Redazione- Nel quotidiano ignoriamo i meccanismi legati alla funzionalita’ delle relazioni.Curiosi, distratti, incapaci di perdere tempo, altaleniamo tra “ la volontà di vivere” e la “ pulsione di distruggere”.
Divari flebili tra normalità e patologia con connessioni legate ad ansie, perplessità e solitudini distorcenti e manipolanti le comunicazioni stesse.
Come diceva MANZ, bisogna essere umani “ ogni giorno ed in ogni circostanza”, con speranza, coraggio, amicizia ed amore, per dare vita alla sfera “del noi” in quanto categoria primordiale della realta’ umana ( Heidegger).
Se esistere è partecipare, l’incontro non puo’ intendersi come una serie “anonima” ed “ impersonale” di rimandi quotidiani, verso un altrui “ diverso o sofferente”.
Cosa vince tra l’angoscia e la passione per il vivere?
L’inquietitudine, l’invidia, la colpa, il pudore, il coraggio, la fiducia o la nostalgia?
In realtà se la coscienza è intenzionalità e l’esserci è “ esserci- nel mondo”, l’IO si dovrebbe sempre e soltanto comparare con una NOITA’ come fonte di senso e significato.
Lo spessore umano odierno incontra sempre piu’ spesso: il vuoto, l’opaco di una società performativa, in scambi “ anodini ed impersonali” dove il linguaggio non è piu’ “ la dimora dell’essere” ( Heidegger).
Orizzonti dell’assurdo e dell’illusione, manierismi, evasività, il non volersi confrontare, intanto che i silenzi diventano “ solitudini verbali”.
Il rischio della tendenza alla “ depersonalizzazione” è quello di non potersi sottrarre da esperienze oscure, ineffabili del vivere ogni avvenimento come distorsivo, pallido, smorzato e precario.
Una esperienza del proprio tempo, alterata, in cui domina il timore di risonanze individuali ed aloni emotivi.
L’estraniamento è individualismo o dispersione ed angoscia profonda per la vita come movimento significante?
E’ più agevole propendere per “ la vita facile” su attese miracolistiche o vivere di “ esagerate esigenze”, e solo nel momento dell’incontro con una vicenda, un popolo deprivato, un profilo umano, saper “ dimenticarle” per ritrovarci in un NOI autentico.