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” ORIENTE ED OCCIDENTE : COSTRUIRE UN FUTURO INSIEME ” DI VALTER MARCONE

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Redazione-  Ha scritto Cartesio, quasi un incipit nel suo “Discorso sul metodo ” uscito per la prima volta anonimo a Leida nel 1637: “le anime più grandi sono capaci dei più grandi vizi come delle più grandi virtù, e quelli che seguono sempre la via dritta, anche se camminano assai lentamente, possono andare molto più innanzi di coloro che più corrono e più se ne allontanano”.

Leggendo queste due frasi, senza avere l’ardire di commentarle fino in fondo ed in modo esaustivo, perché di questi concetti espressi da Cartesio è stato detto di tutto e di più, mi è venuto in mente l’attuale dissidio tra Oriente e Occidente.

Quindi l’Oriente un mondo inteso come estensione geografica e come estensione temporale , un mondo capace di grandi vizi e di grandi virtù e soprattutto un mondo che è andato lento e forse più innanzi dell’Occidente malgrado le apparenze . A differenza dell’Occidente che nega i suoi vizi, proclama le sue virtù, che è andato velocissimo e che per questo probabilmente ha smarrito la giusta strada. Con l’aggiunta che probabilmente una delle visioni dell’Oriente che avevamo non è più esatta in quanto l’Oriente sta diventando nella dimensione geopolitica del mondo attuale un luogo dove si inventa il prossimo futuro.

Certo nel considerare e riconsiderare i termini di una trattazione quale dovrebbe essere quella che affronta due storie separate quella dell’Oriente e quella dell’Occidente, due società diverse proprio nella concezione della vita umana e via di questo passo, devo declinare la mia ignoranza. Sì perché come dice sempre Cartesio quando si impiega troppo tempo nel viaggiare, dove per viaggiare in questo caso sta il “conversare” con gli uomini di altri secoli attraverso la lettura delle loro opere scritte, si diventa alla fine stranieri del proprio paese, della propria epoca e quello che è peggio può anche capitare qualche inconveniente disastroso : studiando le storie del passato, anche quelle più fedeli, può capitare che esse omettano quasi sempre le “circostanze più basse” onde avviene che l’insieme appare diverso da quello che fu, e dà l’esca, a quanti si ispirano a tali esempi di cadere in” stravaganze” come quelle dei paladini dei nostri romanzi ….

Ecco dunque la possibilità di cadere nelle stravaganze esposte in questo scritto su Oriente ed Occidente che sottopongo all’attenzione del lettore senza farmi “paladino” dell’uno o dell’altro. Appunto senza prendere le parti come in modo acceso da qualche tempo si legge sui giornali , sui social e si ascolta nei talk show senza riuscire ad intendere che probabilmente Oriente ed Occidente nella storia del nostro pianeta sono indissolubilmente legati tra loro e che solo una caparbia posizione oltranzista tende a separarli e ad opporli.

Diverso è invece l’apporto che a questa discussione viene dato da alcune letture interessanti come per esempio quella di Federico Rampini “Oriente Occidente. Massa e individualismo”, Einaudi, Stile Libero, 2020 che a sua volta cita, come autori che lo hanno guidato nella esposizione dei temi contenuti in questo suo libro : Abbas Amanat ,Iran pubblicato dall’università di Yale ,Tamin Ansary ,The invention of yesterday oppure l’ultimo Pergiorgio Oddifreddi “C’è del marcio in Occidente”, Raffaello Cortina Editore , 2924 solo per citarne alcuni. Dicevo diverso è il loro apporto perchè offrono un materiale enucleato e articolato che può essere di aiuto per la formazione di una opinione che è in definitiva poi l’obiettivo di queste ed altre letture per questo ed altri argomenti. .

Ecco allora alcune “stravaganze” come mi permetto di chiamarle che mettono all’attenzione alcune differenze tra Oriente ed Occidente proprio per comporre quel mosaico indispensabile per la formazione di una opinione che , è il caso di ribadirlo, non deve mai assumere atteggiamenti oltranzisti ma interrogarsi ed interrogare l’interlocutore sulle possibilità di convivenza .

L’Occidente da tempo magnifica la sua democrazia nata probabilmente da quel nodo ancora irrisolto con il quale non si riesce a fare i conti: ovvero l’indicazione e la loro attribuzione concettuale di tre parole : libertà, uguaglianza e fraternità che il Settecento in Francia dichiarò essere il punto focale di una trasformazione del mondo.

Ebbene l’Occidente che decanta la democrazia e che di queste tre parole non può fare a meno da ultimo ha associato a questa democrazia che ne scaturisce, il benessere economico che secondo la concezione liberale è frutto di questa medesima democrazia. Ora capita che nell’Oriente nostro contemporaneo dove – tenendo fede alla millenaria tradizione di un “ dispotismo orientale” per il quale l’Asia è quella parte del mondo dove la comunità prevale sull”individuo con il risultato che grandi imperi di ieri e di oggi regnano su masse sterminate – ci sia altrettanto benessere. Probabilmente la questione dei diritti sottomessi o negati per quei popoli diventa irrilevante di fronte al fatto che quegli imperi hanno colmato il gap con l’occidente assicurando appunto benessere economico. E’ una questione di “vita” vissuta e da vivere.

Quindi è questione di una “ ricerca di se stessi “per vivere quella vita. e allora ecco un’altra storia stravagante : l’oriente viene considerato dall’uomo occidentale, schiacciato dal peso delle cose materiali che lo opprimono e lo soffocano, come il luogo della pura spiritualità dove si compone il mosaico anche di religioni molto diverse dalle tre religioni monoteiste a cui siamo abituati. Sicuramente è vero che in quelle cosiddette religioni orientali non c’è un Dio come lo intendiamo e come ce lo raffiguriamo noi occidentali. La stravaganza è che si è persa guardando appunto a queste esperienze orientali a cui tende l’uomo occidentale di oggi, quella eredità spirituale rappresentata dalle esperienze eremitiche e, quindi fortemente spirituali degli asceti nord africani e le esperienze di quel monachesimo anch’esso ascetico, ma anche ricco di praticità e di materialità , che dettero vita alla nascente Europa. Si pensi per esempio agli ordini monastici come i benedettini e i cistercensi che furono per quell’epoca baluardo di civiltà materiale e spirituale. Esperienze che furono un momento luminoso in una storia che a capofitto si perdeva in una supposta involuzione che oscurava le civiltà che l’avevano caratterizzata da secoli .

Ma di stravaganze ce ne sono troppe altre come quella della sproporzione territoriale tra Asia ed Europa per esempio. L’Asia è un continente immenso mentre L’Europa è una specie di appendice stretta tra alcuni rilievi montuosi e il Mare Mediterraneo. Una sproporzione che pesa e che ci costringe continuamente ad immaginare l’oriente. Di quale Oriente e di quale Occidente noi riusciamo a vedere i termini, è una lunga storia perchè l’Occidente noi lo concepiamo come Europa con la sua storia millenaria e con aggettivi “che diventano sostantivi di pregio” ,identitari, come individualismo, materialismo, democrazia.

Poi tra i tanti ci sono altri temi interessanti in questo esame come per esempio i diritti e in particolare i diritti delle donne. Sembra che le donne in Occidente abbiano sempre avuto libertà, emancipazione, autodeterminazione a differenza delle donne che vivono in Oriente ancora costrette ad indossare il burqa, a sottostare all’infibulazione, proprietà di padri e di mariti, chiuse in casa . Non è così . Solo nell’ultimo secolo il movimento femminile occidentale ha guadagnato il suffragio universale e non dappertutto; ha guadagnato l’autodeterminazione sul proprio corpo ,libertà di decisione per il divorzio e l’aborto anche se ,in una società patriarcale come quella occidentale restano ancora proprietà di padri e mariti. Fino alla violenza domestica e al femminicidio.

Inoltre quando parliamo di occidente e oriente dobbiamo tenere conto dell’incontro tra una cultura minimalista come quella del Giappone con la Silicon Valley attraverso Steve Jobs fondatore della Apple.

Convergenze e diversità dunque in un mondo in cui l’oriente viene reinventato dall’occidente nel Settecento e più avanti da Voltaire, Schopenhauer ma soprattutto da Hermann Hesse con il suo messaggio “Siddharta “. Un Oriente impero dei sensi ,il mondo lascivo delle pulsioni dei sensi . Raccontato in questa sua attribuzione in mille modi da una letteratura ma suffragati storicamente per le testimonianze di Cicerone e di Seneca che, per esempio, rimproveravano alla società romana del loro tempo di essersi fatta corrompere da alcuni costumi venuti dall’Oriente.

Un Oriente , specificatamente la Cina che ignorava il mondo romano perchè si riteneva superiore e che ospitò delegazioni diplomatiche dell’Occidente in varie epoche storiche quando la voglia di conoscenza da parte dell’Occidente si fece più attenta. Epoche relativamente recenti perchè per esempio fino ai tempi dei romani quando la seta si poteva considerare una moneta di scambio, Oriente ed Occidente di allora non entrarono mai in contatto in quanto i contatti furono tenuti ai fini di questo commercio da intermediari. Erano i commercianti di seta e spezie che attraverso la via della seta acquisivano le merci dall’Oriente e le proponevano all’Occidente dove oriente era la Cina e l’occidente era il mondo romano .

E poi in definitiva l’idea dell’Occidente che viene da molto lontano: i barbari sono tanti , noi siamo unici. Noi abbiamo qualcosa in più. Una storia che viene da lontano : è Erodoto a farne parola proprio in questi termini che determinarono per molto tempo la concezione che l’Occidente si era fatta dell’Oriente .

Da allora le stravaganze si sono accumulate . Io le chiamo stravaganze ma in realtà sono differenze importanti che hanno convissuto fino ad un certo periodo della nostra storia e che solo da qualche tempo sono state messe le une contro le altre.

Ho parlato di possibilità di convivenza e a questo proposito è interessante leggere o rileggere le argomentazioni che un solerte accusatore dell’Occidente circa le cose che non vanno ,tale Valdimir Putin, che le ha espresse nei suoi ultimi discorsi. In sostanza senza troppo dilungarci per Putin il mondo occidentale “vuole mantenere un ruolo egemone, che gli sta sfuggendo”. Lo ha detto in apertura del suo discorso alla sessione plenaria del Forum economico internazionale di San Pietroburgo . Un lungo discorso a tappe, iniziato anni addietro, fino all’ultimo esito di una idea che in sostanza afferma:”Tutto quello che l’Occidente sta escogitando porta alla minaccia di un conflitto con armi nucleari e quindi all’annientamento della civiltà”.Un’opinione che ha raggiunto un certo livello di intensità durante l’invasione dell’Ucraina che tende a identificare l’Occidente con l’America che si prepara alle elezioni del 5 novembre prossimo che potrebbero essere un’apocalisse e con una Europa che ha affrontato la guerra russo-ucraina con posizioni differenti tra gli stati membri anche se all’apparenza uniti.

Dunque Oriente ed Occidente una totale opposizione o una possibilità di convivenza ?Probabilmente l’Oriente e l’Occidente allo specchio della Storia continueranno ad immaginarsi come hanno fatto fino ad oggi .La speranza è che riescano a costruire insieme un futuro in cui entrambi possano declinare positivamente le loro possibilità e capacità intese come cultura, società, politica in favore della vita umana , per combattere la fame, le malattie, la povertà, le guerre , la trasformazione climatica e tutto quello che rende la vita umana difficile da vivere .

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