Redazione-Dietro il titolo di una canzonetta spensierata di alcuni anni fa si svolge la narrazione del crudo trascorrere delle giornate di Eli e Vale, due vecchie amiche che vivono nello stesso palazzo a Nettuno La cittadina a pochi chilometri da Roma, è diventata negli anni, come tutti i centri dell’hinterland urbano, una sorta di dormitorio per quella larga fascia della popolazione che, non potendo permettersi un alloggio nella capitale, è costretta a lunghi ed estenuanti trasferimenti giornalieri per raggiungere il posto di lavoro.
Eli, madre di quattro figli e moglie di un marito disoccupato, è costretta dalle circostanze a caricarsi sulle spalle il peso della famiglia. Trovato un duro lavoro a Roma, la donna non sa fino a quando potrà reggere gli impegni sempre crescenti dell’impiego, dei viaggi quotidiani e della famiglia.
Vale rappresenta l’altra faccia della medaglia della femminilità: single, artista, indipendente, lavora come danzatrice/performer. Spesso si incontra con Eli che rientra distrutta a casa quando lei esce per eseguire le sue serate. In nome della vecchia amicizia Vale qualche volta di giorno dà una mano a Eli e al marito Marco,f curandosi dei bambini.
Dietro l’apparente sicurezza della ragazza si celano, però, fragilità interiori legate a questioni non risolte con se stessa e con la famiglia d’origine.
Il film, ideato, scritto e diretto da Daniele Vicari, è un prodotto ben realizzato, che ha il grande pregio di non scadere mai nel patetico, mantenendo dall’inizio alla fine un rigore estetico costante e di buonissimo livello. Con poche selezionate inquadrature il regista descrive l’alienazione che subisce ogni giorno chi trascorre ore e ore sui mezzi pubblici, non abbellendo nulla dell’ambiente circostante: i pullman, le carrozze della metropolitana, le fermate della stessa, sono filmate così come sono, col degrado reale che accompagna i reali protagonisti della fatica quotidiana, i pendolari.
Notevoli anche le rappresentazioni delle varie performances in cui si esibisce Vale; i momenti di musica e di danza vengono utilizzati per intervallare e creare delle pause tra i vari momenti della narrazione. Insomma, un film ben fatto e curato nei particolari. Un applauso, oltre al regista/ideatore della pellicola, anche alle due attrici protagoniste, una bravissima e sempre misurata Isabella Ragonese nei difficili panni di Eli, e la strepitosa danzatrice Eva Grieco, che dà alla sua Vale un’intensità sorprendente.
Daniele Vicari con “Sole cuore amore” porta al cinema la storia di due donne diametralmente opposte: Eli, poco più che trentenne con un marito e quattro figli costretta a fare la pendolare per andare al lavoro nella capitale; Vale, sua coetanea, ballerina single che lavora nelle discoteche e non deve render conto a nessuno della sa vita.
Le due, amiche da sempre, si supportano a vicenda in una quotidianità difficile da sostenere soprattutto a causa dei disagi di natura pratica per Eli ed emotiva per Vale, che deve fare i conti con problemi legati alla