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“ENRICO MATTEI, IL SOGNO INFRANTO DELL’INDIPENDENZA ENERGETICA” DI VALTER MARCONE

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Redazione- La virata allinea perfettamente il piccolo aereo alla pista di atterraggio. Non rimane che aprire il carrello . Da quel momento si interrompono le comunicazioni e l’aereo scompare dal radar del controllo di Milano. Un testimone racconterà in una prima versione di aver visto un incendio nel cielo da cui precipitava una pioggia di fuoco. Il giorno dopo ritratterà dicendo di aver visto solo rottami dell’aereo a terra. Ha piovuto molto nei giorni precedenti. Le condizioni meteorologiche nel momento in cui l’aereo si appresta ad atterrare sono ora discrete. I soccorritori e i periti faranno fatica a ricomporre le salme ostacolati dal fango.

E’ il tardo pomeriggio del 27 ottobre 1962 ,la scena è quella delle campagne di Bescapè, sul piccolo aereo Morane-Saulnier MS. 760 Paris I-SNAP, in fase di avvicinamento all’aeroporto di Linate, c’è l’ingegnere Enrico Mattei , fondatore e presidente dell’Eni, che sta tornando a Milano da Catania.

Il 26 ottobre del 1962, la vigilia della caduta dell’aereo va a Gagliano per rassicurare la popolazione che nell’Isola ci sarà lavoro per tutti grazie al metano: “Oggi – dice agli abitanti del paese – abbiamo trovato il metano anche a Gagliano. Amici miei, tutto quello che è stato trovato è della Sicilia. Noi non portiamo via il metano, rimane in Sicilia per tutte le industrie, per tutte quelle cose che la Sicilia…”.
Dopo il discorso, Mattei parte da Catania il pomeriggio del 27 ottobre. Sull’aereo con lui c’è il
giornalista americano William Mac Hale e il pilota Imerio Bertuzzi. L’aereo decolla alle 16,55.
Alle 18,57 esploderà nel cielo di Bascapè. Di li a pochi giorni, il 6 novembre, Mattei si sarebbe
dovuto recare in Algeria per firmare un accordo certamente molto scomodo per le Sette Sorelle del
cartello mondiale del petrolio.
La Commissione ministeriale, istituita da Giulio Andreotti per far luce sulla caduta dell’aereo di Mattei, però giunse alla conclusione che si era trattato di un incidente e non di un sabotaggio. Si legge infatti nella relazione:“L’incidente è da attribuire alla perdita di controllo in spirale destra. Non è stato possibile accertare le cause che hanno determinato tale perdita di controllo . (1)

Il 14 luglio del 1995 il “caso Mattei” è stato riaperto dalla magistratura di Pavia, che ha ipotizzato un complotto internazionale portato a compimento con la complicità della mafia. L’ammiraglio Fulvio Martini, ex direttore del Sismi, ha infatti rilasciato a Enzo Caretti, direttore del quotidiano Ore 12, un’intervista sulla morte di Mattei. Alla domanda se propendesse per l’episodio accidentale o per il sabotaggio ha risposto cosi: “Penso che l’aereo di Mattei sia stato sabotato. Mattei aveva molti nemici; c’è una cosa però mai emersa in questa oscura e drammatica vicenda, e che è stata forse sottovalutata dagli inquirenti.
Mattei, in quei tempi, aveva eccellenti relazioni con la resistenza algerina e i francesi non
amavano questo tipo di contatti. Con questo non è che voglio puntare il dito contro i francesi.

Penso che sia stato vittima di un attentato, però francamente non mi indirizzerei in particolare su
una specifica pista”. (2)

Mattei aveva immaginato un’Italia capace di rendersi autonoma nella produzione strategica di energia a danno delle imprese straniere che si spartivano il mercato mondiale del petrolio. Il 27 ottobre 1962, il presidente dell’Eni Enrico Mattei morì però a Bascapè, in provincia di Pavia, nello schianto a terra dell’executive Morane-Saulnier 760 “Paris II” di proprietà della Snam. Uno schianto definiti immediatamente come conseguenza di una perdita di controllo in spirale. Insomma un problema tecnico .Una definizione che non riesce a fugare però una serie di interrogativi trasformando l’incidente in un fatto misterioso.

Da quel momento tanti sono stati i tentativi di far luce sull’accaduto . Una storia di ipotesi e di verifiche durata decenni . Tra questi l’ importante contributo alla conoscenza di una pagina misteriosa della storia italiana arriva con il recentissimo libro di Giuseppe Oddo e Riccardo Antoniani L’Italia nel petrolio. Mattei, Cefis, Pasolini e il sogno infranto dell’indipendenza energetica. Feltrinelli 2022 . Un libro suscita che suscita proprio in questo momento una domanda da rivolgere a chi sta governando il paese : come si esce da questa situazione di crisi energetica che coinvolge tutti i paesi europei ? ( 3 )

L’Italia di oggi è figlia di una lunga storia di potere e di sangue di cui Mattei fu la prima vittima. Cefis, Gelli, la P2, la strategia della tensione, le bombe, l’uccisione di Pasolini , l’assassinio di Mauro De Mauro . Tutto iniziò con l’attentato all’aereo di Mattei precipitato a Bascapè il 27 ottobre del 1962.

E proprio per questo parlare del caso Mattei significa comunque tener conto del quadro di riferimento nel quale la vicenda stessa si inserisce. Si tratta di tener conto di altre vicende strettamente intrecciate come la scomparsa di Pier Paolo Pasolini nel modo che conosciamo e di quella del giornalista Mauro De Mauro. L’inchiesta archiviò l’incidente causato dalle cattive condizioni atmosferiche. Ma negli anni Novanta, dopo le dichiarazioni del pentito di mafia Tommaso Buscetta l’inchiesta venne riaperta. Il nuovo lavoro degli inquirenti ha portato alla luce delle tracce compatibili con la presenza di esplosivo sul velivolo, e un’opera sistematica di insabbiamenti, depistaggi e cancellazioni di prove che non hanno ancora reso possibile il pieno accertamento della verità.

Ma chi era Enrico Mattei. Giorgio Bocca lo definì così: “Che cosa era Enrico Mattei? Un avventuriero? Un grande patriota? Uno di quegli italiani imprendibili, indefinibili, che sanno entrare in tutte le parti, capaci di grandissimo charme come di grandissimo furore, generosi ma con una memoria di elefante per le offese subite, abili nell’usare il denaro ma quasi senza toccarlo, sopra le parti ma capaci di usarle, cinici ma per un grande disegno.”

Suo padre lavorava nell’arma dei Carabinieri .Enrico fondò una piccola industria chimica, durante la seconda guerra mondiale prese parte alla Resistenza e al CLNAI rappresentò la componente bianca. Nel 1945 fu nominato commissario liquidatore dell’ Agip che era stata creata nel 1926 dal regime fascista. Al posto di liquidarla, diversamente dalle indicazioni governative ne riorganizzò l’attività fondando nel 1953 l’ENI ( Ente nazionale idrocarburi ) di cui l’Agip era la struttura portante.S otto la sua guida, l’ENI diventò una multinazionale del petrolio, contribuendo in modo determinante al cosiddetto l miracolo economico postbellico. Eletto al Parlamento come parlamentare della Democrazia Cristiana dal 1948 al 1953. Fondò il quotidiano Il Giorno e fu molto vicino a Giorgio La pira e Giovanni Gronchi .Riuscì ad ottenere vantaggiosi contratti per concessioni petrolifere in Medio Oriente e un accordo con L’Unione Sovietica. Queste iniziative contribuirono a rompere l’oligopolio delle Sette Sorelle , (4) che allora dominavano l’industria petrolifera mondiale. Introdusse inoltre il principio per il quale i Paesi proprietari delle riserve dovevano ricevere il 75% dei profitti derivanti dallo sfruttamento dei giacimenti.

Una vicenda intricata la sua morte .”Incidente” per la commissione d’ inchiesta. Poi il giudice esclude il sabotaggio e archivia. Torna l’ipotesi di attentato. Negli anni ’70 un libro e poi il film di Francesco Rosi rilanciano il sabotaggio. Il giornalista dell’ Ora di Palermo, Mauro De Mauro, scompare dopo aver confidato di avere uno scoop sul caso-Mattei. Le indagini vengono riaperte nel ’94.. Alcuni pentiti di mafia (Gaetano Iannì è il principale, ma anche Tommaso Buscetta e Salvatore Riggio) accreditano la pista dell’ attentato.

Una testimonianza di Benito Li Vigni, depositario di moltissimi segreti, assistente personale di Enrico Mattei è ospitata nel Passaparola del lunedì,il Blog delle stelle del 12 novembre 2012 : “ Ho avuto l’onore di collaborare da vicino con l’avanzamento inchiesta, e si accertò l’avvenuto sabotaggio. Si sono riesumati i corpi di Mattei e Bertuzzi, il pilota, e si sono trovate tracce di esplosivo, Compound 200, un esplosivo molto potente, si è accertato che l’esplosivo era stato messo sotto i comandi del carrello, e si può fare attraverso il ruotino, si infila la carica con una calamita, e che l’aereo era stato portato la notte tra il 25 e il 26 dentro l’hangar militare della Nato, (quello che vi dico è nell’inchiesta), e è stato sabotato dai servizi, l’ho scritto. L’aereo, quando il pilota azionò la cloche per scendere è andato in aria, è esploso. Ebbene, quest’inchiesta, che stava arrivando ai mandanti, già individuati, il magistrato stava acquisendo ulteriori elementi per le prove, è stata archiviata. “

Ho raccontato riassumendo da varie fonti che ho consultato la storia intricata e intrigante di un uomo la cui morte è ancora piena di misteri. Ancora oggi a distanza di più di mezzo secolo tornano le ipotesi più disparate che concorsero a quell’incidente. Di fronte alla verità giudiziaria costituiscono tessere di un mosaico ognuna delle quali prospetta una verità. (5)

L’ho raccontata perchè a sua volta probabilmente è un tassello per quanto riguarda il nostro paese della crisi energetica che occupa l’attenzione dell’Europa a seguito del taglio delle forniture di gas metano da parte della Russia di Putin come ritorsione alle sanzioni applicate dall’Europa stessa per l’invasione da parte di quest’ultima dell’Ucraina.

L’ho raccontata perchè forse, probabilmente la storia energetica del nostro paese che tutti conosciamo poteva avere un’altra narrazione e poteva avere avuto un’altra direzione.

L’ho raccontata perchè probabilmente si dovrebbe riprendere in considerazione l’idea di una indipendenza energetica del nostro paese.

Una ricerca di autonomia dunque perchè il paradigma energetico del nostro paese è cambiato. Certo non dall’oggi al domani. Come non si può dire che la cosiddetta transizione ecologica avvenga nel giro di qualche anno. Occorrono decenni . Tanto che l’Europa e in generale i paesi che tendono a sostituire le fonti fossili fissano tale obiettivo per la metà di questo secolo. Come pure per quella data si presume realizzabile l’obiettivo di una riduzione di emissione di CO2.

Il paradigma energetico italiano deve tener conto di una particolarità. Il nostro paese è un paese la cui industria non ha a disposizione materie prime ed energia proprie. Deve ricorrere alla importazione e quindi ha sviluppato una industria di trasformazione all’avanguardia. Il cambiamento energetico operato fino ad oggi è stato quello del passaggio dal carbone e olio combustibile al gas metano per la generazione elettrica. Per far fronte alla riduzione del gas russo ,che è passato da una erogazione di 70 milioni di metri cubi a 10 milioni e poi quasi a zero, è stato cambiato l’approvvigionamento geografico ma non la tipologia. L’approvvigionamento si effettua sul mercato libero dove vige la legge della domanda e dell’offerta. Dopo un rialzo sproporzionato dei prezzi a causa di una minore domanda per le favorevoli condizioni di un autunno mite e la riduzione della domanda ,sembra che il prezzo vada tornando a livelli accettabili.

Il nostro è oggi un paese con una storia energetica che ha visto la privatizzazione dell’Eni nel 1995 e dell’Enel nel 1999, il cui ricavato ci ha permesso di fare cassa, entrare nell’euro, rispettare i parametri di Maastricht ma che lo ha consegnato alle majors europee quotate in borsa e operanti con la legge di mercato. Inoltre l’aver puntato sul gas russo quasi esclusivamente, perchè a buon mercato, ci ha continuato a legare mani e piedi.

In questa situazione che fare dunque ,proprio per rispondere a quella domanda che sollevavo prima . Come uscire da questa situazione. Ci sono tentativi di ricerca di autonomia. La politica tende a risolvere con un piano che può avvalersi della disponibilità di gas in aree geografiche del nord Africa o di piani per la realizzazione di rigassificatori . Fondamentalmente però dovrebbe reimpostare strutturalmente il problema . Purtroppo continua a parlare con la retorica della casa in fiamme. Probabilmente bisognerebbe fare ricorso ad una buona dose di di realismo,sopportare qualche sacrificio ma soprattutto procedere con la determinazione necessaria a favorire quel mix energetico che sembrava delinearsi all’orizzonte . E’ in gioco benessere economico ed opulenza.

A Cernobbio nel settembre di quest’anno sono stati presentati i risultati del Position Paper realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A

“Con questo studio è stato possibile analizzare il potenziale delle regioni in termini di valorizzazione delle fonti energetiche disponibili, e di definire il contributo dei diversi territori per l’autonomia energetica del Paese all’interno dei vincoli normativi e strutturali esistenti – dichiara Patuano presidente di A2A –. Sono già stati compiuti passi avanti in termini di sviluppo di produzione energetica da fonti rinnovabili, come mostra l’indice definito da Ambrosetti secondo cui l’Italia registra l’incremento più marcato fra i principali peer europei nel periodo 2000-2019. La possibilità di ottimizzare ulteriormente la produzione a seconda delle peculiarità delle singole regioni italiane, delle relative risorse disponibili e degli impianti già presenti, consentirebbe di attivare il pieno potenziale dell’Italia e di renderla meno soggetta a dinamiche esogene. Si tratta di un obiettivo raggiungibile solo attraverso un cambio di paradigma e il fondamentale coinvolgimento di istituzioni nazionali e locali, cittadini e imprese”.

L’Italia è uno dei Paesi con la più bassa autonomia energetica in Europa, producendo nel proprio territorio solo il 22,5% dell’energia consumata, a fronte di una media europea del 39,5%. In termini comparativi, l’Italia è quintultima in Ue davanti solo a Malta (2,7%), Lussemburgo (5,0%), Cipro (7,2%) e Belgio (22,4%). Allo stesso tempo, tuttavia, l’Italia è tra i Paesi più virtuosi in termini di miglioramento dell’autonomia energetica, avendo aumentato il proprio livello di 9 punti percentuali tra il 2000 e il 2019. L’incremento dell’Italia è pari a oltre 2 volte quello della Francia (3,7 punti percentuali) e oltre 4 volte quello della Spagna (1,8 punti percentuali). Questa crescita è principalmente riconducibile allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili presenti sul territorio e ulteriormente sfruttabili. Considerando la fruibilità di acqua, sole e vento sul territorio, l’Italia è seconda in Ue per disponibilità di fonti energetiche rinnovabili.

“Il mutato contesto geopolitico mondiale ha messo al centro delle agende europee e nazionali il tema dell’autonomia energetica – afferma Valerio De Molli, managing partner & ceo di The European House – Ambrosetti –. L’Italia è il secondo Paese in Unione Europea per disponibilità di fonti energetiche rinnovabili: queste risorse devono essere attivate il prima possibile, attraverso un forte coinvolgimento dei territori. La valorizzazione di acqua, vento, sole e rifiuti – attivabili rapidamente alla luce di tecnologie e vincoli correnti – può aumentare la nostra autonomia energetica di quasi 36 punti percentuali, contribuendo in modo sostanziale a garantire gli attuali livelli di consumo e raggiungere i più importanti traguardi di sostenibilità e decarbonizzazione”. (5)

In conclusione, seppure provvisoria, va detto che ormai si va verso l’uscita dalle energie fossili e questo cambia anche la prospettiva in tema di autonomia energetica rivendicata dal nostro paese. L’alternativa al momento, per raggiungere una qualche autonomia sembrano essere i rigasificatori ma nel mondo ce ne sono solo cinquanta in funzione. L’Europa ne ha ordinati venti (Fonte Iea ) ma il costruttore, la Corea, ha tempi e liste lunghe. Il rallentamento dell’economia cinese a causa del Covid 19 ha contagiato l’intera Asia . In questo scenario così cambiato l’Europa si troverà a contendere gas ai paesi della stessa Asia che dipendono dall’importazione di questa fonte di energia. Si corre dunque all’accaparramento. La Cina ha firmato contratti della durata di ventisette anni per esempio con il Qatar per il gas Gnl. La Germania ha annunciato contratti con lo stesso Qatar della durata di quindici anni. Dagli Stati Uniti,primi estrattori di gas ,non si annunciano investimenti per aumentare la capacità produttiva.

L’energia fossile è stata alla base dello sviluppo mondiale e anche di un ordine stabile. Oggi si rompe questo equilibrio e rivendicare una autonomia significa essere in grado di sostenere le conseguenze di questa rottura. Lo scenario vede l’autosufficienza degli Stati Uniti, la dipendenza da parte dell’Europa dal gas russo, l’Asia rifornita dai paesi medio orientali . Gli Stati Uniti resteranno autonomi , la Russia dirotterà la sua fornitura su Cina ed India e l’Europa si troverà a contendere gas ai paesi asiatici.

Ecco allora la necessità di una nuova strategia che guardi in tema di autonomia da tutt’altra parte. L’Europa come in molte altre questioni stenta a trovare una sua strada .

E’ necessario che nella transizione alle rinnovabili la combinazione tra domanda di energia per sostenere la crescita e la riduzione degli investimenti nelle fonti fossili raggiunga un equilibrio. Diversamente siamo ancora una volta di fronte al rischio geopolitico di una situazione che non è ancora autonomia ma solo ricerca di autosufficienza.

(1)http://www.misteriditalia.it/casomattei/elementi/MATTEI(DiPisa).pdf

(2)rivista EM – L’euromediterraneo, anno 4, n. 5 e 6 maggio e giugno 2001.)

(3)Un libro che pone delle domande come si legge sulla stessa pagina web dell’editore Feltrinelli “Perché Enrico Mattei fu ucciso mentre stava per firmare una tregua con le compagnie petrolifere USA? Chi furono i mandanti del sabotaggio che il 27 ottobre 1962 provocò la caduta del suo aereo? E perché Eugenio Cefis, suo successore alla presidenza dell’Eni, sottoscrisse la pace con la Esso e con la Shell, con cui Mattei aveva avuto rapporti conflittuali? Perché scalò la Montedison – punto di incontro e di scontro fra capitale privato e capitale pubblico – di cui poi divenne presidente? Quali furono i suoi veri rapporti con i capi della Dc e degli altri partiti? È vero che cercò di favorire un riassetto istituzionale di tipo presidenzialistico? E perché Pier Paolo Pasolini avanzò il dubbio, in Petrolio, di una qualche sua responsabilità nell’eliminazione di Mattei? Gli autori rispondono a tutte queste domande con una ricca documentazione estratta dagli archivi e con l’ausilio di importanti testimonianze. Negli ultimi mesi di vita, Mattei stava lavorando a un’intesa triangolare fra Italia, Francia e Algeria per la posa di un metanodotto transmediterraneo che avrebbe dovuto far affluire nel cuore della Comunità europea il gas naturale estratto dai giacimenti del Sahara. A differenza di Cefis, che operò per riequilibrare i rapporti fra l’Eni e le “sette sorelle” e per ricondurre la politica petrolifera nazionale nel perimetro degli interessi economici e militari dell’Alleanza atlantica, Mattei si impegnò fino alla fine per attuare il suo progetto di indipendenza energetica che avrebbe dovuto favorire il processo di unificazione dell’Europa e trasformare l’Italia in una potenza industriale avanzata.

(4)Elenco delle sette sorelle al tempo di Mattei:

  1. Standard Oil of New Jersey, successivamente trasformatasi in Esso (poi Exxon negli USA) e in seguito fusa con la Mobil per diventare ExxonMobil; https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a4/Flag_of_the_United_States.svg/20px-Flag_of_the_United_States.svg.png
  2. Royal Dutch Shell, successivamente Shell, all’epoca anglo-olandese; https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/ae/Flag_of_the_United_Kingdom.svg/20px-Flag_of_the_United_Kingdom.svg.png https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/20/Flag_of_the_Netherlands.svg/20px-Flag_of_the_Netherlands.svg.png
  3. Anglo-Persian Oil Company, successivamente trasformatasi in British Petroleum (BP); https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/ae/Flag_of_the_United_Kingdom.svg/20px-Flag_of_the_United_Kingdom.svg.png
  4. Standard Oil of New York, successivamente trasformatasi in Mobil e in seguito fusa con la Exxon per diventare ExxonMobil; https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a4/Flag_of_the_United_States.svg/20px-Flag_of_the_United_States.svg.png
  5. Texaco, successivamente fusa con la Chevron per diventare ChevronTexaco; https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a4/Flag_of_the_United_States.svg/20px-Flag_of_the_United_States.svg.png
  6. Standard Oil of California (Socal), successivamente trasformatasi in Chevron, ora ChevronTexaco; https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a4/Flag_of_the_United_States.svg/20px-Flag_of_the_United_States.svg.png
  7. Gulf Oil, in buona parte confluita nella Chevron. https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a4/Flag_of_the_United_States.svg/20px-Flag_of_the_United_States.svg.png

( 5) Close down Enrico Mattei. Il primo grande mistero della Repubblica Ed, Abrabooks 2019

Vincenzo Calia Il caso Mattei. Le prove dell’omicidio del presidente dell’Eni dopo bugie, depistaggi e manipolazioni della verità Chiarelettere 2020

Benito Li Vigni Enrico Mattei. L’uomo del futuro che inventò la rinascita italiana Editori Riuniti 2014

Federico Mosso Ho ucciso Enrico Mattei Gog 2021

Enrico Mattei IL complesso di inferiorità Edizioni Comunità 2018

Demetrio Piccini ENRICO MATTEI – CEFIS & LE 7 SORELLE Gog 2019

Nico Perrone Enrico Mattei (Storica paperbacks Vol. 98)Il Mulino 2012

(6)https://finanza.lastampa.it/News/2022/09/02/autonomia-energetica-italia-quintultima-in-europa-ma-seconda-per-disponibilita-di-risorse-rinnovabili-/OTNfMjAyMi0wOS0wMl9UTEI

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