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” FRANCESCO PAOLO MICHETTI : QUADRO ASTRALE ” – DOTT.RE FERNANDO GUARINO

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Redazione-  Francesco Paolo Michetti è nato a Tocco da Casauria il 2 Ottobre 1851 alle ore 21. Si legge nei documenti del Comune di Tocco da Casauria : “ Domenica Santilli, di professione Levatrice , in data 4 Ottobre 1851 si presenta al Sindaco Domenico de Lutiis con un neonato e dichiara che , in data 2 Ottobre 1851 alle ore nove di sera, il piccolo Francesco Paolo Eustachio è nato dalla signora Aurelia Terzini di anni 23, moglie legittima del signor Crispino Michetti , di professione Maestro di musica. “ .

Franceso Paolo Michetti Bilancia Ascendente Gemelli

I nati nel segno della Bilancia sono naturalmente portati ad occuparsi di arte nelle più varie forme … musica, poesia, teatro, cinema ma soprattutto nelle arti figurative. Nella Carta Natale di Francesco Paolo Michetti il pianeta “ Dominante “ è Venere …il pianeta della bellezza, del senso estetico , dell’amore per la natura. Il pianeta Venere , situato in Bilancia suo proprio Domicilio , è in stretta congiunzione col Sole ed è anche governatore del segno del Toro che ospita ben tre pianeti : Saturno, Urano e Plutone. Insomma Francesco Paolo è … un ARTISTA NATO! L’ora di nascita di Michetti rivela altri due dati astrologici molto significativi : 1) Il Sole è posizionato in Casa V , settore del successo in campo artistico . 2 ) L’Ascendente, che regola il temperamento e il carattere del Nativo, si trova nei Gemelli …il segno per eccellenza della comunicazione, dell’estroversione ,dell’amicizia tutte qualità che hanno certamente favorito l’artista nella creazione del Cenacolo a Francavilla al Mare

B I O G R A F I A

Francesco Paolo Michetti , sin da ragazzo in possesso di una forte predisposizione per le arti figurative, chiese un aiuto economico al Consiglio Provinciale di Chieti . Ottenne un sussidio mensile di 30 lire col quale ebbe la possibilità di trasferirsi a Napoli dove, con l’aiuto dell’amico pittore Edoardo dal Bono, riuscì ad ottenere l’ingresso alla Accademia di Belle Arti. Ebbe come maestro il grande pittore verista napoletano Domenico Morelli.

Grazie alla originalità e all’eclettismo della sua opera fu ben presto notato e apprezzato negli ambienti artistici. Nel 1872 Michetti partecipò al Salone de Paris e grazie alla gallerista tedesca Reurlinger iniziò a vendere i suoi lavori anche all’estero. All’epoca si interessò al lavoro di Mariano Fortuny che lo spinse a studiare la fotografia e l’uso dei pastelli. Riscosse grande successo nel 1877 con l’esposizione a Napoli della famosa tela del Corpus Domini acquistata poi dall’imperatore Guglielmo II di Germania.

Ai primi anni del 1900 la partecipazione di Michetti alle mostre pubbliche divenne sempre più sporadica ed iniziò a trascorrere lunghi periodi di isolamento nel convento di Francavilla . Nel 1903 la Regina Elena di Montenegro gli diede l’incarico di realizzare alcuni bozzetti per una serie di francobolli e Vittorio Emanuele III , spinto dalla fama internazionale raggiunta dal pittore, il 4 aprile 1909 lo nominò Senatore del Regno . Francesco Paolo Michetti morì per i postumi di una polmonite a Francavilla al Mare il 5 Marzo 1929.

Il Convento di Francavilla al Mare

Nel 1885 Michetti lascia Napoli e compra a Francavilla al Mare il Convento di Santa Maria del Gesù dove , anche grazie al suo carattere estroverso, affabile e carismatico si circondò di una schiera di giovani artisti : lo scultore Costantino Barbella, il compositore FP. Tosti, il giovane D’Annunzio, l’etnologo Antonio De Nino, Edoardo Scarfoglio, Basilio Cascella … insomma creò il famoso Cenacolo Michettiano , un laboratorio sperimentale teso ad eliminare i confini tra le diverse arti : pittura, scultura, musica, poesia.

Gabriele D’Annunzio

Determinante ai fini della nascita del Cenacolo a Francavilla al Mare fu l’amicizia fra Michetti e un giovanissimo Gabriele D’annunzio che si era fatto già conoscere nel 1879 con il suo primo libro di versi Primo Vere. Da allora e per circa un quindicennio D’Annunzio fu ospite abituale del convento ( o Conventino, come il Vate soleva spesso chiamarlo ) dove scrisse Il Piacere (1889) e gran parte dell’Innocente ( 1891 ) e de Il trionfo della morte ( 1894 ). Il sodalizio artistico iniziato nel 1881 si protrasse fino al 1903-1904 con le scenografie e i costumi che il pittore curò per una serie di rappresentazioni del dramma La figlia di Iorio.

Tra Gabriele D’Annunzio e Francesco Paolo Michetti c’era un rapporto fraterno, viscerale, tanto da portare il Vate poi a definire Michetti “ mei dimidium animi” (metà della mia anima). Entrambi faranno dell’ Abruzzo il motivo ispiratore delle loro opere. E’ in questa terra primitiva che Michetti prende ispirazione per tutti i suoi dipinti e ciò che lui dipinge D’Annunzio descrive. Dal 1884 i due, insieme allo scultore Barbella e allo studioso di folklore Antonio De Nino, si recano a vedere usanze e feste locali… quanto più l’usanza è barbarica tanto più ne sono attratti. Si recheranno a vedere la festa di San Domenico a Cocullo, il pellegrinaggio di Casalbordino, quello a Miglianico, le processioni di Orsogna, Chieti e Rapino.. da questi reportage ognuno trae ispirazione per romanzi o dipinti. Per un lungo periodo Michetti e D’annunzio procedono insieme, vivono insieme, assistono alle stesse scene… poi le strade si dividono… D’Annunzio fa un balzo in avanti e si avvia a diventare il Vate mentre Michetti si rifugia nel suo Abruzzo e si dedica sempre di più alla fotografia. Un ricco archivio fotografico custodito nella sua abitazione fu scoperto solo nel 1966 da Raffaele Delogu.

Opere

F.P.Michetti , che già si era fatto conoscere nel 1877 con l’esposizione a Napoli della tela il Corpus Domini, raggiunse la fama nel 1882 . All’Esposizione Internazionale di Roma fu presentato il monumentale dipinto “ Il Voto “ che colpì la critica e il pubblico per il crudo realismo con cui descrive la processione di San Pantaleone a Miglianico.

Nel 1895 “ La Figlia di Iorio “ alla Biennale di Venezia riceve la Medaglia d’Oro. La grande tela a tempera, esposta alla Provincia di Pescara , mostra una bella e formosa donna che viene fatta oggetto di lazzi e provocazioni da parte di un gruppo di uomini, forse mietitori ubriachi; la giovane donna, spaventata, è costretta ad accelerare il passo… La giuria scrisse : “ Michetti ha espresso il dramma umano con sincerità e con immenso potere naturalistico “ . Da questo dipinto trasse ispirazione D’Annunzio per comporre nel 1903 la più importante delle sue tragedie.

Sulla vocazione naturalistica e realista di Michetti D’Annunzio disse : “ Essendo vissuto sempre nella campagna, Francesco Paolo Michetti ha sempre avuto dinanzi agli occhi l’oggetto dell’arte sempre nelle condizioni in cui egli voleva studiarlo: ha sempre veduto l’uomo all’aperto , nelle diverse attitudini e nelle diverse espressioni; ed ha quindi potuto osservare e riprodurre le diverse scene della natura patetica nei luoghi stessi ove si svolgevano.”

Michetti è stato uno dei principali pittori italiani di successo di fine Ottocento. Fu anche un grande innovatore nell’uso dei colori e sempre alla ricerca di materiali e tecniche nuove . Nel 1871 aveva iniziato ad interessarsi della fotografia ritenendola non solo un semplice supporto alla pittura ma un vero e proprio nuovo mezzo espressivo . Tra l’altro Michetti fu anche uno dei primi a girare una pellicola avendo intuito le grandi potenzialità del cinema come nuova e fondamentale forma di arte.

L’ opera fu composta da Francesco Paolo Michetti nel 1880. La dottoressa Lucia Arbace dice : “ Per Francesco Paolo Michetti , a 29 anni, è arrivato il momento di andare oltre il naturalismo Palizziano in vista della sperimentazione di una nuova poetica dell’immagine supportata da tagli prospettici sempre più audaci e da una materia pittorica vibrante di luce. Come in uno schermo cinematografico ( con sorprendente anticipazione ) il dipinto raffigura il funerale in riva al mare di due neonati gemelli, triste evento trattato in immagini pittoriche di toccante suggestione.”

Il quadro presentato all’Esposizione Nazionale di Torino nel 1880 ottiene il favore della critica più autorevole per la novità del tema trattato e la freschezza dell’immagine. Camillo Boito così lo descrive : ” Che quiete di natura e che strazio di affetto nella processione dei Morticini ! All’orizzonte la linea dritta del mare; sul terreno arido il sole brilla nel suo più intenso splendore … E la mestizia del quadro somiglia ai i tocchi di una campana che suona a morto. Infatti suona nel quadro una nota , la quale torna con insistenza regolare e spietata : l’azzurro. Azzurro, indaco, turchese: le ombre fredde hanno lo stesso tono di colore dei calzoni dei contadini, e poi la superficie lontana del mare e poi ancora dei tocchi azzurri qua e là …

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