” HIKIKOMORI CHE FORSE VUOL DIRE KARA KIRI SOCIALE ” DI VALTER MARCONE

Redazione- “Hikikomori è una canzone che tratta un tema centrale nella nostra produzione degli ultimi anni, ovvero quello della solitudine. Quello degli hikikomori è un fenomeno molto problematico che ormai, partendo dal Giappone, ha raggiunto tutti. È una metafora molto forte e siamo consapevoli delle enormi differenze, però anche noi durante la pandemia ci siamo sentiti sconfortati, distrutti e chiusi in quattro mura: dopo Sanremo doveva iniziare il nostro tour, che abbiamo dovuto rimandare di due anni. Hikikomori è dedicata a tutti colore che in quel periodo, o in generale nella vita, si sono sentiti e si sentono sconfortati e si abbandonano alla solitudine.”

Riccardi Zanotti cantante dei Pinguini Tattici Nucleari la canzone Hikikomori spiegandone il significato .Una canzone che racconta un amore a distanza, separato dalle restrizioni per il coronavirus, dalla band cresciuta in uno dei luoghi più colpiti dalla pandemia. Hikikomori è una delle tracce contenute nel nuovo album Fake news. Ma leggiamo insieme il testo di questa canzone :

Sai che ho sognato le tue mani sopra la mia testa?
Spegnevi un grande incendio, come un canadair fa sopra la foresta
Tu che c’hai gli occhi di papà ma vedi il mondo come mamma
Puoi dirmi come fai a vincere la noia senza perdere la calma?
Mia anima in pena, che pena mi fai

E ti arrabbiavi se salivo
Con le scarpe sul divano
Chissà dove hai camminato
Stai a vedere che mi ammalo
Siamo come hikikomori
Che si amano a distanza
E si cercano di notte
Tra le crepe della stanza

Io provo a corrompere il karma andando a letto presto
Sorrido alle cassiere che poi immancabilmente mi danno meno resto
Tu che ringrazi mille volte il cameriere per il pane
Insegnami a sorridere alla vita pure quando sono solo come un cane
Mia anima in pena, che pena mi fai

E ti arrabbiavi se salivo
Con le scarpe sul divano
Chissà dove hai camminato
Stai a vedere che mi ammalo
Siamo come hikikomori
Che si amano a distanza
E si cercano di notte
Tra le crepe della stanza
Siamo come hikikomori

E ballo con la tua mancanza
Su una canzone dei Pink Floyd
E forse pecco di arroganza
Ma spero che Barbero parlerà di noi
I camion militari in centro
Che passan sulla nostra strada
Quella del primo appuntamento
E dell’ultima litigata

E ti arrabbiavi se salivo
Con le scarpe sul divano
Chissà dove hai camminato
Stai a vedere che mi ammalo
Siamo come hikikomori
Che si amano a distanza
E si cercano di notte
Tra le crepe della stanza

Siamo come hikikomori
(Che si amano a distanza)

Fonte: Musixmatch

Compositori: Riccardo Zanotti / Enrico Brun / Marco Paganelli

Hikikomori racconta quindi la storia di una coppia durante il lockdown del coronavirus. Lui prova “a corrompere il karma andando a letto presto”, sorride alle cassiere “che poi immancabilmente mi danno meno resto”, lei ringrazia “mille volte il cameriere per il pane” e sorride della vita.

Il loro amore prosegue a distanza, mentre lui si ricorda dei momenti insieme, anche litigando e si chiede dove lei abbia camminato quel giorno, mentre teme “stai a vedere che mi ammalo” in piena pandemia. “Siamo come hikikomori/Che si amano a distanza/E si cercano di notte/Tra le crepe della stanza”.

Durante la conferenza stampa di presentazione di Fake News, il tastierista della band Elio Biffi dà un’ulteriore spiegazione del significato di Hikikomori:

È un gioco di parallelismo tra questo fenomeno psicologico, anche tragico, e la condizione che un po’ tutti, in particolare una coppia, possono aver vissuto durante il periodo della pandemia. Secondo noi non è un modo sano di vivere in generale e il modo per uscire dall’isolamento umano che tocca la società contemporanea è andare verso un mondo più comunitario, fatto più di incontri e situazioni corali piuttosto che da esperienze di singoli sempre più virtuali. A noi piace la realtà tangibile, è quello lo statement.

Il significato di Hikikomori ha anche una forte valenza sociale, spiegata dal cantante Riccardo Zanotti nella conferenza di presentazione dell’album:

Ridurre tutto il fenomeno degli hikikomori a un sinonimo di pigrizia, di svogliatezza, è un errore gigantesco della società odierna. Ci sono studi che sanciscono che quella è una condizione dettata dalla cultura della performance, dell’andare sempre bene ed essere sempre primo. Il problema è dello stare insieme, dell’essere a proprio agio nella società. La soluzione sta nello stare insieme, ma il problema è nel come stare insieme. Se lo stare insieme significa competizione costante diventa molto difficile stare insieme. Noi non vogliamo essere esempi di persone che hanno avuto successo nella vita, ma di persone che sono contente della vita. Queste cose possono andare di pari passo, ma non è necessario. (1)

“Hikikomori”, che forse vuol dire “karakiri sociale “ ,una specie di suicidio sociale perchè in giapponese significa “stare in disparte”. Viene utilizzato per indicare chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, alle volte anni. Rinchiusi nella propria abitazione, evitano qualunque tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta anche con i familiari. Ma sono giovani, soprattutto maschi, che decidono di isolarsi.

La canzone Hikikomori sembra una storia di pandemia e di lockdown come gli stessi autori ed esecutori si sono affrettai a definire durante la presentazione del disco.

In realtà è purtroppo la constatazione di un fenomeno che forse la pandemia ha contribuito ad inasprire ma anche a far conoscere tutti i suoi risvolti umani e sociali .

Sin dalla fine degli anni ’90 (Saito, 1998), è stata descritta in Giappone una particolare condizione psicologica che riguarda soprattutto gli adolescenti e i giovani adulti e che è stata definita hikikomori, letteralmente ritiro sociale.

Hikikomori è dunque il termine usato per indicare un fenomeno sociale che interessa soprattutto i giovani non solo in Giappone ma in molte altri paesi del mondo . Ma qual’è l’identikit di questi giovani . ,

Gli Hikikomori sono soprattutto giovani tra i 14 e i 30 anni, maschi nel 70-90% dei casi, anche se il numero delle ragazze isolate potrebbe essere sottostimato dai sondaggi effettuati finora. Le indagini ufficiali condotte finora dal governo giapponese hanno identificato oltre 1 milione di casi, con una grandissima incidenza anche nella fascia di popolazione over 40. Questo perché, nonostante i soggetti hikikomori si palesino principalmente durante l’adolescenza, la condizione tende a diventare cronica, rischiando di perdurare anche tutta la vita. In Italia, soprattutto a seguito della pandemia che ha estremizzato il problema, l’attenzione nei confronti del fenomeno sta aumentando. Nel nostro paese non ci sono ancora dati ufficiali, ma si stima ci siano circa 100.000 casi .

«Alla base di questa condizione – spiega lo psicologo Marco Crepaldi, fondatore dell’associazione Hikikomori Italia – c’è un disagio adattivo sociale. I giovani, che sperimentano una forte ansia sociale, faticano a relazionarsi con i coetanei e ad adattarsi alla società. Sono spesso ragazzi molto intelligenti, con un elevato QI, ma di carattere molto introverso e introspettivo, sensibili e inibiti socialmente, convinti di stare meglio da soli, lontani da tutti».

Concause significative che concorrono all’instaurarsi della condizione “Hikikomori” possono essere rappresentate da rapporti difficoltosi con i genitori che potrebbero essere o troppo incentivanti, senza rispettare le necessità e i disagi del ragazzo, o iperprotettivi. «Togliendo ai ragazzi la possibilità di sviluppare le competenze necessarie per transitare all’età adulta – specifica il dottor Crepaldi –, proteggendoli eccessivamente e impedendo loro di compiere errori, di fatto li si porta al fallimento di uno step evolutivo. I ragazzi hikikomori sono eterni adolescenti che hanno un rapporto conflittuale con i genitori da cui sono dipendenti, ma che allo stesso modo trattano male, alle volte usando contro di loro violenza verbale e fisica” (2)

Di questa condizione di vita se ne può sapere qualcosa di più anche grazie ad un documentario, “Essere Hikikomori. La mia vita in una stanza”, di Sky Original, prodotto da Sky e Fidelio, scritto e diretto da Michele Bertini Malgarini e Ugo Piva, andato in onda su Sky Documentaries, disponibile anche on demand e in streaming su NOW. E’ la storia di 4 ragazzi poco più che ventenni, delle loro speranze, delle loro aspirazioni, dei difficili rapporti con le famiglie e dei loro coraggiosi tentativi di venirne fuori. Vite complicate e incastrate nel buio delle loro stanze.  Sono Eva, Alessio, Alessandro e Davide e hanno scelto di non uscire mai più dalla loro stanza. Non hanno uno scopo nella vita. Di giorno, dormono. Di notte, vivono, isolandosi dai ritmi normali. Non riuscendo ad avere rapporti con persone reali, ma solo rapporti online dove si sentono meno giudicati.
I “ritirati dalla vita sociale”, fuori tutto, da alcuni mesi fino a diversi anni, si rinchiudono nella propria stanza da letto, senza aver nessun tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta nemmeno con i propri genitori, disperati. Il documentario traccia un percorso narrativo personale per raccontare le cause sociali-familiari-caratteriali del loro isolamento, le caratteristiche del loro quotidiano, il vivere al buio come vampiri, il non mangiare, la perdita della percezione del tempo, la dipendenza da internet e infine, le speranze di rinascita personale. Spazio anche ad altri, fondamentali, punti di vista. Quello dei genitori che racconteranno le loro drammatiche testimonianze e i loro difficili tentativi di creare un dialogo con i figli, nel tentativo di aiutarli a uscire e quello di Marco Crepaldi, fondatore dell’associazione nazionale “Hikikomori Italia “, che da anni si occupa di sensibilizzazione, supporto e formazione sul tema dell’isolamento sociale volontario giovanile. (3)

A partire dalla descrizione dettagliata del fenomeno operata dallo psichiatra Saito (1998), numerosi studi sono stati condotti in Giappone per capire le cause che sarebbero all’origine del manifestarsi di questo protratto rifiuto sociale. Da un punto di vista psicologico, si sono studiate innanzitutto le variabili familiari legate a relazioni disfunzionali di tipo invischiato e la copresenza di disturbi psicopatologici associati, come ad esempio la depressione . Da un punto di vista sociologico, invece, si sono indagati soprattutto i fattori legati al particolare sistema culturale giapponese, basato sul confucianesimo , e ad un atteggiamento di anomia sociale e di rifiuto verso le severe regole morali e sociali su cui si basa la cultura tradizionale giapponese. L’ipotesi che ne è scaturita è quindi che questi giovani, pressati dai valori sociali basati sull’estremo perfezionismo e sulla tendenza a voler sempre primeggiare sia a scuola che al lavoro, non si sentano all’altezza degli standard loro richiesti e preferiscano quindi rinchiudersi in casa per evitare di affrontare una realtà quotidiana che avvertono come opprimente.

Saito ha paragonato il loro atteggiamento allo stato di moratoria descritto da Erickson (uno degli stadi attraverso cui passerebbe l’adolescente nel corso della strutturazione della propria identità), comportamento che non sarebbe però particolarmente gradito all’interno della cultura giapponese dove al giovane viene richiesto di indirizzarsi subito verso il suo percorso di vita futuro, senza possibilità di sperimentarsi o di tentare strade alternative.

Attualmente diversi studi si stanno concentrando sulla possibilità che il fenomeno hikikomori non sia legato esclusivamente alla cultura giapponese, ma si possano osservare casi di questo tipo anche in paesi diversi. (4)

Il “disinvestimento “dei giovani verso la vita sociale e lavorativa, anche se non esattamente analogo all’hikikomori, è stato riscontrato anche in alcuni paesi occidentali. Nel Regno Unito, ad esempio, si utilizza la sigla NEET (not in employment, education or training) per indicare i giovani non impegnati in attività lavorative o educative. Negli Stati Uniti si utilizza il termine adultoscelent per indicare quei giovani adulti che ancora vivono con i loro genitori e che non sembrano avviarsi verso una vita propria, indipendente dalla famiglia.

Bisogna tuttavia procedere con cautela nell’affermare che i segnali presenti in giovani provenienti da altro tipo di società e culture sia effettivamente comparabile con il fenomeno descritto in Giappone. Inoltre è stata evidenziata una mancanza di criteri clinici specifici nella descrizione del disturbo e gli studi condotti hanno spesso usato campioni non rappresentativi e ricerche poco rigorose dal punto di vista metodologico.

Al momento ci sono poche prove a favore dei possibili fattori che potrebbero provocare un comportamento di questo tipo. Li e Wong (2015) hanno riassunto e categorizzato i fattori clinici, psicologici, familiari e sociali che guidano a questo specifico tipo di comportamento. In particolare, hanno identificato l’importanza dei fattori psicologici relativi alla dipendenza psicologica di questi giovani. Anche fattori relativi alla struttura famigliare si sono rivelati determinanti. I fattori extra familiari riguardano invece il sistema educativo e scolastico, mentre per quanto concerne la vita sociale è stato trovato che i valori sociali e le aspettative dei giovani sono correlati positivamente con il comportamento di ritiro sociale.

I ricercatori concludono quindi che, in base alla diversa intersezione di fattori psicologici, sociali e comportamentali, vi sono tre differenti tipi di giovani socialmente ritirati:

  • gli ultradipendenti, che crescono in famiglie ultraprotettive in cui non riescono a raggiungere uno sviluppo psicologico che permetta loro di fidarsi delle persone e di acquisire autonomia.
  • gli interdipendenti disfunzionali, che sono il prodotto di dinamiche famigliari disadattive che impediscono ai giovani di imparare le regole sociali di base a casa.
  • i controdipendenti sembrano invece essere caricati da eccessive aspettative genitoriali nei loro confronti, che si associano a notevole pressione nella vita accademica ed educativa e a stress correlato alla carriera lavorativa.(5)

In Italia c’è un sito e un’associazione che si interessa di questo fenomeno .”Hikikomori Italia” è un progetto di sensibilizzazione sul tema dell’isolamento sociale volontario fondato dallo psicologo  Marco Crepaldi  nel 2013 che successivamente, nel giugno 2017, ha dato vita anche all’omonima associazione nazionale.

L’obiettivo principale è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su un disagio ancora poco conosciuto in Italia, supportare i ragazzi e i genitori che si trovano ad affrontare questa problematica, nonché creare una rete nazionale che metta in contatto tutti coloro che ne sono interessati, direttamente o indirettamente (psicologi, insegnanti e tutti gli addetti ai lavori, ma non solo).Come associazione è attiva in tutto il territorio italiano, con numerosi progetti attivi eventi, gruppi di mutuo aiuto dedicati ai genitori e diverse collaborazioni in atto con le organizzazioni e gli enti locali che si sono dimostrati interessati al progetto.

In particolare l’Associazione cerca di dare un aiuto partendo dalla considerazione che un hikikomori passando molto tempo nello stesso spazio, ripetendo la stessa routine e le stesse attività, si costruisce un mondo che finisce per apparirgli come l’unico possibile. (6) Uscire da quel mondo comporta sofferenza che va giustamente incanalata e controllata per restituire alla persona una sua dimensione sociale che elimini la solitudine perchè è la solitudine che genera solitudine .

(1)https://www.deejay.it/articoli/hikikomori-testo-significato-pinguini-tattici-nucleari/

(2)https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/neuroscienze/chi-sono-gli-hikikomori

(3)https://www.hikikomoriitalia.it/p/chi-sono-gli-hikikomori.html

(4) https://www.stateofmind.it/hikikomori/

(5): https://www.stateofmind.it/hikikomori/

(6) Hikikomori ,i giovani che non escono di casa di Marco Crepaldi In questo testo vengono analizzati e discussi i principali studi effettuati dai ricercatori di tutto il mondo riguardo l’hikikomori, elaborando una prima definizione del fenomeno e cercando di offrirne un’interpretazione critica. Contiene, inoltre, anche i risultati dalla prima indagine statistica nazionale condotta sul contesto italiano, con il coinvolgimento di oltre 300 partecipanti |

Commenti (0)
Aggiungi un commento