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ETICITA’ E COMPETENZA SPECIFICA-DOTT.SSA SILVANA DI FILIPPO

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Redazione-Viviamo in una società che ha messo in crisi istituzioni e valori tradizionali, ed è perplessa di fronte alla sconvolgente potenzialità tecnologica che ha suscitato. Riemerge l’esigenza di individuare chiari orientamenti etici a tutela della vita dei singoli e della comunità. La capacità tecnica non basta. Il mondo sociosanitario è il ‘crocevia’ delle speranze e delle sofferenze dell’uomo. Particolarmente nel mondo sociosanitario vengono coinvolte tensioni, relazioni interpersonali, soluzioni che possono valorizzare o compromettere valori umani fondamentali.

(…) All’uomo non basta esistere, non è sufficiente possedere. L’uomo necessita di un senso, di un significato che si risolva in volontà di vita, in orientamento etico, in superamento coraggioso delle difficoltà. La vita presenta diversi valori. Tra questi, quelli etici fanno parte della realtà più profonda dell’esistenza e offrono un senso qualitativo alla vita umana.

I valori etici  sono mediati da culture diverse, nella cui evoluzione si possono evidenziare alcuni valori emergenti per un dialogo in promozione umana. Spetta alla coscienza del singolo verificare criticamente i valori che recepisce dall’ambiente e operare delle scelte personali, in coraggiosa coerenza di vita.

 I termini etica (dal greco “èthos=costume) e morale (dal latino “mos”=costume) indicano, etimologicamente, il medesimo concetto: il costume-comportamento rivisto in relazione alla rettitudine-bontà. L’etica “fondamentale” indica le basi orientative. L’etica “speciale” tratta le problematiche particolari. L’etica “professionale” riguarda la mentalità e il comportamento tipico di una professione e si distingue secondo l’attività specifica.[1]L’etica professionale parte da alcuni dati di base fondamentale e poi sviluppa gli aspetti particolari e diventa etica-professionale.

 (…)Il valore etico, cioè il senso globale di giustizia e bontà, richiede l’uomo come soggetto di percezione e come soggetto di realizzazione.

Soggetto di Percezione= E’ innata nella persona  una capacità estimativa del bene, che può essere educata, raffinata o resa meno sensibile come avviene per le altre capacità di cui è dotata la persona.

Soggetto di Realizzazione= Non si può parlare di valore o carenza etica se il comportamento o l’omissione non siano in qualche modo compresi e voluti.

Il Valore Etico presuppone una libertà che si traduce in responsabilità personale.

La Responsabilità Etica o libertà decisionale, non si limita a una scelta di orientamento etico; esso implica capacità inventiva, creativa, cioè una reinterpretazione personalizzata conforme alle circostanze.[2]

La deontologia, invece è la scienza dei doveri  ed è  intesa come l’insieme di alcuni comportamenti ritenuti conformi all’onestà e al prestigio della professione che si esercita.

La Professionalità assistenziale ha un attributo realissimo: l’eticità. Se l’eticità è assente viene meno l’integrità professionale che rimane privata di una componente importante, ma se è presente, illumina l’attività, la rende desiderosa e confortevole. Eticità professionale vuol dire che la natura, i contenuti, le modalità della professione sono coerenti con gli scopi dichiarati dalla professione stessa, cioè quelli di andare incontro ai problemi “dell’altro”, accogliendolo. Il fine della professione assistenziale è quello di assistere l’individuo aiutandolo a far crescere quel  bene vitale che è la salute individuale  promovendo il benessere di tutta la comunità. Eticità professionale significa eseguire il proprio lavoro con un atteggiamento umano. La competenza è lo strumento per assumere le responsabilità inerenti  ad un dato lavoro e si acquisisce progressivamente attraverso conoscenze di carattere generale e specifico: scientifiche,tecniche,relazionali,giuridiche,etiche-deontologiche,di altro tipo ; che vengono sperimentate e consolidate dall’esperienza. Infatti  solo mediante lo studio del caso si può verificare se veramente si posseggono certe conoscenze. In questo caso si è costretti ad adoperarle, a precisarle, a stabilire collegamenti, ad entrare in complesse situazioni interattive. Naturalmente il passaggio dall’apprendimento teorico al lavoro pratico, dagli orientamenti generali al lavoro su casi particolari non è possibile senza un tirocinio guidato. La guida di tirocinio aiuta a : preparare il piano di lavoro; a viverlo sul campo; a riordinare i dati e i loro significati; a discuterli; a verificarli; a riconoscere i bisogni e i problemi e le loro priorità,; a riflettere sulle relazioni con l’assistito e con l’ambiente, per capire quali comportamenti siano di  natura  reattiva, quali siano  troppo coinvolti emotivamente( proiezioni, identificazioni), affettivamente(legami), e quali siano effettivamente terapeutici. Solo se ci si rende conto del quadro complessivo entro cui prendano consistenza i problemi da affrontare, si è in grado di capire quali conoscenze e quali abilità siano realmente utili. Il dare importanza alle esigenze personali, ai rapporti, alla comunicazione, alle caratteristiche della singola situazione non è solo il rinascimento dei diritti delle persone, ma è anche un mezzo per aumentare le possibilità di raggiungere gli obiettivi della competenza professionale, che sono quelli di aiutare, curare, prevenire, educare, guarire, rasserenare, rassicurare. Le conoscenze vissute diventano, quindi, patrimonio individuale  e si esprimono nella piena capacità di orientarsi professionalmente. A tali conoscenze si accede primariamente nelle scuole, in cui si compie la formazione generale, che trasmette i principi su cui poggiano le fondamenta della successiva conoscenza specifica.

L’operatore del sociale, nel suo impegno etico, deve acquisire una competenza specifica orientata nel rispetto della persona, prevedendo una competenza professionale progressiva e maturata nella consapevolezza di un obiettivo sempre più professionale, tendente  ad aumentare il benessere delle persone.

Il mezzo fondamentale per sostenere l’eticità è la capacità di vivere il problema dell’altro, di ‘soffrire’ con lui apprezzandone i suoi vissuti. La comprensione emozionale è il primo passo per la costruzione di una relazione

efficace ed umana.

BIBLIOGRAFIA

In op. Silvana Di Filippo, La forza del sociale nella comunicazione interattiva. Ed. Eco, Isola del G.S. (Te), 2008 pp.30-31

  1. Davanzano, Etica sanitaria, Ed. Ancora, Milano, 1984

[1] Cfr. p. 9 -11 G. Davanzano, Etica sanitaria, Ed. Ancora, Milano, 1984

[2] Ibidem, p. 14-18

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