad esempio un soggetto avesse risposto 2 il punteggio ottenuto a tale item sarebbe 1: infatti si utilizza la seguente tabella di conversione:

Risposta data  Punteggio reale del costrutto
0                  3
1                   2
2                   1
3                   0

Una volta effettuata tale conversione si può iniziare a sommare le risposte date dai soggetti così da ottenere il punteggio per ognuna delle sottoscale: come precedentemente detto, il test si compone di due distinte scale e il punteggio relativo ad ognuna di esse è dato dalla somma delle risposte date agli item che compongono la sottoscala di interesse. Nello specifico, gli item che compongono le due distinte sottoscale sono (con R si indica nuovamente gli item reversed

Una volta sommati i punteggi ottenuti da tutti i saggetti, che quindi vanno da un minimo di 0 ad un massimo di 36 per la scala “Accudimento” e 39 per la scala “Iperproettività“, gli autori propongono dei cut-off per l’interpretazione degli stessi: il cut-off è un punteggio soglia che permette di discriminare tra soggetti con alta caratteristica misurata e bassa presenza del costrutto oggetto di indagine.

Per quel che riguarda “Accudimento” si considera elevato quando il punteggio al test di attaccamento verso la madre è maggiore di 27 mentre nella versione dello strumento per la misurazione dell’attaccamento con il padre il cut-off è 24. Per la sottoscala “Iperprotettività” il cut-off della prima versione del test è 13, mentre per quel che riguarda l’altra versione è 12. Gli autori, sulla base della distinzione tra alto e basso accudimento e alta e bassa iperproettività classificano sia le madri che i padri in quattro distinte tipologie:

  • Vincolo affettuoso: genitori con alti punteggi sia per la scala “Accudimento” che “Iperprotettività
  • Genitori ottimali: genitori con un alto punetggio nella scala “Accudimento” e basso punteggio nella scala “Iperprotettività
  • Controllanti senza affetto: genitori con basso punteggio di “Accudimento” e alto di “Iperprotettività

Genitori negligenti: genitori con bassi punteggi su entrambe le scale.

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