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ELISABETTA DI BAVIERA

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Redazione- Elisabetta di Baviera fu moglie di Corrado IV di Hoestaufen e madre di Corradino. Il re Corrado IV nacque il 25 marzo 1252 a Wolfstein e fu molto legato al padre Federico II rispetto al fratello maggiore Enrico, caduto in disgrazia agli occhi dell’imperatore e morto in seguito alla rivolta aizzata contro l’imperiale genitore.

La triste esperienza fatta con il figlio ribelle Enrico, di cui Federico in verità non si era mai occupato durante gli anni d’infanzia e di prima giovinezza, fece sì che l’imperatore Federico controllasse personalmente e più attentamente l’educazione di Corrado, soprattutto quando nel 1231 fu eletto re in vece di Enrico, il fratellastro deposto.

Durante una sua sosta in Baviera nel 1235 l’imperatore promise suo figlio, allora fanciullo di soli di 7 anni, in matrimonio ad Elisabetta, figlia del duca Ottone II di Baviera, detto il Nobile, e di Agnese, figlia di Enrico I, conte palatino del Reno.

Per Corrado IV fu provvidenziale imparentarsi con il duca di Baviera poiché, deposto nel 1245 da papa Innocenzo IV in seguito alla scomunica lanciata contro il padre Federico II durante il Concilio di Lione, ebbe modo di potersi difendere dai nemici della dinastia sveva.

Infatti solo, abbandonato da tutti e sconfitto da Enrico Raspe, il quale voleva annientare la dinastia sveva, Corrado IV potè ribellarsi a quella drammatica situazione grazie all’aiuto del suocero Ottone II, che volle comunque unire il figlio dell’imperatore scomunicato con la figlia Elisabetta.

La cerimonia nuziale ebbe luogo nel 1246 e dalle nozze nacque soltanto Corradino, il quale non conobbe mai il padre che morì appena due anni dopo la sua nascita. Infatti alla morte dell’imperatore Federico II il figlio Corrado IV si era recato in Italia per salvare il regno ereditario di Sicilia, dove fu incoronato re nel 1251, ma lì si ammalò di malaria, di cui morì nel 1254 a Lavello, non lontano da Melfi, all’età di appena 26 anni. Corrado IV venne sepolto nel duomo di Messina, poi demolito da un terremoto che nella seconda metà del Settecento distrusse quel tempio e la città dello Stretto.

I nove anni di matrimonio fra Elisabetta e Corrado IV furono contrastati da disordini e da guerre che ostacolarono molto la loro convivenza matrimoniale. Dopo la morte del consorte Elisabetta si preoccupò principalmente di preservare l’eredità paterna al figlio Corradino.

Prima di partire per Wasserburg, sul fiume Inn, Elisabetta fu ospitata assieme al figlio, il piccolo Corradino, da suo fratello, il duca Ludovico II di Baviera, peraltro tutore del piccolo erede del casato svevo. Il duca Ludovico era un uomo brusco e rabbioso. Inoltre nella sua corte aleggiava ancora l’ombra dell’assassinio di re Filippo di Svevia, prozio di Corradino, fratello di Enrico VI, padre di Federico II. L’assassinio era avvenuto a Bamberg nel 1208 per mano del conte Ottone di Wittelsbach, allorché il duca Ludovico, nipote del conte, attuò un altro omicidio dalle tinte ancora più drammatiche se non teatrali, di cui purtroppo furono testimoni diretti sia la sorella Elisabetta sia il piccolo Corradino.

Nel 1254 il duca Ludovico aveva sposato Maria di Brabante, figlia del duca Enrico II di Brabante e di Maria, a sua volta figlia di re Filippo di Svevia. Maria di Brabante è stata ricordata da tutti come sposa devota e duchessa assai responsabile che seppe vivere in dignitoso rispetto del casato cui apparteneva e della sua condizione. Purtroppo ebbe il torto di stringere una sincera amicizia con il cavaliere Rucio Ottlinger con cui era solita dilettarsi in interminabili partite a scacchi.

Quando il consorte partì per la guerra contro la città di Augusta fu accompagnato dal predetto cavaliere e Maria, preoccupata per la sorte del marito, scrisse alcune lettere al consorte e una, una sola lettera, al cavaliere Rucio, che combatteva al fianco del Duca. Fu allora che la missiva indirizzata al cavaliere cadde erroneamente nelle mani del duca Ludovico il quale, probabilmente già messo in allarme da voci calunniose a riguardo, subito fraintese nella maniera peggiore le intenzioni dello scritto, scambiandolo come messaggio d’amore rivolto dalla moglie al cavaliere di Ottlinger.

A quel punto il duca Ludovico, rapito da una rabbia dissennata, trafisse il messaggero e, cavalcando giorno e notte tornò inaspettatamente la sera del 18 gennaio 1256 a Donauwort, dove si intrattenevano sua moglie e sua sorella, la regina Elisabetta, le quali, entrambe, lo accolsero con gioia sincera, mentre il duca, ingelosito e colto da incontenibile ira, aveva già condannato a morte la moglie che, secondo lui, si era macchiata di adulterio.

Maria, spaventata e stupita, nonché profondamente addolorata, scongiurò il consorte di darle il tempo necessario per ogni spiegazione a riprova della sua innocenza. Le preghiere della sposa tuttavia e la fervida intercessione della sorella del duca, la regina Elisabetta, non riuscirono a salvare la vita alla sfortunata Maria, la quale fu costretta ad inginocchiarsi per essere decapitata da una guardia. Così avvenne quell’orribile esecuzione.

Accade inoltre che, successivamente a quella notte di orrore e di inenarrabile strazio, il duca trovò inoppugnabili prove dell’innocenza della moglie sacrificata ingiustamente dalla sua incontenibile rabbia. Fu allora che l’assassino perse ogni forza e rimase a tal punto scosso dal rimorso che la mattina successiva all’uxoricidio, fra la meraviglia di tutti gli astanti, egli, che fino alla sera precedente, da ventisettenne qual era, aveva i capelli castani e ricci, apparve con i capelli divenuti improvvisamente canuti. A testimonianza del suo tardivo pentimento, il duca fece erigere sul posto dove si era consumato il delitto l’abbazia di Fuersenfeld.

In seguito a tale spaventoso spettacolo, cui assistette probabilmente assieme al piccolo Corradino, la regina Elisabetta volle sottrarre il figlio a un così poco raccomandabile tutore. Fu allora che pose Corradino sotto la tutela del vescovo Eberardo di Costanza, uomo dinamico, religioso, abile diplomatico presso cui il futuro re visse un’infanzia felice, ricevette un’ottima educazione, fu istruito e avviato alle pratiche cavalleresche nonché alla lirica d’amore del tempo.

A distanza di cinque anni dalla morte del primo marito, Elisabetta sposò in seconde nozze Mainardo II, conte di Goritz e Tirolo nel 1259. Si narra che in quel periodo Corradino fosse a Costanza e che probabilmente disapprovasse il matrimonio della madre, in quanto riteneva il conte non adeguato al loro rango.

Elisabetta, dal suo canto, difese tenacemente i diritti del figlio, quale successore di Corrado IV, contro Manfredi. Ricordiamo infatti che all’epoca Manfredi, rivendicando per sé il diritto di successione, si adoperò per affermare il dominio svevo sulla Sicilia contro Carlo I D’Angiò, chiamato in Italia dal pontefice.

Manfredi alla fine si accontentò di rimanere in Sicilia come luogotenente di Corradino. E quest’ultimo, dopo la morte dello zio Manfredi nella battaglia di Benevento, decise di scendere in Italia dalla Germania, dove ormai viveva e svolgeva intensa attività regale, per combattere personalmente e riconquistare la parte meridionale dei domini svevi.

Dopo la Dieta di Augusta del 1266 Corradino decise la sua discesa nella penisola italiana, dove giunse alla fine dell’estate del 1277.

Elisabetta, sua madre, intuendo le difficoltà di quell’impresa che non aveva possibilità di successo, data la situazione italiana e anche la giovane età di Corradino, consigliò insistentemente il figlio di accontentarsi della pacifica e tranquilla esistenza nel suo ducato, in attesa di tempi migliori. Invece il tutore e zio, il duca Ludovico, insistette perché Corradino intraprendesse la campagna in Italia.

Al fine di rastrellare uomini necessari all’impresa e di armarsi compiutamente Corradino dovette impegnare molti suoi averi. In particolare suo zio, il duca di Baviera, si offrì di accordargli un prestito con il patto che, se fosse morto senza eredi, sarebbero passati a lui i territori datigli allora in pegno.

Il 22 agosto del 1277 Corradino salutò la madre Elisabetta nel castello di Goritz ove ormai viveva da anni e dove probabilmente la vedova di Corrado IV ricevette notizie non solo in merito alla felice discesa del figlio in Italia e alla festosa accoglienza ricevuta a Roma quanto anche deve avere saputo del triste esito della battaglia di Tagliacozzo in cui Corradino, inizialmente vincitore, fu definitivamente sconfitto mentre Carlo d’Angiò si vantava della di lui cattura a Torre Astura e quindi della sua esecuzione capitale avvenuta il Napoli il 29 ottobre del 1268.

In memoria di Corradino Elisabetta, distrutta dal dolore, fece costruire nel 1272 un’abbazia a Stams, presso Innsbruck.Dal secondo matrimonio di Elisabetta nacquero due figli e due figlie. La nobildonna morì nel 1273, solo alcuni anni dopo la morte dell’amato figlio Corradino.

La vita di Elisabetta di Baviera, così come quella del figlio Corradino, fu infelice e senza speranza.

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