PREMIO STREGA POESIA | I CINQUE FINALISTI – DI VALTER MARCONE
Redazione- Al Salone Internazionale del Libro di Torino sono stati annunciati i libri finalisti del Premio Strega Poesia, promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Strega Alberti Benevento, in collaborazione con Gabinetto Vieusseux, BPER Banca e Parco archeologico del Colosseo, media partner Maremosso, sponsor tecnico IBS.it. Ha condotto l’incontro Neri Marcorè.
I cinque libri finalisti della prima edizione sono: Silvia Bre, Le campane, Einaudi ;Umberto Fiori,Autoritratto automatico, Garzanti ;Vivian Lamarque, L’amore da vecchia, Mondadori ;Stefano Simoncelli,Sotto falso nome, Pequod ; Christian Sinicco, Ballate di Lagosta, Donzelli
Il Comitato scientifico, composto da Maria Grazia Calandrone, Andrea Cortellessa, Mario Desiati, Elisa Donzelli, Roberto Galaverni, Valerio Magrelli, Melania Mazzucco, Stefano Petrocchi, Laura Pugno, Antonio Riccardi, Enrico Testa e Gian Mario Villalta, ha scelto i finalisti tra i 135 candidati. Un’ampia giuria composta da personalità della cultura determinerà l’opera vincitrice. Il premio verrà assegnato il prossimo 5 ottobre, a Roma, presso il Tempio di Venere e Roma all’interno del Parco archeologico del Colosseo.
«Dopo oltre settant’anni dalla sua nascita – commenta Giovanni Solimine, presidente della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci – il Premio Strega, divenuto frattanto il più ambito e prestigioso riconoscimento letterario italiano, cui si sono aggiunte negli ultimi decenni altre manifestazioni dedicate alla letteratura europea, alla produzione editoriale per l’infanzia e l’adolescenza, ha deciso di misurarsi con quella che è forse la forma di più elevata della creazione artistica in ambito letterario. Nasce il Premio Strega Poesia e la cinquina dei finalisti inizia al Salone di Torino il lungo viaggio che si concluderà in autunno con la proclamazione del primo vincitore.»
«Desideriamo congratularci con tutti i finalisti del Premio Strega Poesia – continua Giuseppe D’Avino, presidente di Strega Alberti Benevento – e riconoscere il loro importante contributo alla poesia italiana. Siamo molto contenti di partecipare a questa nuova iniziativa del Premio Strega, che da oltre settant’anni accompagniamo in ogni sua manifestazione e che a breve ospiteremo a Benevento per la selezione della cinquina del Premio per la narrativa.»
«Ancora una volta BPER banca è vicina al Premio Strega nella promozione alla lettura – aggiunge Gilberto Borghi, responsabile delle relazioni esterne della banca, – proponendo alle scuole secondarie una silloge di poesie dei cinque autori finalisti e chiedendo agli studenti di scegliere il loro vincitore. Il libro più votato riceverà un premio speciale offerto da BPER Banca. Con questa operazione il nostro obiettivo è quello di promuovere la lettura sfruttando la leva potente ed emozionante della poesia.»
È stata inoltre annunciata la collaborazione con il Gabinetto Vieusseux. Fondato a Firenze nel 1819 da Giovan Pietro Vieusseux, il Gabinetto scientifico letterario G.P. Vieusseux è stato nell’Ottocento uno dei principali tramiti tra la cultura italiana e quella europea. Nel corso del Novecento la sua attività è proseguita sotto la guida di letterati illustri come Bonaventura Tecchi, Eugenio Montale, Alessandro Bonsanti, Enzo Siciliano. Durante la lunga direzione di Alessandro Bonsanti è stato fondato, nel 1975, l’Archivio Contemporaneo, ideato come luogo di conservazione di manoscritti, carteggi e biblioteche private di importanti personalità della cultura novecentesca. La biblioteca continua a essere incrementata secondo i criteri originari.
«Nel rilancio del Gabinetto Vieusseux non poteva mancare la collaborazione con il Premio Strega – dichiara il presidente Riccardo Nencini. – Il Premio scopre e promuove talenti letterari, noi ne conserviamo e valorizziamo il patrimonio e il talento facendoli conoscere. Tanto più in una società tecnologica, cultura umanistica e scrittura devono avere diritto di cittadinanza. Lontani dall’intrigo delle passioni e dei sentimenti si vive una vita a metà. La poesia emoziona, colpisce, ferisce, ti invita a fermarti e riflettere. In questo tempo di mezzo è quel che ci vuole. I poeti finalisti saranno ospiti del Vieusseux a Firenze. Giuro che ne faremo buon uso».
La prima edizione del Premio è accompagnata dall’immagine realizzata da Alessandro Sanna risultato della performance di live painting realizzata il 21 marzo presso la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, in occasione della giornata mondiale della poesia.
La cinquina sarà ospite in diverse località italiane particolarmente attive sul territorio nella promozione della lettura. Queste le tappe: 27 maggio, 38° parallelo, Marsala; 3 giugno, Cervo Ti Strega, Cervo; 14 luglio, Museo MAXXI, L’Aquila; 13/17 settembre Pordenonelegge, Pordenone.
In attesa della proclamazione del vincitore credo di fare cosa utile al lettore trascrivendo la presentazione delle opere finaliste che si può leggere sui siti dei vari editori
Silvia Bre : Le campane , Einaudi
Nella vita – dice una poesia di questa raccolta – siamo attirati da distanze che ci chiamano, che non vediamo e non conosciamo, come da un suono di campane lontane. È un suono remoto, misterioso, un battito originario, nei cui rintocchi la parola poetica nasce e ritorna, ogni volta, per dissolversi. Nelle campane – nella poesia – Silvia Bre cerca di cogliere ritmi che scorrono sotterranei alla vita ma che della vita, non solo individuale, sono la linfa nascosta. A volte è necessario un salto mortale, della percezione e della grammatica. Ma più spesso questa lingua poetica si affina per concentrazione, per elisione, per cancellazione di tutto ciò che è superfluo, nella tensione verso l’origine delle cose, nell’attenzione per i nessi che le legano, per l’attimo di senso quando si dilata e sembra eterno. Le campane non possono non avere anche un aspetto mortuario, commemorativo. E infatti, verso la fine della raccolta, le note assumono un tono quasi cimiteriale e il lessico si infoltisce di «polvere», di «scheletri», di «tenebre». Come se la vibrazione delle campane precedesse e oltrepassasse il rintocco della vita, e rivelasse infine un mistero siderale, l’annuncio di una «lingua celeste dello sparire».
Umberto Fiori : Autoritratto automatico, Garzanti
Camminando per la città ci si può ancora imbattere nelle cabine per fototessera. Sono ormai oggetti desueti, relegati in qualche angolo di stazione ferroviaria, o poco più. Si tratta però, a ben vedere, di oggetti peculiari di grande suggestione, fuori dal tempo, quasi «magici», dove si può entrare e isolarsi per un attimo chiudendo la tendina. E lì fotografarsi, avere un’immagine puntuale di sé stessi in un preciso istante. Affascinato dall’intreccio fra elemento soggettivo e dimensione impersonale dell’autoscatto automatico, Umberto Fiori, poeta tra i più riconoscibili e autorevoli della nostra letteratura, ne ha subito intuito il potenziale artistico e a partire dal 1968, per oltre cinquant’anni, ha scattato e raccolto i propri autoritratti in quella che oggi è una vera e propria collezione, stravagante quanto densa di implicazioni per una riflessione anche filosofica sui temi della conoscenza individuale.
Le poesie raccolte in questo volume, tutte inedite, sono dedicate a quella che l’autore definisce una «curiosità privata», un «esercizio narcisistico» che tuttavia si configura prima di tutto e con originalissima energia espressiva come ricerca del proprio volto più autentico e come esplorazione abrasiva del sé che dice e racconta, senza concessioni e senza indulgenze. Autoritratto automatico, libro ricco quanto imprevedibile, acceso da innumerevoli elementi magnetici per il lettore, allestisce una sorta di autobiografia poetica che è al contempo una riflessione sull’identità e sul carattere mutevole ed effimero dell’essere umano.
Vivian Lamarque : L’amore da vecchia, Mondadori
In questi nuovi versi, vivaci e freschissimi, quasi con ironia a dispetto del titolo che li presenta, Vivian Lamarque torna ai lettori con un’opera ricca di impressioni e memoria, di vicende e presagi, che si susseguono come nelle scene di un ampio, libero film. Sono poesie in cui l’autrice si affaccia alle immagini del sempre più frequente insorgere del ricordo e all’apparire anche di volti familiari, riuscendo comunque a conservare intatta la propria vitale attitudine ad aprirsi all’incanto e agli spunti più vari dell’immaginazione. Lamarque ragiona poeticamente sul «fascino discreto degli amori non corrisposti», sull’idea dell’amore «inventato», propone narrazioni, in un’ampia, sorprendente mitologia personale che chiama a raccolta il grande cinema e grandi poeti (da Orazio e Virgilio, con riferimenti a Pascoli e Saba, Penna e Caproni). Si esprime coinvolgendo una realtà animale e vegetale, o la città con i suoi riti anche quotidiani, e poi luoghi di mare, viaggi, ricognizioni sensibilissime in uno spazio/tempo autobiografico. Introduce, con il garbo che le è consueto, pensieri sul senso stesso e sulla natura della poesia in un percorso di consapevolezza nel cuore dell’esperienza. Ma è ben presente, in L’amore da vecchia, un generale senso di provvisorietà del vivere, che porta in sé la coscienza pervasiva del futuro, inevitabile nulla, del non esserci più, fino al momento del nostro «ultimo pensiero». E a tutto questo si aggiunge, nell’età dell’inverno, di cui l’autrice sente il progredire, l’attenzione al presente, con le sue nuove, impreviste minacce. Lamarque muove i suoi passi con una felice varietà di soluzioni espressive, passando da componimenti fittamente prosastici ad altri più sottilmente e sempre incisivamente scanditi, conservando gli accenti di raffinato tono colloquiale in cui si manifesta un lirico senso di pacata e umanissima saggezza.
Stefano Simoncelli : Sotto falso nome, Pequod
La «feroce grazia» delle poesie di abbandono che Stefano Simoncelli ci offre nel suo ultimo libro, Sotto falso nome si trova tutto nel racconto di un tempo imminente nella memoria: i poeti conosciuti e amati, il padre, la madre, e soprattutto la compagna di una vita, morta ma presenza costante, là, che lo attende, che dà un senso all’esistenza anche nella sua assenza. Il poeta, assorbito in luoghi reali dove predomina la nebbia che viene dal mare (la natia Cesenatico, la sua Cesena) e sotto falso nome, come se appunto non avesse identità, con «una grazia per così dire interiore», riduce il mondo e ce lo ripropone con una speciale nuova evidenza, un nitore fortissimo. Il lutto inconsolabile, le ossessioni del passato e del presente, la memoria affievolita, la forza del ricordo, la stessa riduzione dell’io senza anagrafe a favore della narrazione dell’altro/altra non è un gioco delle parti, anzi, è il modo con cui Simoncelli mette in gioco l’amore, terreno e sacro, mondano e possibile, irrinunciabile.
Cristian Sinicco :Ballate di Lagosta,Donzelli
Ed io non saprò di te, se ti tufferai o scenderai tra i gradoni di calcare e poserai sopra la posidonia la tua sagoma di uomo che continuerà a muoversi con le onde, che continuerà a crescere dopo di me, dopo la mareggiata e l’erosione della nostra memoria.»
Il dato biografico sembra connaturato a quello geografico in questo poeta nato a Trieste nel 1975. Christian Sinicco, fondatore della Lega Italiana Poetry Slam, tra le molte attività per la poesia, monitora e segue il progetto L’Italia a pezzi. Antologia dei poeti in dialetto e in altre lingue minoritarie (2014). Dopo anni di occupazioni instabili e lotta al precariato, oggi è sindacalista Cgil e lavora per una concessionaria autostradale in una zona di transito tra Nord Europa, Adriatico e Balcani. Al mare proteso verso Oriente, nell’onda lunga di una Mitteleuropa sommersa ma residua, è legata la sua raccolta più compiuta, Ballate di Lagosta, con affondi nel mare nostrum inteso non come casa, o habitat naturale, ma possibilità di movimento e voce. Moto che con Sinicco si impone per insurrezione primitiva, solo in seconda battuta per acquisizione, e sempre come canto. È a Lagosta (in croato Lastovo), isola della Dalmazia meridionale e luogo nuovo ed estraneo che, dopo un viaggio di svago, il poeta trova la sua Permanenza biologica, quasi pre-verbale. Non il racconto di sé e del proprio bios, piuttosto quello di un altro nucleo familiare, con la processione di Ferragosto e i rituali di persone e affetti acquisiti – Marija e Ambroz, Marijana, Jadro, Sara – pronti per alterità a farsi uomo e personaggio («l’isola è un uomo»). Individualità spiccate che si compenetrano nella collettività dei sensi e del rito: la ballata antica e popolare, il sonetto d’amore spinti alle soglie della canzone e del rap nell’intento multiplo di preservare la diversità di ogni singola voce del coro. Come nell’ultima sezione che è l’ipotesi meno scontata cui la raccolta pare aderire: il ritorno degli «spariti nelle onde», i migranti, dei quali – al pari di Marija, Ambroz, Jadro – il poeta recupera l’isola, il tuffarsi nell’oltre del suono che erode la sparizione. (Elisa Donzelli)
Scrive Mariangela Gualtieri : “C’è una grande fame di poesia, come balsamo che alimenta una parte di noi molto denutrita, rinsecchita. Nell’attuale panorama in cui la lingua è così impoverita, la poesia è una forza che può mettere in moto un cambiamento interiore, e questo è il primo passo verso un agire meno distruttivo e più compassionevole verso tutti i viventi del pianeta. “
Ecco perchè a un decennio dall’istituzione del Premio Strega Giovani e del Premio Strega Europeo si aggiunge un nuovo e necessario tassello: il Premio Strega Poesia, Sul sito del premio Strega si legge inoltre la seguente motivazione : “La scrittura in versi è istintivamente connessa alla riflessione sulle cose ultime e al tempo stesso rimanda a un’espressione nativa della parola, legata al respiro naturale e al canto. Del resto è una forma d’arte che non ha mai perso prestigio sociale, come testimoniano numerosi i segnali: alcune recenti raccolte poetiche sono diventate long-seller; si moltiplicano reading e spettacoli di poetry slam; nascono e si rinnovano collane dedicate (a sottolineare questa vivacità editoriale, il Rapporto AIE sullo stato dell’editoria 2022 segnala una crescita di circa il 20% dei titoli di poesia pubblicati); i social network, infine, sono diventati un vasto terreno di condivisione che genera veri e propri casi letterari, seguiti anche dal pubblico più giovane. E tuttavia, come è stato scritto, rischia di essere un concetto astratto, generico: non esiste tanto la poesia, quanto le poesie, diverse esperienze che meritano tutte ascolto e rappresentazione. Il Premio Strega Poesia nasce per dare loro visibilità, segnalando la produzione di più alta qualità letteraria e significato nel mondo contemporaneo. Il Premio verrà assegnato annualmente a un libro di poesia scritto in lingua italiana, pubblicato in prima edizione tra il 1° marzo dell’anno precedente e il 28 febbraio dell’anno in corso (per la prima edizione i termini di validità sono gennaio 2022-febbraio 2023). Un Comitato scientifico – composto da Maria Grazia Calandrone, Andrea Cortellessa, Mario Desiati, Elisa Donzelli, Roberto Galaverni, Valerio Magrelli, Melania G. Mazzucco, Stefano Petrocchi, Laura Pugno, Antonio Riccardi, Enrico Testa e Gian Mario Villalta – avrà il compito di selezionare la cinquina delle opere finaliste, che verrà annunciata a maggio, mentre un’ampia Giuria, composta da personalità della cultura, determinerà l’opera vincitrice nel mese di ottobre. I componenti del Comitato scientifico e della Giuria resteranno in carica un anno e potranno essere riconfermati.”