” ALCOL ,FUMO, SOSTANZE PSICOTROPE : GIOVANI SEMPRE PIU’ A RISCHIO ” DI VALTER MARCONE

Redazione-  Il giornalista Bruno Vespa ideatore e conduttore del programma Rai “ Porta a porta “ e a tempo perso anche produttore di vino ha provocato accese polemiche sui social affermando in una intervista video a ‘Il Gambero rosso’ che dire che il vino fa male alla salute è una sciocchezza. Infatti per Bruno Vespa è “una stupidaggine assoluta” e che “esistono centinaia di studi che dimostrano il contrario : il vino non solo non fa male, ma – in particolare il rosso – in piccole quantità fa bene al cuore. Smettiamola con queste fake news: la concorrenza si fa lealmente con altri mezzi”.

Gli ha risposto Aureliano Stingi , un ricercatore e divulgatore affermando che l’opinione di Vespa “ vale zero”.

In realtà tra favorevoli e contrari all’uso del vino la polemica è sempre aperta . Sia tra persone comuni che tra scienziati. E tra quest’ultimi basti ricordare da una parte l’immunologa Antonella Viola ,”il vino rimpiccolisce il cervello” e dall’altra l’infettivologo Matteo Bassetti ,”il vino può far male quando si usano delle grandi quantità”.

“Bevo vino moderatamente, consapevole dei rischi che comporta per la salute. Non ci sarebbe nessun bisogno di negare quanto tutte le associazioni mediche del mondo affermano sulla base delle prove. Il che la dice lunghissima sulla qualità dell’informazione prodotta da Bruno Vespa”, lo scrive su X Marco Cattaneo direttore de Le Scienze . Il ricercatore e divulgatore scientifico Aureliano Stingi invece commenta sempre su X che “l’opinione di Bruno Vespa sulla salubrità del vino è appunto un opinione e vale zero. Poi ci sono i fatti e i dati. Ricordiamolo sempre”. (1)

Poi ci sono i fatti e i dati. In questa riflessione non intendo commentare le polemiche che su questo argomento da sempre si possono leggere e ascoltare ovunque ma condividere con il lettore alcune informazioni che io stesso ho cercato nel web perchè possa farsi una sua opinione qualunque essa sia , pro o contro l’uso del vino . Ma soprattutto voglio affrontare un tema che deta proccuoazione : l’uso sempre più diffuso da parte dei giovani di alcol, fumo e sostanze psicotrope.

Il ministro irlandese della Salute Stephen Donnelly ha convertito in legge il regolamento che prevede l’etichettatura degli alcolici con avvertenze sanitarie. Ne dà annuncio il ministero della sanità di Dublino. Per legge l’etichetta sulle confezioni degli alcolici dovrà contenere delle informazioni al consumatore quali il contenuto calorico e i grammi di alcol nel prodotto e soprattutto, come sui pacchetti di sigarette, l’avvertenza sul rischio per la salute del consumo di alcol.

Certo la decisione normativa non potrà essere applicata prima di tre anni per rispettare un periodo di transizione che si concluderà il 22 maggio 2026. «Sono lieto che siamo il primo paese al mondo a compiere questo passo e introdurre un’etichettatura sanitaria completa dei prodotti alcolici – ha dichiarato il ministro Donnelly – non vedo l’ora che altri paesi seguano il nostro esempio».

Via libera ad un provvedimento come quello adottato dal governo irlandese , per silenzio assenso, anche da parte della Commissione europea malgrado le critiche di 13 Stati tra cui l’Italia. L’argomento è stato all’ordine del giorno di una riunione del comitato “barriere tecniche al commercio” del 21 giugno 2023 . Un via libera movimentato considerato , come abbiamo detto , non solo le critiche “istituzionali” di 13 Stati membri ma anche i reclami delle associazioni europee e nazionali di produttori di vino, birra e distillati presentati ufficialmente alla Commissione Ue con la richiesta di apertura di una procedura di infrazione contro l’Irlanda.

Ma c’è di più in questo scenario. C’è la negazione da parte della Comunità europea dei fondi per la promozione ai produttori di alcol insieme ai produttori di carne nell’intento di ridurre con ogni mezzo appunto il consumo di alcol e di carne . Ma la maggioranza dell’Europarlamento si è detta di tutt’altra idea e con buona probabilità, il nuovo regolamento Ue sulla promozione li includerà. (2)

Insomma di fronte ad un problema sicuramente complesso per tutte le implicazioni sociali e sul piano della salute che comporta il consumo di alcol si interviene non conl’informazione, la formazione , il convincimento e con l’educazione all’uso ma con la barriera proibitiva .

E’ questa la prima considerazione che viene da fare in una Europa in cui si registra un forte consumo di alcol che è tra le sostanze psicoattive più usate tanto da essere considerato il quinto fattore di rischio per il numero di malattie che comporta .

Anche se qualcosa dal punto di vista della prevenzione, dell’informazione e quindi della concretezza delle iniziative in questo senso si sta facendo. Per la creazione di un’Europa più sicura sono state istituite le settimane di sensibilizzazione. Proprio “un’Europa più sicura “ è stato il tema della nona Settimana di sensibilizzazione sui danni provocati dall’alcol (15-19 novembre 2021). L’iniziativa delle settimane di studio , ricerca, sensibilizzazione, informazione è stata istituita per aumentare la consapevolezza, soprattutto del mondo della politica e conseguentemente di quanti devono assumere decisioni in questo settore , sui danni causati dall’alcol e sulla necessità di affrontarli attraverso un approccio integrato alle politiche sull’alcol. ( 3)

In Europa, il consumo di alcol è responsabile di circa 1 milione di decessi ogni anno, 2545 al giorno. Le conseguenze negative del consumo di alcol sulla salute sono sempre più provate dall’evidenza scientifica . Una consapevolezza che sta lentamente costruendo un consenso all’uso moderato dell’alcol che tiene conto dei danni provocati da un uso incontrollato .

Parlavamo di prevenzione . In Italia l’Alcohol Prevention Day 2023, giunto alla 22sima edizione, è stato sostenuto e finanziato dal Ministero della Salute e svolto e promosso in stretta collaborazione con la Società Italiana di Alcologia (SIA), l’Associazione Italiana Club Alcologici Territoriali (AICAT) ed Eurocare. L’APD catalizza il dibattito sulle esperienze salienti che hanno trovato espressione nel corso dell’anno, e in particolare durante aprile, mese di prevenzione alcologica: da quelle promosse dal Ministero della Salute a quelle svolte in stretta collaborazione con la SIA, l’AICAT e Eurocare garantendo, attraverso i network di consulenza tecnico-scientifica e collaborativi OMS, con i Centri Alcologici Regionali e i servizi, la disponibilità di dati, esperienze e materiali di prevenzione atti a favorire e supportare una adeguata cultura di prevenzione basata sul contrasto alle fake news e su livelli più elevati possibili di tutela della salute, di consapevolezza e di responsabilità individuale e sociale.

Dalle relazioni di quel convegno si apprende che nel 2021 circa 1 milione e 370 mila ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 25 anni hanno consumato alcol secondo modalità a rischio per la loro salute. Tra gli 11 e i 25 anni, il 18,6% dei maschi e il 12,8% delle femmine sono consumatori a rischio, con frequenze in diminuzione ma ben lontane per i minori dal valore atteso di zero. Il binge drinking ha interessato l’11,4% dei maschi e il 6,4% delle femmine. Evidenti le criticità legate al rispetto della legalità e delle norme che sottraggono l’alcol ai minorenni, per la nota incapacità di metabolizzazione dell’alcol e per i quali la Legge 189 dell’anno 2012 impone in Italia il divieto di somministrazione e vendita di bevande alcoliche. Nel 2021, 620.000 minori, il 16,5% dei maschi e il 14,2% delle femmine, hanno bevuto alcolici e sono consumatori a rischio che avrebbero richiesto e richiedono un’identificazione e un intervento di counseling motivazionale, rivolto all’incremento della consapevolezza del rischio e dei danni causati dall’alcol. (4)

Un dato critico dunque che emerge immediatamente con forza e che crea preoccupazione ,quello dell’uso di bevande alcoliche da parte dei giovani. In una situazione generale caratterizzata dai dati che emergono dalla relazione annuale sul consumo di bevande alcoliche nel nostro Paese del Ministero della Salute pubblicata il 26 luglio 2024 . Una relazione trasmessa al Parlamento il 18 luglio 2024. Il documento è curato dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, secondo quanto previsto dalla Legge quadro nazionale sull’alcol n.125/2001, art. 8, che dispone che il Ministro della Salute trasmetta ogni anno al Parlamento una relazione sugli interventi realizzati ai sensi dell’art. 9 comma 2 della legge medesima. (5)

Dati, dicevo, che rilevano come nel 2022 , tre milioni e 700 mila persone hanno bevuto per ubriacarsi (binge drinking) e 770.000 (soprattutto maschi di tutte le età) hanno consumato alcol provocando un danno alla loro salute, a livello fisico o mentale. Sono circa 104.000 i minori , ai quali per legge non dovrebbe essere vendute o somministrate bevande alcoliche ). I valori massimi per i binge drinker si registrano tra i 18-24enni, con 624.000 giovani. (6)

Dunque morti per l’uso di alcol in Europa e in Italia con un fenomeno preoccupante, come accennato, di diffusione sempre più estesa tra i giovani , con particolare riferimento alle cifre italiane, che ci inducono a richiamare l’attenzione sui danni di questa bevanda .

Nella Classificazione Internazionale delle Malattie (10ª revisione) più di 30 categorie riguardano condizioni totalmente alcol-attribuibili ma sono oltre 200 le condizioni anche parzialmente attribuibili che raddoppiano nei fatti il carico di mortalità causato dall’alcol, e tra queste almeno 12 tipi di cancro

L’alcol è e resta un serio problema di salute in Italia che dovrebbe adottare provvedimenti urgenti, soprattutto in favore dei giovani in tema di prevenzione più efficaci atteso che quelli esistenti non riescono a contrastare efficacemente questo fenomeno

Naturalmente qui per far fede al nostro compito di fornire le maggiori informazioni possibili perchè il lettore possa farsi una opinione, dobbiamo esaminare l’altro piano della bilancia, quello che farebbe presupporre che le affermazioni di Bruno Vespa con le quali abbiamo iniziato questa riflessione abbiano altrettanta positività.

Sull’altro piatto della bilancia dunque c’è la produzione di vino. Il dato ufficiale della vendemmia 2023 registra 38,3 milioni di ettolitri di produzione vitivinicola. Il dato risulta essere il più basso dal dopoguerra a oggi. Il dato di produzione attesta quindi un calo del 23,2% rispetto ai volumi prodotti nel 2022. I dati ufficiali, stilati da Assoenologi, Uiv e Ismea risultano essere in linea con quanto dagli stessi enti a vendemmia già conclusa, nel novembre 2023 , quando la prospettiva parlava di una riduzione tra il -20% e il -24%. ( 7)

Guardando ai singoli Paesi, il primo concorrente dell’Italia è la Francia con una produzione stimata di 45,8 milioni di ettolitri, (stabile sul 2022 e a +3% sulla media degli ultimi 5 anni) che ha sorpassato la produzione italiana diventando così il primo Paese produttore al mondo. L’Italia comunque non è il principale esportatore di vino: nel 2021 in cima alla classifica c’era la Spagna con 23 milioni di ettolitri esportati, seguita a breve distanza dall’Italia (22 milioni) e dalla Francia (15 milioni).Il Lambrusco è il vino italiano più venduto al mondo. I prezzi dei prodotti sono calcolati automaticamente in base alla tassazione del paese di destinazione della tua spedizione.

Le aziende vitivinicole italiane sono oggi circa 255mila (erano 383mila nel 2010 e 791mila nel 2000) ma contemporaneamente la superficie vitata complessiva ha tenuto (-11% in venti anni ma -1% nell’ultimo decennio) pertanto le cantine oggi sono più strutturate .

Cribis società specializzata nelle informazioni commerciali su aziende italiane ed estere (www.cribis.com), al mondo del vino afferma che in Italia, il settore vitivinicolo, dal filare alla mescita, rappresenta in Italia il lavoro sinergico di più di 470.000 imprese, di cui 66.000 dedite alla produzione agricola di uva, 2.100 rappresentano la sola l’industria e produzione, 4.500 che si occupano di commercio all’ingrosso e la stragrande maggioranza, 400.000, di commercio al dettaglio, dalle botteghe alle enoteche, dai bar ai ristoranti, per un fatturato, nel 2017, di 5,5 miliardi di euro.

Un comparto che contribuisce dunque all’1,1% del Pil ( 45,2 miliardi di euro e un valore aggiunto di 17,4 miliardi di euro) tra impatto diretto, indiretto e indotto, Sono 303 mila gli addetti a questo settore .Funge anche da moltiplicatore economico .È quanto rilevato dall’analisi dell’impatto economico del comparto vinicolo, presentata in occasione della 56esima edizione del Salone internazionale dei vini e distillati, a Verona. Lo studio si inserisce all’interno del progetto “Se tu togli il vino all’Italia. Un tuffo nel bicchiere mezzo vuoto”. Secondo i dati raccolti da Prometeia, il vino contribuisce al saldo commerciale del settore agroalimentare per il 58 per cento (da  più 12,3 a più 5,1 miliardi di euro nel 2023

Dopo aver esaminato per così dire i due piatti della bilancia torno al nostro tema .Quello di cui ci sta a cuore è dunque la salute dei giovani che sono coinvolti in questo fenomeno dell’uso dell’alcol . E allora dobbiamo introdurre due fenomeni ulteriori che riguardano appunto i giovani : il fumo e le sostanze . Alcol , fumo e sostanze psicotrope sono in realtà l’articolazione di uno stesso problema che riguarda tutti e in particolare i giovani per il tema di questa riflessione: la dipendenza . Che è il desiderio continuo di una sostanza e dall’incapacità di smettere di utilizzarla nonostante causi problemi fisici e psicologici.

Dunque dipendenza da alcol, fumo sostanze .

Secondo il Sisma Sistema monitoraggio alcol ( DPCM 3/3/2027) Osservatorio nazionale Alcol (ONA)Centro Nazionale Dipendenze e Doping del Ministero della sanità sono 1 milione e 310 mila 11-24enni consumatori a rischio di alcol , la metà, 650.000, minorenni (il 17,5% dei maschi e il 15,5% delle femmine). Tra i ragazzi di età compresa tra i 18 e 24 anni sono circa 660.000 i consumatori a rischio (20,2 % maschi, 11,2 % femmine). Sempre elevata la frequenza del bere per ubriacarsi: 728.000 11-24enni di cui 104.000 minorenni .

Per quanto riguarda i minori fumatori la Fondazione Veronesi afferma : “Nel 2023 a usare tabacco regolarmente ogni giorno è il 19 per cento dei ragazzi e il 20 per cento delle ragazze. Nel 2005 le percentuali erano, rispettivamente, il 26 e il 28 per cento. A 19 anni fuma tutti i giorni il 27-28 per cento, con poche differenze di genere. Se si considerano i giovanissimi, a 15 anni fuma quotidianamente il 9 per cento dei maschi e il 12 per cento delle femmine; a 16 anni si balza ad oltre il 20 per cento delle ragazze (14,8 i ragazzi).Quando iniziano? Il 57 per cento dei giovani fumatori ha iniziato a 14 anni o prima, il 40 per cento fra i 15 e i 17 anni. Questo è un dato relativamente costante nel tempo. Ma se si parla di quando hanno cominciato a fumare tutti i giorni, il discorso cambia e si assiste ad un abbassamento dell’età in cui si diventa fumatori abituali, in cui della nicotina non si riesce a fare a meno. I danni . “Il fumo danneggia quasi tutti gli organi del corpo, Provoca cancro, malattie cardiache, ictus, malattie polmonari, diabete e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), che include enfisema e bronchite cronica. Inoltre aumenta anche il rischio di tubercolosi, alcune malattie degli occhi e problemi del sistema immunitario, patologie osteoarticolari, inclusa l’artrite reumatoide.(…) L’esposizione al fumo passivo contribuisce a circa 41.000 decessi tra gli adulti non fumatori e 400 decessi nei neonati ogni anno. (…)Tra l’altro L’Oms mette sotto accusa le sigarette elettroniche nel suo Rapporto 2019 sul tabacco. In questo report si spiega come questi prodotti vengano commercializzati o promossi in modo aggressivo come alternative più pulite alle sigarette convenzionali, come aiutino a smettere di fumare o come prodotti a “rischio ridotto”. Eppure, non sono privi di rischi e l’impatto a lungo termine sulla salute e sulla mortalità è ancora sconosciuto. (8)

Discorso difficilissimo quello sull’uso di sostanze . Secondo il Centro studi Livatino : “ Nel 2023 sono quasi 960 mila i giovani tra i 15 e i 19 anni che riferiscono di aver consumato almeno una volta nella vita una sostanza psicoattiva illegale e oltre 680 mila solo nel corso dell’ultimo anno (cioè, pari al 28% della popolazione( … )Soffermandoci, poi, sul consumo circoscritto al 2023, esso riguarda non solo la cannabis (quasi 550mila studenti), ma anche le NPS come la chetamina (160mila), sostanze stimolanti come amfetamine, ecstasy e MDMA (quasi 150mila), allucinogeni (quasi 49mila), cocaina (quasi 54mila) e oppiacei come l’eroina (quasi 30mila), senza tralasciare il fatto che molti studenti riferiscono di aver consumato anche più di una sostanza psicoattiva (oltre 180mila). ( 9)

In una recente intervista il farmacologo Garattini ha affermato che sarebbe utile e semplice sovvenire alle necessita del comparto sanità se il documento di economia e finanza indicasse una diversa tassazione per alcol e sigarette .

Potrebbe essere un deterrente come potrebbe essere un deterrente la liberalizzazione di alcune sostanze nei confronti della criminalità organizzata che prospera finanziariamente su un circuito di distribuzione

Per questi fenomeni si parla sempre più spesso di deterrenza da attuare attraverso iniziative di proibizione, di colpevolizzazione, di punizione. Insomma un armamentario che sfida quello che potrebbe e dovrebbe essere una strada percorribile specialmente nei confronti dei giovani. Quella della formazione e della educazione all’uso o al non uso di sostanze come l’alcol, la nicotina le sostanze psicotrope. Con uno sguardo approfondito sicuramente sulle motivazioni che inducono un giovane ad usare queste sostanze . E soprattutto con una riflessione fondamentale , secondo me , in questo caso : quella della libertà di scelta ,ovvero di un uso consapevole della libertà di cui si gode. Un modo di riconoscere l’importanza di tale godimento che deve servire alla crescita del proprio sé e quindi alla possibilità di esprimere se stesso senza vincoli o gabbie dentro le quali alcol , fumo e sostanze psicotrope con la loro dipendenza costringono a vivere chi le usa sia giovane o meno giovane .

(1) https://www.adnkronos.com/salute/il-vino-non-fa-male-lelogio-di-bruno-vespa-scatena-polemiche-social_5Tb7cVX1GRTEjISTweOHQa?refresh_ce

(2 )https://www.ilsole24ore.com/art/l-alcol-come-fumo-nuoce-gravemente-salute-AEoh9jWC

( 3 )La Settimana 2021 è stata l’occasione per concentrare l’attenzione sui cinque interventi del programma mondiale SAFER sulla prevenzione alcol-correlata da promuovere a livello europeo. Sono questi, infatti, gli unici interventi di provata efficacia inseriti dalla Nazioni Unite e dall’OMS come “best-buys” per le politiche nazionali sull’alcol con la finalità di far crescere anche una rinnovata cultura istituzionale di priorità del settore di salute pubblica da mantenere, secondo l’OMS, opportunamente indipendente e distante dalle logiche economiche di convenienza e dalle interferenze dei conflitti d’interesse del settore della produzione (che è stato dimostrato dall’OMS ostacolare il raggiungimento degli obiettivi di salute sostenibile dell’Agenda 2030). Per l’occasione sono state realizzate tre infografiche che supportano l’incremento della literacy e della consapevolezza di consumatori e decisori politici su:

  • legame e impatto sul rischio di cancro causato dall’uso di alcol
  • impatto di qualunque quantità di consumo di alcol sull’insorgenza di sette diversi tipi di neoplasie maligne
  • impatto dell’assunzione di alcol su condizioni legate al peggioramento della salute mentale (depressione, suicidi) e sul bere alla guida (prima causa di morte tra i giovani).

(4)https://www.epicentro.iss.it/alcol/apd23

(5)Il documento è composto da 3 parti: la prima illustra il quadro epidemiologico correlato al lconsumo di bevande alcoliche in Italia, la mortalità alcol-correlata, gli accessi al Pronto Soccorso e le dimissioni ospedaliere con diagnosi totalmente alcol-attribuibile, i servizi per l’alcoldipendenza e la spesa farmaceutica, le associazioni di auto-mutuo aiuto, gli incidenti stradali e le violazioni del Codice della Strada la seconda riassume gli interventi e le iniziative di contrasto intraprese dal Ministero della Salute nel 2023 la terza presenta i progetti finanziati con i fondi previsti dalla Legge 125/2001 (art. 3, comma 4) assegnati alle Regioni e PPAA individuate dalla Commissione Salute.

( 6 )https://www.epicentro.iss.it/alcol/relazione-parlamento-2023

(7)https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2024/03/22/vino-dalla-vendemmia-2023-appena-38-milioni-di-ettolitri/81564

(8)https://www.legatumori.genova.it/abitudine-al-fumo-se-si-inizia-da-adolescenti-si-diventa-pazienti-da-adulti-2/

(9)https://www.centrostudilivatino.it/allarme-droga-tra-i-giovani/

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