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ANNI OTTANTA :QUANDO NASCE IL NOSTRO PRESENTE ( SECONDA PARTE ) DI VALTER MARCONE

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Redazione-  Nella prima parte di questa riflessione sugli anni Ottanta del Novecento,sostenendo che non solo molti dei nostri guai ma anche delle opportunità attuali hanno inizio proprio in quegli anni, ho esaminato tre problemi particolari della nostra storia , l’accumularsi del debito pubblico, l’abbandono del nucleare e la nascita di internet . Continuiamo la nostra analisi sui fatti di casa nostra affacciandoci brevemente alla finestra sul mondo dall’altra parte dell’Oceano per tornare nuovamente in Italia e guardare ad un ventennio , quello di Silvio Berlusconi, visto che la storia d’ Italia si fa di ventennio in ventennio .

Negli anni Ottanta l’Italia vince il Mondiale di calcio,Vincere il mondiale di calcio ci ha inorgogliti o ci ha fatto rilassare così tanto che ci abbiamo riprovato con successo solo nel 2006 e poi siamo rimasti a bocca asciutta fino ad oggi. Superare gli anni di piombo è stato un successo sicuramente con l’handicap che non riusciamo ancora a fare i conti con quegli avvenimenti e penso per esempio al caso Moro .

In quegli anni in cui tutto sembra allineato c’è una piccola voce dissonante ,nel mondo dell’intrattenimento e dello spettacolo ma è noto come il palcoscenico spesso sia lo specchio della vita reale . Sono “Quelli della notte” di Renzo Arbore e Ugo Porcelli che intrattengono gli insonni ma tengono svegli anche quelli che dormirebbero volentieri . Un caravn serraglio di caratteri umani che va avanti per trentatrè puntate. Una enormità rispetto ai contenuti e rispetto al gradimento del pubblico. Nascono così personaggi indimenticabili a cui danno vita le arti a volte anche sofisticate di interpreti come Nino Frassica, Maurizio Ferrini, Andy Luotto, Marisa Laurito, Giorgio Bracardi e molti altri. Settimana dopo settimana in onda dal lunedì al venerdì dall’aprile al giugno 1985. Quelli della notte contiene un mondo nel quale si ride della vita di ogni giorno ;in cui ogni giorno pur appartenendo ad una certa routine porta con sé una novità che fa pensare. Così questa formula ideata da Renzo Arbore e Ugo Porcelli fa la differenza con le altre trasmissioni e forse rappresenta l’antenato dei successivi talk show. Dall’altra parte sulla rete concorrente della Rai , Canale 5 di Mediaset Maurizio Costanzo con le interminabili nottate ci offre uno spaccato di un’Italia in cui Sgarbi , giovanissimo, comincia a gridare e manmano vengono scoperti personaggi come Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Paolo Villaggio, Claudio Bisio, Giampiero Mughini, Valerio Mastandrea, Enrico Brignano, Platinette, Ricky Memphis, Vladimir Luxuria, Gioele Dix. In onda dal 1982 ,4500 puntate e ben 40 anni di storia, il Maurizio Costanzo Show diventa la trasmissione più longeva della tv italiana.

Dall’altra parte dell’oceano gli Stati Uniti impongono l’embargo totale nei confronti dell’Iran islamico, Ronald Reagan vince le elezioni presidenziali e muore Tito, leader jugoslavo in carica dal 1953. Nel 1983 la tory Margaret Thatcher, sulla scia della vittoria della Falkland viene rieletta. L’anno successivo viene rieletto Reagan alla Casa Bianca e l’attentano di Alì Agca a Papa Giovanni Paolo II si intreccia con le vicende della scomparsa , ancora irrisolte di Emanuela Orlandi . Michail Gorbaciov, eletto segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica incontra a Ginevra Ronald Reagan per la riduzione degli armamenti avvia la perestrojka. In India viene ucciso il Primo ministro Indira Gandhi. Il decennio si chiude con le proteste di sangue di Tienanmen, a Pechino,Viene messo in commercio il primo modello del cellulare Motorola.

Tornando al nostro paese la scoperta degli elenchi della P2 danno vita ad un acceso dibattito politico e alla creazione di una commissione parlamentare a capo della quale viene chiamata Tina Anselmi che difenderà la costituzione energicamente e accuratamente . Bettino Craxi è presidente del Consiglio;a Padova, stroncato da ictus durante un comizio, muore il segretario del Pci Enrico Berlinguer. In quel decennio mure anche Sandro Pertini .

Ognuno di questi avvenimenti sia di casa nostra che fuori avrebbe bisogno di un commento a sé.

Ma torniamo appunto all’idea che ha promosso questa ricerca e questa lunga elencazione . La tesi di fondo è che gli anni Ottanta sono alle origini dell’Italia attuale, della “costruzione degli italiani” di oggi.

E dunque il fatto più importante di questi anni e che hanno fatto da incubatore di un personaggio che nel 1994, dunque appena quattro anni dopo il termine del decennio decide di scendere in politica. Si chiama Silvio Berlusconi. Inizia così il ventennio del cavaliere . Un inizio che vede come protagonisti una triade Berlusconi , Fini , Casini. Ma ben presto Berlusconi rimane solo anzi si accompagna con un epigono Bossi da cui promana il Salvini di oggi

Nasce così il berlusconismo, un “ ismo “ che fa riflettere e su cui sono state scritte pagine e pagine di cronaca e qualcuna di storia; che ha permeato di sè molte cose fino addirittura ad essere diventato la sola ragione dell’opposizione politica a quei governi ,tranne le parentesi dell’Ulivo con i governi di Romano Prodi ,. Governi burlosconiani naufragati d’un tratto con la chiamata in campo di tecnici come il governo Monti per mettere riparo a tutta una serie di malesseri e non solo , pena la bancarotta soprattutto in tema economico e finanziario.

Ma quegli anni va detto non fecero solo da incubatore di quella che sarà l’azione di governo di Berlusconi che scende in campo proprio per governare , almeno a suo dire, i fenomeni che caratterizzano appunto gli anni Ottanta .Si può anche supporre che il retroterra del berlusconismo viene da più lontano, ma è quasi certo che alcuni caratteri del nostro paese di oggi si evidenzino proprio nel ventennio dei governi Berlusconi , senza che a quel tempo vengano percepite e comprese dagli stessi soggetti in campo.

Con quegli anni infatti bisogna fare i conti evitando di demonizzarli, del resto molto è stato scritto e molto se ne è parlato , perchè furono anni di grande vitalità. L’incitamento a consumare protetto dalla affermazione che mai il governo avrebbe messo le mani in tasca agli italiani dette l’impressione di un benessere diffuso. A prezzo di tagli come per esempio nella sanità , continuata dai governi dei decenni successivi. Tagli che hanno impoverito questo settore vitale per ogni italiano che oggi stenta a riconoscere nel Servizio sanitario nazionale quello strumento che doveva assicurare prevenzione e cura . Guai dunque che vengono da quegli anni Ottanta e poi a seguire e che oggi allungano le liste di attesa, riducono le capacità del territorio di far fronte alle esigenze di diagnosi e cura , costringono il personale della sanità a difendersi da minacce, insulti e lesioni . Una situazione alla quale si tenta di mettere riparo aggravando le pene per quanti, specialmente nei pronto soccorso degli ospedali commettono veri e propri reati .

Anni dunque nei quali si usciva dal terrorismo ma anche anni sui quali qualcuno aveva da ridire ,lo stesso Silvio Berlusconi , che con la sua decisione di scendere in campo in qualche modo li faceva suoi per dare vita a quella che sarà la Seconda repubblica dopo i processi di Tangentopoli ,dando vita ad una casa per gli italiani al centro dello schieramento politico “ Forza Italia” che è dunque una metafora della “ discesa in campo “ in termini calcistici che molto piacevano allo stesso Berlusconi.

Secondo gli oppositori di Berlusconi,, la «discesa in campo» era invece una scelta dettata dalla convenienza personale (finalizzata a salvare le proprie aziende dal fallimento e sé stesso da condanne giudiziarie). Una discesa che costruisce una nuova cultura diffusa, un sistema di potere economico, politico e mediatico che avrebbero potuto essere contrastati e sconfitti da parte di avversari meno disarmati e insipienti come avvenne con la creazione dell’Ulivo di Romano Prodi .

L’Italia comunque cambiava negli anni Ottanta . Proprio qualche anno prima nel suo articolo “Il vuoto del potere”, sul Corriere della Sera del 1° febbraio 1975, Pier Paolo Pasolini definì con l’immagine della “scomparsa delle lucciole” l’improvviso abbandono dei valori di un’Italia agricola e paleoindustriale, sia pure assunti a “valori nazionali”.Pasolini poi dando un lucido sguardo alle conseguenze del consumismo additava appunto un vuoto di potere che aspettava di essere occupato da qualcuno . “Ho visto coi miei sensi il comportamento coatto del potere dei consumi ricreare e deformare la coscienza del popolo italiano, fino ad una irreversibile degradazione. Cosa che non era accaduta durante il fascismo (…)Vanamente il potere totalitario iterava e reiterava le sue imposizioni comportamentistiche: la coscienza non ne era implicata (…) i modelli fascisti non erano che maschere da mettere e levare. Quando il fascismo è caduto, tutto è tornato come prima” (…)“Era impossibile che gli italiani reagissero peggio di così  a tale trauma storico. Essi sono diventati in pochi anni (specie nel centro-sud)  un popolo degenerato, ridicolo, mostruoso, criminale. Basta soltanto uscire di casa per capirlo”.

Berlusconi nel 1994 ha colmato il vuoto politico seguito alla dissoluzione dei partiti storici che si opponevano alla sinistra.

Ma l’abbandono dell’Italia agricola stigmatizzata da Pasolini avrebbe portato secondo Ernesto Galli della Loggia ad un salto storico grazie a quattro scenari che così descriveva nel 2015 su Il Corriere della sera del 31 agosto di quell’anno ; scenari che a suo parere definiscono il tempo avvenire, ma già assai prossimo a noi, come un tempo di crisi destinato prevedibilmente a rappresentare un vero e proprio salto di epoca storica : In breve ecco i quattro scenari cheindicava :1) La migrazione di masse umane sempre maggiori verso i Paesi più o meno sviluppati del Pianeta 2) La «tempesta demografica perfetta», come è stata definita, che si sta abbattendo sull’Europa sotto i nostri occhi perlopiù indifferenti.3) Le trasformazioni climatiche e, spesso connesso a queste, il degrado ambientale, fenomeno particolarmente grave in Italia; più in concreto: inquinamento, cementificazione del territorio, deforestazione selvaggia, dissesto geologico, esaurimento delle risorse idriche, crescita esponenziale dei rifiuti.4) Infine, i mutamenti radicali nell’ambito del lavoro. È pressoché certo che i nostri sistemi economici stanno andando verso un’incapacità strutturale di assorbire l’offerta di lavoro disponibile. La robotica applicata ai processi industriali e la telematica sempre più diffusa nel settore dell’impiego e dei servizi stanno eliminando un numero alto e crescente di posti di lavoro, destinati per chissà quanto tempo a restare scoperti.

Questi problemi ci ritroviamo davanti, ancora intatti ai nostri giorni . In questi problemi ci dibattiamo e sembra superfluo approfondirne qui il significato e l’importanza perchè sono alla portata di chi vuole conoscere e informarsi. Giornali , riviste, trasmissioni televisive affrontano quotidianamente il tema dell’immigrazione , degli sbarchi sulle nsotre coste, delle politiche comunitarie per disciplinare questo fenomeno del modo di contenerlo soprattutto nel nostro paese. Come pure diffusamente viene evidenziata la crisi demografica e i provvedimenti governativi per favorire la natalità . Mentre i documenti di economia e finanza sono lo specchio di una situazione di difficoltà .

A lungo dunque se ne potrebbe continuare a parlare in questa sede ; il dibattito è dunque aperto ma l’invito è a rileggere con attenzione il ventennio Settanta-Ottanta per capire meglio l’oggi, soprattutto ora che la distanza del tempo ci consente una maggiore obiettività.

Tuttavia, nonostante siano spesso nostalgicamente imitati, rivisitati e anche bistrattati, i temi che in quel decennio animarono la vita del nostro paese , appare evidente che non esiste ancora una coscienza critica su quel periodo che nel bene e nel male ha posto le basi della società contemporanea.

Il romanzo italiano, a parte i cenni che ne danno Tondelli, Busi e De Carlo, parlò poco di questi anni. Il cinema forse è riuscito meglio ad elaborare l’identità di quel periodo con i film di Fellini, Moretti e, soprattutto, dei fratelli Vanzina. Umberto Eco è stato uno dei primi a riabilitare questi anni definendoli “grandiosi” trattandosi, secondo il filosofo, di un decennio cruciale, quello in cui “forse veramente siamo passati dal XX al XXI secolo” (1)

Poi venne il 1992 e cambiò veramente radicalmente tutto :la crisi economica, lo scoppio di Mani pulite e gli attacchi di Cosa nostra . Ce lo racconta un libro di Enzo Ciconte docente di Storia delle mafie italiane all’Università di Pavia. Dal 1997 al 2010 è stato consulente presso la Commissione parlamentare antimafia. (2)

Soprattutto il suo” 1992 L’anno che cambiò l’Italia “ . Nel sito dell’editore a proposito di questo libro si legge : “Per capire dove nascono le stragi di Matteo Messina Denaro e l’omertà che l’ha tenuto nascosto bisogna andare al “1992, l’anno che cambiò l’Italia”. Infatti… trent’anni fa una serie di eventi cambiò l’Italia. Si va dalle stragi di mafia di Falcone e Borsellino all’esplosione di Mani pulite, con l’elezione di Scalfaro a presidente in un momento drammatico della Repubblica. Uno storico rivela gli intrecci inquietanti del 1992 con una serie di domande ancora attuali come questa: perché era necessario eliminare chi avrebbe potuto far luce su un rapporto dedicato a mafia e appalti contenente nomi di imprenditori del Nord? Il 1992 è un anno di fratture e di cesure che chiude un’epoca e ne apre un’altra, in cui «c’è tutto un ribollire di episodi che si concentrano in quell’anno» come scrive Enzo Ciconte, tra i massimi storici delle mafie, ricostruendo i retroscena di un momento in cui «la guerra fredda è terminata ma i morti non riposano in pace».”

Ma qualcosa da quel 1992 è rimasto in sospeso. Lo stesso Ciconte in un articolo su Domani afferma «È stato un anno di fratture in cui il nostro paese faceva ì conti con grandi questioni sociali: la crisi economica, lo scoppio di Mani pulite e gli attacchi di Cosa nostra “Nave senza nocchiero in gran tempesta” scriveva Dante nel canto VI del Purgatorio: così appare l’Italia trentanni fa, all’inizio del 1992, un anno di fratture e di cesure che chiude un’epoca e ne apre un’altra. Fino a poco tempo prima era stata una pedina centrale negli assetti della Guerra fredda, confine e presidio per una possibile, e sempre temuta, invasione da Est delle truppe del Patto dì Varsavia». Con il 1992 cambia tutto ma restano questioni aperte . Quelle che viviamo oggi .

Ripercorrere le tappe cruciali di quei mesi è un esercizio di memoria necessario per comprendere ciò che è rimasto, e ciò che ci è stato tolto.

(1)https://zmj.unibo.it/article/view/9428/9516

(2)Il suo libro ’Ndrangheta dall’Unità a oggi (Laterza, Bari 1992) è il primo studio a carattere storico sulla ’ndrangheta. Fra i suoi altri libri ricordiamo: Storia criminale. La resistibile ascesa di Mafia, ’Ndrangheta e Camorra dall’Ottocento ai giorni nostri (2008); ’Ndrangheta (2008 e 2011); ’Ndrangheta padana (2010); Banditi e briganti. Rivolta continua dal ’500 all’800 (2011); Politici (e) malandrini (2013); Storia dello stupro e di donne ribelli (2014), tutti pubblicati per la casa editrice Rubbettino di Soveria Mannelli. Altre sue pubblicazioni sono: Borbonici, patrioti e criminali. L’altra storia del Risorgimento (Salerno, Roma 2016), Mafie del mio stivale. Storia delle organizzazioni criminali italiane e straniere nel nostro Paese (Manni, Lecce 2017), Dall’omertà ai social. Come cambia la comunicazione della mafia (Edizioni Santa Caterina, Pavia 2017), La grande mattanza. Storia della guerra al brigantaggio, (Laterza, Roma-Bari 2018), Chi ha ucciso Emanuele Notarbartolo. Il primo omicidio politico-mafioso (Salerno, Roma 2019), L’assedio. Storia della criminalità a Roma da Porta Pia a Mafia Capitale, (Carocci, Roma 2021) e Classi pericolose. Una storia sociale della povertà dall’età moderna ad oggi (Laterza, Roma-Bari 2022).

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